Xiao Ling. Face to the beauty

Xiao Ling. Face to the beauty, Galleria del Primaticcio - Palazzo Firenze, Roma
Dal 24 Maggio 2014 al 04 Giugno 2014
Roma
Luogo: Galleria del Primaticcio - Palazzo Firenze
Indirizzo: piazza Firenze 27
Orari: lun-ven 10-13:30 / 16-19:30; sab 10-13:30
Curatori: Astrid Narguet
Enti promotori:
- Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese
Telefono per informazioni: +39 06 47824521
E-Mail info: galleriaotto@gmail.com
Sito ufficiale: http://www.galleriaotto.com
Il Presidente della Società Dante Alighieri, Amb. Bruno Bottai, il Presidente della Rufa Alfio Mongelli, le Direttrici della Galleria Otto, Astrid Narguet e Lucilla Stefoni nell’ambito di un ambizioso progetto di scambi culturali tra l’Italia e la Cina, vi invitano all’inaugurazione, della mostra patrocinata dall’Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese: Face to the Beauty di Li Xiao Ling nella prestigiosa sede di Palazzo Firenze di Roma.
Artista, icona della moda e prima Miss Cina del suo paese.
Le opere di Li Xiao Ling spaziano tra pittura, fotografia e creazioni estemporanee coniugando astrattismo e tradizionale figurativismo.
Li Xiao Ling, nata a Kunming, nella provincia dello Yunnan, è un'artista che ha avuto il coraggio di contaminare la certezza delle proprie tradizioni con le incognite della sperimentazione e dell'avanguardia. Fuse insieme in una sorta di concept art pongono lo spettatore su una bilancia che oscilla tra il perpetuarsi di figure, la cui grazia naturale è sinonimo della perfezione raggiunta dagli artisti cinesi nel corso dei secoli, e la trasgressione d'immagini, inclusi i fotomontaggi body art, già nel catalogo "Eggs under the red flag". Il suo percorso potrebbe definirsi una fuga verso futuro attraverso il proprio passato. Evidentemente Li Xiao Ling, come il principe arabo Moammed Sceab, l'amico parigino di Giuseppe Ungaretti immortalato in una delle sue più belle poesie, "non sa sciogliere" quel canto antico che la lega alle sue tradizioni. Così almeno mi appare l'arte di Li Xiao Ling mettendo a confronto le opere del 2010, quelle più astratte, con le più recenti e figurative del 2011 e di "Face to the beauty".
Soprattutto in queste ultime opere i suoi gesti perpetuano riti antichi, fatti di passaggi delicati, direi quasi magici, oltre i quali si sente fremere la necessità della contemporaneità quasi una sfida di conciliazione.
La conoscenza con l'artista cinese è stata favorita dall'amico scultore Alfio Mongelli, noto per i suoi acciai geometrici, per le formule chimiche stilizzate, per le astrazioni spaziali che, nella Cina di oggi, ha trovato la sua seconda patria. Li Xiao Ling e Alfio Mongelli si sono fiutati e ritrovati nel mezzo di un oceano di forme impossibili e come due autentiche anime creative si sono riconosciuti e stimati. Da questo sodalizio è nata la mostra personale di Li Xiao Ling che presentiamo qui a Palazzo Firenze, nella storica sede della Società Dante Alighieri.
La tecnica usata da Li Xiao Ling è quella tradizionale esercitata in Cina da più di mille anni. Le sue radici prendono vita in un originale pensiero ancora più antico che unisce uomo e cosmo in un dinamismo ininterrotto tra natura e universo. Preziose le composizioni di fiori, piante e uccelli, seguono il continuum di una stessa linea quasi fossero suono o l'armonioso canto di spiriti. Più che grafie potrebbero dirsi calligrafie, sigilli impressi con "pennelo sapiente" (Gongbi) in spazi "senza cornice" (Mogu) utili a "descrive un'idea" (Xieyi).
L'obiettivo è l'infinito tentativo di raggiungere con la massima sintesi il senso del finito, del concreto, del segno o del sogno ultimativi. Una pittura lieve seppure realizzata con tecnica ad olio, che però flirta con la luminosità eterea dell'acquerello. Nel rapporto tra spazio e vuoto che non è mai il vuoto come noi occidentali lo pensiamo, il vuoto di Li Xiao Ling è così pieno che altro non potrebbe contenere oltre i nostri pensieri. "Le loro immagini, che amai, - scrive in un sonetto William Shakespeare - le vedo in te, e tu, come loro, hai tutto di me".", così tramutando un simbolo di potere in un simbolo universale d'arte. E di simboli è piena la pittura di Li Xiao Ling tanto da non essere visibili in quanto simboli dell'amore e della poesia pura. Il passaggio dalla body art alla land art è un ritorno alle origini, non tradisce l'amore per la perfezione, non è tecnicismo ma tèchne nel senso greco di "perizia", riconsiderazione dell'idea di un mondo utopico e perfetto nel quale vorremmo vivere almeno per un giorno o esserne attori per cinque minuti, diceva Andy Warhol. La pittura di Li Xiao Ling quel giorno meraviglioso ce lo ha donato in un solo tempo e in tempi come i nostri.
Alessandro Masi
Segretario Generale della Società Dante Alighieri
Artista, icona della moda e prima Miss Cina del suo paese.
Le opere di Li Xiao Ling spaziano tra pittura, fotografia e creazioni estemporanee coniugando astrattismo e tradizionale figurativismo.
Li Xiao Ling, nata a Kunming, nella provincia dello Yunnan, è un'artista che ha avuto il coraggio di contaminare la certezza delle proprie tradizioni con le incognite della sperimentazione e dell'avanguardia. Fuse insieme in una sorta di concept art pongono lo spettatore su una bilancia che oscilla tra il perpetuarsi di figure, la cui grazia naturale è sinonimo della perfezione raggiunta dagli artisti cinesi nel corso dei secoli, e la trasgressione d'immagini, inclusi i fotomontaggi body art, già nel catalogo "Eggs under the red flag". Il suo percorso potrebbe definirsi una fuga verso futuro attraverso il proprio passato. Evidentemente Li Xiao Ling, come il principe arabo Moammed Sceab, l'amico parigino di Giuseppe Ungaretti immortalato in una delle sue più belle poesie, "non sa sciogliere" quel canto antico che la lega alle sue tradizioni. Così almeno mi appare l'arte di Li Xiao Ling mettendo a confronto le opere del 2010, quelle più astratte, con le più recenti e figurative del 2011 e di "Face to the beauty".
Soprattutto in queste ultime opere i suoi gesti perpetuano riti antichi, fatti di passaggi delicati, direi quasi magici, oltre i quali si sente fremere la necessità della contemporaneità quasi una sfida di conciliazione.
La conoscenza con l'artista cinese è stata favorita dall'amico scultore Alfio Mongelli, noto per i suoi acciai geometrici, per le formule chimiche stilizzate, per le astrazioni spaziali che, nella Cina di oggi, ha trovato la sua seconda patria. Li Xiao Ling e Alfio Mongelli si sono fiutati e ritrovati nel mezzo di un oceano di forme impossibili e come due autentiche anime creative si sono riconosciuti e stimati. Da questo sodalizio è nata la mostra personale di Li Xiao Ling che presentiamo qui a Palazzo Firenze, nella storica sede della Società Dante Alighieri.
La tecnica usata da Li Xiao Ling è quella tradizionale esercitata in Cina da più di mille anni. Le sue radici prendono vita in un originale pensiero ancora più antico che unisce uomo e cosmo in un dinamismo ininterrotto tra natura e universo. Preziose le composizioni di fiori, piante e uccelli, seguono il continuum di una stessa linea quasi fossero suono o l'armonioso canto di spiriti. Più che grafie potrebbero dirsi calligrafie, sigilli impressi con "pennelo sapiente" (Gongbi) in spazi "senza cornice" (Mogu) utili a "descrive un'idea" (Xieyi).
L'obiettivo è l'infinito tentativo di raggiungere con la massima sintesi il senso del finito, del concreto, del segno o del sogno ultimativi. Una pittura lieve seppure realizzata con tecnica ad olio, che però flirta con la luminosità eterea dell'acquerello. Nel rapporto tra spazio e vuoto che non è mai il vuoto come noi occidentali lo pensiamo, il vuoto di Li Xiao Ling è così pieno che altro non potrebbe contenere oltre i nostri pensieri. "Le loro immagini, che amai, - scrive in un sonetto William Shakespeare - le vedo in te, e tu, come loro, hai tutto di me".", così tramutando un simbolo di potere in un simbolo universale d'arte. E di simboli è piena la pittura di Li Xiao Ling tanto da non essere visibili in quanto simboli dell'amore e della poesia pura. Il passaggio dalla body art alla land art è un ritorno alle origini, non tradisce l'amore per la perfezione, non è tecnicismo ma tèchne nel senso greco di "perizia", riconsiderazione dell'idea di un mondo utopico e perfetto nel quale vorremmo vivere almeno per un giorno o esserne attori per cinque minuti, diceva Andy Warhol. La pittura di Li Xiao Ling quel giorno meraviglioso ce lo ha donato in un solo tempo e in tempi come i nostri.
Alessandro Masi
Segretario Generale della Società Dante Alighieri
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