Tano Pisano. Capricci

Tano Pisano, Contrada del bruco, 2020, olio su tela, 112x152 cm.

 

Dal 02 Aprile 2022 al 05 Giugno 2022

Siena

Luogo: Magazzini del Sale

Indirizzo: Campo 1

Orari: ore 10-19 (chiusura biglietteria e ultimo ingresso ore 18,15)

Enti promotori:

  • Comune di Siena

Costo del biglietto: € 6, ridotto € 4,50

E-Mail info: operaunica2016@gmail.com

Sito ufficiale: http://www.tanopisano.com


«Goya diceva che il sonno della ragione genera mostri. Io mi sono ispirato ai ‘capricci’ di Goya, perché secondo me oggi la ragione è morta e quindi c’è bisogno dell’astrazione, della poesia per tornare a vivere, per non creare mostri, che ce ne sono anche troppi in questi giorni».

Sta tutto in questa frase l’idea di Capricci, la nuova impresa di Tano Pisano - artista di origini siciliane, ma ormai toscano d’adozione - che dal 2 aprile (inaugurazione alle ore 17) torna a esporre per due mesi negli spazi dei Magazzini del Sale a Palazzo Pubblico di Siena con la mostra promossa dal Comune e il patrocinio della Regione Toscana.


Sono infatti trascorsi circa 18 mesi da quando la Città del Palio si fermò ad ammirare la tenera fantasia e il seducente eclettismo artistico di Tano Pisano. Nell’autunno del 2020 - solo per poche settimane a causa dell’emergenza sanitaria che allora era particolarmente grave - ai Magazzini del Sale di Palazzo Pubblico a Siena i visitatori poterono ammirare “Il gioco del cavallo”, l’esclusiva dedica artistica di Pisanoall’animale e al “gioco” che rappresentano la pratica di vita di un’intera città. Di quella mostra, oltre ai ricordi oggi ci resta il bel catalogo che fu realizzato con i contributi di Enrico Mattei (curatore della mostra), Cristina Acidini (Presidente dell’Accademia delle arti del disegno) e della storica dell’arte Ornella Casazza.

Purtroppo la situazione non permise il regolare svolgimento della mostra che dovette chiudere anzitempo, ma con una promessa: Tano Pisano sarebbe tornato a esporre le sue opere a Siena, nello stesso luogo, per riprendere e completare il fil rougeartistico dedicato al cavallo e, se possibile, l’avrebbe ampliato con altre creazioni della sua arte senza confini.

Come in passato, anche per Capricci l’artista mette in campo tutta la sua poliedricità tecnica per stupire e stimolare la sensibilità del visitatore: ai Magazzini del Sale si potranno ammirare 150 opere tra pitture a olio su tela e su carta, acquarelli, carboncini, incisioni, e poi sculture, ceramiche, vasi, meccani e mobiles (sculture in legno che si muovono).

Ancora una volta non si tratterà di una retrospettiva, né dell’esposizione di collezioni preesistenti, bensì di un nucleo di realizzazioni ad hoc per la questa speciale occasione senese.
La mostra In parte si tratterà del completamento del precedente capitolo artistico dedicato a Siena: infatti ne “Il gioco del cavallo”, oltre a offrire un’infinità di variazioni (stilistiche e tecniche) sul tema dell’animale, Pisano aveva anche omaggiato con dei dipinti ad hoc sette delle 17 contrade senesi: l’Aquila, il Bruco, la Civetta, il Nicchio, la Chiocciola, l’Onda e l’Istrice.

In Capricci Tano Pisano onorerà anche le altre dieci contrade che mancavano all’appello (Drago, Giraffa, Leocorno, Lupa, Oca, Pantera, Selva, Tartuca, Torre e Valdimontone) con altrettante creazioni che risulteranno dalla creatività e dalla sensibilità dell’artista
«Omaggerò di nuovo le contrade di Siena - dice Pisano - ma in maniera diversa. Nella mostra di due anni fa, quando dedicai un’opera a ciascuna delle prime sette contrade, c’era sempre il cavallo come soggetto principale e poi il simbolo della contrada accanto. Stavolta invece l’Oca, la Lupa e le altre che mancavano all’appello le ho dipinte a modo mio, sempre con una pittura figurativa, popolare».

L’intento dell’artista, oltre che compiere in pieno il suo omaggio alla città, vuol essere anche d’auspicio per rivedere il prossimo luglio le contrade in piazza del Campo, a cimentarsi nella tradizione che più di ogni altra le unisce e le divide.

C’è poi un nuovo “capitolo” di questa seconda esperienza senese dell’artista - i cosiddetti “Capricci” - ovvero creazioni fantastiche che hanno sempre accompagnato e scandito la lunga carriera dell’artista. Si tratta di draghi, di creature ai confini della realtà e della fantasia, ma anche di invenzioni pure o di satira artistica, tutti stilemi tipici di Tano Pisano.

«Abbiamo tutti bisogno di una certa normalità - afferma Tano Pisano -, della ragione per evitare tutto quello che sta succedendo oggi nel mondo. Da questa riflessione sono nati i miei ‘capricci’, animali, mostriciattoli, draghi che ci conducono alla libertà e che per la prima volta presento in Italia».

Infatti i “capricci” di Tano Pisano fecero la loro comparsa nel 2015 al Museu de la Mediterrània di Torroella de Montgrí, nella provincia spagnola di Girona, quando alle creature fantastiche di Tano Pisano fu dedicata un’intera mostra.
A tal proposito ha scritto la critica d’arte Marilena Pasquali in una saggio: «Se nelle nature morte e nelle composizioni di fiori Tano Pisano tenta da molti anni, senza requie, caparbiamente, di sfuggire alla rozzezza e futilità del presente in nome di quella semplicità e lindore di sintesi che rappresentano l’approdo agognato da qualsiasi ricerca intellettuale, altrettanto fa in questi suoi nuovi ‘animaletti’, aggiungendovi un pizzico di provocazione, quasi di spavalderia, come a dire nel suo linguaggio di non facile decifrazione che è possibile occuparsi di cose serissime facendosi beffe della realtà apparente, del quotidiano, di ciò che pare acquisito una volta per tutte. Nel rifiuto consapevole di ogni falsa ragionevolezza, per aprirsi sempre di più alle vertigini dell’immaginazione».

E ancora: «Quando il sole è allo zenith, le forze che abitano in noi si nutrono del suo calore e si lasciano andare a quel ‘libero flusso di pensiero erratico’ che è caro al filosofo Manlio Sgalambro, siciliano di Lentini proprio come il nostro artista. Ecco, anche gli ‘animaletti’ e i ‘draghi’ di Tano Pisano sono figli di un analogo pensiero erratico, di una capacità evocativa che trova congeneri nel presente come nel più lontano passato, senza barriere né timori, folletti che chiedono soltanto di vivere liberi, al di fuori della prigione della ragionevolezza, dei confini sempre troppo angusti del quotidiano».


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