Il Papiro di Artemidoro
Il Papiro di Artemidoro, Museo Archeologico del Polo Reale di Torino
Dal 8 October 2014 al 31 December 2015
Torino
Luogo: Museo Archeologico del Polo Reale di Torino
Indirizzo: via XX Settembre 86
Orari: da martedì a sabato 9-19.30; domenica 14-19.30
Costo del biglietto: intero € 12 / € 10 (fino al 4 dicembre), ridotto € 11 / € 6 / € 5 (fino al 4 dicembre)
Telefono per informazioni: +39 011 5212251 / 011 5211106
E-Mail info: sba-pie.museoantichita@beniculturali.it
Sito ufficiale: http://www.museoarcheologicotorino.beniculturali.it
Da mercoledì 8 ottobre 2014 il percorso di visita del Museo Archeologico del Polo Reale di Torino propone un nuovo allestimento dedicato al Papiro di Artemidoro, uno straordinario reperto costituito da frammenti di varie dimensioni per una lunghezza di circa 2,5 metri.
Secondo le analisi di datazione eseguite con la tecnica del Carbonio 14, il supporto di papiro è stato prodotto tra il I secolo a.C. e il II secolo d.C., mentre resta controversa la datazione dei contenuti, oggetto di due teorie contrapposte: l'una considera testi e disegni coevi al papiro e realizzati nel I secolo d.C., l'altra ritiene tali elementi intervento di uno o più falsari del XIX e XX secolo.
Sul recto si trovano i resti di cinque colonne di testo in greco e di una carta geografica; l'iscrizione comprende infatti il proemio di un autore ignoto e un testo geografico dedicato alla descrizione di una parte della penisola iberica, identificato con una porzione dell'opera di Artemidoro di Efeso, vissuto tra il II e il I secolo a.C., Ta Geographoumena o Geographia, un trattato in undici libri, particolarmente noto nel mondo antico. Sul verso si osservano invece oltre 40 disegni di animali, reali o immaginari, eseguiti nel corso del I secolo d.C., quando il rotolo fu 'riciclato' in una bottega di artisti quale repertorio di modelli per affreschi o mosaici. Sul recto sono anche presenti disegni di teste che ricordano sculture, insieme a disegni di piedi e mani in posizioni diverse, probabilmente esercizi degli apprendisti di bottega.
Pur nell'alone di enigmi scaturito negli anni dal dibattito scientifico, il Papiro di Artemidoro resta un reperto singolare e inconsueto, appartenente alla Compagnia di San Paolo di Torino. Dopo la mostra che si svolse del 2006 a Palazzo Bricherasio, questa affascinante testimonianza del mondo antico è ora offerta al pubblico grazie alla collaborazione tra la Compagnia di San Paolo e il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, attraverso l'attività dei suoi organismi presenti sul territorio: la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte e la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte e del Museo Antichità Egizie. Concesso in comodato dalla Compagnia di San Paolo alla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte, il Papiro di Artemidoro può essere così ammirato nella cornice del Museo Archeologico, allestito all'interno di una struttura espositiva articolata in ambienti appositamente studiati al fine di esaltarne la fruizione, anche grazie al supporto di apparati didattici multimediali.
Secondo le analisi di datazione eseguite con la tecnica del Carbonio 14, il supporto di papiro è stato prodotto tra il I secolo a.C. e il II secolo d.C., mentre resta controversa la datazione dei contenuti, oggetto di due teorie contrapposte: l'una considera testi e disegni coevi al papiro e realizzati nel I secolo d.C., l'altra ritiene tali elementi intervento di uno o più falsari del XIX e XX secolo.
Sul recto si trovano i resti di cinque colonne di testo in greco e di una carta geografica; l'iscrizione comprende infatti il proemio di un autore ignoto e un testo geografico dedicato alla descrizione di una parte della penisola iberica, identificato con una porzione dell'opera di Artemidoro di Efeso, vissuto tra il II e il I secolo a.C., Ta Geographoumena o Geographia, un trattato in undici libri, particolarmente noto nel mondo antico. Sul verso si osservano invece oltre 40 disegni di animali, reali o immaginari, eseguiti nel corso del I secolo d.C., quando il rotolo fu 'riciclato' in una bottega di artisti quale repertorio di modelli per affreschi o mosaici. Sul recto sono anche presenti disegni di teste che ricordano sculture, insieme a disegni di piedi e mani in posizioni diverse, probabilmente esercizi degli apprendisti di bottega.
Pur nell'alone di enigmi scaturito negli anni dal dibattito scientifico, il Papiro di Artemidoro resta un reperto singolare e inconsueto, appartenente alla Compagnia di San Paolo di Torino. Dopo la mostra che si svolse del 2006 a Palazzo Bricherasio, questa affascinante testimonianza del mondo antico è ora offerta al pubblico grazie alla collaborazione tra la Compagnia di San Paolo e il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, attraverso l'attività dei suoi organismi presenti sul territorio: la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte e la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte e del Museo Antichità Egizie. Concesso in comodato dalla Compagnia di San Paolo alla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte, il Papiro di Artemidoro può essere così ammirato nella cornice del Museo Archeologico, allestito all'interno di una struttura espositiva articolata in ambienti appositamente studiati al fine di esaltarne la fruizione, anche grazie al supporto di apparati didattici multimediali.
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