Marc Chagall. L'artista che dipingeva fiabe d'amore

Marc Chagall, Maternité Au Centaure , 1957 | Courtesy of Elena Salamon Arte Moderna, Torino

 

Dal 21 Marzo 2017 al 20 Maggio 2017

Torino

Luogo: Elena Salamon Arte Moderna

Indirizzo: Via Torquato Tasso 11

Orari: martedì, mercoledì e venerdì 15-19; giovedì e sabato 10.30-19. Lunedì chiuso

Telefono per informazioni: +39 011 7652619

E-Mail info: elena@elenasalamon.com

Sito ufficiale: http://www.elenasalamon.com/



"Se creo qualcosa usando il cuore, molto facilmente funzionerà; se invece uso la testa sarà molto difficile". M.C.

Un piccolo ‘gioiellino’ tra le gallerie d’arte di Torino, la Elena Salamon Arte Moderna collocata nella centrale Piazzetta IV Marzo, ospita, dal 21 marzo al 20 maggio, sessantatré tra litografie, acqueforti e puntesecche, originali, quasi tutte a colori, provenienti da diverse serie e appartenenti al vasto corpus di opere grafiche realizzate durante tutto il corso della carriera artistica di Marc Chagall (1887-1985), noto artista bielorusso naturalizzato francese d'origine ebraica chassidica.
 FOTO: Le poesie a colori di Marc Chagall
Tra i soggetti esposti - i lavori percorrono un arco temporale che va dal 1925 al 1982 - le figure leggere e fluttuanti, quasi senza gravità, che popolano le opere del ‘pittore dell’anima’ e che hanno fatto di lui uno degli artisti più amati e riconoscibili, indipendentemente dallo strumento tecnico da lui scelto per lavorare. Ed è proprio nella litografia - strumento che permette ampio uso del colore e alte tirature -, che l’artista individua uno dei mezzi tra i più adatti al suo linguaggio artistico.

Scelta artistica che nella Parigi di fine Ottocento inizi Novecento trova grande riscontro negli stampatori, editori e galleristi che pubblicano con sempre maggior frequenza, libri, riviste, singoli fogli o cartelle. Il largo uso dell’arte della stampa è una delle componenti che decreta il successo degli artisti parigini del primo Novecento da Picasso a Mirò e Calder, da Matisse e Toulouse Lautrec, Renoir e non ultimo, Chagall.

Solitario, attento e appassionato osservatore dei movimenti culturali del suo tempo, Chagall, ebbe una particolare predilezione per il Cubismo, l’Espressionismo e i Fauves ai quali non aderì conservando invece uno stile più spontaneo e vicino a quello dei pittori popolari, un’identità umana e artistica del tutto originale.

Nell'universo dell’artista russo - colorato, simbolico, onirico e malinconico -, prendono forma personaggi fantastici connessi al ciclo della vita familiare, al mondo del teatro e a quello del circo, grandi temi che lo accompagnano fin dall'infanzia, sempre influenzati in modo più o meno evidente dalla sua formazione culturale e religiosa, dai ricordi della nativa Vitebsk. Proprio a causa di questo retroterra, ciò che sempre caratterizzerà le opere del ‘pittore-poeta’ è l'intrecciarsi di una fitta trama di simboli e di soggetti allegorici, spesso ricorrenti, una magia spontanea e ingenua che ne costituisce l'aspetto più intrigante e affascinante. Spicca poi un interesse totalizzante per il lato invisibile, spirituale e illogico della realtà, cifra stilistica costante della sua intera produzione.

Chagall
si trova a disagio rispetto alla cultura secolare che incontra soprattutto a Parigi e alla conseguente visione del mondo che fa a meno di Dio e di una spiritualità.

Io sono un mistico - diceva spesso - non vado in chiesa o in sinagoga, per me lavorare è pregare”. Noi rifiutiamo ogni divinità, parliamo persino della sua decadenza. Ma facciamo un errore: cerchiamo qualcosa in grado di sostituire questo senso divino. Ci occupiamo freddamente, attraverso il calcolo, di migliorare la situazione materiale dell’uomo e il suo destino. Con questo, però, spesso distruggiamo in noi stessi e negli altri l’amore, il Divino, chiamatelo come volete” (1985, Conferenza all’Università di Chicago).

Pur nelle differenti declinazioni che il linguaggio di Chagall attraversa nel tempo, la sua pittura rimane comunque e sempre figurativa: dipingeva acrobati, innamorati nei cieli sopra i tetti delle città, asini e mucche e il suono delle note di un violino. Quanto all’amore, la sua caratteristica iconografica è il volo. Innanzitutto l’amore per la prima moglie, Bella, sua musa e compagna nelle peregrinazioni in Europa e nell’affrontare il dramma di due guerre. Poi Vava, che sposò dopo la morte di Bella e che condivise i momenti sereni dell’ultima parte della sua vita.
 
Tra le opere in mostra:

Discussion (1925), Le Renard et la Cicogne (1930), Mère et Enfant Devant à Nôtre-Dame (1952-53), Place De La Concorde  (1952-53), Salomon (1956), Les Amoureux En Gris (1957), Maternité Au Centaure (1957), Ange du Paradis (1956), David Sauvé par Michal (1960), Job Désespéré (1960), Le Clown Fleuri (1963), Le rendez-vous (1969), Jour De Printemps (1972), Soleil au cheval rouge (1979), Pantomime (1972), Cheval bleu au couple (1982)…
 
MARC CHAGALL – BIOGRAFIA
1887 - Marc Chagall (Mojsej Segal il nome originale poi francesizzato) nasce il 7 luglio a Vitebsk in Russia da genitori di fede ebraica. Trascorre la sua infanzia tra la bottega di aringhe, dove lavorava suo padre, la sinagoga e nei campi a contatto con contadini e animali, in un’atmosfera che lo accompagnerà sempre nei ricordi e che tornerà più volte all’interno della sua arte.

1906 - Alla fine degli studi dell’obbligo frequenta l’atelier del pittore Jehouda Pen, lavorando parallelamente come apprendista nello studio di un fotografo.

1907-1909 - Parte per San Pietroburgo, ma il soggiorno si rivela duro e difficile a causa delle precarie condizioni economiche. Riesce tuttavia a ottenere la residenza, così da potersi iscrivere alle Belle Arti. Non soddisfatto, l’anno dopo abbandona l’istituto per studiare presso Léon Bakst. Qualche mese dopo il mecenate Vinaver gli offre una piccola rendita che gli consente di proseguire gli studi a Parigi per quattro anni.
 
1910-1913 - Nella capitale francese Chagall ventitreenne entra in contatto con tutte le correnti d’avanguardia, visita musei e gallerie dove può ammirare artisti come Rembrandt, Renoir, Van Gogh, ecc… frequentando diverse accademie. Nell’inverno del 1911 si trasferisce alla Ruche sede di atelier di numerosi artisti come Modigliani, Soutine, Léger, Archipenko. Stringe amicizia con Apollinaire e Robert e Sonia Delaunay. È proprio qui che realizza i primi capolavori, nei quali i richiami ai cubisti e ai fauves si fondono a elementi tradizionali della cultura russa ed ebraica. Più volte partecipa ai Salon d’Automne e ai Salon des Indépendants.

1914-1922 - Nel 1914 ha luogo a Berlino la sua prima mostra personale. Lo scoppio della prima guerra mondiale lo sorprende però in Russia, dove è costretto a rimanere fino al 1922. Tornato a Vitebsk, sposa l’amata Bella Rosenfeld e l’anno seguente nasce la figlia Ida. La Rivoluzione di Ottobre lo vede sostenitore entusiasta e attivo protagonista e in seguito è nominato Commissario governativo per le Belle Arti. Fonda inoltre un’Accademia, ma forti contrasti artistici con Malevitch lo spingono a lasciare definitivamente la città natale per Mosca. Qui si dedica alla realizzazione di decori, costumi e scenografie per il Teatro Ebraico, realizza le prime acqueforti e inizia a scrivere la sua autobiografia, che verrà pubblicata a Parigi nel 1931.
 
1922-1930 - Nell’estate lascia la Russia per recarsi, dapprima, a Berlino e, successivamente, a Parigi, dove si trasferisce con la famiglia. Conosce Ambroise Vollard, il più grande editore del tempo, che lo invita a illustrare con una serie di incisioni le Anime morte di Gogol, le Favole di La Fontaine, e soprattutto la Bibbia. Queste opere verranno edite solo dopo il 1948, a cura dell’editore Tériade, a cui Chagall si lega dopo la morte nel ’39 di Vollard.
 
1931-1940 - Su invito di Dizengoff, fondatore di Tel Aviv, Chagall si reca in Palestina dove, oltre a una serie di gouaches per la Bibbia, realizza dipinti sui principali luoghi della fede ebraica. In questi anni viaggia molto in tutta Europa (Italia, Olanda, Inghilterra e Spagna) e nel contempo i principali musei del mondo organizzano sue mostre personali. Tuttavia il periodo di serenità svanisce con l’intensificarsi dell’antisemitismo: i suoi quadri sono banditi dai musei tedeschi e requisiti. Nel ‘37 ottiene la cittadinanza francese.

1940-1948 - Lo scoppio della seconda guerra mondiale e l’evoluzione degli avvenimenti politici lo costringono a recarsi in un primo momento nel Sud della Francia e poi a lasciare l’Europa, per rifugiarsi in America nel ’41. A New York ritrova molti amici, esuli come lui: Calder, Masson, Léger, Mondrian, Bréton. A New York realizza scenografie e disegna costumi per il coreografo Massime. Pierre Matisse, figlio di Henri, organizza per Chagall una personale con opere eseguite tra il ’10 e il ’40. Nel ’44 muore l’amata moglie Bella, e il dolore per questa perdita impedisce a Chagall di lavorare per parecchi mesi. Grazie alla figlia Ida ritrova lo stimolo per tornare a dipingere e a lavorare per il teatro: realizza infatti scenografie e costumi per l’Uccello di fuoco di Stravinskij (1945) e inizia la serie di litografie Le Mille e una notte. Molte sono le prestigiose sedi espositive americane che dedicano ampi omaggi alla sua opera, come il MoMa di New York, l’Art Institute di Chicago, e dal ’47 nuovamente in Europa.

1948-1958 - Nel ‘48 vince il Gran Premio per l’Incisione alla XXV Biennale di Venezia, nel 1949 si stabilisce definitivamente a Vence in Provenza. Riprende a incidere, soprattutto litografie: visita regolarmente Fernand Mourlot, innovatore della tecnica litografia e suo stampatore per sempre. Conosce Charles Sorlier, maestro litografo, che diventa suo stretto collaboratore. Nel ’50 espone per la prima volta alla galleria Maeght a Parigi. Si dedica inoltre alla tecnica della ceramica che lo porta a nuovi mezzi di espressione: la ceramica murale, la scultura e la vetrata. Nel 1952 sposa la russa Valentine (Vava) Brodsky. Si reca in Grecia e in Italia in vista del nuovo progetto sul mito di Daphne e Chloe.
Nel ’53 è a Torino in occasione della sua grande retrospettiva a Palazzo Madama. Prosegue il felice e fecondo connubio con Mourlot, eseguendo litografie per la rivista "Derriere le miroir" dell’editore Maeght, e il grande ciclo su Parigi e quello sulla Bibbia per la rivista "Verve" dell’editore Tériade.
 
1959-1972 - Sono anni in cui riceve varie onorificenze e realizza lavori di ampio respiro, come le vetrate per una sinagoga di Gerusalemme, per la cattedrale di Metz, i decori per l’Opera di Parigi, le vetrate per le Nazioni Unite a New York e per la chiesa Fraumünster di Zurigo. Si dedica ancora al mondo del teatro realizzando scenografie e costumi e due grandi pitture murali su Il Flauto Magico di Mozart, per inaugurazione del Metropolitan di New York: che lo terranno impegnato fino al 1966. Lavora alle litografie della serie L’Esodo. Nel 1967 dona alla Francia diciassette tele monumentali. Nel 1972 accetta di illustrare in litografia l’Odissea di Omero. Nel ’69 a Parigi si tiene una sua retrospettiva con la cifra record di quasi 500 sue opere tra dipinti, acqueforti, litografie, acquerelli, disegni, ceramiche, vetrate, sculture.
 
1973-1981 - Nel 1973 viene inaugurato il Musée National Message Biblique Marc Chagall di Nizza, il solo museo interamente consacrato a un artista vivente. Lo stesso anno torna per la prima volta dopo il 1922 in Russia, per una sua mostra alla Galleria Tretiakov di Mosca. Nel gennaio 1978 riceve la Grande Croce della Legione d’Onore, la più alta onorificenza francese.
 
1982-1984 - Molte sono le mostre di Chagall in tutto il mondo: a Parigi, New York, Zurigo e Stoccolma. Ulteriori tre grandi esposizioni celebrano nel 1984 il 97° compleanno dell’artista: al Centre Georges Pompidou di Parigi, alla Fondation Maeght di Saint-Paul e al Musée national Message Biblique di Nizza. Ma, nonostante continui ancora a lavorare tutti i giorni, la sua salute inizia lentamente a peggiorare.

1985 - Si spegne il 28 marzo a quasi 98 anni.


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