Michele Zaza. Il risveglio del paesaggio
Dal 21 Marzo 2013 al 08 Giugno 2013
Torino
Luogo: Giorgio Persano
Indirizzo: via Principessa Clotilde 45
Orari: da martedì a sabato 10-13/ 15.30-19
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 011 4378178
E-Mail info: info@giorgiopersano.org
Sito ufficiale: http://www.giorgiopersano.org
Attraverso una video-installazione site specific a cui si unisce un’ampia selezione di lavori fotografici che vanno dai primi anni ’70 alle più recenti realizzazioni, la mostra propone una riflessione che affronta nel profondo l’opera di Michele Zaza. L’idea curatoriale è infatti quella di sottolineare l’importanza storica ma soprattutto la piena attualità di questo autore, per cogliere la forza propositiva di un percorso di ricerca nel suo complesso. Secondo questa direzione, viene creato un dialogo tra momenti diversi, da cui emergono alcune questioni essenziali, tanto che la mostra diventa un’occasione per mettere in luce il pensiero e la poetica che animano tutto il lavoro.
Il titolo della video-installazione che attraversa l’intero spazio della Galleria costituisce il titolo stesso della mostra: IL RISVEGLIO DEL PAESAGGIO. Il pensiero astratto trova finalmente l'appoggio della carne... Non si raccontano più “storie”, ma si crea il proprio universo (A. Camus). La citazione rivela fin da subito l’impegno concettuale ed esistenziale dell’opera di Zaza. L’esigenza è quella di esprimere una sintesi, un’unità tra arte e vita, tra astrazione ed esperienza, tra materia e spirito, per creare appunto un possibile universo. Il legame tra maschile e femminile – da sempre presente nel lavoro dell’artista – viene qui messo in gioco in una dimensione totale. Due volti, una forma scultorea, il movimento delle mani, il ritmo dato dal battito del cuore e un orizzonte blu oltremare, in cui presenze simboliche disegnano un paesaggio cosmico, infinito, rinnovato dall’energia vitale.
Parallelamente a questo grande lavoro installativo, alcuni spazi accolgono un vero e proprio viaggio all’interno dell’opera fotografica di Zaza. Vengono qui presentati vari lavori storici fra i più rappresentativi. Quelli degli anni ’70, in cui il padre, la madre, il legame con la terra e con l’origine, sono il fulcro di una indagine interiore assolutamente radicale, come Mimesi (1975) o Neo terrestre (1979). Oppure quelli degli anni ’80-’90, in cui la presenza della moglie introduce un’idea del femminile assai intensa sebbene eterea e sognante, favorendo la ricerca della vera bellezza nella sua componente sottile e spirituale, come Cielo abitato (1985). Per arrivare agli anni 2000, ai lavori più recenti, in cui il rapporto con la figlia arricchisce ed enfatizza la dimensione performativa e teatrale dell’opera di Zaza, come Ritratto magico (2005) o Paesaggio magico (2009). La simbologia si accende di nuovi toni e nuove presenze, i volti sono sempre più icone, figure che trascendono da una specifica identità, per essere davvero parte di un possibile universo.
Michele Zaza (Molfetta, 1948) frequenta il corso di scultura di Marino Marini presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, dove consegue il diploma nel 1971. Si dedica fin da subito a una ricerca espressiva condotta attraverso il mezzo fotografico e già a partire dai primi anni ’70 fa parte della scena artistica internazionale. Nel 1972 tiene la sua prima mostra alla Galleria Diagramma di Milano a cui seguono varie altre esposizioni personali, tra cui nel 1973 alla Galleria Marilena Bonomo di Bari; nel 1974 alla Galleria Banco di Brescia; nel 1975 alla Annemarie Verna Galerie di Zurigo; nel 1976 alla Galleria Ugo Ferranti di Roma, alla Galleria Lucio Amelio di Napoli e alla Galerie Yvon Lambert di Parigi. Nel 1977 è a New York, dove espone con Giulio Paolini al Fine Arts Building. Nel 1980, sempre a New York, tiene una personale alla Leo Castelli Gallery. Nel 1980 è presente alla Biennale di Venezia con una sala personale. Nel 1981 è invece a Parigi con una personale al Musée d’art moderne de la Ville de Paris. Tra le collettive, nel 1977 e nel 1982 partecipa a Documenta di Kassel. Negli anni Ottanta e Novanta espone a Parigi, al Centre Pompidou, e alla Nationalgalerie di Berlino. Nel 2003 presenta il suo lavoro al Museo d’arte moderna e contemporanea di Roma e al Cabinet des Estampes di Ginevra. Nel 2010 è nuovamente in mostra a Roma con una personale alla Fondazione Volume!, mentre nel 2011 è a Martina Franca alla Fondazione Noesi e a Prato al Museo Pecci. Le sue opere sono conservate presso varie collezioni pubbliche, tra cui: Fondation Emanuel Hoffmann, Öffentliche Kunstsammlung (Basilea); Pinacoteca provinciale Corrado Giaquinto (Bari); Hamburger Bahnhof – Museum für Gegenwart, collezione E. Marzona (Berlino); Cabinet des estampes du Musée d’art et d’histoire (Ginevra); Musée de Grenoble (Grenoble); Museo Cantonale d’Arte (Lugano); Walker Art Center (Minneapolis); Centre Georges Pompidou - Musée national d’art moderne (Parigi); Musée d’art moderne de la Ville de Paris (Parigi); Fonds national d’art contemporain (Parigi); Fonds régional d’art contemporain Champagne-Ardenne (Reims); Musée d’art moderne (Saint-Etienne); Graphische Sammlung - Staatsgalerie, collezione Rolf H. Krauss (Stoccarda); Museo d’Arte Contemporanea (Teheran); Musée d’Art (Toulon); Kunsthaus (Zurigo).
Il titolo della video-installazione che attraversa l’intero spazio della Galleria costituisce il titolo stesso della mostra: IL RISVEGLIO DEL PAESAGGIO. Il pensiero astratto trova finalmente l'appoggio della carne... Non si raccontano più “storie”, ma si crea il proprio universo (A. Camus). La citazione rivela fin da subito l’impegno concettuale ed esistenziale dell’opera di Zaza. L’esigenza è quella di esprimere una sintesi, un’unità tra arte e vita, tra astrazione ed esperienza, tra materia e spirito, per creare appunto un possibile universo. Il legame tra maschile e femminile – da sempre presente nel lavoro dell’artista – viene qui messo in gioco in una dimensione totale. Due volti, una forma scultorea, il movimento delle mani, il ritmo dato dal battito del cuore e un orizzonte blu oltremare, in cui presenze simboliche disegnano un paesaggio cosmico, infinito, rinnovato dall’energia vitale.
Parallelamente a questo grande lavoro installativo, alcuni spazi accolgono un vero e proprio viaggio all’interno dell’opera fotografica di Zaza. Vengono qui presentati vari lavori storici fra i più rappresentativi. Quelli degli anni ’70, in cui il padre, la madre, il legame con la terra e con l’origine, sono il fulcro di una indagine interiore assolutamente radicale, come Mimesi (1975) o Neo terrestre (1979). Oppure quelli degli anni ’80-’90, in cui la presenza della moglie introduce un’idea del femminile assai intensa sebbene eterea e sognante, favorendo la ricerca della vera bellezza nella sua componente sottile e spirituale, come Cielo abitato (1985). Per arrivare agli anni 2000, ai lavori più recenti, in cui il rapporto con la figlia arricchisce ed enfatizza la dimensione performativa e teatrale dell’opera di Zaza, come Ritratto magico (2005) o Paesaggio magico (2009). La simbologia si accende di nuovi toni e nuove presenze, i volti sono sempre più icone, figure che trascendono da una specifica identità, per essere davvero parte di un possibile universo.
Michele Zaza (Molfetta, 1948) frequenta il corso di scultura di Marino Marini presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, dove consegue il diploma nel 1971. Si dedica fin da subito a una ricerca espressiva condotta attraverso il mezzo fotografico e già a partire dai primi anni ’70 fa parte della scena artistica internazionale. Nel 1972 tiene la sua prima mostra alla Galleria Diagramma di Milano a cui seguono varie altre esposizioni personali, tra cui nel 1973 alla Galleria Marilena Bonomo di Bari; nel 1974 alla Galleria Banco di Brescia; nel 1975 alla Annemarie Verna Galerie di Zurigo; nel 1976 alla Galleria Ugo Ferranti di Roma, alla Galleria Lucio Amelio di Napoli e alla Galerie Yvon Lambert di Parigi. Nel 1977 è a New York, dove espone con Giulio Paolini al Fine Arts Building. Nel 1980, sempre a New York, tiene una personale alla Leo Castelli Gallery. Nel 1980 è presente alla Biennale di Venezia con una sala personale. Nel 1981 è invece a Parigi con una personale al Musée d’art moderne de la Ville de Paris. Tra le collettive, nel 1977 e nel 1982 partecipa a Documenta di Kassel. Negli anni Ottanta e Novanta espone a Parigi, al Centre Pompidou, e alla Nationalgalerie di Berlino. Nel 2003 presenta il suo lavoro al Museo d’arte moderna e contemporanea di Roma e al Cabinet des Estampes di Ginevra. Nel 2010 è nuovamente in mostra a Roma con una personale alla Fondazione Volume!, mentre nel 2011 è a Martina Franca alla Fondazione Noesi e a Prato al Museo Pecci. Le sue opere sono conservate presso varie collezioni pubbliche, tra cui: Fondation Emanuel Hoffmann, Öffentliche Kunstsammlung (Basilea); Pinacoteca provinciale Corrado Giaquinto (Bari); Hamburger Bahnhof – Museum für Gegenwart, collezione E. Marzona (Berlino); Cabinet des estampes du Musée d’art et d’histoire (Ginevra); Musée de Grenoble (Grenoble); Museo Cantonale d’Arte (Lugano); Walker Art Center (Minneapolis); Centre Georges Pompidou - Musée national d’art moderne (Parigi); Musée d’art moderne de la Ville de Paris (Parigi); Fonds national d’art contemporain (Parigi); Fonds régional d’art contemporain Champagne-Ardenne (Reims); Musée d’art moderne (Saint-Etienne); Graphische Sammlung - Staatsgalerie, collezione Rolf H. Krauss (Stoccarda); Museo d’Arte Contemporanea (Teheran); Musée d’Art (Toulon); Kunsthaus (Zurigo).
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