Mimmo Jodice. Oasi
Dal 16 Ottobre 2024 al 02 Febbraio 2025
Torino
Luogo: CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia
Indirizzo: Via delle Rosine 18
Orari: ore 11.00 – 19.00. Giovedì 11.00 – 21.00. Ultimo ingresso 30 minuti prima della chiusura
Curatori: Walter Guadagnini con la collaborazione di Barbara Bergaglio
Costo del biglietto: INTERO: €12, RIDOTTO: €8. GRATUITO fino a 12 anni
Telefono per informazioni: +39.011.0881150
E-Mail info: camera@camera.to
Sito ufficiale: http://camera.to
Dal 16 ottobre al 2 febbraio 2025, la Project Roomdi CAMERA ospita Mimmo Jodice. Oasi, esposizione realizzata in collaborazione con la Fondazione Zegna.
Mimmo Jodice (Napoli, 1934), attivo sin daglianni Sessanta, è uno dei protagonisti assoluti della fotografia italiana e internazionale a cavallo tra XX e XXI secolo. Dalle sperimentazioni degli esordialla fotografia di impronta sociale degli anni Settanta, fino all’attenzione nei confronti del paesaggio,la sua arte si è evoluta con straordinaria coerenza e profondità di pensiero e visione.
Curata daWalter Guadagnini con la collaborazione di Barbara Bergaglio, questa mostra unica – accompagnata da un catalogo edito da Dario Cimorelli Editore – presenta per la prima volta 40 immagini appartenenti alla più ampia serie realizzata dal fotografo napoletano tra il 2007 e il 2008 per una committenza ricevuta da Fondazione Zegna: uno straordinario corpus all’interno del quale è possibile ritrovare tutta la poetica di Jodice, la sua capacità di trasformare la realtà naturale o artificiale in una visione metafisica, sospesa nel tempo e nello spazio.
Jodice ha fotografato tre luoghi chiave di quest’area: lo stabilimento del Lanificio Ermenegildo Zegna, la villa del fondatore dell’impresa e la grande Oasi naturalistica. I grandi e modernissimi macchinari industriali sialternano dunque agli arredi classici della villa, le montagne ai tetti degli edifici, in un gioco continuo di tempi, spazi e forme.
In particolare, meritano di essere segnalate le fotografie dove appare la neve, una rarità nella produzione di Jodice, riconosciuta soprattutto per le visioni mediterranee.
Il percorso espositivo prosegue a Trivero (Biella), dove negli spazi delLanificio Ermenegildo Zegna e di Casa Zegna sarà esposta una selezione di quattro stampe di grandi dimensioni della stessa serie.
Nel catalogo una testimonianza di Anna Zegna, presidente di Fondazione Zegna, un saggio del curatore Walter Guadagnini e un testo di Ilaria Bonacossa accompagnano la riproduzione di tutte le opere esposte.
Mimmo Jodice è nato a Napoli, dove tuttora vive, nel 1934. Fotografo di avanguardia fin dagli anni Sessanta, è stato protagonista instancabile nel dibattito culturale che ha portato alla crescita e successivamente all’affermazione e al riconoscimento della fotografia italiana anche in campo internazionale. Negli anni Cinquanta, spinto dalla passione per l’arte, il teatro e la musica, si dedica da autodidatta al disegno e alla pittura. Nei primi anni Sessanta scopre la fotografia. Inizia allora una serie di sperimentazioni, usando il mezzo non come strumento descrittivo, ma creativo, realizzando lavori di matrice concettuale. Tra anni Sessanta e Settanta, Jodice incontra e fotografa – nelle gallerie napoletane come la Modern Art Agency di Lucio Amelio, lo Studio Trisorio, lo Studio Morra, Lia Rumma – i più importanti artisti delle neoavanguardie, da Warhol a Beuys, da De Dominicis a Paolini, Kosuth, LeWitt, Kounellis, Nitsch e tanti altri ancora. Negli stessi anni, si impegna in un’indagine socio-antropologica sulla ritualità, che sfocerà nel 1974 nella realizzazione del libro Chi è devoto. La sua prima mostra viene allestita al Palazzo Ducale di Urbino nel 1968; nel 1969 presenta alla Libreria Deperro la sua ricerca sul ritratto, intitolata Persona, mentre nel 1970 tiene una mostra dal titolo Nudi dentro cartelle ermetiche alla Galleria Il Diaframma di Milano. Nello stesso anno è invitato a tenere corsi sperimentali all’Accademia di Belle Arti di Napoli, dove poi insegnerà fotografia fino al 1994. Il decennio settanta è segnato da un forte impegno sociale e politico, che si manifesta in una fotografia documentaria capace di raccontare drammi, tensioni e speranze della città partenopea e dei suoi abitanti. Nel 1980, abbandonata la fotografia sociale, pubblica Vedute di Napoli, una nuova indagine sulla realtà degli spazi urbani e del paesaggio attraverso una visione non documentaria ma sottilmente visionaria, di ascendenza metafisica, alla quale da questo momento resterà sempre fedele. Nel 1985 inizia una lunga ricerca sul mito del Mediterraneo, che sfocerà nel volume Mediterraneo, pubblicato da Aperture nel 1995, e in una mostra al Philadelphia Museum of Art, che diventerà poi itinerante in vari musei del mondo, tra cui il Castello di Rivoli. Nel 2001 alcuni suoi lavori sono installati nella fermata Museo della metropolitana di Napoli. Tra i libri e le mostre a cavallo tra i due secoli si citano Eden con un testo di Germano Celant del 1998 e le antologiche Mimmo Jodice. Retrospettiva 1965-2000 del 2001 alla GAM di Torino e Mimmo Jodice. Perdersi a guardare alla Fondazione Forma di Milano nel 2007. Nel 2011 espone al museo del Louvre con Les yeux du Louvre. Nel 2016 il Museo Madre di Napoli lo consacra con una retrospettiva, la più completa a lui dedicata, seguita da un’esaustiva monografia dal titolo Mimmo Jodice. Attesa / Waiting (dal / from 1960). Nel 2017 la Fondazione MAST di Bologna inaugura la mostra Gli anni militanti e nel 2018 è presentato al museo Eretz di Tel Aviv il lavoro Mediterraneo, esposto poi in numerose capitali dell’Africa del Nord. Sempre nel 2018 espone alla Biennale della fotografia di Mosca. Nel 2022 partecipa alla mostra Renverser ses yeux al Jeu de Paume e a Le Bal di Parigi (poi alla Triennale di Milano) e nel 2023 tiene la personale Senza tempo alle Gallerie d’Italia a Torino (poi Villa Bardini a Firenze), confermando la sua centralità nella fotografia italiana degli ultimi cinquant’anni. Tra le numerose e prestigiose onorificenze ricevute si ricordano il Premio Antonio Feltrinelli dell’Accademia Nazionale dei Lincei, conferito nel 2003 per la prima volta a un fotografo, la laurea honoris causa in architettura ricevuta nel 2006 dall’Università degli Studi Federico II di Napoli e la nomina nel 2011 a Chevalier de l’Ordre des Arts et des Lettres conferitagli dal Ministero della Cultura francese. Nel 2023 è pubblicato da Contrasto il racconto autobiografico Saldamente sulle nuvole.
Mimmo Jodice (Napoli, 1934), attivo sin daglianni Sessanta, è uno dei protagonisti assoluti della fotografia italiana e internazionale a cavallo tra XX e XXI secolo. Dalle sperimentazioni degli esordialla fotografia di impronta sociale degli anni Settanta, fino all’attenzione nei confronti del paesaggio,la sua arte si è evoluta con straordinaria coerenza e profondità di pensiero e visione.
Curata daWalter Guadagnini con la collaborazione di Barbara Bergaglio, questa mostra unica – accompagnata da un catalogo edito da Dario Cimorelli Editore – presenta per la prima volta 40 immagini appartenenti alla più ampia serie realizzata dal fotografo napoletano tra il 2007 e il 2008 per una committenza ricevuta da Fondazione Zegna: uno straordinario corpus all’interno del quale è possibile ritrovare tutta la poetica di Jodice, la sua capacità di trasformare la realtà naturale o artificiale in una visione metafisica, sospesa nel tempo e nello spazio.
Jodice ha fotografato tre luoghi chiave di quest’area: lo stabilimento del Lanificio Ermenegildo Zegna, la villa del fondatore dell’impresa e la grande Oasi naturalistica. I grandi e modernissimi macchinari industriali sialternano dunque agli arredi classici della villa, le montagne ai tetti degli edifici, in un gioco continuo di tempi, spazi e forme.
In particolare, meritano di essere segnalate le fotografie dove appare la neve, una rarità nella produzione di Jodice, riconosciuta soprattutto per le visioni mediterranee.
Il percorso espositivo prosegue a Trivero (Biella), dove negli spazi delLanificio Ermenegildo Zegna e di Casa Zegna sarà esposta una selezione di quattro stampe di grandi dimensioni della stessa serie.
Nel catalogo una testimonianza di Anna Zegna, presidente di Fondazione Zegna, un saggio del curatore Walter Guadagnini e un testo di Ilaria Bonacossa accompagnano la riproduzione di tutte le opere esposte.
Mimmo Jodice è nato a Napoli, dove tuttora vive, nel 1934. Fotografo di avanguardia fin dagli anni Sessanta, è stato protagonista instancabile nel dibattito culturale che ha portato alla crescita e successivamente all’affermazione e al riconoscimento della fotografia italiana anche in campo internazionale. Negli anni Cinquanta, spinto dalla passione per l’arte, il teatro e la musica, si dedica da autodidatta al disegno e alla pittura. Nei primi anni Sessanta scopre la fotografia. Inizia allora una serie di sperimentazioni, usando il mezzo non come strumento descrittivo, ma creativo, realizzando lavori di matrice concettuale. Tra anni Sessanta e Settanta, Jodice incontra e fotografa – nelle gallerie napoletane come la Modern Art Agency di Lucio Amelio, lo Studio Trisorio, lo Studio Morra, Lia Rumma – i più importanti artisti delle neoavanguardie, da Warhol a Beuys, da De Dominicis a Paolini, Kosuth, LeWitt, Kounellis, Nitsch e tanti altri ancora. Negli stessi anni, si impegna in un’indagine socio-antropologica sulla ritualità, che sfocerà nel 1974 nella realizzazione del libro Chi è devoto. La sua prima mostra viene allestita al Palazzo Ducale di Urbino nel 1968; nel 1969 presenta alla Libreria Deperro la sua ricerca sul ritratto, intitolata Persona, mentre nel 1970 tiene una mostra dal titolo Nudi dentro cartelle ermetiche alla Galleria Il Diaframma di Milano. Nello stesso anno è invitato a tenere corsi sperimentali all’Accademia di Belle Arti di Napoli, dove poi insegnerà fotografia fino al 1994. Il decennio settanta è segnato da un forte impegno sociale e politico, che si manifesta in una fotografia documentaria capace di raccontare drammi, tensioni e speranze della città partenopea e dei suoi abitanti. Nel 1980, abbandonata la fotografia sociale, pubblica Vedute di Napoli, una nuova indagine sulla realtà degli spazi urbani e del paesaggio attraverso una visione non documentaria ma sottilmente visionaria, di ascendenza metafisica, alla quale da questo momento resterà sempre fedele. Nel 1985 inizia una lunga ricerca sul mito del Mediterraneo, che sfocerà nel volume Mediterraneo, pubblicato da Aperture nel 1995, e in una mostra al Philadelphia Museum of Art, che diventerà poi itinerante in vari musei del mondo, tra cui il Castello di Rivoli. Nel 2001 alcuni suoi lavori sono installati nella fermata Museo della metropolitana di Napoli. Tra i libri e le mostre a cavallo tra i due secoli si citano Eden con un testo di Germano Celant del 1998 e le antologiche Mimmo Jodice. Retrospettiva 1965-2000 del 2001 alla GAM di Torino e Mimmo Jodice. Perdersi a guardare alla Fondazione Forma di Milano nel 2007. Nel 2011 espone al museo del Louvre con Les yeux du Louvre. Nel 2016 il Museo Madre di Napoli lo consacra con una retrospettiva, la più completa a lui dedicata, seguita da un’esaustiva monografia dal titolo Mimmo Jodice. Attesa / Waiting (dal / from 1960). Nel 2017 la Fondazione MAST di Bologna inaugura la mostra Gli anni militanti e nel 2018 è presentato al museo Eretz di Tel Aviv il lavoro Mediterraneo, esposto poi in numerose capitali dell’Africa del Nord. Sempre nel 2018 espone alla Biennale della fotografia di Mosca. Nel 2022 partecipa alla mostra Renverser ses yeux al Jeu de Paume e a Le Bal di Parigi (poi alla Triennale di Milano) e nel 2023 tiene la personale Senza tempo alle Gallerie d’Italia a Torino (poi Villa Bardini a Firenze), confermando la sua centralità nella fotografia italiana degli ultimi cinquant’anni. Tra le numerose e prestigiose onorificenze ricevute si ricordano il Premio Antonio Feltrinelli dell’Accademia Nazionale dei Lincei, conferito nel 2003 per la prima volta a un fotografo, la laurea honoris causa in architettura ricevuta nel 2006 dall’Università degli Studi Federico II di Napoli e la nomina nel 2011 a Chevalier de l’Ordre des Arts et des Lettres conferitagli dal Ministero della Cultura francese. Nel 2023 è pubblicato da Contrasto il racconto autobiografico Saldamente sulle nuvole.
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