The Others 2014. Naturalized
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The Others 2014, Torino
Dal 06 Novembre 2014 al 09 Novembre 2014
Torino
Luogo: Ex Carcere Le Nuove
Indirizzo: via Paolo Borsellino 3
Orari: 6 nov h 21; 7-8 nov 18-1; 9 nov 12-1
Curatori: Martina Corbetta
Costo del biglietto: € 5
E-Mail info: theothers@theothersfair.com
Sito ufficiale: http://www.theothersfair.com/it
Naturalized è il progetto a cura di Martina Corbetta (1984) che vede come protagonisti: Elisa Bertaglia (1983), Ryan Contratista (1988) & Monia Ben Hamouda (1991) e Francesca Manetta (1979).
In occasione di The Others 2014, la project room è realizzata ad hoc muovendo le riflessioni preposte. Se The Wild Side è l’input, Naturalized è lo sviluppo.
Pittura, fotografia e installazione si confrontano in una cella di soli 15 mq. Tre tecniche, tre generazioni e un solo tema: la natura. Dal più generale senso del termine, è chiesto agli artisti di pensare, considerare, meditare e creare. Una sola condizione: volgere al positivo ogni qualsiasi riflessione e analisi. Piccola pillola dal gusto dolciastro, per un messaggio in grado di raggiungere lo spettatore e portarlo in una dimensione simile a quella della natura più incontaminata, vergine, ma niente di cui aver paura, solo la curiosità di un posto nuovo, che, magari, in realtà già conosciamo.
Gli artisti si presentano singoli in grado di dialogare “nel e con” lo spazio. Si mettono in gioco nella più totale sinergia con un confronto tutt’altro che rarefatto.
Il gusto unitario è l’eleganza minimale. Senza nulla aggiungere, come nell’armonia della natura.
In occasione di The Others 2014, la project room è realizzata ad hoc muovendo le riflessioni preposte. Se The Wild Side è l’input, Naturalized è lo sviluppo.
Pittura, fotografia e installazione si confrontano in una cella di soli 15 mq. Tre tecniche, tre generazioni e un solo tema: la natura. Dal più generale senso del termine, è chiesto agli artisti di pensare, considerare, meditare e creare. Una sola condizione: volgere al positivo ogni qualsiasi riflessione e analisi. Piccola pillola dal gusto dolciastro, per un messaggio in grado di raggiungere lo spettatore e portarlo in una dimensione simile a quella della natura più incontaminata, vergine, ma niente di cui aver paura, solo la curiosità di un posto nuovo, che, magari, in realtà già conosciamo.
Gli artisti si presentano singoli in grado di dialogare “nel e con” lo spazio. Si mettono in gioco nella più totale sinergia con un confronto tutt’altro che rarefatto.
Il gusto unitario è l’eleganza minimale. Senza nulla aggiungere, come nell’armonia della natura.
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