The Naked Word
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Jota Mombaça, Sinking could be, 2022. Episode 1 of super feelings, de Appel Amsterdam I Ph. Sander van Wettum
Dal 29 Giugno 2023 al 31 Luglio 2023
Dro | Trento
Luogo: Centrale Fies
Indirizzo: Loc. Fies 1
Curatori: Simone Frangi, Barbara Boninsegna
Costo del biglietto: Ingresso libero su appuntamento e durante le serate della programmazione di Centrale Fies
E-Mail info: info@centralefies.it
Sito ufficiale: http://www.centralefies.it
Dal 30 giugno al 31 luglio Centrale Fies presenta The Naked Word, mostra collettiva di natura performativa con Marco Giordano, Jota Mombaça,Tarek Lakhrissi, Florin Flueras, Alina Popa a cura di Simone Frangi e Barbara Boninsegna. Un programma performativo concepito come attivazione di alcune delle opere in mostra avrà luogo durante l’opening di giovedì 29 giugno. La collettiva avrà poi dal 30 giugno in poi una durata statica di due mesi e sarà fruibile durante le due aperture estive di giugno e luglio e su appuntamento.
The Naked Word prende il titolo dal saggio The naked word: The trans-corporeal ethics of the protesting body scritto nel 2010 dalla teorica femminista materialista Stacy Alaimo, nel tentativo di comprendere, incrociando prospettive post-umane e performance studies, in che modo il “corpo nudo” funzioni nell’ambito di eventi di protesta legati alla giustizia ambientale, al diritto alla salute e alle politiche queer.
Per Alaimo, la nudità del corpo umano esposto in protesta è leggibile come “una performance etica della vulnerabilità - la vulnerabilità alleata e reciproca di uomo/animale/ambiente”: è infatti in questo senso che Alaimo riprende nel saggio il termine "trans-corporeità", che lei stessa creò per enfatizzare la correlazione dei corpi umani non solo tra loro, ma anche con creature non umane e con altri paesaggi fisici. L’umano è dunque, nel suo linguaggio nudo, un materiale carnale come (e legato, se non in debito con) molte altre carni. In questo spazio di riflessione etico-politica, artiste ed artisti internazionali incrociano i propri sguardi, riformulando l’idea di interdipendenza carnale e le possibilità di protesta e insurrezione tras-corporea.
L’opening di The Naked Word segna inoltre il lancio della programmazione estiva di Centrale Fies che nel weekend del 30 giugno - 1 e 2 luglio si terrà l’annuale “summit” legato a Live Works - Free School of Performance. Durante questo primo weekend saranno presenti i fellows di Live Works Vol. 10, che presenteranno l’esito del loro anno di affiliazione con Centrale Fies: Bassem Saad and Sanja Grozdanić, Yoojin Lee, Eoghan Ryan,Alice Giuliani and Camilla Strandhagen, Teo Ala-Ruona and Artor Jesus Inkerö, Thalia Pigier, Endi Tupja.
Per il secondo anno Centrale Fies presenterà la AGITU IDEO GUDETA fellowship, assieme a Razzismo Brutta Storia e Black History Month of Florence, con l’artista selezionata lo scorso anno, Soukaina Abrour. La fellowship -pensata come a una affirmative action- vede la sociologa e curatrice Mackda Ghebremariam Tesfaù e il curatore e attivista Justin Randolph Thompson, affiancare la board curatoriale di Centrale Fies. Una visione decoloniale che si fa azione per creare strumenti utili a contrastare le discriminazioni etno-razziali nel mondo della ricerca artistica performativa, facilitando l’accesso di soggetti razzializzati.
In questa nuova edizione di Live Works, sarà possibile assistere ai progetti realizzati dai Fellows nel corso di un anno di ricerca sviluppata sia a distanza che in residenza a Centrale Fies. Come ogni anno i Fellows saranno accompagnati da Guest Artists del calibro di Harald Beharie, Rabih Mroué, Lina Majdalanie & Mazen Kerbaj, Nkisi.
Durante il weekend si terranno anche talk e poetry reading all’interno della Live Works free school of performancecon Sinthujan Varatharajah, Francesca De Rosa, Lola Olufemi, come sempre aperte al pubblico su prenotazione. Un momento di espansione della programmazione in cui non solo il pubblico ma l’istituzione stessa ha occasione di apprendere nuovi saperi, criticità e modalità lavorative.
The Naked Word prende il titolo dal saggio The naked word: The trans-corporeal ethics of the protesting body scritto nel 2010 dalla teorica femminista materialista Stacy Alaimo, nel tentativo di comprendere, incrociando prospettive post-umane e performance studies, in che modo il “corpo nudo” funzioni nell’ambito di eventi di protesta legati alla giustizia ambientale, al diritto alla salute e alle politiche queer.
Per Alaimo, la nudità del corpo umano esposto in protesta è leggibile come “una performance etica della vulnerabilità - la vulnerabilità alleata e reciproca di uomo/animale/ambiente”: è infatti in questo senso che Alaimo riprende nel saggio il termine "trans-corporeità", che lei stessa creò per enfatizzare la correlazione dei corpi umani non solo tra loro, ma anche con creature non umane e con altri paesaggi fisici. L’umano è dunque, nel suo linguaggio nudo, un materiale carnale come (e legato, se non in debito con) molte altre carni. In questo spazio di riflessione etico-politica, artiste ed artisti internazionali incrociano i propri sguardi, riformulando l’idea di interdipendenza carnale e le possibilità di protesta e insurrezione tras-corporea.
L’opening di The Naked Word segna inoltre il lancio della programmazione estiva di Centrale Fies che nel weekend del 30 giugno - 1 e 2 luglio si terrà l’annuale “summit” legato a Live Works - Free School of Performance. Durante questo primo weekend saranno presenti i fellows di Live Works Vol. 10, che presenteranno l’esito del loro anno di affiliazione con Centrale Fies: Bassem Saad and Sanja Grozdanić, Yoojin Lee, Eoghan Ryan,Alice Giuliani and Camilla Strandhagen, Teo Ala-Ruona and Artor Jesus Inkerö, Thalia Pigier, Endi Tupja.
Per il secondo anno Centrale Fies presenterà la AGITU IDEO GUDETA fellowship, assieme a Razzismo Brutta Storia e Black History Month of Florence, con l’artista selezionata lo scorso anno, Soukaina Abrour. La fellowship -pensata come a una affirmative action- vede la sociologa e curatrice Mackda Ghebremariam Tesfaù e il curatore e attivista Justin Randolph Thompson, affiancare la board curatoriale di Centrale Fies. Una visione decoloniale che si fa azione per creare strumenti utili a contrastare le discriminazioni etno-razziali nel mondo della ricerca artistica performativa, facilitando l’accesso di soggetti razzializzati.
In questa nuova edizione di Live Works, sarà possibile assistere ai progetti realizzati dai Fellows nel corso di un anno di ricerca sviluppata sia a distanza che in residenza a Centrale Fies. Come ogni anno i Fellows saranno accompagnati da Guest Artists del calibro di Harald Beharie, Rabih Mroué, Lina Majdalanie & Mazen Kerbaj, Nkisi.
Durante il weekend si terranno anche talk e poetry reading all’interno della Live Works free school of performancecon Sinthujan Varatharajah, Francesca De Rosa, Lola Olufemi, come sempre aperte al pubblico su prenotazione. Un momento di espansione della programmazione in cui non solo il pubblico ma l’istituzione stessa ha occasione di apprendere nuovi saperi, criticità e modalità lavorative.
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