Tullio Garbari. Primitivismo e modernità
Dal 21 Dicembre 2019 al 23 Febbraio 2020
Trento
Luogo: Palazzo delle Albere
Indirizzo: via Roberto da Sanseverino 43
Orari: dal martedì al venerdì dalle 10 alle 18. Sabato, domenica e festivi, dalle ore 10 alle 19. Chiuso tutti i lunedì e il 25 dicembre
Costo del biglietto: Ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 0461 496914
Interprete di un “primitivismo colto” che coniuga le forme semplici della pittura con un prolifico studio del passato, l’artista trentino Tullio Garbari è il protagonista della mostra organizzata dal Mart di Rovereto a Palazzo delle Albere.
Il percorso espositivo – una selezione di opere provenienti dalle raccolte provinciali e conservate nelle Collezioni museali – esplora il legame dell’artista con il suo territorio e rappresenta il secondo appuntamento di Galassia Mart, una nuova proposta di mostre e appuntamenti sul territorio per valorizzare il Trentino come sistema museale diffuso.
Il Mart alle Albere
Con l’opera di un noto artista trentino, Tullio Garbari, il Mart di Trento e Rovereto torna in quella che fu la sua prima sede: il Palazzo delle Albere, a Trento.
Fino al 2010, in antiche sale affrescate, si sono avvicendate numerose grandi mostre e hanno trovato stabile collocazione dipinti e sculture, in parte provenienti da importanti depositi e donazioni, tra cui le opere di Hayez, Bonazza, Disertori, Malfatti, Moggioli e Vallorz.
Su questa fondamentale eredità si innesta oggi un percorso di riavvicinamento alla prima “casa” del grande museo trentino. Dal 21 dicembre 2019 al 23 febbraio 2020, nel salone al secondo piano del Palazzo rinascimentale, il Mart espone una selezione di opere di Tullio Garbari (Pergine Valsugana, 1892 – Parigi, 1931), tra i più significativi rappresentanti del “ritorno alle origini” negli anni dopo il primo conflitto mondiale.
In occasione del progetto Tullio Garbari. Primitivismo e modernità, una serie di video realizzata con i materiali documentari provenienti dall’Archivio fotografico e mediateca del Mart ripercorre le tappe della storia espositiva di Palazzo delle Albere e il suo legame con il museo.
Tullio Garbari. Primitivismo e modernità si inserisce nell’ambizioso progetto Galassia Mart, una nuova proposta di mostre e appuntamenti sul territorio per valorizzare il Trentino come sistema museale diffuso.
Negli stessi giorni apre a Cavalese, nella sede della Magnifica Comunità di Fiemme Il Realismo Magico nell’Arte Sarda. La Collezione De Montis, da un’idea di Vittorio Sgarbi, a cura di Beatrice Avanzi.
Entrambe le mostre testimoniano la volontà del museo di riscoprire e dare rilievo a interpreti e luoghi fondamentali della cultura trentina.
Tullio Garbari. Primitivismo e modernità
Da sempre il Mart sostiene la riscoperta e lo studio di autori trentini che abbiano, con il loro percorso, lasciato un segno di grande ampiezza culturale nel Novecento.
Tullio Garbari è stato un artista e poeta dal talento precoce. Iscritto all’Accademia di Belle Arti di Venezia a soli sedici anni, nel 1910 comincia a esporre giovanissimo a Ca’ Pesaro, partecipando al clima di rinnovamento portato avanti da artisti come Umberto Moggioli, Arturo Martini e Gino Rossi. A questi ultimi il Mart dedica, proprio in queste settimane un Focus di approfondimento negli spazi della Collezione permanente del museo (fino all’8 marzo 2020). Si tratta di momenti espositivi che presentano al pubblico alcune opere custodite nei depositi museali.
Scrive Vittorio Sgarbi nel testo di accompagnamento alla mostra: “Io vidi la prima mostra di Tullio Garbari proprio in Palazzo delle Albere, nel 1984, trentacinque anni fa. E ne conservo il catalogo, a cura di Giorgio Mascherpa con Gabriella Belli e Maria Garbari. La originalità dell’artista segna il punto di congiunzione tra primitivismo e modernità, senza alcuna indulgenza per le avanguardie, ponendosi in equilibrio fra le nuove riflessioni di Carlo Carrà su Giotto, il doganiere Rousseau, Alberto Magri, Lorenzo Viani. Tutti spiriti indipendenti, la cui autenticità è, letteralmente, originaria. Non è un caso che, con la parola ‘primitivo’, si indichi un mondo che non è solo quello dell’arte africana, che ispirò Picasso, ma anche quello delle origini della pittura moderna, tra Cimabue, Giotto e Duccio di Buoninsegna. Primitivi sono, in questa periodizzazione, i pittori del Trecento e del Quattrocento, il cui nitore e candore l’opera di Garbari riproduce, più per istinto che per ragione”.
Irredentista convinto, Garbari trascorre gli anni della Grande Guerra a Milano, mantenendo uno sguardo attento e nostalgico alla terra d’origine, che si riverbera nelle opere che ricordano le donne della sua famiglia e l’ambiente rurale del paese natale.
Soggetti e temi originari che rievocano “un ingenuo stupore e una dolce malinconia”, per usare le parole dell’amico Carlo Carrà: scene campestri di vita domestica, immerse in una caratteristica dimensione atemporale, e ritratti femminili, da cui emerge tutta la forza di un linguaggio sintetico.
Le forme semplici della pittura, che possono apparire a tratti naïf, nascondono in realtà un “primitivismo colto”, nutrito dallo studio del passato – dell’arte, delle lingue e della filosofia delle civiltà antiche – e ben inserito nel dibattito culturale del Novecento.
Una cultura antica che Garbari interpreta alla luce di una personale ricerca spirituale, testimoniata dai numerosi dipinti di soggetto sacro realizzati nell’ultimo periodo.
Come evidenzia ancora Vittorio Sgarbi, Presidente del Mart: “È proprio nella dimensione del sacro che il primitivismo di Garbari raggiunge un’autenticità senza precedenti, che trasfigura in visione mistica non solo l’iconografia devozionale (San Sebastiano, Sant’Antonio, la Composizione apocalittica, la Madonna della pace), ma anche la disarmante semplicità di un soggetto da ex voto come il Miracolo della mula”.
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