Velasco Vitali. Sabìr
Dal 31 Agosto 2024 al 31 Ottobre 2024
Borgo Valsugana | Trento
Luogo: Arte Sella
Indirizzo: Val di Sella
Orari: settembre/ottobre 10:00-18:00
Sito ufficiale: http://artesella.it
Nel trentottesimo anno dalla fondazione,Arte Sella presenta Sabìr, installazione concepita dall’artista Velasco Vitali per il parco d’arte di Borgo Valsugana in Trentino il 31 agosto 2024.
Il Sabìr era il linguaggio dei corsari, una lingua franca che, come un ponte verbale, parlavano tra loro i marinai nei porti del Mediterraneo, da Oriente a Occidente; l’artista lo ha scelto come titolo per la sua opera che, con la sua struttura semicircolare, cita quelle cupole che furono, e sono ancora oggi, una delle forme architettoniche più diffuse nell’area mediterranea, segno riconoscibile di molte capitali e porti d’Europa.
La cupola di Vitali, segno identitario grazie a questa memoria, emerge da una duna di sale, in un contesto di abeti e strati rocciosi: una forma che è un ponte culturale tra Oriente e Occidente, tra passato e modernità.
Per Sabìr Velasco Vitali si è ispirato alle cupole mediterranee che, dal XV secolo, sono impreziosite da tegole in maiolica colorata: i loro cromatismi vengono ripresi dipingendo le scandole di larice, tipiche dei rivestimenti delle costruzioni alpine, con i luminescenti colori della ceramica mediterranea, dai toni del blu del mare ai rosati della luce dell’alba, provando a ricordare quell’impronta culturale che da Oriente ha intriso per secoli le coste dell’intera Europa.
Tra le 6000 scandole dipinte che ricoprono Sabìr, l’artista ne ha inserite 20 di legname, anomale e neutre, ricavate da un barcone, rinvenuto nel 2013 sulle rive di Lampedusa. Un relitto abbandonato dal quale sono state ricavate, grazie a Fondazione Casa dello Spirito e i detenuti del carcere di Opera, le venti assicelle integrate nell’opera: un segno che racconta una memoria antica, un passato glorioso ma nello stesso tempo una contemporaneità triste e amara.
L’installazione di Sabìr è iniziata nel Giorno della Memoria e dell’Accoglienza, il 3 ottobre 2023, a dieci anni esatti dal tragico naufragio del 2013; l’artista e i suoi collaboratori hanno scelto una parte della vasta “superficie di mare” dell’installazione per ricordare i 20 dispersi di quel giorno, rimasti senza volto, senza nome e senza identità: 20 scandole fatte del legno del barcone fra le 6000 della cupola.
L’inizio di Velasco Vitali (Bellano [Como], 1969) è segnato dall’incontro con Giovanni Testori e la partecipazione alla mostra Artisti e Scrittori presso la Rotonda della Besana di Milano. Alla fine degli anni Novanta è invitato alla Quadriennale di Roma e in quegli anni comincia un percorso artistico sui porti del Mediterraneo e del sud Italia: in quest’ottica nascono Isolitudine con Ferdinando Scianna del 2000 e nel 2003 MIXtura con Franco Battiato. Realizza, con la cura di Danilo Eccher, Immagini, forme e natura delle Alpi (2007) e LATO4 (2008). A cura di Fernando Mazzocca e Francesco Poli è Sbarco (2010), allestito in Piazza Duomo e nel complesso di Sant’Agostino a Pietrasanta e a Milano in Piazza Duca D’Aosta e Palazzo Reale. Nel 2011 è invitato al Padiglione Italia della Biennale di Venezia dove espone Veidrodis. Nel 2012 realizza Foresta Rossa, sull’Isola Madre (Stresa) e a Verbania, a cura di Luca Molinari. Nel 2013, Foresta Rossa: 416 città fantasma nel mondo alla Triennale di Milano, a cura di Luca Molinari e Francesco Clerici. Nel febbraio 2015 è invitato alla Berlinale (vincitore premio FIPRESCI) come produttore e protagonista del documentario Il Gesto Delle Mani con la regia di Francesco Clerici. Dal 2007 collabora con il Corriere della Sera e con la Fondazione Giovanni Falcone a Palermo per il progetto Spazi Capaci - Comunità Capaci a cura di Alessandro De Lisi con un intervento monumentale presso l’aula bunker del carcere dell’Ucciardone. Nel 2019 ripropone l’installazione “Branco” nella corte reale della Reggia di Venaria a Torino e nel 2020 in collaborazione con Arte Sella e il Mart di Rovereto progetta per il parco delle sculture del museo e a Castel Ivano (TN) “il monumento alla resistenza”.
Inaugurazione sabato 31 agosto 2024, ore 15.00
Il Sabìr era il linguaggio dei corsari, una lingua franca che, come un ponte verbale, parlavano tra loro i marinai nei porti del Mediterraneo, da Oriente a Occidente; l’artista lo ha scelto come titolo per la sua opera che, con la sua struttura semicircolare, cita quelle cupole che furono, e sono ancora oggi, una delle forme architettoniche più diffuse nell’area mediterranea, segno riconoscibile di molte capitali e porti d’Europa.
La cupola di Vitali, segno identitario grazie a questa memoria, emerge da una duna di sale, in un contesto di abeti e strati rocciosi: una forma che è un ponte culturale tra Oriente e Occidente, tra passato e modernità.
Per Sabìr Velasco Vitali si è ispirato alle cupole mediterranee che, dal XV secolo, sono impreziosite da tegole in maiolica colorata: i loro cromatismi vengono ripresi dipingendo le scandole di larice, tipiche dei rivestimenti delle costruzioni alpine, con i luminescenti colori della ceramica mediterranea, dai toni del blu del mare ai rosati della luce dell’alba, provando a ricordare quell’impronta culturale che da Oriente ha intriso per secoli le coste dell’intera Europa.
Tra le 6000 scandole dipinte che ricoprono Sabìr, l’artista ne ha inserite 20 di legname, anomale e neutre, ricavate da un barcone, rinvenuto nel 2013 sulle rive di Lampedusa. Un relitto abbandonato dal quale sono state ricavate, grazie a Fondazione Casa dello Spirito e i detenuti del carcere di Opera, le venti assicelle integrate nell’opera: un segno che racconta una memoria antica, un passato glorioso ma nello stesso tempo una contemporaneità triste e amara.
L’installazione di Sabìr è iniziata nel Giorno della Memoria e dell’Accoglienza, il 3 ottobre 2023, a dieci anni esatti dal tragico naufragio del 2013; l’artista e i suoi collaboratori hanno scelto una parte della vasta “superficie di mare” dell’installazione per ricordare i 20 dispersi di quel giorno, rimasti senza volto, senza nome e senza identità: 20 scandole fatte del legno del barcone fra le 6000 della cupola.
L’inizio di Velasco Vitali (Bellano [Como], 1969) è segnato dall’incontro con Giovanni Testori e la partecipazione alla mostra Artisti e Scrittori presso la Rotonda della Besana di Milano. Alla fine degli anni Novanta è invitato alla Quadriennale di Roma e in quegli anni comincia un percorso artistico sui porti del Mediterraneo e del sud Italia: in quest’ottica nascono Isolitudine con Ferdinando Scianna del 2000 e nel 2003 MIXtura con Franco Battiato. Realizza, con la cura di Danilo Eccher, Immagini, forme e natura delle Alpi (2007) e LATO4 (2008). A cura di Fernando Mazzocca e Francesco Poli è Sbarco (2010), allestito in Piazza Duomo e nel complesso di Sant’Agostino a Pietrasanta e a Milano in Piazza Duca D’Aosta e Palazzo Reale. Nel 2011 è invitato al Padiglione Italia della Biennale di Venezia dove espone Veidrodis. Nel 2012 realizza Foresta Rossa, sull’Isola Madre (Stresa) e a Verbania, a cura di Luca Molinari. Nel 2013, Foresta Rossa: 416 città fantasma nel mondo alla Triennale di Milano, a cura di Luca Molinari e Francesco Clerici. Nel febbraio 2015 è invitato alla Berlinale (vincitore premio FIPRESCI) come produttore e protagonista del documentario Il Gesto Delle Mani con la regia di Francesco Clerici. Dal 2007 collabora con il Corriere della Sera e con la Fondazione Giovanni Falcone a Palermo per il progetto Spazi Capaci - Comunità Capaci a cura di Alessandro De Lisi con un intervento monumentale presso l’aula bunker del carcere dell’Ucciardone. Nel 2019 ripropone l’installazione “Branco” nella corte reale della Reggia di Venaria a Torino e nel 2020 in collaborazione con Arte Sella e il Mart di Rovereto progetta per il parco delle sculture del museo e a Castel Ivano (TN) “il monumento alla resistenza”.
Inaugurazione sabato 31 agosto 2024, ore 15.00
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