XXVIII Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico
Dal 03 Ottobre 2017 al 08 Ottobre 2017
Rovereto | Trento
Luogo: Auditorium Melotti
Indirizzo: corso Bettini 41
E-Mail info: rassegna@fondazionemcr.it
Sito ufficiale: http://www.rassegnacinemaarcheologico.it
La Fondazione Museo Civico di Rovereto con la sua Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico, sostenuta dal Comune di Rovereto e dalla Provincia autonoma di Trento, si prepara a riaccendere le luci degli schermi cinematografici sul lontano passato, per riscoprire e valorizzare il patrimonio culturale e sensibilizzare il pubblico rispetto alla conservazione dei beni archeologici di tutto il mondo attraverso spettacolari documentari di grandi e piccole produzioni italiane e internazionali.
Dal 3 all’8 ottobre 2017, immersione totale nella storia grazie alla sensibilità di alcuni dei migliori registi mondiali nel campo della divulgazione archeologica attraverso il cinema.
Il palinsesto dell’evento curato da Dario di Blasi e Barbara Maurina, spazia nelle culture di tutti i continenti, che vengono approfondite attraverso i filmati e le conversazioni con gli esperti.
Qualche numero della rassegna 2017: 56 film da 17 nazioni diverse, 6 conversazioni informali e tavole rotonde con autorevoli relatori.
Gli approfondimenti aiuteranno il pubblico di appassionati a entrare nel cuore delle questioni che riguardano i tesori archeologici, sempre più minacciati dai saccheggi, dalle guerre e dalle distruzioni ideologiche, dai vandalismi o anche solo, purtroppo, dall’incuria.
Tutte le iniziative si svolgono nell’Auditorium Melotti, in corso Bettini 41.
Nella serata finale, sabato 7 ottobre, l’archeologia sarà protagonista nella splendida cornice del Teatro Zandonai in Corso Bettini.
La domenica 8 tutti i documentari vincitori saranno proiettati a Palazzo Parolari, in Borgo Santa Caterina.
Le conversazioni
Davvero interessanti sia per un pubblico di esperti e studiosi che per semplici appassionati
anche i sei momenti di approfondimento con i protagonisti della ricerca archeologica, moderati da Dario Di Blasi e Barbara Maurina:
Le conversazioni sono valide come aggiornamento per gli insegnanti.
Frederick Mario Fales Docente di Storia del Vicino Oriente antico e di Filologia Semitica, Università di Udine, parlerà degli “Antichi Assiri nell’odierno Kurdistan: Monumenti e iscrizioni da scoprire”, Giovanni Brizzi Docente di Storia Romana, Università di Bologna, intratterrà il pubblico sulle “Battaglie annibaliche attraverso le evidenze archeologiche, toponomastiche, letterarie: il Trasimeno e altri episodi”.
Corinna Rossi, Architetto ed egittologa converserà su come “Raccontare il passato: l’archeologia tra fonti e interpretazioni personali”, Ken Dark, Archeologo in Galilea, docente dell’Università di Reading farà un intervento sul tema “Gesù aveva una casa a Nazaret?”, Giulio Paolucci Direttore del Museo Civico Archeologico delle Acque di Chianciano e futuro direttore del Museo Etrusco di Milano, Paolo Giulierini Direttore del MANN - Museo Archeologico Nazionale di Napoli, parlerà di “Nuovi Musei e diffusione del Sapere”.
Non mancherà una tavola rotonda moderata da Antonia Falcone (archeologa, blogger e digital strategist) su “Il Mondo Antico tra di noi? Realtà tridimensionale, immersiva, aumentata, social e archeologia ai confini della realtà” con Jacopo Bonetto (Progetto Nora - Università degli Studi di Padova), Davide Borra (NoReal.it) Daniele Bursich (Gruppo Facebook “Archeologia, Beni Culturali e Nuove tecnologie”), Graziano Tavan (Archeologiavocidalpassato.it),
I documentari
Provenienti da 17 nazioni, i 56 film in programma hanno quest’anno una qualità pregevole e la capacità di trasportare i visitatori alla scoperta di luoghi, popoli, patrimoni, e anche alla scoperta delle nostre origini… Moltissimi in percentuale i film stranieri di quest’anno, che sono stati tradotti, rivisti e doppiati con il prezioso supporto tecnico di Sirio Film di Trento e le voci di Andrea Castelli e Luigi Andrea Luppino.
Se c’è una particolarità della Rassegna di Rovereto dunque è quella di accogliere filmati da tutto il mondo e presentare non solo il meglio della cinematografia dedicata al Mondo Antico, ma anche opere che documentano aspetti poco conosciuti della ricerca archeologica o della vita e delle relazioni dell’Uomo che altrimenti resterebbero patrimonio limitato di pochi studiosi o appassionati. Nel programma di Rovereto si contano molte di queste curiosità.
Qualche curiosità sui film
Una finestra sul Giappone di 400 anni fa: Ichijodani, un ritorno alle origini. Un diario di conquistadores spagnoli che descrivono una straordinaria civiltà scomparsa di nativi del Nord America: Quivira, conquistadores sulle pianure. La Cava d’Ispica, un canyon nei monti Iblei in Sicilia, una moviola veloce del passato delle genti che l’hanno frequentata, uomini preistorici, siculi, greci, primi cristiani, bizantini, il tutto in un film: Eis Pegas –Alle sorgenti. La filosofia epicurea riassunta in un’enorme iscrizione nella città di Enoanda nell’attuale Turchia nel film Un gigantesco puzzle: l’Iscrizione epicurea di Diogene di Enoanda. L’antichissima città fenicia di Gadir e una scoperta ai limiti dell’incredibile nel film spagnolo Bajo la duna. Nel West americano gli indiani Hopi hanno allestito una straordinaria “galleria d’arte” rupestre sullo schermo di Memorie di pietra: l’arte al tempo dei dinosauri? Antiche terapie per curare le infiammazioni oculari sopravvissute anche nella nostra medicina popolare: L’occhio e la pietra. L’età ellenistica fucina d’inverosimili invenzioni e macchinari che conosciamo solo in minima parte attraverso il documentario greco I Tolomei avevano una pompa premente alimentata a vapore? Chi avrebbe mai immaginato che in Italia e precisamente ad Augusta, conosciuta probabilmente perché ha dato i natali allo showman Fiorello e per gli sbarchi d’immigrati, esiste un unico e incredibile hangar per dirigibili? La casa dei dirigibili. L’Hangar di Augusta tra passato e presente. Come si svolse veramente la battaglia del Trasimeno dove Annibale arrossò le acque del lago con il sangue di migliaia di legionari romani? Con uno dei primi filmati di computer grafica si può scoprire in Annibale al Trasimeno. La storia dell’insediamento nel continente americano va riscritta perché recenti ricerche dimostrano che uomini vivevano già in Sud America 30.000 anni fa: lo afferma il film tedesco Sensazionale scoperta in Brasile. I primi americani . Sembra che le coste del mar Egeo siano state flagellate da un tremendo tsunami nel 479 A.C. Solo un anno prima, per la cronaca, i greci avevano affondato le mire espansionistiche persiane a Salamina e i greci di Sicilia alleati avevano sconfitto i cartaginesi invasori a Himera: Tsunami in Potidea. Nel 2006 venne scoperta nella mitica Colchide, l’attuale Georgia, la più antica miniera d’oro che si ricordi risalente a circa 5.500 anni fa nel film georgiano Il segreto di Sakdrisi. Balenieri baschi imprigionati ed esiliati in perpetuo in Islanda dal naufragio delle loro navi finché in conflitto con le popolazioni locali non ne vennero probabilmente uccisi nello spettacolare documentario girato in Islanda, corredato da originalissimi cartoon: L’uccisione dei balenieri baschi. Vasi canopi del territorio di Chianciano ci restituiscono centinaia di anni dopo volti e fisionomie di antichi Etruschi: Facce di etrusco.
Un artista di fama internazionale, in collaborazione con scienziati di diverse nazioni, ricostruisce una copia perfetta di Oetzi: Iceman reborn. Le tante notizie e dettagli non finiscono qui perché i film sono molti di più e il pubblico potrà soddisfare la propria curiosità.
I Premi e gli ospiti
I film sono in gara per il Premio Città di Rovereto al film più gradito dal pubblico, scelto attraverso votazioni giornaliere, e il Premio dedicato al grande archeologo roveretano Paolo Orsi attribuito a un film scelto da una giuria di esperti, con un riconoscimento in denaro destinato alla produzione di un nuovo documentario alla salvaguardia e valorizzazione del
La giuria internazionale “Premio Paolo Orsi”: Maura Medri Archeologa e docente di Metodologia della ricerca archeologica e Archeologia dell’Architettura presso l’Università di Roma Tre, Lulli Bertini Archeologa e regista cinematografica, Umberto Pappalardo Archeologo e docente di Archeologia classica presso l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, Farì Djalali-Lorenz Regista e produttrice cinematografica Germania-Iran, Philippe Dorthe Presidente fondatore di ICRONOS Festival International du Film d’Archéologie de Bordeaux.
Una selezione dei filmati concorrerà per la menzione CinemAMoRe, attribuito
da una commissione formata da rappresentanti dei tre grandi festival documentaristici del
Trentino, La Rassegna del Cinema Archeologico, appunto, il FilmFestival della Montagna e
Religion Today.
Una menzione speciale sarà attribuita anche da una commissione di Archeoblogger (coordinata da Valentina Poli) che valuterà dal punto di vista comunicativo 2.0 i film selezionati per il Premio Paolo Orsi.
Saranno presenti anche importanti ospiti internazionali dall’Egitto:
Mostafa Amin Mostafa segretario generale del Supreme Council of Antiquities of Egypt e una delegazione della Biblioteca di Alessandria d’Egitto: Ahmed Mansour Deputy Director of Calligraphy and Writing studies Center e Mohamed Soliman Head of Cultural Outreach Sector.
La mostra e l’incontro “Il coraggio del colore”
Perfetta cornice alla manifestazione, arriva alla Fondazione Museo Civico di Rovereto “Il coraggio del colore. Maria Stoffella Fendros. Rovereto, Venezia, Firenze, Atene”,
mostra temporanea dedicata a un’artista che ha intrecciato legami molto forti con il Museo.
Con il libretto della Rassegna timbrato al desk, sconto sul biglietto d’ingresso.
Nell’ambito della Rassegna, Mercoledì 4 Ottobre 2017 h 18.30 presso Palazzo Alberti Poja INCONTRO CON... L’ARTISTA Incontro con Maria Stoffella Fendros.
Introduce Micaela Vettori, curatrice della mostra.
Il corso per giornalisti
Nell’Ambito della Rassegna, la Fondazione Museo Civico organizza per il primo anno, a cura di Claudia Beretta, un evento formativo accreditato dal Consiglio Nazionale - Ordine dei Giornalisti.
Venerdì 6 Ottobre 2017 h. 14.30-17.30.
Raccontare il patrimonio culturale. Dalla carta stampata ai social network
Relatori: Graziano Tavan - giornalista Ricerca e divulgazione: l’archeologia sui giornali tra Tutankhamon e Indiana Jones
Antonia Falcone - Archeologa e blogger Social Network per la comunicazione culturale. Strategie, tool, monitoraggio dei risultati e casi studio
Partecipazione gratuita riservata ai giornalisti esclusivamente dietro iscrizione su piattaforma S.I.Ge.F.
L’immagine della Rassegna
Il particolare scelto come simbolo dell’edizione 2017 dai curatori Dario di Blasi e Barbara Maurina, mostra un falco, raffigurante il dio Horus.
Si tratta di uno splendido dettaglio di una coppa (skyphos) in ossidiana con decorazione egittizzante in mostra al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, per gentile concessione di Paolo Giulierini, direttore del Mann.
Il vaso fa parte di un gruppo di preziosi reperti (due skyphoi molto simili con decorazione egittizzante, uno skyphos più piccolo con elementi vegetali e parte di una phiale, una coppa poco profonda utilizzata per le libagioni), rinvenuti nella Villa San Marco a Stabiae, attuale Castellamare di Stabia, nel 1954. Scrive Olga Elia sul Bollettino d’Arte nel 1957, “si rinvennero numerosissimi frammenti di ossidiana finemente lavorata e una notevole quantità di fili d’oro e minuscole tarsie di malachite, diaspro giallo, lapislazzulo, corallo bianco e rosa, alcune ancora inserite in tralicci di lamine d’oro, che costituivano una ricca decorazione ad intarsio con motivi egittizzanti”
I preziosi vasi, parte del ‘servizio’ stabiano rappresentano un unicum realizzato con ogni probabilità ad Alessandria d’Egitto tra la fine del I sec.a.C. e il I sec.d.C. da una bottega palaziale per una committenza di corte.
Ci fu un primo restauro nel 1956, altri due interventi nel 1964 e 1974, e un ulteriore restauro a cura di Luigia Melillo della soprintendenza speciale per i Beni archeologici di Napoli e Pompei nel 2011-2012, che ha permesso la riesposizione al pubblico delle coppe nel 2012.
Ciascun vaso risulta intagliato in un unico blocco di ossidiana, e perlomeno nella fase di rifinitura mostra l’uso del tornio. Per gli intarsi è stata utilizzata una tecnica simile a quella del cloisonné, molto diffusa in Egitto, con figure ed elementi decorativi realizzati con minute tarsie di pietre dure incastonate entro tralicci d’oro, posti in alloggiamenti scavati nella superficie esterna delle coppe.
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