Arturo D’Ascanio. Una, nessuna, centomila
Dal 15 Giugno 2022 al 03 Luglio 2022
Trieste
Luogo: Sala Comunale d’arte
Indirizzo: Piazza dell’Unità d’Italia 4
Orari: tutti i giorni 10-13 / 17-20
Curatori: Marianna Accerboni
Telefono per informazioni: +39 335 6750946
E-Mail info: arturodascanio@gmail.com
Mercoledì 15 giugno alle 19 s’inaugura alla Sala Comunale d’arte di Trieste la rassegna “Una, nessuna, centomila”, dedicata dal pittore abruzzese Arturo D’Ascanio al tema muliebre: in mostra una ventina di acrilici su tela realizzati negli ultimi due anni di pandemia. La vernice sarà accompagnata da un dibattito in tema, cui parteciperanno il critico Marianna Accerboni e l’artista Adriana Itri, e dall’esecuzione di brani musicali al sassofono.
La cifra di D’Ascanio - scrive Accerboni - è rappresentata da una grande attenzione per l’eterno femminino accanto a una nota sottilmente poetica che conduce le sue eleganti eroine ai margini del territorio del sogno. La rassegna esprime in particolare la sintesi di un progetto più ampio ideato dal pittore e intitolato “Una, nessuna, centomila” in omaggio al capolavoro pirandelliano. “Il tema - spiega l’artista - è prettamente psicologico come accade nel romanzo del grande scrittore, in cui il protagonista Gengè si concentra sulla percezione di sé attraverso quella che gli altri hanno nei suoi confronti. Fa di tutto pur di piacere e in tal modo si annulla. Meglio invece accettarsi e cercare di migliorarsi, senza vivere la propria vita come vogliono gli altri. - conclude D’Ascanio - Oggi tutto verte sull’apparire, ma sull’essere si lavora poco”.
La donna - scrive Accerboni - appare un emblema di tale riflessione, che in realtà si rivolge all’umanità intera. Così le sue protagoniste presentano, nella loro grazia muliebre, una forma d’intima riservatezza che traluce dall’essere dipinte spesso di spalle o con il volto semicelato. Segno che l’artista va ricercando una bellezza di contenuti più che un appeal estetizzante, esprimendo tale valore attraverso un lessico che dell’espressionismo, filone cui i dipinti appartengono, coglie la forza dell’approfondimento interiore mediante la riflessione, propria di quello stile.
C’è poi in mostra, nel dipinto “Sguardo ad Ovest”, un riferimento alle donne dell’Est che mirano al modello occidentale nella speranza di una vita migliore, mentre un’altra opera è ispirata a Vanessa Bell, raffinata pittrice britannica, sorella di Virginia Woolf e membro dell’esclusivo Bloomsbury Group, sodalizio artistico-intellettuale d’avanguardia anti vittoriana.
Leggerezza e delicatezza accompagnano silenti le sapienti pennellate di questo pittore, formatosi all’Istituto d’arte di Chieti e alla Scuola del Vedere di Trieste sotto la guida di Antonio Sofianopulo e che ha al suo attivo diverse mostre in varie città italiane, l’illustrazione di copertine di libri tratte anche dai suoi dipinti e varie ideazioni nell’ambito della grafica pubblicitaria.
Prossimi progetti? Ridare vita a materiali ormai abbandonati come tavole di cantieri e simili, restaurarli e reinventarli con funzione di supporti per la sua pittura perchè “Più che guardare all’opulenza, bisogna cercare di fare molto con poco, ponendo l’attenzione sulle cose che possono essere ancora salvate e donando loro nuova vita”.
Arturo D’Ascanio, classe 1957, si diploma all’Istituto d’arte di Vasto (Chieti) nel 1975, coronando una precoce attitudine al disegno e alla pittura, riconosciuta da numerosi premi in giovane età. Nel 2013 si trasferisce a Trieste, dove si dedica alla pittura acrilica su tela, partecipando a numerose mostre collettive e ordinando alcune personali. L’artista è presente con le sue opere negli Stati Uniti, in Spagna e in Italia.
La cifra di D’Ascanio - scrive Accerboni - è rappresentata da una grande attenzione per l’eterno femminino accanto a una nota sottilmente poetica che conduce le sue eleganti eroine ai margini del territorio del sogno. La rassegna esprime in particolare la sintesi di un progetto più ampio ideato dal pittore e intitolato “Una, nessuna, centomila” in omaggio al capolavoro pirandelliano. “Il tema - spiega l’artista - è prettamente psicologico come accade nel romanzo del grande scrittore, in cui il protagonista Gengè si concentra sulla percezione di sé attraverso quella che gli altri hanno nei suoi confronti. Fa di tutto pur di piacere e in tal modo si annulla. Meglio invece accettarsi e cercare di migliorarsi, senza vivere la propria vita come vogliono gli altri. - conclude D’Ascanio - Oggi tutto verte sull’apparire, ma sull’essere si lavora poco”.
La donna - scrive Accerboni - appare un emblema di tale riflessione, che in realtà si rivolge all’umanità intera. Così le sue protagoniste presentano, nella loro grazia muliebre, una forma d’intima riservatezza che traluce dall’essere dipinte spesso di spalle o con il volto semicelato. Segno che l’artista va ricercando una bellezza di contenuti più che un appeal estetizzante, esprimendo tale valore attraverso un lessico che dell’espressionismo, filone cui i dipinti appartengono, coglie la forza dell’approfondimento interiore mediante la riflessione, propria di quello stile.
C’è poi in mostra, nel dipinto “Sguardo ad Ovest”, un riferimento alle donne dell’Est che mirano al modello occidentale nella speranza di una vita migliore, mentre un’altra opera è ispirata a Vanessa Bell, raffinata pittrice britannica, sorella di Virginia Woolf e membro dell’esclusivo Bloomsbury Group, sodalizio artistico-intellettuale d’avanguardia anti vittoriana.
Leggerezza e delicatezza accompagnano silenti le sapienti pennellate di questo pittore, formatosi all’Istituto d’arte di Chieti e alla Scuola del Vedere di Trieste sotto la guida di Antonio Sofianopulo e che ha al suo attivo diverse mostre in varie città italiane, l’illustrazione di copertine di libri tratte anche dai suoi dipinti e varie ideazioni nell’ambito della grafica pubblicitaria.
Prossimi progetti? Ridare vita a materiali ormai abbandonati come tavole di cantieri e simili, restaurarli e reinventarli con funzione di supporti per la sua pittura perchè “Più che guardare all’opulenza, bisogna cercare di fare molto con poco, ponendo l’attenzione sulle cose che possono essere ancora salvate e donando loro nuova vita”.
Arturo D’Ascanio, classe 1957, si diploma all’Istituto d’arte di Vasto (Chieti) nel 1975, coronando una precoce attitudine al disegno e alla pittura, riconosciuta da numerosi premi in giovane età. Nel 2013 si trasferisce a Trieste, dove si dedica alla pittura acrilica su tela, partecipando a numerose mostre collettive e ordinando alcune personali. L’artista è presente con le sue opere negli Stati Uniti, in Spagna e in Italia.
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