Paul Neagu
Dal 15 Luglio 2021 al 02 Settembre 2021
Trieste
Luogo: Studio Tommaseo
Indirizzo: Via del Monte 2/1
Orari: martedì-venerdì dalle 17 alle 20; proiezione film ogni giovedì alle ore 19
Curatori: Gabriella Cardazzo e Giuliana Carbi Jesurun
Enti promotori:
- Con il patrocinio di Consolato Generale di Romania - Trieste
Costo del biglietto: ingresso libero fino ad esaurimento dei posti
Telefono per informazioni: +39 040 639187
E-Mail info: info@triestecontemporanea.it
Sito ufficiale: http://www.triestecontemporanea.it
Si apre giovedì 15 luglio alle ore 17 allo Studio Tommaseo di Trieste una importante mostra di Paul Neagu (1938-2004).
Paul Neagu credeva fermamente che la vista non fosse l'unico senso con cui incontrare l'arte – per lui gusto, olfatto, tatto e suono erano altrettanto importanti. Ha smantellato ogni asserzione su cosa sia l'arte. Ha realizzato scatole tattili, sculture commestibili, progetti con collaboratori fittizi e performance che sfidano la gravità. Ha concepito le sue mostre come esperimenti, mentre i suoi scritti hanno attraversato la storia dell'arte e la filosofia. Le sue opere su carta erano contemporaneamente lavori preparatori, documentazione e opere d'arte indipendenti. Neagu è stato un generatore di idee e ha tirato fuori la sua esperienza e ambizione per ripensare le possibilità della scultura e della percezione (tratto dalla scheda di Lisa Le Feuvre per la Tate di Londra, 2019).
L'omaggio di Trieste Contemporanea al grande artista romeno, scultore, performer e insegnante a Londra che fu influente su una generazione di studenti e di artisti inglesi (tra i quali Antony Gormley, Anish Kapoor e Rachel Whiteread) è curato da Gabriella Cardazzo e Giuliana Carbi Jesurun e presenta lavori datati dal 1971 al 1987. La mostra è una co-produzione dell'istituto triestino con ArtSpace e con il MARe / Museum of Recent Art di Bucharest ed è realizzata in collaborazione con The Paul Neagu Estate (UK) di Londra, la Ivan Galley di Bucharest e l'Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia e con il patrocinio del Consolato Generale di Romania di Trieste, esponendo diversi lavori anche provenienti da collezioni italiane.
Sono esposte a Trieste opere prevalentemente degli anni Settanta, quando Neagu comincia la sua avventura inglese, nella quale forza in scultura i limiti dell'astrazione mentre usa il corpo come medium per le sue performance o i suoi eventi “rituali”. Dalla sua famosa performance “Hyphen-Ramp (588 Riots at the Serpentine)”, del 1976, fu tratto un film, ora alla Tate di Londra, che è presentato in mostra.
In mostra, tra i disegni creati tra il 1971 e il 1987, alcuni sono dedicati all’ Anthropocosmos, un termine usato dall’artista per definire l’insieme di cellule interconnesse che forma l’individuo umano come Universo, mentre è anche presente una litografia delle sue “Nine Catalytic Stations”, derivate dai suoi Hyphen: un concetto declinato in più opere. “A partire dagli anni Ottanta fino all'ultimo preoccupò l'artista: questo cerchio formato da nove sculture, come tutte le opere di Neagu, è un invito a sentire (percepire) con maggior acutezza e a pensare a come noi uomini comprendiamo il nostro complicato posto nel mondo.” (LLF)
Una inedita sezione fotografica raccoglie le fotografie di Gabriella Cardazzo scattate negli anni Settanta, quando Neagu fu spesso coinvolto nell'attività della Galleria del Cavallino di Venezia. Materiali documentativi della sua ricerca e della sua attività espositiva corredano la presentazione triestina aperta fino al 2 settembre.
Neagu “come il suo grande mentore Constantin Brâncuși, dovette fare un difficile viaggio emotivo dalla Romania all'Ovest”, scrive Anish Kapoor nel 2004 ricordando l'artista su "The Guardian. L’artista propone, fin dagli anni Sessanta – il suo “Manifesto dell’Arte Palpabile” è del 1969 – oggetti palpabili o scatole tattili che invitano ad essere toccate (e a dare una risposta intensamente viscerale), fatti in legno, cuoio e gesso, e legati, come scrive Anish Kapoor, alla grande tradizione della lavorazione del legno romena. Dopo aver studiato all’Istituto d’arte Nicolae Grigolescu di Bucharest, arrivò nel Regno Unito negli anni Settanta (divenne poi nel 1977 cittadino britannico), quando c'erano davvero pochi artisti che lavoravano in un contesto transculturale. “Inevitabilmente – continua Kapoor – lottò contro un mondo artistico inglese che preferiva vedere l'artista come un costruttore di oggetti piuttosto che, come lui disse, come creatore di arte e di conseguenza considerare l'artista come generatore di un punto di vista filosofico del mondo”. Neagu rese davvero “fisico” il suo interesse per la filosofia (e per Steiner, Uspenskij e Gurdjieff, fra gli altri). Nella sua prima mostra in Gran Bretagna, a Edimburgo invitato da Richard Demarco, sviluppa la sua idea degli oggetti cellulari. “Come lui stesso annota: una cellula è sia una prigione che un ‘centro di energia, un posto in cui l’energia viene conservata per un futuro uso’ ” (LLF). Da queste esperienze discende nel 1972 la formazione del Generative Art Group, comprendente cinque immaginari membri inventati per essere alias di diverse componenti del suo spirito creativo. Data al 1975 il suo primo di una lunga serie di “Hyphen”, che assumono la forma di un banco da lavoro a tre gambe assemblati in un modo che assomiglia alla mobilia romena di tradizione popolare (ne vedremo un disegno anche a Trieste). Comprendendo la immensa potenzialità metafisica di questa struttura a tripode, Neagu ben presto evolve – così ancora Kapoor – una visione completamente antropocosmica che parallelamente a Joseph Beuys in Germania e, prima, a Yves Klein in Francia propone un rimedio spirituale per i mali dell'uomo contemporaneo. Questo di nuovo urtò il gusto inglese, ma ebbe una considerevole influenza su una generazione di studenti.
Insegnò infatti per molti anni. Prima al Hornsey College of Art e poi al Chelsea School of Art and Design. Anish Kapoor, uno dei suoi allievi più famosi, ha dichiarato che la vitalità e la forza d'indagine dei suoi lavori degli anni Settanta e Ottanta sono stati per lui grande fonte di ispirazione. Sculture, dipinti, disegni di Paul Neagu e le documentazioni delle sue performance sono conservati fra l'altro al British Museum alla Tate e al Victoria and Albert di Londra e alla Scottish National Gallery of Modern Art di Edimburgo. Due sue opere pubbliche sono installate a Bucharest e a Timisoara. È attualmente in corso, visitabile fino al 5 settembre, una importante retrospettiva dell’artista al Kunstmuseum Liechtenstein.
Inaugurazione giovedì 15 luglio, ore 17
prolusione di Cosmin Victor Lotreanu e Gabriella Cardazzo
proiezione di «Hyphen-Ramp (588 Riots at the Serpentine)», 1976, 31′, performance film
Paul Neagu credeva fermamente che la vista non fosse l'unico senso con cui incontrare l'arte – per lui gusto, olfatto, tatto e suono erano altrettanto importanti. Ha smantellato ogni asserzione su cosa sia l'arte. Ha realizzato scatole tattili, sculture commestibili, progetti con collaboratori fittizi e performance che sfidano la gravità. Ha concepito le sue mostre come esperimenti, mentre i suoi scritti hanno attraversato la storia dell'arte e la filosofia. Le sue opere su carta erano contemporaneamente lavori preparatori, documentazione e opere d'arte indipendenti. Neagu è stato un generatore di idee e ha tirato fuori la sua esperienza e ambizione per ripensare le possibilità della scultura e della percezione (tratto dalla scheda di Lisa Le Feuvre per la Tate di Londra, 2019).
L'omaggio di Trieste Contemporanea al grande artista romeno, scultore, performer e insegnante a Londra che fu influente su una generazione di studenti e di artisti inglesi (tra i quali Antony Gormley, Anish Kapoor e Rachel Whiteread) è curato da Gabriella Cardazzo e Giuliana Carbi Jesurun e presenta lavori datati dal 1971 al 1987. La mostra è una co-produzione dell'istituto triestino con ArtSpace e con il MARe / Museum of Recent Art di Bucharest ed è realizzata in collaborazione con The Paul Neagu Estate (UK) di Londra, la Ivan Galley di Bucharest e l'Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia e con il patrocinio del Consolato Generale di Romania di Trieste, esponendo diversi lavori anche provenienti da collezioni italiane.
Sono esposte a Trieste opere prevalentemente degli anni Settanta, quando Neagu comincia la sua avventura inglese, nella quale forza in scultura i limiti dell'astrazione mentre usa il corpo come medium per le sue performance o i suoi eventi “rituali”. Dalla sua famosa performance “Hyphen-Ramp (588 Riots at the Serpentine)”, del 1976, fu tratto un film, ora alla Tate di Londra, che è presentato in mostra.
In mostra, tra i disegni creati tra il 1971 e il 1987, alcuni sono dedicati all’ Anthropocosmos, un termine usato dall’artista per definire l’insieme di cellule interconnesse che forma l’individuo umano come Universo, mentre è anche presente una litografia delle sue “Nine Catalytic Stations”, derivate dai suoi Hyphen: un concetto declinato in più opere. “A partire dagli anni Ottanta fino all'ultimo preoccupò l'artista: questo cerchio formato da nove sculture, come tutte le opere di Neagu, è un invito a sentire (percepire) con maggior acutezza e a pensare a come noi uomini comprendiamo il nostro complicato posto nel mondo.” (LLF)
Una inedita sezione fotografica raccoglie le fotografie di Gabriella Cardazzo scattate negli anni Settanta, quando Neagu fu spesso coinvolto nell'attività della Galleria del Cavallino di Venezia. Materiali documentativi della sua ricerca e della sua attività espositiva corredano la presentazione triestina aperta fino al 2 settembre.
Neagu “come il suo grande mentore Constantin Brâncuși, dovette fare un difficile viaggio emotivo dalla Romania all'Ovest”, scrive Anish Kapoor nel 2004 ricordando l'artista su "The Guardian. L’artista propone, fin dagli anni Sessanta – il suo “Manifesto dell’Arte Palpabile” è del 1969 – oggetti palpabili o scatole tattili che invitano ad essere toccate (e a dare una risposta intensamente viscerale), fatti in legno, cuoio e gesso, e legati, come scrive Anish Kapoor, alla grande tradizione della lavorazione del legno romena. Dopo aver studiato all’Istituto d’arte Nicolae Grigolescu di Bucharest, arrivò nel Regno Unito negli anni Settanta (divenne poi nel 1977 cittadino britannico), quando c'erano davvero pochi artisti che lavoravano in un contesto transculturale. “Inevitabilmente – continua Kapoor – lottò contro un mondo artistico inglese che preferiva vedere l'artista come un costruttore di oggetti piuttosto che, come lui disse, come creatore di arte e di conseguenza considerare l'artista come generatore di un punto di vista filosofico del mondo”. Neagu rese davvero “fisico” il suo interesse per la filosofia (e per Steiner, Uspenskij e Gurdjieff, fra gli altri). Nella sua prima mostra in Gran Bretagna, a Edimburgo invitato da Richard Demarco, sviluppa la sua idea degli oggetti cellulari. “Come lui stesso annota: una cellula è sia una prigione che un ‘centro di energia, un posto in cui l’energia viene conservata per un futuro uso’ ” (LLF). Da queste esperienze discende nel 1972 la formazione del Generative Art Group, comprendente cinque immaginari membri inventati per essere alias di diverse componenti del suo spirito creativo. Data al 1975 il suo primo di una lunga serie di “Hyphen”, che assumono la forma di un banco da lavoro a tre gambe assemblati in un modo che assomiglia alla mobilia romena di tradizione popolare (ne vedremo un disegno anche a Trieste). Comprendendo la immensa potenzialità metafisica di questa struttura a tripode, Neagu ben presto evolve – così ancora Kapoor – una visione completamente antropocosmica che parallelamente a Joseph Beuys in Germania e, prima, a Yves Klein in Francia propone un rimedio spirituale per i mali dell'uomo contemporaneo. Questo di nuovo urtò il gusto inglese, ma ebbe una considerevole influenza su una generazione di studenti.
Insegnò infatti per molti anni. Prima al Hornsey College of Art e poi al Chelsea School of Art and Design. Anish Kapoor, uno dei suoi allievi più famosi, ha dichiarato che la vitalità e la forza d'indagine dei suoi lavori degli anni Settanta e Ottanta sono stati per lui grande fonte di ispirazione. Sculture, dipinti, disegni di Paul Neagu e le documentazioni delle sue performance sono conservati fra l'altro al British Museum alla Tate e al Victoria and Albert di Londra e alla Scottish National Gallery of Modern Art di Edimburgo. Due sue opere pubbliche sono installate a Bucharest e a Timisoara. È attualmente in corso, visitabile fino al 5 settembre, una importante retrospettiva dell’artista al Kunstmuseum Liechtenstein.
Inaugurazione giovedì 15 luglio, ore 17
prolusione di Cosmin Victor Lotreanu e Gabriella Cardazzo
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