Architetture Trasparenti

Architetture Trasparenti, Villa Manin, Codroipo. Credit MassMedia
Dal 8 June 2025 al 26 October 2025
Codroipo | Udine
Luogo: Villa Manin
Indirizzo: Stradone Manin 10
Orari: dal martedì alla domenica con orario continuato dalle 10 alle 19
Curatori: Guido Comis e Linda Carello con Daniele Capra
Costo del biglietto: intero 8 euro, ridotto 5 euro, gruppi 4 euro
Telefono per informazioni: +39 0432 821258
E-Mail info: bookshop@villamanin.it
Sito ufficiale: http://www.villamanin.it
Un percorso giocoso e immersivo nell’arte contemporanea, un viaggio tra spazi che si trasformano, volumi attraversabili, trasparenze e riflessi che mettono in discussione i confini tra interno ed esterno, tra realtà e percezione. È questa l’esperienza proposta da Architetture Trasparenti, mostra che prende vita dall’8 giugno al 26 ottobre 2025 negli spazi monumentali di Villa Manin a Codroipo (Udine).
Il progetto nasce da una riflessione sul concetto di confine, inteso non come barriera, ma come soglia valicabile, passaggio fisico e mentale, stimolo per nuove modalità di esplorazione dello spazio. Alcune installazioni alterano la percezione degli ambienti, altre costruiscono architetture leggere da attraversare, mentre le opere all’aperto rendono incerto il limite tra spazio chiuso e aperto. I materiali impiegati – vetro, specchi, fili colorati, tessuti, luce, suono – invitano a esperienze sensoriali che superano l’idea tradizionale di architettura come spazio fisso, chiuso, opaco.
Curata dal direttore del servizio Erpac Guido Comis e da Linda Carello con Daniele Capra, e organizzata dall’Ente Regionale per il Patrimonio Culturale del Friuli Venezia Giulia (Erpac), la mostra si inserisce all’interno del programma “GO! 2025&Friends”, rassegna di eventi collegata a “GO! 2025 Nova Gorica – Gorizia Capitale Europea della Cultura”, che coinvolge l’intera regione. Le sedici installazioni selezionate si articolano in un percorso che inizia dalla barchessa di levante, prosegue all’interno del corpo gentilizio e si estende nel parco storico della villa, dove le opere dialogano in modo dinamico con l’architettura barocca e il paesaggio.
Tra i protagonisti della mostra spiccano figure storiche dell’arte contemporanea come Robert Irwin e Giulio Paolini, artisti affermati a livello internazionale come Jeppe Hein, Pae White, Petra Blaisse (Inside Outside) e Gabriel Dawe, insieme a presenze emergenti e significative del panorama italiano come Matteo Negri e Anna Pontel. Alcune installazioni – come quella sonora di Christina Kubisch – introducono anche una dimensione uditiva nello spazio, ampliando ulteriormente il coinvolgimento del pubblico.
Tre importanti ritorni rendono ancora più significativa questa edizione. Dan Graham è presente con Two-Way Mirror Pavilion, un’architettura in vetro e acciaio concessa in prestito da Egidio Marzona, figura di riferimento per il collezionismo internazionale e legato alla storia espositiva di Villa Manin fin dal 2001. Jeppe Hein, già ospite a Passariano nel 2004 con Appearing Rooms, propone oggi Double Ellipse, un labirinto specchiante allestito nel parco. Inoltre, Petra Blaisse con Inside Outside accompagna il visitatore con installazioni tessili che segnano l’ingresso e attraversano il cuore della villa. Le opere di Alberto Garutti e di Patrick Tuttofuoco infine, realizzate nel parco di Villa Manin già nel 2005 in occasione di un’altra mostra, sono state incluse nel percorso di Architetture trasparenti in quanto coerenti con il tema dell’esposizione.
“È un viaggio in cui lo sguardo e il corpo sono chiamati ad attraversare spazi che non sono mai ciò che sembrano”, osserva Guido Comis, direttore artistico di Villa Manin. “Un’esperienza che unisce alla dimensione estetica e concettuale anche un’intenzione ludica ed esperienziale. Non una mostra da osservare a distanza, ma un contesto da abitare, percorrere, vivere”.
Il progetto nasce da una riflessione sul concetto di confine, inteso non come barriera, ma come soglia valicabile, passaggio fisico e mentale, stimolo per nuove modalità di esplorazione dello spazio. Alcune installazioni alterano la percezione degli ambienti, altre costruiscono architetture leggere da attraversare, mentre le opere all’aperto rendono incerto il limite tra spazio chiuso e aperto. I materiali impiegati – vetro, specchi, fili colorati, tessuti, luce, suono – invitano a esperienze sensoriali che superano l’idea tradizionale di architettura come spazio fisso, chiuso, opaco.
Curata dal direttore del servizio Erpac Guido Comis e da Linda Carello con Daniele Capra, e organizzata dall’Ente Regionale per il Patrimonio Culturale del Friuli Venezia Giulia (Erpac), la mostra si inserisce all’interno del programma “GO! 2025&Friends”, rassegna di eventi collegata a “GO! 2025 Nova Gorica – Gorizia Capitale Europea della Cultura”, che coinvolge l’intera regione. Le sedici installazioni selezionate si articolano in un percorso che inizia dalla barchessa di levante, prosegue all’interno del corpo gentilizio e si estende nel parco storico della villa, dove le opere dialogano in modo dinamico con l’architettura barocca e il paesaggio.
Tra i protagonisti della mostra spiccano figure storiche dell’arte contemporanea come Robert Irwin e Giulio Paolini, artisti affermati a livello internazionale come Jeppe Hein, Pae White, Petra Blaisse (Inside Outside) e Gabriel Dawe, insieme a presenze emergenti e significative del panorama italiano come Matteo Negri e Anna Pontel. Alcune installazioni – come quella sonora di Christina Kubisch – introducono anche una dimensione uditiva nello spazio, ampliando ulteriormente il coinvolgimento del pubblico.
Tre importanti ritorni rendono ancora più significativa questa edizione. Dan Graham è presente con Two-Way Mirror Pavilion, un’architettura in vetro e acciaio concessa in prestito da Egidio Marzona, figura di riferimento per il collezionismo internazionale e legato alla storia espositiva di Villa Manin fin dal 2001. Jeppe Hein, già ospite a Passariano nel 2004 con Appearing Rooms, propone oggi Double Ellipse, un labirinto specchiante allestito nel parco. Inoltre, Petra Blaisse con Inside Outside accompagna il visitatore con installazioni tessili che segnano l’ingresso e attraversano il cuore della villa. Le opere di Alberto Garutti e di Patrick Tuttofuoco infine, realizzate nel parco di Villa Manin già nel 2005 in occasione di un’altra mostra, sono state incluse nel percorso di Architetture trasparenti in quanto coerenti con il tema dell’esposizione.
“È un viaggio in cui lo sguardo e il corpo sono chiamati ad attraversare spazi che non sono mai ciò che sembrano”, osserva Guido Comis, direttore artistico di Villa Manin. “Un’esperienza che unisce alla dimensione estetica e concettuale anche un’intenzione ludica ed esperienziale. Non una mostra da osservare a distanza, ma un contesto da abitare, percorrere, vivere”.
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