Cambiare
Dal 16 Maggio 2021 al 17 Ottobre 2021
Udine
Luogo: Casa delle Esposizioni
Indirizzo: Piazza don G.B.Piemonte, Illegio
Orari: DOM: ore 9.30-20.30. | Da MAR a SAB: ore 10.00-19.30. Da agosto aperto anche LUN. Ultimo ingresso 90 minuti prima della chiusura
Telefono per informazioni: +39 0433 44445
E-Mail info: mostra@illegio.it
Sito ufficiale: http://illegio.it
Anzi, lo stesso vivere è in fondo un esser pronti a cambiare; solo l’inanimato e l’inerte restano sempre identici a se stessi. La mostra «Cambiare» è un’avvincente meditazione su quest’esperienza fondamentale della nostra esistenza.
I cambiamenti possono giungere repentini come temporale d’estate, o dipanarsi in ere d’estensione sovrumana come il mutare dei paesaggi o la rotazione delle galassie. Possono riguardare ciò che è inorganico, come le intime fibre della materia, o ciò che è organico, la sua evoluzione di specie in specie e quella dell’umano, che avviene nel destino e nel cuore di ogni singola persona.
Mutano le forme visibili, come le fronde fiorite fragranti di primavera che diventano vampe fiammeggianti di rosso e di giallo sui sentieri di foglie in autunno, come la tenera fragilità del bimbo che inizia a formarsi nel segreto del grembo materno, poi superata dal vigore della giovinezza e nuovamente ricondotta all’essenziale nella fragilità delicata della vecchiezza.
Mutamenti reversibili o irreversibili, provocati dalla necessità di adattarsi all’ambiente o suscitati dalla fedeltà a ciò per cui sentiamo che vale la pena vivere. E misteriosamente, mentre tutto scorre e muta, sentiamo che qualcosa non cambia, rimane.
«Cambiare» mette in mostra questo movimento che riguarda il cosmo e le specie e le coscienze, mettendoci in ascolto della mente e del cuore di grandi artisti che hanno imparato cosa significhi cambiare nella carne viva delle loro storie personali, piene di conquiste e di ferite, e facendoci riscoprire le storie narrate dalle più belle pagine della nostra civiltà: la mitologia classica, la Sacra Scrittura, la letteratura e il teatro, la storia delle rivoluzioni e delle trasformazioni dell’Occidente. E anche il diario della nostra vita, fosse pur scritto solamente sui fogli impalpabili della memoria segreta, conserva pagine simili: visitare la mostra di Illegio sarà ritrovare qualcosa di noi stessi, sfogliando l’anima, sarà come guardarci allo specchio dopo una vita che ci ha lasciato sul volto le rughe di certi momenti e quel taglio dello sguardo, inconfondibile, ereditato da qualcuno che ci voleva bene con tutta la sua forza.
La mostra «Cambiare» coinvolge la mente ed il cuore a contatto con trenta capolavori d’arte di provenienza internazionale, che mettono in scena mezzo millennio di bellezza, dal Cinquecento fino al Novecento. Il racconto appassiona per l’alta qualità delle opere, alcune sorprendenti per lo splendore e per essere d’autori tutti da scoprire, altre a firma degli astri più fulgidi nel cielo dell’arte: Tintoretto, Anton Van Dyck, Claude Monet, Pablo Picasso… La maggior parte di esse sono opere mai vista prima d’oggi in Italia, alcune totalmente inedite.
Come lungo il sentiero che s’inerpica verso una cima tra panorami incantevoli, in mostra saliremo quattro tornanti. Il primo è dedicato all’impulso di cambiare il mondo attorno a noi, con piglio rivoluzionario, o in combattimento con sconvolgimenti della natura e della storia che travolgono e sfidano l’uomo nella sua capacità di reagire e di ricominciare. Il secondo è centrato sui più affascinanti racconti di metamorfosi, dalla mitologia alle favole, che attraverso simboli e drammi colgono nel cambiamento l’essenza meravigliosa e tormentata del nostro vivere. Il terzo ricorda storie di cambiamento interiore, morale e spirituale, di ascesa e di caduta, di smarrimento e di ritorno, fino alla misteriosa mutazione che attende ogni vivente sulla soglia dell’eternità. Dal quarto tornante s’apre il panorama del cambiamento dell’arte e del suo sguardo rivolto alla scena di questo mondo, dalla prospettiva dei maestri antichi fino alle percezioni dell’Impressionismo e alla ricerca di una nuova profondità e di nuovi linguaggi dal Novecento in poi. Amori fatali, misteriose grazie, sparizioni improvvise, trasformazioni mostruose, scelte drammatiche, dolori laceranti, cataclismi improvvisi, scoperte esaltanti, non avvengono nel regno di fantasia di quei racconti e di quei dipinti: essi sono una spiegazione generale della vita. Non l’eternamente immobile, né l’aurea e perduta spensieratezza del passato, ma il domani è il luogo della pienezza. Dal riscatto degli oppressi, che deve avvenire nel tempo, fino al superamento del tempo che attendiamo nell’avvenire, la stessa fede biblica spinge con forza l’uomo a vivere guardando avanti. Mai come in questo momento storico abbiamo bisogno di imparare a farlo con nuova passione. E questa mostra tenterà di suggerirci la via, rammentandoci che se si scrivono racconti di cambiamenti e si dipingono immagini di metamorfosi, è per non lasciarci cambiare in peggio l’anima dalle brutte storie che abbiamo passato, o dalla rassegnazione, o dalla superficialità sguaiata e nevrotica che pietrifica sensibilità e coscienze.
I cambiamenti possono giungere repentini come temporale d’estate, o dipanarsi in ere d’estensione sovrumana come il mutare dei paesaggi o la rotazione delle galassie. Possono riguardare ciò che è inorganico, come le intime fibre della materia, o ciò che è organico, la sua evoluzione di specie in specie e quella dell’umano, che avviene nel destino e nel cuore di ogni singola persona.
Mutano le forme visibili, come le fronde fiorite fragranti di primavera che diventano vampe fiammeggianti di rosso e di giallo sui sentieri di foglie in autunno, come la tenera fragilità del bimbo che inizia a formarsi nel segreto del grembo materno, poi superata dal vigore della giovinezza e nuovamente ricondotta all’essenziale nella fragilità delicata della vecchiezza.
Mutamenti reversibili o irreversibili, provocati dalla necessità di adattarsi all’ambiente o suscitati dalla fedeltà a ciò per cui sentiamo che vale la pena vivere. E misteriosamente, mentre tutto scorre e muta, sentiamo che qualcosa non cambia, rimane.
«Cambiare» mette in mostra questo movimento che riguarda il cosmo e le specie e le coscienze, mettendoci in ascolto della mente e del cuore di grandi artisti che hanno imparato cosa significhi cambiare nella carne viva delle loro storie personali, piene di conquiste e di ferite, e facendoci riscoprire le storie narrate dalle più belle pagine della nostra civiltà: la mitologia classica, la Sacra Scrittura, la letteratura e il teatro, la storia delle rivoluzioni e delle trasformazioni dell’Occidente. E anche il diario della nostra vita, fosse pur scritto solamente sui fogli impalpabili della memoria segreta, conserva pagine simili: visitare la mostra di Illegio sarà ritrovare qualcosa di noi stessi, sfogliando l’anima, sarà come guardarci allo specchio dopo una vita che ci ha lasciato sul volto le rughe di certi momenti e quel taglio dello sguardo, inconfondibile, ereditato da qualcuno che ci voleva bene con tutta la sua forza.
La mostra «Cambiare» coinvolge la mente ed il cuore a contatto con trenta capolavori d’arte di provenienza internazionale, che mettono in scena mezzo millennio di bellezza, dal Cinquecento fino al Novecento. Il racconto appassiona per l’alta qualità delle opere, alcune sorprendenti per lo splendore e per essere d’autori tutti da scoprire, altre a firma degli astri più fulgidi nel cielo dell’arte: Tintoretto, Anton Van Dyck, Claude Monet, Pablo Picasso… La maggior parte di esse sono opere mai vista prima d’oggi in Italia, alcune totalmente inedite.
Come lungo il sentiero che s’inerpica verso una cima tra panorami incantevoli, in mostra saliremo quattro tornanti. Il primo è dedicato all’impulso di cambiare il mondo attorno a noi, con piglio rivoluzionario, o in combattimento con sconvolgimenti della natura e della storia che travolgono e sfidano l’uomo nella sua capacità di reagire e di ricominciare. Il secondo è centrato sui più affascinanti racconti di metamorfosi, dalla mitologia alle favole, che attraverso simboli e drammi colgono nel cambiamento l’essenza meravigliosa e tormentata del nostro vivere. Il terzo ricorda storie di cambiamento interiore, morale e spirituale, di ascesa e di caduta, di smarrimento e di ritorno, fino alla misteriosa mutazione che attende ogni vivente sulla soglia dell’eternità. Dal quarto tornante s’apre il panorama del cambiamento dell’arte e del suo sguardo rivolto alla scena di questo mondo, dalla prospettiva dei maestri antichi fino alle percezioni dell’Impressionismo e alla ricerca di una nuova profondità e di nuovi linguaggi dal Novecento in poi. Amori fatali, misteriose grazie, sparizioni improvvise, trasformazioni mostruose, scelte drammatiche, dolori laceranti, cataclismi improvvisi, scoperte esaltanti, non avvengono nel regno di fantasia di quei racconti e di quei dipinti: essi sono una spiegazione generale della vita. Non l’eternamente immobile, né l’aurea e perduta spensieratezza del passato, ma il domani è il luogo della pienezza. Dal riscatto degli oppressi, che deve avvenire nel tempo, fino al superamento del tempo che attendiamo nell’avvenire, la stessa fede biblica spinge con forza l’uomo a vivere guardando avanti. Mai come in questo momento storico abbiamo bisogno di imparare a farlo con nuova passione. E questa mostra tenterà di suggerirci la via, rammentandoci che se si scrivono racconti di cambiamenti e si dipingono immagini di metamorfosi, è per non lasciarci cambiare in peggio l’anima dalle brutte storie che abbiamo passato, o dalla rassegnazione, o dalla superficialità sguaiata e nevrotica che pietrifica sensibilità e coscienze.
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