Indagini urbane. Mario Sironi, Gabriele Basilico, Elisabeth Scherffig
Dal 28 Settembre 2014 al 16 Novembre 2014
Saronno | Varese
Luogo: Il Chiostro arte contemporanea
Indirizzo: viale Santuario 11
Orari: da martedì a venerdì 10-12.30 / 16-18.30; sabato e domenica 10-12 e pomeriggio su appuntamento
Curatori: Angela Madesani
Telefono per informazioni: +39 02 9622717
E-Mail info: info@ilchiostroarte.it
Sito ufficiale: http://www.ilchiostroarte.it
Indagini urbane inaugura il 28 settembre 2014 presso la galleria Il Chiostro di Saronno. La mostra, curata da Angela Madesani, pone a stretto confronto tre artisti profondamente diversi tra loro: Mario Sironi, Gabriele Basilico ed Elisabeth Scherffig, che hanno, tuttavia, indagato su tematiche affini, in particolare sulla città. Di Sironi (1885-1961), uno dei più importanti artisti della pittura italiana del XX secolo, saranno esposti dipinti e disegni, realizzati tra gli anni venti e gli anni cinquanta, che rappresentano realtà urbane periferiche, di natura industriale. La tavolozza è fredda, drammatica. L'uomo non trova spazio così come nei lavori fotografici di Gabriele Basilico (1944-2013), protagonista indiscusso della fotografia internazionale degli ultimi quarant'anni, in cui la città, con i suoi edifici e le sue strade occupa un ruolo principale. Elisabeth Scherffig, artista tedesca che da molti anni vive in Italia, esporrà alcuni lavori dal suo recente ciclo delle mappe, in cui le mappe, appunto, di diverse città sono ricostruite attraverso la sovrapposizione stratigrafica di diversi disegni su carta da lucido. In tal senso ci viene offerta una straordinaria lettura cronologica, che va in profondità, attraverso uno dei linguaggi tradizionali della storia dell'arte: il disegno.
La mostra resterà aperta sino a al 16 novembre 2014.
Elisabeth Scherffig, nata a Düsseldorf nel 1949, vive e lavora a Milano dal 1970. Ha esposto in prestigiose sedi istituzionali e gallerie private a Milano, New York, Londra, Düsseldorf. Nel 2009 l’editore Baldini Castoldi Dalai le ha dedicato una monografia, Urbs et Civitas, a cura di Angela Madesani, con testi di Gillo Dorfles, Angela Madesani, Antonello Negri. Elisabeth Scherffig analizza lo spazio urbano come organismo in perpetua metamorfosi; la sua tecnica caratteristica è il disegno realizzato con tratto energico e incisivo. Negli ultimi anni l’artista ha usato parallelamente materiali eterogenei quali seta, porcellana, silicone; nelle opere più recenti ha prelevato “calchi” dal suolo urbano per poi ricomporli in strutture trasparenti e leggere che richiamano la classicità e la purezza dei solidi platonici e rinascimentali. Le sue “sculture”, sospese nel vuoto, approfondiscono un dialogo tra la città contemporanea e le forme dell’architettura antica.
Mario Sironi nacque il 12 maggio 1885 a Sassari. Nel 1902 si iscrisse all’Università di Ingegneria a Roma, ma abbandonò ben presto questi studi motivato da disturbi nervosi, oltre che dal desiderio di dedicarsi esclusivamente alla pittura. Dopo aver conosciuto a Roma l’amico Boccioni aderì a Milano nel ’14 al movimento futurista condividendo l’operazione di svecchiamento dell’arte italiana. Nel ’22 fondò con altri pittori il gruppo dei “Sette pittori del Novecento”. Nel ’32 a Roma progettò sale e sculture per il Palazzo delle Esposizioni, nel 1933, anno della presentazione del famoso Manifesto della Pittura murale, allestì a Milano gli spazi per la “Triennale dell’Architettura e delle Arti decorative” e nel ’35 compì l’affresco enorme per l’aula magna dell’Università di Roma L’Italia tra le Arti e le Scienze. Le opere monumentali si susseguirono esaltando il genio dell’artista, ma negli anni Quaranta Sironi riprese la pittura da cavalletto rivisitata in una nuova concezione spaziale, derivata dalle esperienze della pittura murale e dalla scenografia, che continuò a coltivare. Nel 1948, il 5 luglio, la figlia Rossana si suicidò e questo fatto tragico fece entrare il pittore in un forte stato di depressione; intanto le mostre sempre più numerose dedicate alla sua opera incrementarono la sua fama. Alcuni rifiuti di Sironi a partecipare alle edizioni delle Biennali di Venezia degli anni Cinquanta fecero sì che solo dopo dieci anni dalla sua morte, avvenuta il 13 agosto 1961 a Milano, si potesse dedicargli una mostra antologica alla Biennale.
Gabriele Basilico nasce a Milano nel 1944. Inizia a fotografare nei primi anni ’70. Dopo la laurea in architettura si dedica con continuità alla documentazione della città e del paesaggio urbano. Il suo primo progetto fotografico è Milano ritratti di fabbriche 1978-80. Nel 1984-85 con il progetto Bord de mer partecipa, unico italiano, alla Mission Photographique de la DATAR, il grande mandato governativo affidato a un gruppo internazionale di fotografi con lo scopo di rappresentare la trasformazione del paesaggio francese. Nel 1991 partecipa alla mission su Beirut, città devastata dalla guerra civile durata 15 anni. Ha prodotto e partecipato a numerosissimi progetti di documentazione in Italia e all’estero, che hanno generato mostre e libri, tra i quali Porti di mare (1990), L’esperienza dei luoghi (1994), Cityscapes (1999), Intercity (2007). Tra gli ultimi impegni: Silicon Valley su incarico del San Francisco M.O.M.A. , Roma 2007 realizzato per conto del Festival Internazionale di Fotografia 2008, e Mosca Verticale, progetto fotografico sul paesaggio urbano di Mosca, ripreso dalla sommità delle Sette Torri Staliniane. Muore a Milano il 13 febbraio 2013 all’età di 68 anni.
La mostra resterà aperta sino a al 16 novembre 2014.
Elisabeth Scherffig, nata a Düsseldorf nel 1949, vive e lavora a Milano dal 1970. Ha esposto in prestigiose sedi istituzionali e gallerie private a Milano, New York, Londra, Düsseldorf. Nel 2009 l’editore Baldini Castoldi Dalai le ha dedicato una monografia, Urbs et Civitas, a cura di Angela Madesani, con testi di Gillo Dorfles, Angela Madesani, Antonello Negri. Elisabeth Scherffig analizza lo spazio urbano come organismo in perpetua metamorfosi; la sua tecnica caratteristica è il disegno realizzato con tratto energico e incisivo. Negli ultimi anni l’artista ha usato parallelamente materiali eterogenei quali seta, porcellana, silicone; nelle opere più recenti ha prelevato “calchi” dal suolo urbano per poi ricomporli in strutture trasparenti e leggere che richiamano la classicità e la purezza dei solidi platonici e rinascimentali. Le sue “sculture”, sospese nel vuoto, approfondiscono un dialogo tra la città contemporanea e le forme dell’architettura antica.
Mario Sironi nacque il 12 maggio 1885 a Sassari. Nel 1902 si iscrisse all’Università di Ingegneria a Roma, ma abbandonò ben presto questi studi motivato da disturbi nervosi, oltre che dal desiderio di dedicarsi esclusivamente alla pittura. Dopo aver conosciuto a Roma l’amico Boccioni aderì a Milano nel ’14 al movimento futurista condividendo l’operazione di svecchiamento dell’arte italiana. Nel ’22 fondò con altri pittori il gruppo dei “Sette pittori del Novecento”. Nel ’32 a Roma progettò sale e sculture per il Palazzo delle Esposizioni, nel 1933, anno della presentazione del famoso Manifesto della Pittura murale, allestì a Milano gli spazi per la “Triennale dell’Architettura e delle Arti decorative” e nel ’35 compì l’affresco enorme per l’aula magna dell’Università di Roma L’Italia tra le Arti e le Scienze. Le opere monumentali si susseguirono esaltando il genio dell’artista, ma negli anni Quaranta Sironi riprese la pittura da cavalletto rivisitata in una nuova concezione spaziale, derivata dalle esperienze della pittura murale e dalla scenografia, che continuò a coltivare. Nel 1948, il 5 luglio, la figlia Rossana si suicidò e questo fatto tragico fece entrare il pittore in un forte stato di depressione; intanto le mostre sempre più numerose dedicate alla sua opera incrementarono la sua fama. Alcuni rifiuti di Sironi a partecipare alle edizioni delle Biennali di Venezia degli anni Cinquanta fecero sì che solo dopo dieci anni dalla sua morte, avvenuta il 13 agosto 1961 a Milano, si potesse dedicargli una mostra antologica alla Biennale.
Gabriele Basilico nasce a Milano nel 1944. Inizia a fotografare nei primi anni ’70. Dopo la laurea in architettura si dedica con continuità alla documentazione della città e del paesaggio urbano. Il suo primo progetto fotografico è Milano ritratti di fabbriche 1978-80. Nel 1984-85 con il progetto Bord de mer partecipa, unico italiano, alla Mission Photographique de la DATAR, il grande mandato governativo affidato a un gruppo internazionale di fotografi con lo scopo di rappresentare la trasformazione del paesaggio francese. Nel 1991 partecipa alla mission su Beirut, città devastata dalla guerra civile durata 15 anni. Ha prodotto e partecipato a numerosissimi progetti di documentazione in Italia e all’estero, che hanno generato mostre e libri, tra i quali Porti di mare (1990), L’esperienza dei luoghi (1994), Cityscapes (1999), Intercity (2007). Tra gli ultimi impegni: Silicon Valley su incarico del San Francisco M.O.M.A. , Roma 2007 realizzato per conto del Festival Internazionale di Fotografia 2008, e Mosca Verticale, progetto fotografico sul paesaggio urbano di Mosca, ripreso dalla sommità delle Sette Torri Staliniane. Muore a Milano il 13 febbraio 2013 all’età di 68 anni.
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