Andrea Mastrovito. La Diseducazione al Reale

© Andrea Mastrovito / Galleria Michela Rizzo - Venezia | Andrea Mastrovito, Feld der Wunder - dettaglio frottage a matita su carta, 2020

 

Dal 05 Aprile 2020 al 16 Maggio 2020

Venezia

Luogo: Galleria Michela Rizzo

Indirizzo: Giudecca 800Q

Orari: Lunedì chiuso. Martedì – Sabato ore 11 – 18 e su appuntamento previa richiesta

Curatori: Alberto Fiz

Telefono per informazioni: +39 0418391711

E-Mail info: info@galleriamichelarizzo.net

Sito ufficiale: http://www.galleriamichelarizzo.net



Sabato 4 aprile alle 12 la Galleria Michela Rizzo inaugura, per la prima volta, una mostra personale di Andrea Mastrovito, tra i più significativi artisti della sua generazione. La Diseducazione al Reale è curata da Alberto Fiz e propone oltre 30 opere e una serie di lavori ideati specificatamente per lo spazio veneziano.

Dopo il successo ottenuto nei mesi scorsi dalle sue personali alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma e alla Fondation Bullukian di Lione con un evento ufficiale della 15.ma Biennale di Lione, Mastrovito, tra i vincitori dell'edizione 2019 dell'Italian Council, torna, dopo molti anni, a esporre in uno spazio privato italiano con una mostra del tutto innovativa incentrata sull'uso del disegno inteso non come un surrogato della pittura, bensì come tecnica in grado di stravolgere il processo visivo.

Come viene percepita la realtà? Come si modifica la verità soggettiva? Chi sta raccontando cosa? Sono solo alcune delle domande che sono poste in evidenza dall'indagine di Mastrovito. Attraverso una serie di rielaborazioni e interpretazioni, il disegno viene esplorato come copia, come traccia e impronta, come metamorfosi o negazione

Proprio la matita è il filo rosso che unisce i due film realizzati da Mastrovito, Nysferatu (2018) composto da ben 35 mila disegni e I Am Not Legend, il progetto vincitore dell'Italian Council che verrà presentato nei prossimi mesi e dove l'artista agisce sulla cancellazione, utilizzata come parabola della perdita d’identità e di memoria storica del nostro tempo.

La Diseducazione al Reale si pone come rinnovato percorso d'indagine in un contesto che sintetizza le tradizionali modalità dell'artista con le sperimentazioni più recenti. Ne emerge, come spiega Alberto Fiz "una presa di coscienza rispetto a un reale che esce di senno e sfugge a ogni definizione, in una progressiva integrazione di elementi, solo in apparenza antitetici".

Il concetto di diseducazione nasce da una riflessione sulla funzione dell’arte e, in questa circostanza, vengono utilizzati elementi iconici della sfera educativa e ludica secondo un progressivo ribaltamento. “L'arte non deve rispondere alle logiche del politically correct, né tantomeno sottostare alle convenzioni sociali, etiche o politiche” afferma Andrea Mastrovito.

Nel percorso di mostra, la presenza di elementi della nostra infanzia, di oggetti legati alla formazione scolastica o pedagogica, appaiono come un richiamo intenzionale e fuorviante. I righelli colorati e le lavagne, senza mai perdere del tutto il loro significato originario, si trasformano in materiali d'uso dove il disegno si impone per raccontare vicende mitologiche o fiabe paradossali caratterizzate da infiniti rimandi e interferenze semantiche.

Ed è proprio attraverso il disegno che si può studiare, reinterpretare e riscrivere il reale. Con questa modalità, Mastrovito intende posizionare il disegno come linguaggio contrapposto alla scrittura, perché, come suggerito da Alighiero Boetti in Scrivere con la sinistra è disegnare, il disegno rappresenta l'origine e la fine della scrittura stessa. Va poi sottolineato come il mondo dei contrasti e delle iperbole, temi centrali della sua ricerca, emergano ancora una volta con insistenza nel rapporto vita/morte, luce/buio, bene/male.

All’interno degli ampi spazi della Galleria Michela Rizzo, il percorso è composto da oltre 30 opere, la maggior parte inedite, e suddiviso per sezioni tematiche: ogni scelta è frutto di un processo che ripercorre parte delle ossessioni dell’artista e le sue ricerche recenti in modo da offrire una panoramica esaustiva del suo lavoro, con una parte di produzione che esplora un media assolutamente nuovo.

La mostra si compone di cinque sezioni:

Le ultime pagine racchiude alcuni trompe-l'oeil che riproducono una selezione di ultime pagine di romanzi derivati (è quello che gli americano descrivono come novelization) con una pratica che perpetua la copia sia scritta che raffigurata.

Storia di un fiore consiste in quattro grandi frottage su carta, ricalcati da una composizione di monete mediante una tecnica ludica infantile, riflettono attorno all'idea di bugia e di denaro. Conversazioni descrive una ricerca che caratterizza il lavoro di Mastrovito negli ultimi anni, in cui lo stream of consciousness prende forma attraverso accostamenti tra disegni a matita ed elementi materici.

L’uomo che poteva fare miracoli è una selezione di lightbox composta da righelli colorati che, partendo dal Mito della Caverna di Platone, ruota attorno al concetto di percezione di un oggetto a seconda del contesto.

La diseducazione al reale è la sezione più ricca perché accanto alla recente ricerca sugli intarsi, viene esposta un’istallazione inedita di tre polittici di lavagne con disegni in gesso che occuperà la stanza al piano superiore della galleria.

Andrea Mastrovito (Bergamo, 1978), artista, regista e autore di libri, si è formato in Italia e vive tra Bergamo e New York. Il suo percorso si concentra sul disegno alternando il lavoro in studio a interventi installativi e performativi. Ha vinto nel 2007 il New York Prize, nel 2012 il Moroso Prize, nel 2016 il Premio Ermanno Casoli e nel 2019 l’Italian Council. Tra le personali, Le Monde Est Une Invention sans Futur, Fondation Bullukian e 15° Biennale di Lione e Very Bad Things, La Galleria Nazionale a Roma (2019); Symphony of a Century, Kunsthalle, Osnabruck (2018); Here the Dreamers Sleep, Museo Andersen, Roma (2015); At the End of the Line, GAMEC, Bergamo (2014) e Le Cinque Giornate, Museo del Novecento di Milano (2011). Il suo lavoro da regista comprende i due film NYsferatu (2018) e I Am Not A Legend che verrà presentato nei prossimi mesi. Il suo lavoro è stato incluso in numerose istituzioni in Europa e Stati Uniti, tra cui Museum of Art and Design, New York; MAXXI Museo delle Arti del XXI secolo, Roma; Palazzo delle Esposizioni, Roma; Manchester Art Gallery, Manchester; B.P.S. 22, Charleroi; Museum of Contemporary Design and Applied Arts, Lausanne.

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