Andrea Valleri. Palingenesi
Dal 19 Giugno 2021 al 10 Luglio 2021
Venezia
Luogo: Chiostro dei SS. Cosma e Damiano
Indirizzo: Giudecca 624-625
Orari: : dal lunedì al sabato, dalle 16.00 alle 19.00
Telefono per informazioni: +39 041 5230357
E-Mail info: venezia@continiarte.com
Sito ufficiale: http://www.continiarte.com
Dal 19 giugno al 10 luglio 2021, presso la sede della Fondazione Bevilacqua La Masa all’isola della Giudecca nel suggestivo Chiostro SS. Cosma e Damiano è visitabile la mostra Palingenesi, dell’artista veneziano Andrea Valleri.
Rappresentato in esclusiva dalla Galleria d’Arte Contini di Venezia e Cortina d’Ampezzo, Valleri si afferma nel panorama artistico contemporaneo grazie alla sua continua e assidua ricerca di un fecondo e costante dialogo tra l’arte del passato e il linguaggio attuale.
Questa mostra nasce proprio dalla volontà di investigare il presente che rinasce, dopo un lungo e doloroso periodo di stallo sia sociale che culturale, rinnovato, influenzato da nuove esperienze e da una nuova coscienza umana.
La mostra si compone di una raccolta di opere pittoriche e scultoree nella quali è puntualmente espressa la poetica dell’artista che si mostra attraverso la forza evocativa e simbolica degli antichi miti, le idee e gli scenari del mondo classico, le angosce e le contraddizioni proprie dell’uomo post-moderno.
Attraverso un linguaggio che unisce Pop Art ed ermeneutica, Valleri si cala nell’indagine e nella scoperta del classico per riportarlo alla luce e dimostrare come i valori fondamentali di comunicazione e relazione umana con la storia e con il vissuto, siano concretamente presenti nella contemporaneità e risultino fondamentali a identificare la nostra concezione e la nostra percezione del mondo.
Mentre la tecnologia, lo stile di vita attuale e il postmoderno mirano a scardinare l’idea di un profondo legame con il passato e la tradizione l’arte di Valleri si propone come un dialogo fluido tra il prima e l’ora.
Nelle opere pittoriche lo stile compositivo si sviluppa partendo dal figurativo reso poi estraniante dall’utilizzo di colori acrilici carichi e intensi che, stesi sulla tela con originale gestualità, decostruisco l’immagine in luci ed ombre, evidenziandone i volumi e i contorni.
L’artista sceglie i suoi soggetti ricavandoli dal proprio vissuto: fluidi paesaggi veneziani, chiese imponenti, palazzi antichi e scorci di monumenti in rovina, che evocano il nostro legame indelebile con la storia e con il passato.
Ne è un esempio la splendida veduta dell’Isola di San Giorgio, Palingenesi - San Giorgio (2021), i toni che vanno dal rosso all’arancio intenso sono stesi sulla tela immergendo la silhouette nera della chiesa in un’alba infuocata, quasi primordiale. L’architettura, metafora della costruzione dell’io, sembra risorgere, rinnovata, dalle placide acque.
Metafora della vita è anche l’opera Palingenesi - Anfiteatro Flavio del 2021: il Colosseo si staglia, illuminato dall’interno, su di un cielo blu intenso, e si mostra nella sua interezza come simbolo di combattimenti, di sfide che appartengo alla vita e al quotidiano.
Nella scultura, è la materia stessa dell’opera a costituire una sintesi armonica in cui gli elementi si compenetrano, creando forme arcaiche che evocano gli archetipi del nostro inconscio collettivo. La scelta stessa dei componenti materiali della scultura, quali il legno e la pietra, è un’ulteriore indicazione della propensione dell’artista a rievocare l’antico e le origini che, come radici, sono le fondamenta dell’uomo contemporaneo.
Esempio emblematico è la scultura La Pizia del 2019, sacerdotessa di Apollo che dava i responsi nel santuario di Delfi, rappresentata con un corpo ligneo e rigido con un volto appena accennato caratterizzato da delle incisioni che identificano le linee degli occhi e del naso, priva di bocca quasi a metafora di un futuro celato. Davanti a quest’opera l’osservatore si sente magneticamente catturato e coinvolto e la volontà dell’artista, è proprio quella di spronare chi guarda ad indagare se stesso.
L’indagine di sé stessi porta alla rinascita, concetto reso tangibile nell’opera La Fenice (2021), un uccello mitico metafora del risorgere rappresentata dall’artista come una figura esile e allungata dotata di un becco adunco che gli conferisce un aspetto volutamente destabilizzante e profondamente leggendario.
Avvicinarsi all’arte di Valleri può costituire un’interessante avventura spirituale, un’apertura ad un dialogo universale e interminabile che ci guida nei labirinti del pensiero al fine di stimolare la coscienza ad arricchire la propria dimensione interiore.
Andrea Valleri nasce a Venezia il 14 dicembre 1959.Dopo gli studi licealiclassici,si laurea in filosofia nel 1985. Veneziano di origine e greco di adozione, inizia la sua carriera nell’insegnamento come lettore madrelingua italiana ad Atene. Dal 1989 insegna filosofia presso l’istituto “Cavanis” di Venezia. Nelle sue opere la forza simbolica degli antichi miti e gli scenari del mondo classico si accompagnano ad un linguaggio contemporaneo derivato dalla Pop Art che ne amplifica il messaggio per il visitatore moderno. La ricerca intellettuale e filosofica tende alla creazione di un’arte che si compone di frammenti compenetrati, sintesi della memoria storica e culturale collettiva. L’arte di Valleri vuole ricollegare lo spettatore alla tradizione storica dalla quale proviene e di cui ne costituisce le basi solide. È infatti la cultura greca quella che emerge, sia a livello dei soggetti, sia come dimensione subliminale, poiché l'artista la considera la matrice semantica, ideale ed epistemologica di tutta la tradizione occidentale. Le opere di Andrea Valleri sono state esposte in diverse mostre personali e collettive sia in Italia che all’estero. Da qualche anno l’artista è rappresentato dalla Galleria d’Arte Contini di Venezia e Cortina d’Ampezzo.
Rappresentato in esclusiva dalla Galleria d’Arte Contini di Venezia e Cortina d’Ampezzo, Valleri si afferma nel panorama artistico contemporaneo grazie alla sua continua e assidua ricerca di un fecondo e costante dialogo tra l’arte del passato e il linguaggio attuale.
Questa mostra nasce proprio dalla volontà di investigare il presente che rinasce, dopo un lungo e doloroso periodo di stallo sia sociale che culturale, rinnovato, influenzato da nuove esperienze e da una nuova coscienza umana.
La mostra si compone di una raccolta di opere pittoriche e scultoree nella quali è puntualmente espressa la poetica dell’artista che si mostra attraverso la forza evocativa e simbolica degli antichi miti, le idee e gli scenari del mondo classico, le angosce e le contraddizioni proprie dell’uomo post-moderno.
Attraverso un linguaggio che unisce Pop Art ed ermeneutica, Valleri si cala nell’indagine e nella scoperta del classico per riportarlo alla luce e dimostrare come i valori fondamentali di comunicazione e relazione umana con la storia e con il vissuto, siano concretamente presenti nella contemporaneità e risultino fondamentali a identificare la nostra concezione e la nostra percezione del mondo.
Mentre la tecnologia, lo stile di vita attuale e il postmoderno mirano a scardinare l’idea di un profondo legame con il passato e la tradizione l’arte di Valleri si propone come un dialogo fluido tra il prima e l’ora.
Nelle opere pittoriche lo stile compositivo si sviluppa partendo dal figurativo reso poi estraniante dall’utilizzo di colori acrilici carichi e intensi che, stesi sulla tela con originale gestualità, decostruisco l’immagine in luci ed ombre, evidenziandone i volumi e i contorni.
L’artista sceglie i suoi soggetti ricavandoli dal proprio vissuto: fluidi paesaggi veneziani, chiese imponenti, palazzi antichi e scorci di monumenti in rovina, che evocano il nostro legame indelebile con la storia e con il passato.
Ne è un esempio la splendida veduta dell’Isola di San Giorgio, Palingenesi - San Giorgio (2021), i toni che vanno dal rosso all’arancio intenso sono stesi sulla tela immergendo la silhouette nera della chiesa in un’alba infuocata, quasi primordiale. L’architettura, metafora della costruzione dell’io, sembra risorgere, rinnovata, dalle placide acque.
Metafora della vita è anche l’opera Palingenesi - Anfiteatro Flavio del 2021: il Colosseo si staglia, illuminato dall’interno, su di un cielo blu intenso, e si mostra nella sua interezza come simbolo di combattimenti, di sfide che appartengo alla vita e al quotidiano.
Nella scultura, è la materia stessa dell’opera a costituire una sintesi armonica in cui gli elementi si compenetrano, creando forme arcaiche che evocano gli archetipi del nostro inconscio collettivo. La scelta stessa dei componenti materiali della scultura, quali il legno e la pietra, è un’ulteriore indicazione della propensione dell’artista a rievocare l’antico e le origini che, come radici, sono le fondamenta dell’uomo contemporaneo.
Esempio emblematico è la scultura La Pizia del 2019, sacerdotessa di Apollo che dava i responsi nel santuario di Delfi, rappresentata con un corpo ligneo e rigido con un volto appena accennato caratterizzato da delle incisioni che identificano le linee degli occhi e del naso, priva di bocca quasi a metafora di un futuro celato. Davanti a quest’opera l’osservatore si sente magneticamente catturato e coinvolto e la volontà dell’artista, è proprio quella di spronare chi guarda ad indagare se stesso.
L’indagine di sé stessi porta alla rinascita, concetto reso tangibile nell’opera La Fenice (2021), un uccello mitico metafora del risorgere rappresentata dall’artista come una figura esile e allungata dotata di un becco adunco che gli conferisce un aspetto volutamente destabilizzante e profondamente leggendario.
Avvicinarsi all’arte di Valleri può costituire un’interessante avventura spirituale, un’apertura ad un dialogo universale e interminabile che ci guida nei labirinti del pensiero al fine di stimolare la coscienza ad arricchire la propria dimensione interiore.
Andrea Valleri nasce a Venezia il 14 dicembre 1959.Dopo gli studi licealiclassici,si laurea in filosofia nel 1985. Veneziano di origine e greco di adozione, inizia la sua carriera nell’insegnamento come lettore madrelingua italiana ad Atene. Dal 1989 insegna filosofia presso l’istituto “Cavanis” di Venezia. Nelle sue opere la forza simbolica degli antichi miti e gli scenari del mondo classico si accompagnano ad un linguaggio contemporaneo derivato dalla Pop Art che ne amplifica il messaggio per il visitatore moderno. La ricerca intellettuale e filosofica tende alla creazione di un’arte che si compone di frammenti compenetrati, sintesi della memoria storica e culturale collettiva. L’arte di Valleri vuole ricollegare lo spettatore alla tradizione storica dalla quale proviene e di cui ne costituisce le basi solide. È infatti la cultura greca quella che emerge, sia a livello dei soggetti, sia come dimensione subliminale, poiché l'artista la considera la matrice semantica, ideale ed epistemologica di tutta la tradizione occidentale. Le opere di Andrea Valleri sono state esposte in diverse mostre personali e collettive sia in Italia che all’estero. Da qualche anno l’artista è rappresentato dalla Galleria d’Arte Contini di Venezia e Cortina d’Ampezzo.
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