Dietmar Brixy. The Description of the World
Dal 23 Agosto 2024 al 21 Settembre 2024
Venezia
Luogo: Biblioteca Nazionale Marciana
Indirizzo: Piazza San Marco 52
Orari: Lun - Ven 10 - 18 (ultimo ingresso alle 17)
Curatori: Tayfun Belgin
Enti promotori:
- Dirk Geuer in collaborazione con il Ministero della Cultura
In concomitanza con la 60ª Biennale Arte di Venezia, l’artista tedesco Dietmar Brixy, espone a Venezia le sue coloratissime opere riunite sotto il titolo The Description of the World. La mostra aprirà sabato 24 agosto nel prestigioso Salone Sansoviniano della Biblioteca Nazionale Marciana in Piazza San Marco (con entrata al museo sempre tramite il Museo Correr) e proseguirà fino al 21 settembre.
Il titolo dell’esposizione ovviamente fa riferimento a Il Milione, l’opera del commerciante e viaggiatore veneziano Marco Polo, di cui quest’anno ricorre il 700° anniversario della morte e la cui figura è celebrata nella grande mostra documentaria, allestita nel sontuoso Palazzo Ducale a Venezia, dal titolo I mondi di Marco Polo. Il viaggio di un mercante veneziano del Duecento.
Creando una sorta di parallelo temporale, Brixy onora l’anniversario scegliendo di ricordare il Marco Polo viaggiatore con una "lettura" del mondo in chiave contemporanea, operazione potente grazie alla forza evocativa dell’immagine che l’Artista di Mannheim affida alle cromie delle sue opere.
Allo stesso tempo Brixy include nella sua presentazione la collezione della prestigiosa biblioteca con i suoi antichi mappamondi e le carte geografiche: insieme alle pitture murali di Tiziano, Veronese, Tintoretto e altri artisti del Rinascimento veneziano, la mostra temporanea diventa un’esperienza intrigante per il visitatore.
I viaggi e gli incontri con molteplici culture straniere sono sempre stati una fonte di ispirazione per gli artisti e anche per Dietmar Brixy, essendo egli stesso un viaggiatore e un esploratore. I suoi viaggi lo hanno portato in vari paesi europei, ma anche in Malesia, Messico, India, Bali, Thailandia, Seichelles e Stati Uniti d’America. Negli anni Brixy ha creato un approccio unico per rappresentare le sue esperienze e la sua percezione con le sue opere d’arte e, a Venezia, esporrà un mix di opere scelte tra le serie artistiche Happy, Reflect e Journey e vari Tondi, conosciuti come Bamboo Bubbles. Le sue composizioni sembrano un caleidoscopio di colori vibranti che rivela al centro paesaggi fantastici. Questa moltitudine di strutture e di forme consentono al visitatore di immergersi in un mondo sconosciuto, ma familiare. Il fulcro della mostra è una installazione ottagonale alta tre metri tutta da scoprire, poiché capace di rendere tridimensionale il lavoro pittorico di Brixy.
Curata da Tayfun Belgin, già direttore dell’Osthaus Museum di Hagen, la mostra di Brixy appartiene a un progetto di mostre intitolato At Home Abroad, che consiste in quattro esposizioni consecutive di artisti contemporanei nel Salone Sansoviniano che, in aderenza al tema della 60ª Biennale d’arte veneziana - foreigners everywhere - affrontano in modo artistico le tematiche dell’essere straniero. Il progetto artistico è stato creato dall’organizzatore Dirk Geuer in collaborazione con il Ministero della Cultura.
«Esattamente come gli scritti di Marco Polo - commenta l’organizzatore Dirk Geuer - le opere dai colori vivaci dell’artista Dietmar Brixy invitano lo spettatore a confrontarsi con il mondo in quanto luogo di incontri e di convivenza».
Il curatore della mostra, Belgin, aggiunge: «Dietmar Brixy ci presenta un dipinto che percepiamo come un palcoscenico. Ci prende per mano e ci conduce in questo universo in cui voltando lo sguardo da sinistra a destra e dall’alto verso il basso, ci troviamo lo sguardo catturato al centro del dipinto e in un luogo fantastico. Questo potente ritmo cromatico e questa moltitudine di colori tratti dalla natura e dai suoi infiniti fenomeni, ci lascia inizialmente senza parole».
Stefano Trovato, direttore della Biblioteca Marciana di Venezia, osserva che le opere di Dietmar Brixy «aggiungono una nuova sfida esegetica, oltre a quella che da secoli i dipinti del Salone Sansoviniano, con i loro simboli a prima vista misteriosi, impongono ai visitatori».
Nato nel 1961 a Mannheim, in Germania, Dietmar Brixy si forma alla Accademia statale delle arti figurative a Karlsruhe e dal 1991 intraprende con molto successo la sua carriera come artista indipendente. Le sue opere sono state esposte in rinomati musei e sono inoltre presenti a livello internazionale in gallerie e fiere dell’arte fra cui Francia, Stati Uniti D’America e Corea del Sud, e sono presenti in importanti collezioni d’arte istituzionali e private.
Le composizioni espressive di Brixy sono caratterizzate da colori vivaci, che applica sulla tela con pennelli, spatole, pettini e a mani nude in un processo che oscilla tra calma meditativa e vivace dinamismo. Le strutture multistrato, i campi di colore e le forme appaiono nella loro interezza come un caleidoscopio e aprono allo spettatore un mondo che sembra allo stesso tempo strano e familiare. È come se Brixy superasse i confini della realtà. Strato dopo strato, ci trascina in profondità nelle sue composizioni. Come un sipario, le forme ornamentali rivelano un centro delicato e scintillante in cui paesaggi fantastici catturano il nostro sguardo.
L'artista trova la sua ispirazione nella natura, sia nel suo giardino paradisiaco di Mannheim, sia in regioni lontane del mondo. Nell'isola canaria di La Palma, per esempio, l'artista ha scoperto l'onnipresente foglia di fico, che da allora è un motivo ricorrente nei suoi dipinti. L'artista immerge le foglie coriacee in colori a olio diluiti, le applica sulla tela e successivamente le rimuove dallo strato di colore dell'impasto. Gli elementi suggestivi combinano la realtà con il paesaggio astratto come motivo rappresentativo.
Una specialità dell'opera di Dietmar Brixy sono i suoi tondi, le cosiddette “bolle di bambù”. Come un mappamondo che mostra i continenti, gli oceani e il corso della rotazione terrestre, le immagini circolari illustrano l'eterno movimento e il cambiamento permanente della vita. Simboleggiano la crescita e il decadimento della natura, i suoi cicli, ma anche la diversità del mondo e la diversità di culture e identità che confluiscono in un collage armonioso. L'artista cattura l'essenza dell'universo e la esprime su tela sotto forma di vibranti esplosioni di colore e cifrature naturali.
Con l'installazione alta tre metri Endless Journey, creata appositamente per la mostra di Venezia, Brixy trasferisce per la prima volta il suo lavoro pittorico nella terza dimensione. Su otto pannelli, l'artista accende un vero e proprio fuoco d'artificio di colori e forme in un ampio panorama calpestabile, permettendo ai visitatori di sperimentare la sua arte in un modo spaziale completamente nuovo. La sua pianta ottagonale riprende la forma e le dimensioni del dipinto di Tiziano che la sovrasta, entrando così in dialogo con il suo ambiente storico.
«Il mio mondo pittorico deve essere aperto allo spettatore in termini di leggibilità», così Brixy formula le esigenze che pone alla propria arte. Quando si rende conto di questo requisito nei suoi dipinti, sembra che i colori si scatenino come in una frenesia. Il colore liberato si fonde in superfici iridescenti e gradienti informi, formando strisce trasparenti, gocce opache o serpeggiando, a volte orizzontalmente, a volte verticalmente, in flussi di colore in rilievo sulla tela. Occasionalmente si ripiega in rigonfiamenti o si riunisce per creare isole tattili dai laghi di colore. Elementi pittorici come questi trascendono la linea sottile tra astrazione e figurazione. Le forme emergono dall'energia di una materia cromatica originariamente informe, a volte ancora fugace, a volte già manifestata. Il pittore è interessato a questo processo di ricerca della forma da parte del colore. «Per me il processo è sempre in primo piano. Voglio essere sorpreso. Voglio abbandonarmi senza riserve alla magia della creazione del quadro», così l’Artista descrive il suo approccio.
Per la sua pittura espressiva applica da sette a nove strati di pittura a olio. Dopo aver preparato la tela con il nero, segue una fase di action painting, durante la quale il pennello lascia tracce casuali di colore sulla tela. Poi applica a mano i segni colorati. Questa è l'ouverture del vigoroso processo pittorico che segue, nel corso del quale l'artista si impegna pienamente con il processo del divenire e del trapassare. Utilizzando vari strumenti, Brixy lavora il colore, lo mescola e lo applica direttamente sulla superficie pittorica da tubi o secchi. Poi strofina, spalma, scava, modella, contorna, applica e rimuove la pittura. L'artista controlla ripetutamente i risultati, li soppesa e interviene. La profondità e l'intensità del colore, la saturazione della superficie e gli spazi vuoti, le ripetizioni o le apparizioni singolari attirano la sua attenzione e stimolano reazioni spontanee nella sua mente sperimentale. Le forme di foglie vengono quindi pressate nella pittura o un quadro viene dinamizzato da colate di colore. Il risultato finale è un'immagine indipendente e libera, un tessuto organico evolutivo caratterizzato da una propria ineluttabile dinamica.
L’apertura della mostra sarà venerdì 23 agosto alle 17.
Il titolo dell’esposizione ovviamente fa riferimento a Il Milione, l’opera del commerciante e viaggiatore veneziano Marco Polo, di cui quest’anno ricorre il 700° anniversario della morte e la cui figura è celebrata nella grande mostra documentaria, allestita nel sontuoso Palazzo Ducale a Venezia, dal titolo I mondi di Marco Polo. Il viaggio di un mercante veneziano del Duecento.
Creando una sorta di parallelo temporale, Brixy onora l’anniversario scegliendo di ricordare il Marco Polo viaggiatore con una "lettura" del mondo in chiave contemporanea, operazione potente grazie alla forza evocativa dell’immagine che l’Artista di Mannheim affida alle cromie delle sue opere.
Allo stesso tempo Brixy include nella sua presentazione la collezione della prestigiosa biblioteca con i suoi antichi mappamondi e le carte geografiche: insieme alle pitture murali di Tiziano, Veronese, Tintoretto e altri artisti del Rinascimento veneziano, la mostra temporanea diventa un’esperienza intrigante per il visitatore.
I viaggi e gli incontri con molteplici culture straniere sono sempre stati una fonte di ispirazione per gli artisti e anche per Dietmar Brixy, essendo egli stesso un viaggiatore e un esploratore. I suoi viaggi lo hanno portato in vari paesi europei, ma anche in Malesia, Messico, India, Bali, Thailandia, Seichelles e Stati Uniti d’America. Negli anni Brixy ha creato un approccio unico per rappresentare le sue esperienze e la sua percezione con le sue opere d’arte e, a Venezia, esporrà un mix di opere scelte tra le serie artistiche Happy, Reflect e Journey e vari Tondi, conosciuti come Bamboo Bubbles. Le sue composizioni sembrano un caleidoscopio di colori vibranti che rivela al centro paesaggi fantastici. Questa moltitudine di strutture e di forme consentono al visitatore di immergersi in un mondo sconosciuto, ma familiare. Il fulcro della mostra è una installazione ottagonale alta tre metri tutta da scoprire, poiché capace di rendere tridimensionale il lavoro pittorico di Brixy.
Curata da Tayfun Belgin, già direttore dell’Osthaus Museum di Hagen, la mostra di Brixy appartiene a un progetto di mostre intitolato At Home Abroad, che consiste in quattro esposizioni consecutive di artisti contemporanei nel Salone Sansoviniano che, in aderenza al tema della 60ª Biennale d’arte veneziana - foreigners everywhere - affrontano in modo artistico le tematiche dell’essere straniero. Il progetto artistico è stato creato dall’organizzatore Dirk Geuer in collaborazione con il Ministero della Cultura.
«Esattamente come gli scritti di Marco Polo - commenta l’organizzatore Dirk Geuer - le opere dai colori vivaci dell’artista Dietmar Brixy invitano lo spettatore a confrontarsi con il mondo in quanto luogo di incontri e di convivenza».
Il curatore della mostra, Belgin, aggiunge: «Dietmar Brixy ci presenta un dipinto che percepiamo come un palcoscenico. Ci prende per mano e ci conduce in questo universo in cui voltando lo sguardo da sinistra a destra e dall’alto verso il basso, ci troviamo lo sguardo catturato al centro del dipinto e in un luogo fantastico. Questo potente ritmo cromatico e questa moltitudine di colori tratti dalla natura e dai suoi infiniti fenomeni, ci lascia inizialmente senza parole».
Stefano Trovato, direttore della Biblioteca Marciana di Venezia, osserva che le opere di Dietmar Brixy «aggiungono una nuova sfida esegetica, oltre a quella che da secoli i dipinti del Salone Sansoviniano, con i loro simboli a prima vista misteriosi, impongono ai visitatori».
Nato nel 1961 a Mannheim, in Germania, Dietmar Brixy si forma alla Accademia statale delle arti figurative a Karlsruhe e dal 1991 intraprende con molto successo la sua carriera come artista indipendente. Le sue opere sono state esposte in rinomati musei e sono inoltre presenti a livello internazionale in gallerie e fiere dell’arte fra cui Francia, Stati Uniti D’America e Corea del Sud, e sono presenti in importanti collezioni d’arte istituzionali e private.
Le composizioni espressive di Brixy sono caratterizzate da colori vivaci, che applica sulla tela con pennelli, spatole, pettini e a mani nude in un processo che oscilla tra calma meditativa e vivace dinamismo. Le strutture multistrato, i campi di colore e le forme appaiono nella loro interezza come un caleidoscopio e aprono allo spettatore un mondo che sembra allo stesso tempo strano e familiare. È come se Brixy superasse i confini della realtà. Strato dopo strato, ci trascina in profondità nelle sue composizioni. Come un sipario, le forme ornamentali rivelano un centro delicato e scintillante in cui paesaggi fantastici catturano il nostro sguardo.
L'artista trova la sua ispirazione nella natura, sia nel suo giardino paradisiaco di Mannheim, sia in regioni lontane del mondo. Nell'isola canaria di La Palma, per esempio, l'artista ha scoperto l'onnipresente foglia di fico, che da allora è un motivo ricorrente nei suoi dipinti. L'artista immerge le foglie coriacee in colori a olio diluiti, le applica sulla tela e successivamente le rimuove dallo strato di colore dell'impasto. Gli elementi suggestivi combinano la realtà con il paesaggio astratto come motivo rappresentativo.
Una specialità dell'opera di Dietmar Brixy sono i suoi tondi, le cosiddette “bolle di bambù”. Come un mappamondo che mostra i continenti, gli oceani e il corso della rotazione terrestre, le immagini circolari illustrano l'eterno movimento e il cambiamento permanente della vita. Simboleggiano la crescita e il decadimento della natura, i suoi cicli, ma anche la diversità del mondo e la diversità di culture e identità che confluiscono in un collage armonioso. L'artista cattura l'essenza dell'universo e la esprime su tela sotto forma di vibranti esplosioni di colore e cifrature naturali.
Con l'installazione alta tre metri Endless Journey, creata appositamente per la mostra di Venezia, Brixy trasferisce per la prima volta il suo lavoro pittorico nella terza dimensione. Su otto pannelli, l'artista accende un vero e proprio fuoco d'artificio di colori e forme in un ampio panorama calpestabile, permettendo ai visitatori di sperimentare la sua arte in un modo spaziale completamente nuovo. La sua pianta ottagonale riprende la forma e le dimensioni del dipinto di Tiziano che la sovrasta, entrando così in dialogo con il suo ambiente storico.
«Il mio mondo pittorico deve essere aperto allo spettatore in termini di leggibilità», così Brixy formula le esigenze che pone alla propria arte. Quando si rende conto di questo requisito nei suoi dipinti, sembra che i colori si scatenino come in una frenesia. Il colore liberato si fonde in superfici iridescenti e gradienti informi, formando strisce trasparenti, gocce opache o serpeggiando, a volte orizzontalmente, a volte verticalmente, in flussi di colore in rilievo sulla tela. Occasionalmente si ripiega in rigonfiamenti o si riunisce per creare isole tattili dai laghi di colore. Elementi pittorici come questi trascendono la linea sottile tra astrazione e figurazione. Le forme emergono dall'energia di una materia cromatica originariamente informe, a volte ancora fugace, a volte già manifestata. Il pittore è interessato a questo processo di ricerca della forma da parte del colore. «Per me il processo è sempre in primo piano. Voglio essere sorpreso. Voglio abbandonarmi senza riserve alla magia della creazione del quadro», così l’Artista descrive il suo approccio.
Per la sua pittura espressiva applica da sette a nove strati di pittura a olio. Dopo aver preparato la tela con il nero, segue una fase di action painting, durante la quale il pennello lascia tracce casuali di colore sulla tela. Poi applica a mano i segni colorati. Questa è l'ouverture del vigoroso processo pittorico che segue, nel corso del quale l'artista si impegna pienamente con il processo del divenire e del trapassare. Utilizzando vari strumenti, Brixy lavora il colore, lo mescola e lo applica direttamente sulla superficie pittorica da tubi o secchi. Poi strofina, spalma, scava, modella, contorna, applica e rimuove la pittura. L'artista controlla ripetutamente i risultati, li soppesa e interviene. La profondità e l'intensità del colore, la saturazione della superficie e gli spazi vuoti, le ripetizioni o le apparizioni singolari attirano la sua attenzione e stimolano reazioni spontanee nella sua mente sperimentale. Le forme di foglie vengono quindi pressate nella pittura o un quadro viene dinamizzato da colate di colore. Il risultato finale è un'immagine indipendente e libera, un tessuto organico evolutivo caratterizzato da una propria ineluttabile dinamica.
L’apertura della mostra sarà venerdì 23 agosto alle 17.
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