Giovanna Silva. Narratives/Relazioni
Dal 09 Luglio 2021 al 05 Settembre 2021
Venezia
Luogo: Fondazione Bevilacqua La Masa - Palazzetto Tito
Indirizzo: Dorsoduro 2826
Orari: tutti i giorni dalle 10.30 alle 17.30
Curatori: Filippo Maggia
Enti promotori:
- Città di Venezia
Prolungata: fino al 5 settembre 2021
Telefono per informazioni: +39 041 5207797
E-Mail info: info@bevilacqualamasa.it
Sito ufficiale: http://www.bevilacqualamasa.it
Dal 9 luglio al 22 agosto l'Istituzione Fondazione Bevilacqua La Masa, in occasione della 17ma Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia, presenta negli spazi di Palazzetto Tito la mostra Narratives/Relazioni di Giovanna Silva (Milano, 1980, vive e lavora a Milano), a cura di Filippo Maggia.
La mostra presenta una selezione di immagini realizzate in oltre dieci anni di ricerca sul paesaggio dei paesi in guerra. Il territorio viene indagato attraverso le architetture, a volte compromesse fino alla dissoluzione fisica, altre volte ingombranti manifestazioni del potere delle dittature della storia recente. Situazioni eterogenee, luoghi, edifici e genti sono frammenti della narrazione di Silva, tasselli sparsi del puzzle della storia.
Nella prima sala si possono consultare i libri che Silva ha pubblicato, oltre a quelli che ha utilizzato come riferimento e a una selezione di mappamondi. Alle pareti una sola fotografia di grande formato – Aleppo, realizzata nel 2007, prima dello scoppio della guerra civile in Siria –, che segna l’inizio della sua ricerca: si vede la città dallʼalto, inquadrata dalla cittadella di Aleppo.
Nella sala del camino sei fotografie di formato minore sintetizzano le esplorazioni di Silva a Bagdad, Tripoli e Misurata. Gli interni dei palazzi di Mu'ammar Gheddafi e di Saddam Hussein, segnati dal tempo e dalla guerra, sono memoria delle devastazioni della storia recente. In un tetro ufficio allʼinterno del museo archeologico di Bagdad si staglia una scultura neoclassica, priva di testa. Nelle tre sale centrali sono esposte le immagini più recenti. Qui Silva, che è laureata in architettura ma non ha mai praticato la professione, rivolge la sua attenzione allʼarchitettura come metodo per raccontare i sogni e le aspirazioni di un paese, le paure e le debolezze. Gio Ponti in Pakistan, Vann Mollyvann in Cambogia e Leandro Locsin nelle Filippine sono stati tutti coinvolti nellʼostentato progetto di celebrare le storie di quei paesi. Nell’ultima sala è proiettata una sequenza di immagini che raccoglie centinaia delle fotografie.
La mostra presenta una selezione di immagini realizzate in oltre dieci anni di ricerca sul paesaggio dei paesi in guerra. Il territorio viene indagato attraverso le architetture, a volte compromesse fino alla dissoluzione fisica, altre volte ingombranti manifestazioni del potere delle dittature della storia recente. Situazioni eterogenee, luoghi, edifici e genti sono frammenti della narrazione di Silva, tasselli sparsi del puzzle della storia.
Nella prima sala si possono consultare i libri che Silva ha pubblicato, oltre a quelli che ha utilizzato come riferimento e a una selezione di mappamondi. Alle pareti una sola fotografia di grande formato – Aleppo, realizzata nel 2007, prima dello scoppio della guerra civile in Siria –, che segna l’inizio della sua ricerca: si vede la città dallʼalto, inquadrata dalla cittadella di Aleppo.
Nella sala del camino sei fotografie di formato minore sintetizzano le esplorazioni di Silva a Bagdad, Tripoli e Misurata. Gli interni dei palazzi di Mu'ammar Gheddafi e di Saddam Hussein, segnati dal tempo e dalla guerra, sono memoria delle devastazioni della storia recente. In un tetro ufficio allʼinterno del museo archeologico di Bagdad si staglia una scultura neoclassica, priva di testa. Nelle tre sale centrali sono esposte le immagini più recenti. Qui Silva, che è laureata in architettura ma non ha mai praticato la professione, rivolge la sua attenzione allʼarchitettura come metodo per raccontare i sogni e le aspirazioni di un paese, le paure e le debolezze. Gio Ponti in Pakistan, Vann Mollyvann in Cambogia e Leandro Locsin nelle Filippine sono stati tutti coinvolti nellʼostentato progetto di celebrare le storie di quei paesi. Nell’ultima sala è proiettata una sequenza di immagini che raccoglie centinaia delle fotografie.
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