Giovanni Cecchinato. Evolutio Visio
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© Giovanni Cecchinato
Dal 14 Novembre 2015 al 13 Dicembre 2015
Venezia
Luogo: Centro Culturale Candiani
Indirizzo: piazzale Candiani, 7 Mestre
Orari: da mercoledì a domenica 16-20
Curatori: Riccardo Caldura
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 041 2386111
E-Mail info: candiani@comune.venezia.it
Sito ufficiale: http://candiani.comune.venezia.it
Come si evolve una visione. Dal 15 novembre al Centro Culturale Candiani una mostra di fotografie di Giovanni Cecchinato per vedere l’architettura e la città attraverso la sua immagine.
Costituisce una sfida che si ripropone nel tempo, il tentare di cogliere quale sia il carattere della città di terraferma, la componente moderna del Comune di Venezia. Una sfida che ha visto cimentarsi fotografi noti e relativamente meno noti, fino a coinvolgere gli stessi cittadini in campagne promosse dai media e da istituzioni locali. Vi è un evidente bisogno di trovare una chiave di lettura e di interpretazione che aiuti a comprendere Mestre. Non Venezia, l’iperfotografata perla della Laguna, e nemmeno Marghera, che pur è stata campo di ripetute indagini fotografiche. Se questi due luoghi costituiscono una sorta di diade esemplare in mezzo si colloca la città relativamente anonima, la città qualunque, o meglio la città che è ovunque, nel senso che possiamo riconoscere Mestre in ogni città contemporanea. A questa città, scattered e local, si è dedicato, fra altri grandi fotografi, Gabriele Basilico, in particolare in tre appuntamenti, nel 1996, nel 1997 e soprattutto nel 2001. Ne è sortita una mappatura della città di terraferma che è stata anche un’indagine sul senso della città media, quella cioè che è più difficile da cogliere.
Il lavoro di Giovanni Cecchinato, che sarà presente al Centro Culturale Candiani nella mostra Evolutio Visio dal 15 novembre al 13 dicembre, costituisce un caso anch’esso esemplare. Medesima la problematica di fondo: comprendere il senso della città media, ripercorrendo, in una sorta di ideale reenactment, questo il nucleo della proposta, i luoghi ripresi da Basilico. Certo per cogliere le trasformazioni avvenute nel frattempo, ma più sottilmente per ritrovare il senso di uno spazio urbano fra memoria e realtà odierna. L’architettura, così come nelle immagini di Basilico, anche per Cecchinato è il soggetto privilegiato dell’indagine, l’architettura nel suo essere al tempo stesso stratigrafia (considerando il succedersi delle varie fasi edificatorie) e prefigurazione di una possibile città a venire.
Questa mostra fotografica, e il suo elevato livello analitico nella lettura del contesto urbano, sono occasione per discutere su come questo processo critico possa essere elemento fondamentale per dare un senso al vivere bene (in strada, nella città). Un modo per riflettere su come questo tessuto arterioso indifferenziato degli spazi vuoti (le strade, i marciapiedi, i giardini, i canali e le loro rive ecc.), elementi comuni alla città, debba e possa essere la cornice di una città “visibilmente” bella.
Inaugurazione 14 novembre ore 17.30.
Costituisce una sfida che si ripropone nel tempo, il tentare di cogliere quale sia il carattere della città di terraferma, la componente moderna del Comune di Venezia. Una sfida che ha visto cimentarsi fotografi noti e relativamente meno noti, fino a coinvolgere gli stessi cittadini in campagne promosse dai media e da istituzioni locali. Vi è un evidente bisogno di trovare una chiave di lettura e di interpretazione che aiuti a comprendere Mestre. Non Venezia, l’iperfotografata perla della Laguna, e nemmeno Marghera, che pur è stata campo di ripetute indagini fotografiche. Se questi due luoghi costituiscono una sorta di diade esemplare in mezzo si colloca la città relativamente anonima, la città qualunque, o meglio la città che è ovunque, nel senso che possiamo riconoscere Mestre in ogni città contemporanea. A questa città, scattered e local, si è dedicato, fra altri grandi fotografi, Gabriele Basilico, in particolare in tre appuntamenti, nel 1996, nel 1997 e soprattutto nel 2001. Ne è sortita una mappatura della città di terraferma che è stata anche un’indagine sul senso della città media, quella cioè che è più difficile da cogliere.
Il lavoro di Giovanni Cecchinato, che sarà presente al Centro Culturale Candiani nella mostra Evolutio Visio dal 15 novembre al 13 dicembre, costituisce un caso anch’esso esemplare. Medesima la problematica di fondo: comprendere il senso della città media, ripercorrendo, in una sorta di ideale reenactment, questo il nucleo della proposta, i luoghi ripresi da Basilico. Certo per cogliere le trasformazioni avvenute nel frattempo, ma più sottilmente per ritrovare il senso di uno spazio urbano fra memoria e realtà odierna. L’architettura, così come nelle immagini di Basilico, anche per Cecchinato è il soggetto privilegiato dell’indagine, l’architettura nel suo essere al tempo stesso stratigrafia (considerando il succedersi delle varie fasi edificatorie) e prefigurazione di una possibile città a venire.
Questa mostra fotografica, e il suo elevato livello analitico nella lettura del contesto urbano, sono occasione per discutere su come questo processo critico possa essere elemento fondamentale per dare un senso al vivere bene (in strada, nella città). Un modo per riflettere su come questo tessuto arterioso indifferenziato degli spazi vuoti (le strade, i marciapiedi, i giardini, i canali e le loro rive ecc.), elementi comuni alla città, debba e possa essere la cornice di una città “visibilmente” bella.
Inaugurazione 14 novembre ore 17.30.
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