Migrating Modernism. The architecture of Harry Seidler

© Penelope Seidler | Casa di Julian Rose, Wahroonga, Sydney, Australia 1954. Architetto Harry Seidler I Ph. Max Dupain, ©
Dal 09 Maggio 2025 al 13 Luglio 2025
Venezia
Luogo: SMAC San Marco Art Centre
Indirizzo: Procuratie, Piazza San Marco 105
Orari: dalle 10 alle 18. Chiuso il martedì
Curatori: Ann Stephen e Paolo Stracchi
Sito ufficiale: http://www.smac.org
SMAC San Marco Art Centre e il Chau Chak Wing Museum (CCWM) dell’Università di Sydney presentano Migrating Modernism. The architecture of Harry Seidler. Un’ampia retrospettiva sulla vita e l’opera dell’architetto australiano di origine austriaca Harry Seidler (Vienna 1923 – Sydney 2006). Seidler, uno degli architetti moderni più influenti, è stato responsabile della progettazione di numerosi edifici pionieristici in Australia, oltre che di edifici in Messico, a Parigi, a Hong Kong e, alla fine della sua carriera, di nuovo nella città natale, Vienna.
Migrating Modernism. The architecture of Harry Seidler è curata da Ann Stephen del CCWM e Paolo Stracchi della Scuola di Architettura, Design e Pianificazione dell’Università di Sidney, con la consulenza di Nikolaus Hirsch. La mostra prenderà in considerazione in modo approfondito sia i singoli progetti che le collaborazioni di Seidler con architetti e artisti. Tra questi Josef Albers, Alexander Calder, Helen Frankenthaler, Frank Stella, Lin Utzon e Sol LeWitt. Seidler ha anche collaborato con il famoso ingegnere strutturale italiano Pier Luigi Nervi.
Il percorso espositivo presenterà materiali come lettere, disegni e modelli insieme a documenti personali e opere d’arte di coloro che lo hanno influenzato o con cui l’architetto ha collaborato.
Ann Stephen: “Vivendo a Sydney, possiamo apprezzare come la visione moderna di Harry Seidler abbia introdotto una cultura decisamente cosmopolita nelle città australiane, non solo attraverso i suoi edifici, ma anche attraverso l’arte che ha portato negli spazi pubblici”.
Paolo Stracchi: “Al di là del suo raffinato linguaggio formale, l’architettura di Seidler è un riflesso delle più ampie condizioni culturali, storiche e architettoniche del suo tempo”.
Harry Seidler fuggito dalla Vienna nazista all’età di 15 anni, si rifugiò in Inghilterra prima di essere internato come straniero nemico e successivamente deportato in altri campi di internamento in Canada, dove poi, una volta liberato, conseguì la laurea in architettura e prese il titolo di architetto.
Successivamente Seidler si trasferì negli Stati Uniti, studiando e lavorando con una notevole serie di maestri come Walter Gropius, Josef Albers e Marcel Breuer, e collaborando con Oscar Niemeyer in Brasile, prima di trasferirsi a Sydney all’età di 24 anni. Un decennio dopo avvenne l’incontro con Penelope che ne diventò la moglie, compagna di vita e partner professionale. Uniti da una profonda passione per l’architettura e l’arte, si crearono una vita arricchita da collaborazioni con artisti come Alexander Calder, Josef Albers, Helen Frankenthaler, Frank Stella, Lin Utzon e Sol LeWitt. Seidler collaborò anche con il famoso ingegnere strutturale italiano Pier Luigi Nervi.
Dopo aver studiato nelle Americhe, Seidler arrivò a Sydney nel 1948 per progettare una casa per suoi genitori, la Rose Seidler House e l’anno dopo, nel 1949, fondò il suo studio. In Australia si è affermato come una delle figure più importanti del movimento moderno, con il suo lavoro che spazia da case singole radicali a torri monumentali.
La competenza tecnica di Seidler, formatosi in parte in una scuola di ingegneria, in particolare in materia di cemento armato, era rara tra i designer della sua generazione e lo distingueva dai suoi colleghi. Questo ha anche fornito le basi per le forme fluide prodotte con Pier Luigi Nervi che hanno caratterizzato il suo lavoro a partire dai primi anni Sessanta. La combinazione di competenza ingegneristica ed estro scultoreo lo rese uno dei pochi progettisti della sua epoca in grado di realizzare il sogno modernista di integrare arte e tecnologia.
Celebrato come una delle voci più influenti del movimento moderno in Australia, Seidler ha dato vita a un’eredità che comprende case monofamiliari, torri originali, edifici pubblici e programmi di edilizia residenziale sociale. Questi sono stati realizzati in città diverse come Sydney, Acapulco, Parigi, Hong Kong e la natia Vienna. La vita e l’opera di Seidler tracciano l’arco temporale del modernismo come un viaggio personale e una narrazione globale, invitando a riflettere sull’architettura come espressione stratificata della società e mezzo attraverso cui le idee migrano attraverso i continenti e il tempo.
Come ha notato Jørn Utzon, l’architetto della Sydney Opera House: “Harry è il miglior esempio di come un nuovo arrivato, un migrante, affronti il problema di far costruire qualcosa. Ha insegnato ad altri a farlo, me compreso. Era un architetto meravigliosamente talentuoso… ha mostrato un nuovo modo di vivere in tempi moderni”.
La mostra si apre in occasione del lancio di SMAC San Marco Art Centre, un nuovo centro per le arti nel cuore di Venezia, situato nelle Procuratie di Piazza San Marco, recentemente ristrutturate dall’architetto vincitore del premio Pritzker David Chipperfield. Migrating Modernism. The architecture of Harry Seidler, coincide anche con l’apertura della 19. Mostra Internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia. Nell’ambito del suo programma inaugurale, SMAC presenterà anche For All That Breathes On Earth: Jung Youngsun and Collaborators.
Le Procuratie ospitano al terzo piano The Home of The Human Safety Net, con la mostra interattiva A World of Potential, un viaggio immersivo in cui i visitatori sono guidati a scoprire i propri punti di forza e possono collegarsi ai programmi della Fondazione.
Migrating Modernism. The architecture of Harry Seidler è curata da Ann Stephen del CCWM e Paolo Stracchi della Scuola di Architettura, Design e Pianificazione dell’Università di Sidney, con la consulenza di Nikolaus Hirsch. La mostra prenderà in considerazione in modo approfondito sia i singoli progetti che le collaborazioni di Seidler con architetti e artisti. Tra questi Josef Albers, Alexander Calder, Helen Frankenthaler, Frank Stella, Lin Utzon e Sol LeWitt. Seidler ha anche collaborato con il famoso ingegnere strutturale italiano Pier Luigi Nervi.
Il percorso espositivo presenterà materiali come lettere, disegni e modelli insieme a documenti personali e opere d’arte di coloro che lo hanno influenzato o con cui l’architetto ha collaborato.
Ann Stephen: “Vivendo a Sydney, possiamo apprezzare come la visione moderna di Harry Seidler abbia introdotto una cultura decisamente cosmopolita nelle città australiane, non solo attraverso i suoi edifici, ma anche attraverso l’arte che ha portato negli spazi pubblici”.
Paolo Stracchi: “Al di là del suo raffinato linguaggio formale, l’architettura di Seidler è un riflesso delle più ampie condizioni culturali, storiche e architettoniche del suo tempo”.
Harry Seidler fuggito dalla Vienna nazista all’età di 15 anni, si rifugiò in Inghilterra prima di essere internato come straniero nemico e successivamente deportato in altri campi di internamento in Canada, dove poi, una volta liberato, conseguì la laurea in architettura e prese il titolo di architetto.
Successivamente Seidler si trasferì negli Stati Uniti, studiando e lavorando con una notevole serie di maestri come Walter Gropius, Josef Albers e Marcel Breuer, e collaborando con Oscar Niemeyer in Brasile, prima di trasferirsi a Sydney all’età di 24 anni. Un decennio dopo avvenne l’incontro con Penelope che ne diventò la moglie, compagna di vita e partner professionale. Uniti da una profonda passione per l’architettura e l’arte, si crearono una vita arricchita da collaborazioni con artisti come Alexander Calder, Josef Albers, Helen Frankenthaler, Frank Stella, Lin Utzon e Sol LeWitt. Seidler collaborò anche con il famoso ingegnere strutturale italiano Pier Luigi Nervi.
Dopo aver studiato nelle Americhe, Seidler arrivò a Sydney nel 1948 per progettare una casa per suoi genitori, la Rose Seidler House e l’anno dopo, nel 1949, fondò il suo studio. In Australia si è affermato come una delle figure più importanti del movimento moderno, con il suo lavoro che spazia da case singole radicali a torri monumentali.
La competenza tecnica di Seidler, formatosi in parte in una scuola di ingegneria, in particolare in materia di cemento armato, era rara tra i designer della sua generazione e lo distingueva dai suoi colleghi. Questo ha anche fornito le basi per le forme fluide prodotte con Pier Luigi Nervi che hanno caratterizzato il suo lavoro a partire dai primi anni Sessanta. La combinazione di competenza ingegneristica ed estro scultoreo lo rese uno dei pochi progettisti della sua epoca in grado di realizzare il sogno modernista di integrare arte e tecnologia.
Celebrato come una delle voci più influenti del movimento moderno in Australia, Seidler ha dato vita a un’eredità che comprende case monofamiliari, torri originali, edifici pubblici e programmi di edilizia residenziale sociale. Questi sono stati realizzati in città diverse come Sydney, Acapulco, Parigi, Hong Kong e la natia Vienna. La vita e l’opera di Seidler tracciano l’arco temporale del modernismo come un viaggio personale e una narrazione globale, invitando a riflettere sull’architettura come espressione stratificata della società e mezzo attraverso cui le idee migrano attraverso i continenti e il tempo.
Come ha notato Jørn Utzon, l’architetto della Sydney Opera House: “Harry è il miglior esempio di come un nuovo arrivato, un migrante, affronti il problema di far costruire qualcosa. Ha insegnato ad altri a farlo, me compreso. Era un architetto meravigliosamente talentuoso… ha mostrato un nuovo modo di vivere in tempi moderni”.
La mostra si apre in occasione del lancio di SMAC San Marco Art Centre, un nuovo centro per le arti nel cuore di Venezia, situato nelle Procuratie di Piazza San Marco, recentemente ristrutturate dall’architetto vincitore del premio Pritzker David Chipperfield. Migrating Modernism. The architecture of Harry Seidler, coincide anche con l’apertura della 19. Mostra Internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia. Nell’ambito del suo programma inaugurale, SMAC presenterà anche For All That Breathes On Earth: Jung Youngsun and Collaborators.
Le Procuratie ospitano al terzo piano The Home of The Human Safety Net, con la mostra interattiva A World of Potential, un viaggio immersivo in cui i visitatori sono guidati a scoprire i propri punti di forza e possono collegarsi ai programmi della Fondazione.
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