Padiglione del Montenegro - Čovjek-Uomo-Umano

57. Esposizione Internazionale d'Arte - Partecipazioni nazionali

 

Dal 12 Maggio 2017 al 26 Novembre 2017

Venezia

Luogo: Palazzo Malipiero

Indirizzo: San Marco 3078-3079/A

Curatori: Žana Filipovic

Sito ufficiale: http://artbiennale.me



Alla Biennale Arte 2017, il Montenegro è rappresentato per la quinta volta dal ripristino della sua indipendenza. Nel 2009, il Montenegro è stato rappresentato da Miodrag Dado Đurić (Le Elegie Zorzi), nel 2011 da Marina Abramović (La fabbrica di frigoriferi e le acque chiare), nel 2013 da Irena Lagator Pejović (Pensare attraverso l'immagine) e nel 2015 da Aleksandar Đuravčević.
Quest'anno, il Montenegro è rappresentato dal progetto "Čovjek-Uomo-Umano" di Ivana Radovanović e Adin Rastoder, nel padiglione situato al Palazzo Malipiero, vicino al Palazzo Grassi.
Il patrono della presentazione montenegrina alla 57. Esposizione Internazionale d'Arte - La Biennale di Venezia è il Ministero della Cultura del Montenegro, il suo produttore esecutivo è il Centro d'Arte Contemporanea del Montenegro, il commissario del padiglione è Nenad Šoškić, mentre il curatore è Žana Filipović, storica dell'arte.
Le opere di Ivana Radovanović e Adin Rastoder rappresentano due concetti artistici indipendenti con un tema condiviso - il tema di antropologia, e l'uomo - che corrisponde pienamente con il tema di questa edizione "Viva Arte Viva", dato che è universalmente noto che la fonte dell'arte è umana. Questo concetto è un invito, un appello a cambiare il mondo in cui viviamo. L'arte è un simbolo, un mezzo che tiene insieme popoli e culture. L'arte è il verotrionfo dello spirito umano.
I due artisti selezionati appartengono alla generazione giovane, e oltre a trasmettere grandi potenzialità creative ed espressive, sono ancheinformati dalla teoria dell'arte, in modo che la loro visione, energia e forza artistica sono i fattori chiave del progetto "Čovjek-Uomo-Human".
Per le loro caratteristiche visive e messaggi artistici, i progetti di Ivana Radovanović e Adin Rastoder rappresentano delle componenti separate, ma allo stesso tempo costituiscono un insieme esteticamente costruito e potente. I due concetti artistici si combinano nell’espressione di due aspetti diversi dell'essere umano. I loro reciproci contrasti in realtà creano un messaggio unico che ci invita a riflettere profondamente sul significato dell'esistenza umana. Il loro progetto è quindi un appello a cambiare il mondo in cui viviamo per tornare a l’integrità dei suoi valori essenziali.
La scultura di Rastoder è una figura immaginaria che emerge dai più fondamentali principi antropologici. Il suo processo creativo è un percorso che conduce a delle soluzioni e risposte inusuali, astratte, nuove. Persistente nella sua ricerca del senso, tramite indagini meticolose, lui coltiva il proprio linguaggio creativo personale. L’artista disegna e modella delle figure umane cercando di giungere ai loro principali tratti caratteriali. Lui osserva l'uomo; analizza attentamente i dettagli che costituiscono il suo carattere e pensieri; sente e rivive il suo essere più intimo; lo immagina e li dà corpo; allontanandosi dal visibile, crea una nuova visione dell'UMANO. Le sue figure hanno tutte la stessa forma, ma ciò che le rende diverse sono i colori, che simboleggiano ciò che è individuale e ciò che è condiviso in loro. La visione ottimistica del mondo è espressa dall'autore nell’abbigliamento variopinto delle sue figure. Come un valore speciale, si palesano i rilievi e l'espressività dei suoi ritratti, leggermente girati verso l'alto, come volendo riferire alla natura dello sguardo e ad una forte esperienza di bellezza e luce.
L’opera di Ivana Radovanović mette in risalto l'assurdità e l'impermanenzacome dimensioni fondamentali della vita umana. Di conseguenza, essa dimostra una sensibilità fortemente moderna, segnata dalla distruzione della personalità e dell’individualità. Questo spirito è, infatti, una raccolta e un accumulo di sensazioni, immagini, e frammenti che si possono combinare per formare una nuova sinergia... uno spirito nuovo. Ispirandosi alla poesia "The Hollow Men" di Thomas Stearns Eliot, l’artista si concentra sull’essere umano visto essenzialmente come un creatore e un distruttore, in bilico tra l’Eros e il Thanatos. Queste figure rappresentano delle persone sfacciate o senza una faccia, prive di qualità, spoglie di ogni significato, indifferenti e degradate in termini di dignità umana.

L’apertura del padiglione del Montenegro è il 12 maggio 2017, alle 19.00.

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