Rāmāyaṇa. The divine poem as revealed by the Rājbanśī masks
Dal 08 Aprile 2017 al 10 Settembre 2017
Venezia
Luogo: Ca’ Pesaro - Museo d'Arte Orientale
Indirizzo: Santa Croce 2076
Orari: da martedì a domenica 10-18
Curatori: François Pannier, Marta Boscolo Marchi, con il contributo scientifico di Stefano Beggiora
Enti promotori:
- Polo Museale del Veneto
- ICI Venice - Istituto Culturale Internazionale
- Patrocinio di UNESCO
- Università Ca’ Foscari Venezia
- ICOO - Istituto di Cultura per l’Oriente e l’Occidente
Costo del biglietto: intero € 14, ridotto € 11,50
Telefono per informazioni: +39 041 5241173
E-Mail info: info@icivenice.com
Sito ufficiale: http://www.polomuseale.venezia.beniculturali.it/index.php?it/5/museo-darte-orientale
Il Museo d’Arte Orientale di Venezia, presenta la mostra Rāmāyaṇa. The divine poem as revealed by the Rājbanśī masks, Museo d’Arte Orientale di Venezia, 8 aprile – 10 settembre 2017, prodotta da ICI Venice - Istituto Culturale Internazionale e dall’Association pour le Rayonnement des Cultures Himalayennes, a cura di Marta Boscolo Marchi e François Pannier, con il contributo scientifico di Stefano Beggiora.
La mostra, patrocinata dall’UNESCO, dall’Università Ca’ Foscari Venezia e dall’ICOO, Istituto di Cultura per l’Oriente e l’Occidente, offre un suggestivo percorso tra Nepal, India e Indonesia, seguendo la diffusione del Rāmāyana, testo sacro dell’induismo.
Tradizionalmente attribuito al saggio Vālmīki (fine II – inizio I sec. a.C.), il nucleo originario del grande poema venne composto in realtà tra il VI e il III secolo a.C. e trovò la sua definizione nei primi secoli della nostra era. Analogamente ai poemi omerici, il Rāmāyana è un insieme organico delle conoscenze e dei modelli culturali di un’intera civiltà.
In esposizione alcune splendide maschere in legno dipinto della collezione di Alain Rouveure, che rappresentano alcuni dei numerosi personaggi della saga di Rāma, avatāra (discesa) di Viṣṇu e furono realizzate per le sacre rappresentazioni che si tenevano nei villaggi, testimoniano il radicamento di questa tradizione presso l’etnia Rājbanśī, tra il sud del Nepal, il Bihar e il Bengala indiano.
Come si potrà vedere nel docu-film girato da Anne e Ludovic Segarra nel 1975, nel Mithila le donne continuano a dipingere le loro case con scene sacre, e nei villaggi di quella regione gli attori mettono in scena il Rāmāyana col volto semplicemente dipinto.
Dall’India il Rāmāyana si diffuse anche in Indonesia: la sua messa in scena nel teatro di figura indonesiano e in particolare nel wayang kulit, il teatro delle ombre, lo ha reso una delle storie più popolari e note del paese. Nell’ultima sala del percorso espositivo, le marionette della collezione del Museo d’Arte Orientale raffigurano molti degli stessi personaggi delle maschere Rājbanśī, creando un suggestivo legame culturale tra India e Indonesia.
Nel corso della mostra saranno realizzati alcuni eventi concomitanti: una conferenza del prof. Stefano Beggiora e del curatore François Pannier l’11 aprile; un’ altra conferenza di François Pannier con Marta Boscolo Marchi e il collezionista Alain Rouveure, il 5 settembre prossimo.
Sarà organizzato anche un laboratorio didattico per bambini con danze indiane, a cura dell’associazione MACINAPEPE il 27 maggio prossimo.
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