Renato Pasmanik. Nuove fotografie. Reportage sulla regione di Jalapao, Brasile
Dal 15 Maggio 2014 al 25 Maggio 2014
Venezia
Luogo: Officina delle Zattere
Indirizzo: Dorsoduro 947
Telefono per informazioni: +39 346 8457982
E-Mail info: annaviani.av@gmail.com
Sito ufficiale: http://www.officinadellezattere.it/
Viaggiatore e fotoreporter instancancabile, Renato Pasmanik inaugurerà giovedì 15 maggio alle ore 18, in collaborazione con la Galleria Jef di Parigi, una nuova personale presso l'Officina delle Zattere di Venezia.
Il fotografo brasiliano presenta al pubblico un gruppo di nuove fotografie a colori (stampe digitali su carta Hahnemühle, edizione 1/3) realizzate durante uno dei suoi ultimi viaggi ai confini della civiltà. Questa volta si tratta di un reportage su Jalapão, una meravigliosa e selvaggia riserva naturale situata nell'entroterra del Brasile. Un nuovo, ulteriore "tassello" esplorativo che va ad aggiungersi al grande cicloUn Regard Silencieux, al quale Pasmanik si sta dedicando ormai da diversi anni.
Jalapão è una microregione dello stato del Tocantins, appartenente alla mesoregione Oriental do Tocantins. Questo luogo speciale è considerato una delle maggiori attrazioni del "cerrado", una savana tropicale ed ecologica del Brasile, di recente diventata meta di grande interesse anche per gli amanti del turismo d'avventura. Le foto che Pasmanik ha realizzato su Jalapão mostrano chiramante le forme espressive di questo angolo incontaminato della terra, una natura intimamente vicina all'uomo senza esserne sfruttata, capace di ispirare una silenziosa contemplazione.
Personaggio schivo e riservato, Renato Pasmanik non si concede volentieri, non racconta con facilità le proprie emozioni, sembra essere totalmente immerso nel suo lavoro, senza nulla offrire alla nostra curiosità. Fin da bambino affascinato dalla fotografia e da ciò che rivela (o può rivelare) di noi stessi, ha svolto il suo primo importante lavoro nel 1998, realizzando un portfolio di ritratti dei più celebri direttori di ristoranti in Brasile. Un'indagine fotografica squisitamente psicologica sugli uomini e sul ruolo che investono nel mondo del lavoro.
Successivamante attratto dalla natura e dalle infinite possibilità che l'indagine del reale può ancora offrire allo sguardo dell'uomo, ha rivolto la sua attenzione al paesaggio, scegliendo di ritrarre alcuni dei luoghi più nascosti del pianeta. Ama la fotografia aerea, e questo ciclo, come molti dei precedenti ne è una nuova conferma.
Pasmanik prende posto su dei piccoli aeromotori da turismo, che in volo gli permettono di ritrarre la terra dal punto di vista del cielo, potendo così scoprirne in un modo insolito la bellezza e la vastità. "Quando inizio a riprendere e a fotograre dall'aereo" racconta il fotografo, "non so ancora bene e precisamente quale piano privilegiare, ma lascio semplicemente che il paesaggio si impossessi del mio obbiettivo, che la mia fotografia si sposi con le forme terrestri, che la mia sensibilità di fotografo le traduca e le restituisca" .
Per Pasmanik "Un Regard Silencieux" è mostrare che la terra abbonda e pullula di vita, che l'acqua, la fauna, la flora sono forme bellissime e appaganti, che riflettono totalmente le nostre emozioni. L'autore preferisce ritrarre luoghi avulsi dalla presenza umana, dove il sentimento di intimo raccogliemento assume così maggiore grandezza e maestosità. Sembra essere alla ricerca di emozioni forti, quasi primordiali, ispirate dalla bellezza di ciò che ci circonda, senza mediazioni: "assaggiare l'immensità con l'obbiettivo per me è estremamente appagante", dice Pasmanik, "ho così la sensazione di possedere il mondo".
Il fotografo brasiliano presenta al pubblico un gruppo di nuove fotografie a colori (stampe digitali su carta Hahnemühle, edizione 1/3) realizzate durante uno dei suoi ultimi viaggi ai confini della civiltà. Questa volta si tratta di un reportage su Jalapão, una meravigliosa e selvaggia riserva naturale situata nell'entroterra del Brasile. Un nuovo, ulteriore "tassello" esplorativo che va ad aggiungersi al grande cicloUn Regard Silencieux, al quale Pasmanik si sta dedicando ormai da diversi anni.
Jalapão è una microregione dello stato del Tocantins, appartenente alla mesoregione Oriental do Tocantins. Questo luogo speciale è considerato una delle maggiori attrazioni del "cerrado", una savana tropicale ed ecologica del Brasile, di recente diventata meta di grande interesse anche per gli amanti del turismo d'avventura. Le foto che Pasmanik ha realizzato su Jalapão mostrano chiramante le forme espressive di questo angolo incontaminato della terra, una natura intimamente vicina all'uomo senza esserne sfruttata, capace di ispirare una silenziosa contemplazione.
Personaggio schivo e riservato, Renato Pasmanik non si concede volentieri, non racconta con facilità le proprie emozioni, sembra essere totalmente immerso nel suo lavoro, senza nulla offrire alla nostra curiosità. Fin da bambino affascinato dalla fotografia e da ciò che rivela (o può rivelare) di noi stessi, ha svolto il suo primo importante lavoro nel 1998, realizzando un portfolio di ritratti dei più celebri direttori di ristoranti in Brasile. Un'indagine fotografica squisitamente psicologica sugli uomini e sul ruolo che investono nel mondo del lavoro.
Successivamante attratto dalla natura e dalle infinite possibilità che l'indagine del reale può ancora offrire allo sguardo dell'uomo, ha rivolto la sua attenzione al paesaggio, scegliendo di ritrarre alcuni dei luoghi più nascosti del pianeta. Ama la fotografia aerea, e questo ciclo, come molti dei precedenti ne è una nuova conferma.
Pasmanik prende posto su dei piccoli aeromotori da turismo, che in volo gli permettono di ritrarre la terra dal punto di vista del cielo, potendo così scoprirne in un modo insolito la bellezza e la vastità. "Quando inizio a riprendere e a fotograre dall'aereo" racconta il fotografo, "non so ancora bene e precisamente quale piano privilegiare, ma lascio semplicemente che il paesaggio si impossessi del mio obbiettivo, che la mia fotografia si sposi con le forme terrestri, che la mia sensibilità di fotografo le traduca e le restituisca" .
Per Pasmanik "Un Regard Silencieux" è mostrare che la terra abbonda e pullula di vita, che l'acqua, la fauna, la flora sono forme bellissime e appaganti, che riflettono totalmente le nostre emozioni. L'autore preferisce ritrarre luoghi avulsi dalla presenza umana, dove il sentimento di intimo raccogliemento assume così maggiore grandezza e maestosità. Sembra essere alla ricerca di emozioni forti, quasi primordiali, ispirate dalla bellezza di ciò che ci circonda, senza mediazioni: "assaggiare l'immensità con l'obbiettivo per me è estremamente appagante", dice Pasmanik, "ho così la sensazione di possedere il mondo".
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