Venezia è sempre di moda. Fashion in laguna dal 1920 al 1970
![Archivio Montanaro, 1968 Archivio Montanaro, 1968](http://www.arte.it/foto/600x450/fe/44457-4_Archivio_Montanaro_1968_ridotta.jpg)
Archivio Montanaro, 1968
Dal 10 Marzo 2016 al 30 Aprile 2016
Venezia
Luogo: Centro Culturale Candiani
Indirizzo: piazzale Candiani 7
Orari: dal mercoledì alla domenica 16-20; aperture straordinarie: lunedì 28 marzo e lunedì 25 aprile
Curatori: Elisabetta Da Lio
Enti promotori:
- Comune di Venezia - Centro Culturale Candiani e Archivio della Comunicazione
- Fondazione Musei Civici Veneziani – Museo Fortuny Venezia Palazzo Orfeo e Museo Mocenigo
- Archivio Carlo Montanaro
- Cameraphoto Epoche Venezia
- In collaborazione con Archivio Storico di Istituto Luce Cinecittà
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Sito ufficiale: http://www.comune.venezia.it/candiani
C’era un tempo in cui Venezia e la moda andavano “a braccetto”, ma è una storia ormai dimenticata o forse ignorata dai più
Venezia è sempre di moda. Fashion in laguna dal 1920 al 1970 -che sarà inaugurata al Centro Culturale Candiani il 10 marzo alle ore 18- è un po' mostra di moda ma soprattutto mostra fotografica e documentaria. Senza la presunzione di essere esaustiva, si ripropone piuttosto di stimolare un confronto e approfondire la ricerca sul binomio Venezia-moda ponendo luce sui materiali presenti nei vari archivi cittadini.
Il racconto si snoda tra le fotografie vintage degli eventi organizzati dal CIAC -Centro internazionale delle Arti e del Costume di Palazzo Grassi- e conservati nell'Archivio Carlo Montanaro, le immagini di Venezia, set dei servizi di moda di importanti stilisti e di eventi mondani, scattate dai fotografi dell'agenzia fotogiornalistica di cui testimonia l'Archivio Cameraphoto Epoche Venezia, le preziose immagini dei riti mondani sulla spiaggia del Lido dell'Archivio Giacomelli ora conservate nell'Archivio della Comunicazione del Comune di Venezia, con abiti ed oggetti provenienti da Palazzo Fortuny e dal Centro Studi di Storia del Tessuto e del Costume di Palazzo Mocenigo e una serie di imperdibili filmati dell'Archivio Storico di Istituto Luce Cinecittà.
Nell'esposizione, ideata da Elisabetta Da Lio, si potranno ammirare oltre 120 immagini, gustare una serie di imperdibili filmati d'epoca -tra cui un raro documento sulla “vita da spiagga” fine anni '20- in tre postazioni video di cui una vintage, scoprire in passerella abiti Fabiani, Valentino, Fontana, Galitzine … e oggetti Roberta di Camerino.
Il progetto, che tiene conto della documentazione prodotta in occasione della recente esposizione Bellissima, L'Italia dell'alta moda 1945/1968 curata da Maria Luisa Frisa, Anna Mattirollo e Stefano Tonchi, sarà anche occasione -nel corso di uno specifico incontro- per approfondire quanto il corso di laurea in Design della moda e arti multimediali dell'Università IUAV di Venezia ha elaborato sul binomio moda-città.
Il Lido di Venezia a partire dagli anni venti e in modo più incisivo tra gli anni '30 e '40, grazie all'azione sinergica di Biennale Arte e C.I.G.A., si afferma come luogo di cultura, mondanità e turismo internazionale, sede di feste esclusive, cene di gala e sfilate di moda.
A Venezia, già nel 1909, Mariano Fortuny -ispirato dalla moglie Henriette- crea il Delphos, un abito caratterizzato da una particolare plissettatura artigianale che ispirerà le creazioni d'alta moda tra gli anni '50 e '60. Sempre a Venezia, ispirata dai tessuti Bevilacqua, Roberta di Camerino realizza la borsa “bagonghi” che le farà vincere, nel 1956, il prestigioso Neiman Marcus Fashion Award.
Il Centro Italiano della Moda, fondato a Milano nel 1949 da Edoardo Alfieri, con il sostegno di Franco Marinotti -allora Presidente della SNIA Viscosa- eleggerà Venezia luogo ideale per celebrare -con una serie di eventi all'hotel Excelsior e al palazzo del Cinema al Lido- il sodalizio tra industrie tessili e case di alta moda.
E ancora a Venezia, più precisamente a Palazzo Grassi, Marinotti fonda nel 1951 il Centro Internazionale delle arti e del Costume. Sotto la direzione di Paolo Marinotti -figlio del fondatore- andranno in scena veri e propri spettacoli nello spettacolo dell'alta moda legando indissolubilmente la moda al mondo dell'arte. La stessa Biennale di Venezia cercherà la collaborazione del Centro all'insegna del binomio moda-cinema. Nel corso di un'intervista del 1962 è lo stesso Marinotti a richiamare l'attenzione sulla necessità di portare i processi industriali ad una dimensione artistica e a considerare le manifestazioni organizzate dal CIAC come veri e propri documentari sull'evoluzione del costume.
A livello nazionale, nel dopoguerra si fa strada una rivoluzione nelle forme di comunicazione della moda che esce dagli atelier di ottocentesca memoria, preferendo le passerelle collettive e i servizi fotografici in esterno che i grandi nomi dell'epoca interpreteranno con sguardo neorealista. Con le sue bellezze architettoniche, il glamour della Mostra del Cinema e i riti della nobiltà, Venezia diventa in breve luogo privilegiato della rappresentazione e dell'esibizione della moda conquistandosi uno spazio nell'ambito delle “traiettorie della moda”.
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