Théodore Strawinsky. La trasfigurazione poetica
Dal 26 Maggio 2018 al 27 Ottobre 2018
Domodossola | Verbano-Cusio-Ossola
Luogo: Casa De Rodis
Indirizzo: piazza Mercato 9
Curatori: Carole Haensler Huguet
Costo del biglietto: € 5 valido per ingressi illimitati presentando il biglietto nominativo con carta di identità; gratuito bambini e studenti con tesserino
Telefono per informazioni: +39 347 7140135
E-Mail info: info@collezioneposcio.it
Sito ufficiale: http://www.collezioneposcio.it
Casa De Rodis a Domodossola, dal 2014 sede espositiva della Collezione Poscio, celebra con una grande mostra, a più di 40 anni dall’ultima esposizione in Italia, il pittore Theodore Strawinsky, figlio del celebre compositore Igor.
Dal 27 maggio al 27 ottobre 2018 l’ampia antologica Théodore Strawinsky. La trasfigurazione poetica, realizzata in collaborazione con la Fondazione Theodore Strawinsky, ripercorre le tappe della lunga carriera dell’artista, contestualizzando le varie fasi del suo stile, ma soprattutto immedesimandosi nello sguardo di Théodore per esplorarne il processo creativo.
"Il dato oggettivo (un determinato oggetto, personaggio, paesaggio, scena), che sia frutto dell'immaginazione o tratto dalla realtà, per me trova il suo vero significato soltanto nella trasposizione poetico-plastica che ai miei occhi costituisce l'essenza stessa della pittura. È dunque, di fatto, una sorta di trasfigurazione". Su questa riflessione di Théodore Strawinsky si fonda e si sviluppa la mostra che si concentra su quattro temi essenziali della sua opera: il paesaggio e la natura morta, completati dal ritratto e dal nudo. Una piccola sezione inoltre è dedicata ai lavori preparatori per il santuario di Getsemani a Casale Corte Cerro, in provincia di Verbania, poco distante da Domodossola.
Nato il Russia nel 1907, Théodore ben presto abbandona il paese natale per seguire, con tutta la famiglia, il padre e fin dalla giovane età capisce che vuole dedicarsi alla pittura. La Svizzera prima e la Francia poi gli permettono di venire a stretto contatto con le personalità artistiche più influenti dell’epoca: Picasso che conosce e guarda da lontano, Georges Braqueche considera il suo maestro, André Derain che lo avvicina ai rudimenti del mestiere e più tardi il cubista André Lhote di cui Théodore frequenta l’Accademia tra il 1930 e il 1931.
Nonostante queste illustri frequentazioni e l’influenza durevole del cubismo sul suo linguaggio artistico, l’astrazione non ha mai convinto Théodore che coltiverà per tutta la vita un approccio figurativo e allo stesso tempo poetico della realtà, in opposizione ad una riproduzione mimetica e fotografica, tenendo sempre però come punto focale l’oggetto, il dato reale, che è il punto di arrivo e di partenza di ogni sua composizione.
"Ciò che conta è la creazione artistica, indipendentemente dal soggetto scelto. In tutte le arti c’è sempre un elemento poetico. Una poesia che ricerca una nuova definizione: ci serviamo delle parole come dei suoni, delle forme e dei colori". Strawinsky definisce così la sua creazione artistica che non avviene d’après nature, ma si basa sulla memoria. Elementi fondamentali sono le forme e i colori che cattura prima con il disegno immediato e spontaneo e che trasferisce poi nella pittura, meticolosa e perfezionista, caratterizzata da composizioni costruite nei minimi dettagli e da una luce meditata e sostanziale.
I paesaggi sono una componente importante nell’opera di Strawinsky e seguono i traslochi della famiglia, e poi di Théodore e sua moglie, raccontando anche i viaggi in Italia e nel Sud della Francia durante le vacanze. Oltre ai paesaggi, le nature morte costituiscono un secondo tema centrale nell’opera dell’artista. Il suo sguardo di acuto osservatore s’ispira spesso agli oggetti del quotidiano che lo circondano: la forza di queste composizioni risiede nella capacità di dipingere la realtà, che siano disegni, pastelli o dipinti, il medium è l’oggetto che dà concretezza e consistenza al tutto.
Il terzo tema sul quale la mostra si concentra è il ritratto, dove, come nelle nature morte, è possibile seguire i tratti caratteristici tipici della composizione dell’artista, ma allo stesso tempo hanno un valore documentario, svelando anche il suo universo personale e intimo. Il nudo in particolare è una testimonianza cruciale del suo stile e documenta la sua formazione che concilia composizione cubista e tradizione figurativa classica, sintetizzandole in una interpretazione unica e originale.
Una piccola sezione in mostra è dedicata al santuario di Getsemani a Casale Corte Cerro, non molto distante da Domodossola, esponendo i disegni preparatori realizzati da Strawinsky per affrescare i 170 mq del muro esterno della chiesa con le storie della salvezza, dell’annunciazione e della pentecoste. Théodore più volte si era confrontato con spazi architettonici sacri - nei mosaici per la chiesa d’Assy o nelle vetrate della cattedrale di Cristo Re a Friburgo solo per fare due esempi - e sempre si era interrogato su due aspetti principali: come fondere la decorazione con l’impianto architettonico e come aiutare il fedele nella meditazione attraverso la contemplazione delle opere. Gli studi e la preparazione per la decorazione del Santuario dei Getsemani lo impegnarono per più di due anni, ma la realizzazione fu rapida e dal giugno al dicembre del 1972 portò a termine l’opera che ancora oggi si può ammirare a Casale Corte Cerro.
La mostra Théodore Strawinsky. La trasfigurazione poetica è anche l’occasione per scoprire Casa De Rodis, palazzetto di origine medioevale in Piazza Mercato, un tempo dimora della famiglia De Rodis, di antica nobiltà antigoriana, oggetto di un’attenta ristrutturazione, voluta fortemente da Alessandro Poscio. Dal 2014 questo spazio, è aperto al pubblico con l’obiettivo di esporre la collezione Poscio, ma soprattutto di farla dialogare con altri artisti e collezionisti in occasione di mostre temporanee, in un rapporto di integrazione con il territorio e insieme di apertura a esperienze artistiche più ampie.
Lo storico edificio è stato ripensato in chiave moderna recuperando gli elementi architettonici significativi del passato: manufatti in pietra, archi e cornici tardo medievali, soffitti a cassettoni, balconi in ferro battuto, in un’integrazione con la piazza del borgo storico cittadino.
Il catalogo, edito da Sagep Editori, presenterà i testi critici di Carole Haensler Huguet curatrice della mostra, Philippe Lüsher, storico dell’arte e Sylvie Visinand, conservatrice della Fondazione Théodore Strawinsky.
Inaugurazione 26 maggio 2018 ore 18 Orari: sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 14,30 alle 19 (altri orari su prenotazione)
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