Giorgio Griffa. Anni '70 - 2000

Giorgio Griffa, Campo viola, 1984, acrilico su tela, cm. 59x92

 

Dal 06 Novembre 2020 al 12 Dicembre 2020

Verona

Luogo: Kromya Art Gallery

Indirizzo: via Oberdan 11c

Orari: da martedì a sabato con orario 10.00-12.30 e 15.30-19.00. Nel rispetto della normativa vigente, gli accessi sono contingentati ed è richiesto l’uso di dispositivi di protezione individuale

Curatori: Matteo Galbiati

Telefono per informazioni: +39 339 4166956

E-Mail info: info@kromyartgallery.com

Sito ufficiale: http://www.kromyartgallery.com



La nuova sede di Kromya Art Gallery a Verona è aperta al pubblico per visite individuali. Nel rispetto del Dpcm del 3 novembre 2020, i collezionisti potranno accedere ai locali della galleria di via Oberdan n. 11c, a poca distanza dall’Arena e da Porta Borsari, per ammirare, fino al 12 dicembre 2020, le opere di Giorgio Griffa, uno dei principali esponenti italiani della ricerca pittorica internazionale.  

La galleria, fondata a Lugano nel 2018, porta avanti il proprio progetto culturale nonostante le difficoltà del presente, con la certezza che l’arte possa costituire un’importante risorsa per il futuro.

«Abbiamo deciso di chiamare "Camere" le nostre esposizioni - spiega Tecla Riva, direttore della sede di Lugano - e di mantenere questa titolazione anche per la sede di Verona, per rendere l’intimità e la familiarità che vi era soprattutto nelle gallerie tedesche nate nel secondo dopoguerra. Il visitatore viene pertanto accolto in un ambiente intimo, come lo è quello della nostra sede di Lugano, ubicata in quello che fu un appartamento di un palazzo di inizio ‘900». Le due sedi interagiranno infatti tra loro, intrecciando inedite proposte che amplieranno e arricchiranno lo sviluppo progettuale della Galleria.
«Abbiamo scelto di dedicare il primo allestimento a Giorgio Griffa (Torino, 1936) - dichiara Riccardo Steccanella, direttore di Kromya Art Gallery Verona - perché crediamo fortemente nel valore della sua ricerca a livello internazionale e, più in generale, nelle esperienze della Pittura Analitica, oggetto di una recente rivalutazione sia dal punto di vista critico che del mercato».

Il percorso espositivo comprende una ventina di dipinti, sia su tela che su carta, realizzati dagli anni Settanta agli anni Duemila. Testimonianza dei differenti cicli pittorici che, senza susseguirsi l’un l’altro, si intrecciano e sovrappongono accentuando l’a-temporalità del dettato pittorico di Giorgio Griffa.
  «Voce torinese della stagione analitica della pittura italiana - scrive il critico d’arte Matteo Galbiati - e rappresentante di spicco di quella tendenza che alla fine degli anni Sessanta ha impegnato alcuni giovani di allora a riflettere sui temi intrinseci proprio al linguaggio pittorico, Griffa ha, come gli altri artisti della sua generazione che si sono mossi in questa direzione, affermato un originalissimo codice espressivo basato su un corollario di segni-gesti primari, ma anche di simboli e codici, che lasciano sospesa la scrittura pittorica nel vuoto della tela grezza. Privato del telaio e liberato nello spazio il supporto del colore, il "quadro" perde la propria oggettualità e ritrova una differente potenzialità espressiva in dialogo anche con il luogo che lo accoglie, accedendo ad una nuova fenomenologia che dichiara la sua natura. La poesia cromatica di Griffa svolge con coerenza una narrazione che cerca lo spazio per affermare le memorie della pittura in un racconto lasciato quasi sempre indeterminato nel suo apparire e nel suo compiersi: il gesto evoca la forza e l’energia - fisica e mentale - che lo ha prodotto, ma ritrae sempre la volontà di rappresentare una pittura statica e ferma, ma sempre carica di tensioni e in costante divenire».

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