Napoli Barocca
Già dagli inizi del ‘500 la politica portata avanti durante la dominazione spagnola fu finalizzata all’accentramento di tutte le funzioni politico amministrative nella città di Napoli. Essa assunse così un ruolo centrale nel Mediterraneo e costituì un’importante risorsa per la corona di Spagna, soprattutto per i ricavi derivanti dalla pesantissima pressione fiscale. Ciò portò allo sviluppo di una struttura economica debole e scarsamente produttiva, che generò pesanti dissidi sociali sfociati in diverse manifestazioni di rivolta da parte della popolazione civile, come nel caso della celebre Rivolta di Masaniello (1647). Ciononostante l’arte ebbe un notevole impulso: il fervido clima di rinnovamento che si manifestò nell'architettura è ben rappresentato dall'attività di maestri del calibro di Cosimo Fanzago, mentre per ciò che concerne la pittura basti dire che Napoli ebbe un ruolo di primissimo piano tra i massimi centri di produzione artistica italiana. Si ricordi in questo senso la presenza di Caravaggio in città, che con le sue opere qui dipinte (Pio Monte della Misericordia e Museo Nazionale di Capodimonte) influenzò fortemente gli artisti locali della prima metà del Seicento, e si pensi all'opera eccelsa dei grandi esponenti della scuola napoletana quali Jusepe de Ribera (Quadreria dei Girolamini e Cappella del Tesoro di san Gennaro), Massimo Stanzione (chiesa di San Lorenzo Maggiore), Luca Giordano (chiesa della Pietà dei Turchini), Francesco Solimena e Cosimo Fanzago (chiesa di Gesù Nuovo).