Pronti a fine maggio i dipinti del Cigoli e dei Crivelli
Cantiere Marche: 51 opere in restauro e presto in mostra
Jacobello da Fiore, Storie della Vita di Santa Lucia, scomparto di polittico. Polo Museale di Palazzo dei Priori, Fermo
Francesca Grego
20/03/2019
Ancona - Procede l’imponente lavoro di recupero di tele, sculture e tavole dipinte danneggiate dal terremoto che ha scosso le Marche nell’agosto 2016: 51 opere d’arte individuate dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio della regione sono affidate alle cure dei restauratori e saranno pronte a fine maggio, grazie all’iniziativa congiunta di Anci Marche e Pio Sodalizio dei Piceni partita nella primavera del 2017.
Si tratta di preziose realizzazioni di artisti come i fratelli Crivelli, il Cigoli, Cola dell’Amatrice, Jacobello da Fiore, che insieme coprono un ampio arco temporale. Come spiega il curatore Stefano Papetti, si tratta infatti di lavori datati tra il Quattrocento e il Settecento, con una puntata nel XX secolo grazie al gesso La Schiava di Gaetano Orsolini.
Un fondo di 200 mila euro stanziato per metà da Anci Marche e per l’altra dal Pio Sodalizio dei Piceni coprirà i costi dei restauri e della diagnostica affidata agli esperti dell’Università di Camerino, che con tecnologie innovative hanno valutato lo stato di ciascuna opera.
E mentre si attende la conclusione dei lavori, all’orizzonte si profilano già due mostre in cui il pubblico potrà conoscere da vicino i tesori restaurati: la prima da ottobre 2019 a Senigallia, la seconda a Roma presso i Musei di San Salvatore in Lauro nel 2020. Il ricavato delle visite servirà poi a finanziare il restauro di nuove opere tra quelle già individuate dalla Soprintendenza.
Al termine delle mostre, con ogni probabilità dipinti e sculture non potranno tornare nelle loro sedi originarie, perché crollate o ancora pericolanti: saranno quindi collocate in otto depositi marchigiani resi fruibili ai visitatori.
Leggi anche:
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Si tratta di preziose realizzazioni di artisti come i fratelli Crivelli, il Cigoli, Cola dell’Amatrice, Jacobello da Fiore, che insieme coprono un ampio arco temporale. Come spiega il curatore Stefano Papetti, si tratta infatti di lavori datati tra il Quattrocento e il Settecento, con una puntata nel XX secolo grazie al gesso La Schiava di Gaetano Orsolini.
Un fondo di 200 mila euro stanziato per metà da Anci Marche e per l’altra dal Pio Sodalizio dei Piceni coprirà i costi dei restauri e della diagnostica affidata agli esperti dell’Università di Camerino, che con tecnologie innovative hanno valutato lo stato di ciascuna opera.
E mentre si attende la conclusione dei lavori, all’orizzonte si profilano già due mostre in cui il pubblico potrà conoscere da vicino i tesori restaurati: la prima da ottobre 2019 a Senigallia, la seconda a Roma presso i Musei di San Salvatore in Lauro nel 2020. Il ricavato delle visite servirà poi a finanziare il restauro di nuove opere tra quelle già individuate dalla Soprintendenza.
Al termine delle mostre, con ogni probabilità dipinti e sculture non potranno tornare nelle loro sedi originarie, perché crollate o ancora pericolanti: saranno quindi collocate in otto depositi marchigiani resi fruibili ai visitatori.
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