La pittura a Pratovecchio nel secolo di Giotto

Gli Uffizi rendono omaggio a Jacopo del Casentino

Iacopo del Casentino, Trittico portatile, Firenze, Galleria degli Uffizi
 

E. Bramati

13/06/2014

Arezzo - La 14° edizione della serie espositiva “La città degli Uffizi”, promossa annualmente dalla Galleria fiorentina per valorizzare il patrimonio artistico della provincia italiana in relazione alle sue collezioni, ha scelto per il 2014 di riscoprire i legami con il territorio e la cultura del Casentino.

Questa vallata nei pressi di Arezzo, da secoli profondamente legata a Firenze in virtù dei floridi commerci e della comune appartenenza alla diocesi di Fiesole, è infatti un luogo ricco di storia e di bellezze naturali, che conserva ancora molti capolavori d’arte medievale e rinascimentale.

Dal 14 giugno al 19 ottobre 2014, nella cornice del Teatro degli Antei a Pratovecchio Stia, sarà dunque presentata l'opera di Iacopo di Landino, pittore originario di queste zone e identificato da Giorgio Vasari con Iacopo del Casentino. Di quest'ultimo, contemporaneo di Giotto, la Galleria degli Uffizi possiede l’unica opera firmata, un piccolo trittico donato da Guido Cagnola al museo nel 1947.

Sebbene nel territorio non sussistano dipinti del maestro, la mostra ha voluto documentare l’esistenza di una fervente vita artistica locale, sviluppatasi tra la fine del Duecento e la seconda metà del Trecento. A questo periodo risalgono infatti numerose testimonianze della pittura tardogotica, introdotta da autori aggiornati sulle tendenze allora in voga nel capoluogo toscano.

In questa occasione saranno presentate al pubblico anche illustri personalità originarie del Casentino o legate alla sua terra: oltre all'esule Dante Alighieri, che qui trovò ospitalità agli inizi del XIV secolo, anche letterati come Donato Albanzani da Pratovecchio, amico di Petrarca e Boccaccio, Francesco Landini, figlio del pittore Jacopo, nonché uno dei più grandi organisti e compositori di musiche del Medioevo, e l'umanista Cristoforo Landino.