Fino al 25 giugno a Palazzo Fava
A Bologna il meglio del Novecento italiano

Carlo Carrà, Marina con albero
Francesca Grego
27/02/2017
Bologna - Giorgio Morandi, Carlo Carrà, Massimo Campigli, Osvaldo Licini e molti altri: fino al 25 giugno il meglio della pittura italiana è in mostra a Palazzo Fava, con Costruire il Novecento. Capolavori della collezione Giovanardi. Un eccezionale itinerario nell’arte italiana, ma anche in una feconda stagione del collezionismo, di cui l’insigne scienziato Augusto Giovanardi fu protagonista insieme alla moglie Francesca.
Novanta opere di altissima qualità rappresentano integralmente la raccolta, messa insieme fra gli anni Cinquanta e Settanta ed esposta integralmente solo una volta, al Mart di Rovereto, nel 2005.
Pittura figurativa e astratta, unite nella raffinata visione del professore, vanno a strutturare le tre sezioni del percorso, cui si aggiunge uno spazio dedicato alle migliori opere plastiche della collezione Genius Bononiae, promotore del progetto, con nomi come Arturo Martini, Fausto Melotti, Giacomo Manzù e Lucio Fontana.
In primo piano il confronto fra due grandi maestri del secolo scorso, protagonisti della prima sezione: Morandi e Licini, legati a Giovanardi da una lunga amicizia, per la cui arte il collezionista nutrì un’autentica passione.
Il secondo capitolo è incentrato sulla pittura costruttiva, che fra le due guerre stabilì un proficuo dialogo con l’architettura, dando vita a importanti progetti di decorazione murale e a una molteplicità di esiti e stili. Ecco dunque le realizzazioni di Mario Sironi, Gino Severini, Giorgio De Chirico, insieme a Campigli e Carrà.
Nella terza sezione, Il sogno e la terra, si mette a fuoco il superamento del realismo, alla fine degli anni Trenta, con l’affermazione di due tendenze parallele: alla pittura istintiva e materica, terrosa appunto, di Arturo Tosi e Mario Mafai, si affianca il carattere onirico dei lavori di Filippo De Pisis, Pio Semeghini, Cesare Breveglieri, fino all’astrazione geometrica di Mario Reggiani.
Novanta opere di altissima qualità rappresentano integralmente la raccolta, messa insieme fra gli anni Cinquanta e Settanta ed esposta integralmente solo una volta, al Mart di Rovereto, nel 2005.
Pittura figurativa e astratta, unite nella raffinata visione del professore, vanno a strutturare le tre sezioni del percorso, cui si aggiunge uno spazio dedicato alle migliori opere plastiche della collezione Genius Bononiae, promotore del progetto, con nomi come Arturo Martini, Fausto Melotti, Giacomo Manzù e Lucio Fontana.
In primo piano il confronto fra due grandi maestri del secolo scorso, protagonisti della prima sezione: Morandi e Licini, legati a Giovanardi da una lunga amicizia, per la cui arte il collezionista nutrì un’autentica passione.
Il secondo capitolo è incentrato sulla pittura costruttiva, che fra le due guerre stabilì un proficuo dialogo con l’architettura, dando vita a importanti progetti di decorazione murale e a una molteplicità di esiti e stili. Ecco dunque le realizzazioni di Mario Sironi, Gino Severini, Giorgio De Chirico, insieme a Campigli e Carrà.
Nella terza sezione, Il sogno e la terra, si mette a fuoco il superamento del realismo, alla fine degli anni Trenta, con l’affermazione di due tendenze parallele: alla pittura istintiva e materica, terrosa appunto, di Arturo Tosi e Mario Mafai, si affianca il carattere onirico dei lavori di Filippo De Pisis, Pio Semeghini, Cesare Breveglieri, fino all’astrazione geometrica di Mario Reggiani.
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