Fino al 30 giugno a Palazzo Bentivoglio
A Bologna l'Atelier Morandi rivive negli scatti di Luigi Ghirri
Luigi Ghirri. Atelier Morandi, Palazzo Bentivoglio, Bologna, 2023 | Foto: © Carlo Favero
Samantha De Martin
03/05/2024
Bologna - Una sorta di itinerario sentimentale nello studio di Giorgio Morandi si sublima negli scatti realizzati tra il 1989 e il 1990 in via Fondazza dal maestro Luigi Ghirri, presentando al pubblico l’atelier del pittore come doveva apparire prima che l'appartamento venisse musealizzato.
Il 18 giugno 1964 Giorgio Morandi si spegneva nella sua casa di via Fondazza, a Bologna, dove visse con la madre e le tre sorelle, Anna, Dina e Maria Teresa. A sessant’anni dalla scomparsa del pittore delle bottiglie, dei vasi, delle caffettiere, Palazzo Bentivoglio apre al pubblico i suoi spazi sotterranei che accolgono una piccola, preziosa mostra - organizzata in collaborazione con gli eredi di Luigi Ghirri - con le fotografie realizzate tra il 1989 e il 1990 dal maestro Ghirri nello studio di Morandi in via Fondazza.
La selezione di scatti, in prestito dalla collezione privata di Palazzo Bentivoglio e dall'Archivio dell'artista, arricchisce il racconto per immagini dedicato all’Atelier Morandi, andando ad aggiungere in mostra una serie di stampe che non furono pubblicate nel lavoro omonimo.
Fino al 30 giugno il percorso Luigi Ghirri. Atelier Morandi invita ad addentrarsi nell’immaginario meno conosciuto dell’opera di Morandi fornendo una prospettiva evocativa ed intima del paesaggio interiore e quotidiano del pittore, proprio grazie alla sintonia che lo sguardo di Ghirri è riuscito a intercettare e a restituire.
Luigi Ghirri. Atelier Morandi, Palazzo Bentivoglio, Bologna, 2023 | Foto: © Carlo Favero
“Il legame, ancor più che sentimentale o geografico, è formale - spiega Tommaso Pasquali nel testo che accompagna la mostra -. Dei molti fotografi entrati nello studio di via Fondazza, prima e dopo il 1964, nessuno riesce morandiano quanto Ghirri, la cui “poetica ricognizione del mondo di natura”, e sono parole di Roberto Longhi su Morandi, non poteva che nascere da una genealogia di precedenti artistici straordinariamente simile a quella del bolognese. Per entrambi, individuare la forma delle cose sotto una luce vera, e interrogarsi sulla sostanza stessa delle proprie immagini, è possibile solo appartenendo a quella discendenza che Ghirri dichiara schiettamente nelle interviste: parte da Pietro della Francesca, prosegue con Beato Angelico nel monastero di San Marco a Firenze, e passa poi d'obbligo attraverso l'opera di Cézanne”.
L’allestimento di Davide Trabucco recupera e riconfigura i materiali dell'allestimento pensato da Franco Raggi per la mostra Felicissimo Giani accolta negli stessi spazi. Al centro della stanza, i pannelli di feltro azzurro disegnano a terra, riprendendo dimensioni e proporzioni, la pianta dell'atelier di Morandi. Ne viene fuori una pedana rialzata ispirata a una serie di lavori di Alberto Garutti, dove diversi strati di moquette restituiscono la planimetria degli spazi domestici dell'artista. Alcuni elementi modulari di legno sbiancato diventano i supporti delle fotografie di Ghirri.
Luigi Ghirri, Bologna 89-1990, Palazzo Bentivoglio, Bologna
A segnare l’inizio e la fine di questa esplorazione di oggetti e superfici morandiane sono le immagini della porta di accesso all'appartamento di via Fondazza, quelle del cortile, della finestra. Al visitatore è affidato il compito di compiere questa esplorazione camminando sui feltri. Dal momento che le foto di Ghirri sono state collocate da Trabucco nella stessa posizione che i soggetti avevano all'interno della stanza, il visitatore avrà come la sensazione di trovarsi nello studio del pittore bolognese. Ed ecco, avvolti da una luce lattiginosa, immortalati dall’obiettivo di Ghirri, i barattoli, i mazzetti di fiori di carta, le bottiglie dipinte di bianco, oggetti disposti su ripiani e tavolini, oppure accumulati in un angolo per terra.
Gli ospiti di Palazzo Bentivoglio sono invitati a entrare, assieme al fotografo, in un ambiente in cui uno straccio logoro appoggiato su un cavalletto viene cristallizzato nel tempo dai residui di pittura, o a contemplare su una parete una cartolina del ponte George Washington, accompagnata dalla pagina strappata di un libro. Basta aguzzare la vista per scorgere, nella penombra di una foto scattata da Ghirri sulla porta, la presenza di un'incisione del 1930 con un'affollata natura morta. Morandi la teneva appesa sopra il letto, accanto a un orologio da tasca inchiodato al muro, sotto una pagina miniata nella prima metà del Quattrocento da Bertolino de' Grossi, regalo di Luigi Magnani per il Natale 1958.
Le immagini di questi oggetti diventano, quindi, per lo spettatore, come dice Giorgio Messori, “apparizioni naturali delle cose che sono nel mondo”.
I sotterranei di Palazzo Bentivoglio sono aperti sabato e domenica dalle 11 alle 18.
Luigi Ghirri, Bologna, Via Fondazza 1989-90 © Eredi Luigi Ghirri
Il 18 giugno 1964 Giorgio Morandi si spegneva nella sua casa di via Fondazza, a Bologna, dove visse con la madre e le tre sorelle, Anna, Dina e Maria Teresa. A sessant’anni dalla scomparsa del pittore delle bottiglie, dei vasi, delle caffettiere, Palazzo Bentivoglio apre al pubblico i suoi spazi sotterranei che accolgono una piccola, preziosa mostra - organizzata in collaborazione con gli eredi di Luigi Ghirri - con le fotografie realizzate tra il 1989 e il 1990 dal maestro Ghirri nello studio di Morandi in via Fondazza.
La selezione di scatti, in prestito dalla collezione privata di Palazzo Bentivoglio e dall'Archivio dell'artista, arricchisce il racconto per immagini dedicato all’Atelier Morandi, andando ad aggiungere in mostra una serie di stampe che non furono pubblicate nel lavoro omonimo.
Fino al 30 giugno il percorso Luigi Ghirri. Atelier Morandi invita ad addentrarsi nell’immaginario meno conosciuto dell’opera di Morandi fornendo una prospettiva evocativa ed intima del paesaggio interiore e quotidiano del pittore, proprio grazie alla sintonia che lo sguardo di Ghirri è riuscito a intercettare e a restituire.
Luigi Ghirri. Atelier Morandi, Palazzo Bentivoglio, Bologna, 2023 | Foto: © Carlo Favero
“Il legame, ancor più che sentimentale o geografico, è formale - spiega Tommaso Pasquali nel testo che accompagna la mostra -. Dei molti fotografi entrati nello studio di via Fondazza, prima e dopo il 1964, nessuno riesce morandiano quanto Ghirri, la cui “poetica ricognizione del mondo di natura”, e sono parole di Roberto Longhi su Morandi, non poteva che nascere da una genealogia di precedenti artistici straordinariamente simile a quella del bolognese. Per entrambi, individuare la forma delle cose sotto una luce vera, e interrogarsi sulla sostanza stessa delle proprie immagini, è possibile solo appartenendo a quella discendenza che Ghirri dichiara schiettamente nelle interviste: parte da Pietro della Francesca, prosegue con Beato Angelico nel monastero di San Marco a Firenze, e passa poi d'obbligo attraverso l'opera di Cézanne”.
L’allestimento di Davide Trabucco recupera e riconfigura i materiali dell'allestimento pensato da Franco Raggi per la mostra Felicissimo Giani accolta negli stessi spazi. Al centro della stanza, i pannelli di feltro azzurro disegnano a terra, riprendendo dimensioni e proporzioni, la pianta dell'atelier di Morandi. Ne viene fuori una pedana rialzata ispirata a una serie di lavori di Alberto Garutti, dove diversi strati di moquette restituiscono la planimetria degli spazi domestici dell'artista. Alcuni elementi modulari di legno sbiancato diventano i supporti delle fotografie di Ghirri.
Luigi Ghirri, Bologna 89-1990, Palazzo Bentivoglio, Bologna
A segnare l’inizio e la fine di questa esplorazione di oggetti e superfici morandiane sono le immagini della porta di accesso all'appartamento di via Fondazza, quelle del cortile, della finestra. Al visitatore è affidato il compito di compiere questa esplorazione camminando sui feltri. Dal momento che le foto di Ghirri sono state collocate da Trabucco nella stessa posizione che i soggetti avevano all'interno della stanza, il visitatore avrà come la sensazione di trovarsi nello studio del pittore bolognese. Ed ecco, avvolti da una luce lattiginosa, immortalati dall’obiettivo di Ghirri, i barattoli, i mazzetti di fiori di carta, le bottiglie dipinte di bianco, oggetti disposti su ripiani e tavolini, oppure accumulati in un angolo per terra.
Gli ospiti di Palazzo Bentivoglio sono invitati a entrare, assieme al fotografo, in un ambiente in cui uno straccio logoro appoggiato su un cavalletto viene cristallizzato nel tempo dai residui di pittura, o a contemplare su una parete una cartolina del ponte George Washington, accompagnata dalla pagina strappata di un libro. Basta aguzzare la vista per scorgere, nella penombra di una foto scattata da Ghirri sulla porta, la presenza di un'incisione del 1930 con un'affollata natura morta. Morandi la teneva appesa sopra il letto, accanto a un orologio da tasca inchiodato al muro, sotto una pagina miniata nella prima metà del Quattrocento da Bertolino de' Grossi, regalo di Luigi Magnani per il Natale 1958.
Le immagini di questi oggetti diventano, quindi, per lo spettatore, come dice Giorgio Messori, “apparizioni naturali delle cose che sono nel mondo”.
I sotterranei di Palazzo Bentivoglio sono aperti sabato e domenica dalle 11 alle 18.
Luigi Ghirri, Bologna, Via Fondazza 1989-90 © Eredi Luigi Ghirri
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