Dal 25 gennaio al 31 marzo

I segni di Robert Indiana alla GAM di Bologna

Galleria d'Arte Maggiore G.A.M., Bologna (Italy) | Robert Indiana, LOVE, Red and Violet, 1966-1999, alluminio policromo, cm. 91.5 x 91.5 x 45.75
 

Ludovica Sanfelice

19/01/2016

Bologna - Dopo l’incoraggiante successo della mostra su Andy Warhol, la Galleria d’Arte Maggiore prosegue il discorso sulla Pop Art portando a Bologna l’opera di Robert Indiana, il cui linguaggio, capace di tradurre segni d’uso quotidiano in un repertorio figurativo di numeri e caratteri cubitali, è risultato così immediato e potente da stabilirsi nell’immaginario collettivo. 

Veicoli efficaci dapprima dipinti e poi replicati in forme scultoree, i suoi lavori più celebri sintetizzano con spirito puramente pop l’ordinaria serialità della società consumistica trasferendola in oggetti espressivi e artisticamente riconoscibili e volontariamente esposti alla fruizione di massa, come è successo con i monumentali totem, colorati e brillanti, più volte collocati nelle strade delle grandi metropoli dell’Occidente.

Nel percorso espositivo allestito alla GAM, particolare spazio è riservato a LOVE, l’opera nata su committenza del MoMA nel 1964 come strenna natalizia e più tardi stampata su un francobollo celebrativo da 8 centesimi emesso dal Servizio postale degli Stati Uniti nel 1973 come primo esemplare della serie regolare intitolata “Love Stamps”. L’immagine che seziona la parola in due sillabe incolonnate inscritte in un quadrato con la O inclinata, oltre ad imporsi come un simbolo dell’intera produzione di Indiana è diventata un segno poetico iconico dei nostri tempi.

All’interno della mostra, LOVE viene affiancata al suo equivalente AMOR che attraverso gli stessi caratteri tipografici accoppiati e sovrapposti, estende e moltiplica il proprio significato originale ricorrendo all’isolamento delle sillabe AM e OR che richiamano l’essere (I Am) e il dubbio (Or) di tradizione shakespeariana. Un ruolo altrettanto importante lo gioca l’opera ONE THROUGH ZERO, che raggruppando combinazioni variabili di dieci numeri (da zero a nove), legate al ciclo della vita e alle esperienze individuali dell’artista, riesce a generare diverse interpretazioni. I visitatori potranno verificarlo personalmente dal 25 gennaio al 31 marzo.


Consulta anche:
Guida d'arte di Bologna

COMMENTI