Dal 12 agosto all’8 ottobre

A Desenzano un viaggio nell'arte lungo quattro secoli, da van Dyck a de Chirico

Antoon Van Dyck, Ritratto di sir John Penruddock, 1631-1632, Olio su tela, 79 x 103 cm
 

Samantha De Martin

11/08/2023

Brescia - Un percorso audace lungo quattro secoli, che corre dai dipinti del Seicento, post-caravaggeschi e barocchi, ai più temerari percorsi del contemporaneo, prende vita tra le sale del Castello di Desenzano del Garda.
Considerato disperso per decenni, rimasto appeso gelosamente per quasi tre secoli in casa Penruddock in Compton Park, per poi essere esposto per la prima volta al pubblico nel 1902 alla New Gallery of England e identificato come opera autografa di Antoon Van Dyck da Charles Holmes, il prezioso Ritratto di John Penruddock conferma l'assoluta maestria raggiunta dal fiammingo durante il suo primo soggiorno londinese.
Questo capolavoro è uno dei fiori all’occhiello della mostra dal titolo 1600: l'epoca di Van Dyck / 1900: il viaggio da de Chirico, prodotta da MV Arte, a cura di Pietro Quattriglia Venneri e Matteo Vanzan, in programma dal 12 agosto all’8 ottobre.


Giorgio de Chirico, Apollo musagete, 1973, Olio su cartone, 22 x 29 cm

All’interno di un percorso articolato in due sezioni il pubblico potrà scoprire opere in “prima uscita” come il San Pietro di Guercino e la Santa Cecilia attribuita a Guido Reni, da collezione privata toscana, che rivela i modi caravaggeschi appresi dal maestro bolognese durante il soggiorno romano.
La Roma barocca si svela anche attraverso un altro capolavoro da riferirsi alla mano di Giacinto Brandi. Nella Maddalena del maestro seicentesco - con gli occhi languidi al cielo, i capelli arruffati, il viso di perla - il pubblico riscopre il senso di esagerazione tragica e teatrale che è una delle note più espressive della temperie culturale dell’urbe in quel preciso momento storico.

Se la prima sezione del percorso sarà dedicata alle opere del Seicento nazionale ed internazionale, la seconda parte abbraccerà le ricerche pittoriche relative ai primi quarant'anni del Novecento italiano in un excursus complessivo di 50 opere. A connettere i due momenti sarà la riflessione sulla pittura del Realismo, nata nel Seicento con la stagione barocca per arrivare alle porte del Novecento quando de Chirico, grazie alla sua pittura di matrice classicista, diventa un punto di congiunzione tra le due epoche teorizzando una Metafisica che influenzerà la nascita del Surrealismo e, assieme a Francis Bacon, del Realismo esistenziale.
Giorgio de Chirico sarà fondamentale al tempo stesso per un ritorno all'ordine che darà vita al Realismo Magico e alla Nuova Oggettività tedesca.


Francesco Trombadori, Maternità, Olio su tela

“Van Dyck, Tiarini, Reni e Guercino - anticipa il curatore Pietro Quattriglia Venneri - sono solo alcuni dei nomi che compongono la sezione degli Old Masters riconnettendosi in maniera del tutto armonica alle opere selezionate per rappresentare il mondo moderno e contemporaneo. Ci raccontano storie che non sono poi così lontane da noi, e non parlo esclusivamente in termini cronologici”.

La mostra ripercorre la nascita del Realismo seicentesco e i suoi sviluppi futuri in un fare pittorico che viene vissuto prendendo in considerazione l’uomo e le sue emozioni.
“Artisti come Van Dyck, il Guercino, Giovanni Andrea Ansaldo, Peeter Maurice Bolckmann, Alessandro Tiarini e, nel Novecento, Giorgio de Chirico, Ugo Celada da Virgilio, Renato Guttuso, Renzo Vespignani, Alberto Sughi, Gianfranco Ferroni, Salvador Dalì, Joan Mirò - continua Matteo Vanzan, direttore di Mv Arte - hanno saputo raccontare esiti di vita e riflessioni sulla condizione umana nell’unione di intenti che, dal Realismo seicentesco, arriva fino ai giorni nostri in intrecci di uomo, natura ed esistenza in un mondo sempre più avvolto nei meandri dell’insondabile”.

La mostra sarà aperta dal martedì alla domenica dalle 10 alle 18.30.