Dal 23 giugno all’8 gennaio un itinerario inedito nel Parco Archeologico
Antico o contemporaneo? Isgrò cancella (e riscrive) la storia di Brescia
Emilio Isgrò, Brixia come Atene | Foto: © Ela Bialkowska OKNO Studio
Francesca Grego
22/06/2022
Brescia - Uno sciame di api volteggia tra i marmi antichi. Andranno a posarsi sulle epigrafi romane, cancellando iscrizioni di quasi duemila anni fa e componendo nuove parole. Storia e contemporaneità si mescolano, trasportando gli spettatori in uno stato di meraviglia simile a quello di Enea, sorpreso dalla moltitudine di anime che, proprio come api, secondo il racconto di Virgilio si aggiravano nella valle del fiume Lete. Siamo nella sala centrale del Capitolium, teatro di una spettacolare coreografia digitale di Emilio Isgrò, e l’installazione Le api di Virgilio è solo il punto di inizio del suggestivo percorso ideato dall'artista siciliano per l’area archeologica di Brescia.
Emilio Isgrò, Le api di Virgilio. Photo Ela Bialkowska OKNO Studio
Dal Capitolium al Teatro romano, fino al complesso di Santa Giulia, Isgrò interviene sulle vestigia del passato con le sue celebri cancellature. L’oltraggio è solo apparente: cancellare per lui significa offrire un senso nuovo e vitale all’antico, dove pulsano le radici dell’identità bresciana, italiana, mediterranea ed europea. "Cancellare Brixia non significa cancellare realmente una città ma esattamente il contrario”, ha spiegato questa mattina il maestro durante la presentazione della mostra: “Significa riportare all’attenzione degli italiani e degli europei una comunità culturale e civile che ha dato molto al Paese e che continua a farlo in questi anni veramente difficili. Anni così difficili che anche gli artisti non possono più accontentarsi di essere solo una voce del listino di Borsa, ma uomini e donne in carne ed ossa capaci di amare e di soffrire. La cancellatura non è fatta per uccidere o censurare, come pretende la cancel culture, ma per preservare sotto l’inchiostro quelle parole di speranza e di fiducia che oggi mancano al mondo”.
Da domani, giovedì 23 giugno, fino al prossimo 8 gennaio, visitare le rovine dell’antica Brixia significherà viaggiare tra passato e futuro, tra monumentali rovine e installazioni ambientali site-specific, aspettando la grande festa di Bergamo-Brescia Capitale della Cultura 2023. Prodotto da Fondazione Brescia Musei e Comune di Brescia e curato da Marco Bazzini, il progetto Isgrò cancella Brixia non si limita alle arti visive: nella cornice del Teatro romano andrà in scena il dramma Didone Adonàis Domine dello stesso Isgrò, artista poliedrico appassionato di letteratura antica e con trascorsi nel teatro contemporaneo (spettacoli dal 22 al 24 giugno e dal 1° al 3 luglio).
Emilio Isgrò, l'Armonium delle allodole impazzite (dettaglio). Photo Ela Bialkowska OKNO Studio
“Isgrò cancella Brixia è un progetto estremamente ambizioso e complesso, che si sviluppa su tre livelli includendo diversi linguaggi, dalla dimensione installativa materica e digitale, a quella espositiva tradizionale che si sviluppa negli spazi del Museo di Santa Giulia, fino alla parte performativa con lo spettacolo teatrale per la regia di Giorgio Sangati”, spiega Stefano Karadjov, direttore di Brescia Musei. “Un progetto tanto più importante perché non effimero, dal momento che consentirà alla città di includere nel proprio patrimonio culturale delle nuove opere di arte contemporanea. Un percorso importante che permetterà inoltre, grazie alla collaborazione con Arte Sella, di far vivere e parlare il progetto e la città di Brescia oltre i confini spazio-temporali della mostra”.
Emilio Isgrò, l'Armonium delle allodole impazzite (dettaglio). Photo Ela Bialkowska OKNO Studio
Dal Capitolium, dicevamo, la fantasia di Isgrò sconfina negli spazi del Parco Archeologico, fino al Museo di Santa Giulia. Qui, sul prato del chiostro rinascimentale, troveremo L’armonium delle allodole impazzite, enigmatico strumento musicale sul cui perimetro corrono i tasti di un pianoforte. Nel silenzio risuonano le note della Casta diva dalla Norma di Vincenzo Bellini, ambientata nelle Gallie romane, nella trascrizione di Chopin: un omaggio alla storia della città, ma anche al pianista bresciano Arturo Benedetti Michelangeli, che torna in vita nel cinguettio di un’allodola accompagnata da un coro di uccelli. Prodotta da Fondazione Brescia Musei in collaborazione con Arte Sella, dopo il debutto a Santa Giulia l’opera troverà la sua casa definitiva nella natura del parco dolomitico, che ospita già numerose sculture e istallazioni.
Emilio Isgrò, La pigrizia del discobolo, acrilico su tela, 170 x 118 cm | Foto: © Andrea Valentini | Courtesy Archivio Emilio Isgrò
Nel museo bresciano il viaggio continua con il ciclo di dipinti Brixia come Atene: 13 tele inedite di grandi dimensioni in cui Isgrò sviluppa le potenzialità pittoriche della cancellatura evocando la vita quotidiana nelle polis greche. Nei giardini del Viridiarium, parco pubblico vicino alle Domus dell’Ortaglia, un gigantesco mappamondo sembra essere caduto sul prato: tutti i toponimi del globo sono stati cancellati dall’artista, a eccezione di quello di Brixia, dove l’opera rimarrà in via permanente dopo la fine della mostra.
Emilio Isgrò, Le api di Virgilio. Photo Ela Bialkowska OKNO Studio
“Il progetto Isgrò cancella Brixia traghetta verso il traguardo del 2023, anno in cui Brescia sarà Capitale della Cultura, e corona il percorso che la Fondazione Brescia Musei ha intrapreso, ormai due anni fa intorno al ritorno in città della Vittoria Alata”, afferma Francesca Bazoli, Presidente di Fondazione Brescia Musei: “Non solo: il coinvolgimento di un grande maestro del calibro di Emilio Isgrò, dopo quello di Francesco Vezzoli, protagonista del percorso espositivo da poco concluso Palcoscenici Archeologici, conferma la volontà della Fondazione di leggere la ricchezza del patrimonio bresciano artistico attraverso tutti i linguaggi dell’arte, fino a quella contemporanea”.
Isgrò cancella Brixia. Photo Ela Bialkowska OKNO Studio
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Emilio Isgrò, Le api di Virgilio. Photo Ela Bialkowska OKNO Studio
Dal Capitolium al Teatro romano, fino al complesso di Santa Giulia, Isgrò interviene sulle vestigia del passato con le sue celebri cancellature. L’oltraggio è solo apparente: cancellare per lui significa offrire un senso nuovo e vitale all’antico, dove pulsano le radici dell’identità bresciana, italiana, mediterranea ed europea. "Cancellare Brixia non significa cancellare realmente una città ma esattamente il contrario”, ha spiegato questa mattina il maestro durante la presentazione della mostra: “Significa riportare all’attenzione degli italiani e degli europei una comunità culturale e civile che ha dato molto al Paese e che continua a farlo in questi anni veramente difficili. Anni così difficili che anche gli artisti non possono più accontentarsi di essere solo una voce del listino di Borsa, ma uomini e donne in carne ed ossa capaci di amare e di soffrire. La cancellatura non è fatta per uccidere o censurare, come pretende la cancel culture, ma per preservare sotto l’inchiostro quelle parole di speranza e di fiducia che oggi mancano al mondo”.
Da domani, giovedì 23 giugno, fino al prossimo 8 gennaio, visitare le rovine dell’antica Brixia significherà viaggiare tra passato e futuro, tra monumentali rovine e installazioni ambientali site-specific, aspettando la grande festa di Bergamo-Brescia Capitale della Cultura 2023. Prodotto da Fondazione Brescia Musei e Comune di Brescia e curato da Marco Bazzini, il progetto Isgrò cancella Brixia non si limita alle arti visive: nella cornice del Teatro romano andrà in scena il dramma Didone Adonàis Domine dello stesso Isgrò, artista poliedrico appassionato di letteratura antica e con trascorsi nel teatro contemporaneo (spettacoli dal 22 al 24 giugno e dal 1° al 3 luglio).
Emilio Isgrò, l'Armonium delle allodole impazzite (dettaglio). Photo Ela Bialkowska OKNO Studio
“Isgrò cancella Brixia è un progetto estremamente ambizioso e complesso, che si sviluppa su tre livelli includendo diversi linguaggi, dalla dimensione installativa materica e digitale, a quella espositiva tradizionale che si sviluppa negli spazi del Museo di Santa Giulia, fino alla parte performativa con lo spettacolo teatrale per la regia di Giorgio Sangati”, spiega Stefano Karadjov, direttore di Brescia Musei. “Un progetto tanto più importante perché non effimero, dal momento che consentirà alla città di includere nel proprio patrimonio culturale delle nuove opere di arte contemporanea. Un percorso importante che permetterà inoltre, grazie alla collaborazione con Arte Sella, di far vivere e parlare il progetto e la città di Brescia oltre i confini spazio-temporali della mostra”.
Emilio Isgrò, l'Armonium delle allodole impazzite (dettaglio). Photo Ela Bialkowska OKNO Studio
Dal Capitolium, dicevamo, la fantasia di Isgrò sconfina negli spazi del Parco Archeologico, fino al Museo di Santa Giulia. Qui, sul prato del chiostro rinascimentale, troveremo L’armonium delle allodole impazzite, enigmatico strumento musicale sul cui perimetro corrono i tasti di un pianoforte. Nel silenzio risuonano le note della Casta diva dalla Norma di Vincenzo Bellini, ambientata nelle Gallie romane, nella trascrizione di Chopin: un omaggio alla storia della città, ma anche al pianista bresciano Arturo Benedetti Michelangeli, che torna in vita nel cinguettio di un’allodola accompagnata da un coro di uccelli. Prodotta da Fondazione Brescia Musei in collaborazione con Arte Sella, dopo il debutto a Santa Giulia l’opera troverà la sua casa definitiva nella natura del parco dolomitico, che ospita già numerose sculture e istallazioni.
Emilio Isgrò, La pigrizia del discobolo, acrilico su tela, 170 x 118 cm | Foto: © Andrea Valentini | Courtesy Archivio Emilio Isgrò
Nel museo bresciano il viaggio continua con il ciclo di dipinti Brixia come Atene: 13 tele inedite di grandi dimensioni in cui Isgrò sviluppa le potenzialità pittoriche della cancellatura evocando la vita quotidiana nelle polis greche. Nei giardini del Viridiarium, parco pubblico vicino alle Domus dell’Ortaglia, un gigantesco mappamondo sembra essere caduto sul prato: tutti i toponimi del globo sono stati cancellati dall’artista, a eccezione di quello di Brixia, dove l’opera rimarrà in via permanente dopo la fine della mostra.
Emilio Isgrò, Le api di Virgilio. Photo Ela Bialkowska OKNO Studio
“Il progetto Isgrò cancella Brixia traghetta verso il traguardo del 2023, anno in cui Brescia sarà Capitale della Cultura, e corona il percorso che la Fondazione Brescia Musei ha intrapreso, ormai due anni fa intorno al ritorno in città della Vittoria Alata”, afferma Francesca Bazoli, Presidente di Fondazione Brescia Musei: “Non solo: il coinvolgimento di un grande maestro del calibro di Emilio Isgrò, dopo quello di Francesco Vezzoli, protagonista del percorso espositivo da poco concluso Palcoscenici Archeologici, conferma la volontà della Fondazione di leggere la ricchezza del patrimonio bresciano artistico attraverso tutti i linguaggi dell’arte, fino a quella contemporanea”.
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