Dal 23 giugno all’8 gennaio a Brescia, Capitale della Cultura 2023
Emilio Isgrò cancella Brixia. Archeologia e contemporaneo a confronto tra musica e teatro
Emilio Isgrò, La pigrizia del discobolo, Acrilico su tela, 170 × 118 cm | Foto: © Andrea Valentini | Courtesy Archivio Emilio Isgrò
Samantha De Martin
09/05/2022
Brescia - Tre tocchi d’artista per cancellare l’antica Brixia, complice uno sciame di api in volo incaricato di rimuovere le iscrizioni dalle epigrafi romane, o un grande mappamondo caduto per caso su un prato, privo di toponimi, ad eccezione del nome Brescia.
Non siamo di fronte alla bizzarra minaccia di un artista antistorico, ma al cospetto del grande genio di Emilio Isgrò, pronto a rinsaldare il legame con la città lombarda attraverso un progetto inedito, pensato appositamente per i suoi spazi.
L’appuntamento è dal 23 giugno all’8 gennaio all’interno dei più importanti luoghi del Parco archeologico di Brescia Romana (il più vasto del Nord Italia) e del Museo di Santa Giulia.
Dopo l’Incancellabile Vittoria, l’installazione monumentale presentata nell’ottobre 2020 nella metropolitana bresciana per celebrare il ritorno in città della Vittoria Alata, l’artista siciliano porterà in città il suo progetto espositivo dal titolo Isgrò cancella Brixia, a cura di Marco Bazzini, prodotto da Fondazione Brescia Musei e dal Comune di Brescia.
L’intervento, che si svilupperà dal Capitolium al Teatro Romano, dal Chiostro rinascimentale ai giardini del Viridarium, metterà in dialogo l’archeologia e l’arte contemporanea, la storia e il presente, la cultura classica e la sua persistenza nel nostro tempo.
Emilio Isgrò, La luce dell’agorà, acrilico su tela, 170 x 118 cm | Foto: © Andrea Valentini | Courtesy Archivio Emilio Isgrò
Saranno tre gli interventi attesi: una serie di installazioni monumentali (fisiche e digitali), la messa in scena di un dramma autografo nel Teatro Romano di Brescia e una mostra di 14 lavori originali negli spazi del Museo di Santa Giulia, interventi che dimostreranno quanto le radici della grande cultura mediterranea protagonista, con l’antica Roma, anche in territorio bresciano, siano vive e profonde nella produzione di Isgrò.
Le opere d’arte, tutte di dimensioni ambientali, saranno appositamente ideate e realizzate dall’artista per l’occasione, in stretta relazione con i suggestivi spazi che le ospiteranno. Per il padre indiscusso della cancellatura - atto che Isgrò iniziò a sperimentare nei primi anni Sessanta e che ancora oggi mantiene la stessa vivacità e audacia creativa - Cancellare Brixia diventa l’occasione per fare rivivere la città sotto forme inedite e inaspettate, trasformando la cancellatura da un semplice atto di distruzione in una complessa esperienza di conoscenza.
“Il progetto Isgrò cancella Brixia - spiega Francesca Bazoli, presidente di Fondazione Brescia Musei - traghetta verso il traguardo del 2023, anno in cui Brescia sarà Capitale della Cultura, e corona il percorso che la Fondazione Brescia Musei ha intrapreso, ormai due anni fa, intorno al ritorno in città della Vittoria Alata, da cui è scaturito un vasto e vario palinsesto culturale, e investe il nuovo grande "cantiere" del Teatro Romano. Non solo: il coinvolgimento da parte di Fondazione Brescia Musei di un grande maestro del calibro di Emilio Isgrò, dopo quello di Francesco Vezzoli, protagonista del percorso espositivo da poco concluso Palcoscenici Archeologici, conferma la volontà della Fondazione di leggere la ricchezza del patrimonio bresciano artistico attraverso tutti i linguaggi dell’arte, fino a quella contemporanea”.
Emilio Isgrò, Le colonne di Afrodite, acrilico su tela, 170 x 188 cm, Foto: © Andrea Valentini | Courtesy Archivio Emilio Isgrò
Il progetto, ambizioso e complesso, si sviluppa su tre livelli, includendo linguaggi diversi, dalla dimensione installativa materica e digitale, a quella espositiva tradizionale che corre negli spazi del Museo di Santa Giulia, fino alla parte performativa racchiusa nello spettacolo teatrale per la regia di Giorgio Sangati.
“Un progetto tanto più importante perché non effimero - dichiara Stefano Karadjov, direttore di Fondazione Brescia Musei - dal momento che consentirà alla città di includere nel proprio patrimonio culturale nuove opere di arte contemporanea, permettendo, grazie alla collaborazione con Arte Sella, di far vivere e parlare il progetto e la città di Brescia oltre i confini spazio-temporali della mostra”.
Il percorso espositivo coprirà idealmente lo spazio monumentale interessato dal Corridoio Unesco, progetto che sarà completato nel periodo di apertura della mostra e che prevede la realizzazione di un unico maestoso itinerario di visita, libero e gratuito, che corre all’interno dagli spazi del Parco archeologico fino al Museo di Santa Giulia. La rassegna avrà inizio nella sala centrale del Capitolium, sede della spettacolare installazione, realizzata con le più avveniristiche tecniche digitali, intitolata Le api di Virgilio. Uno sciame di api in volo, simbolo di socialità e di operosità, cancellerà le iscrizioni presenti sulle epigrafi romane collocate sulla parete. Al pari di Enea di fronte all’improvvisa apparizione delle anime che, simili a uno sciame di api, si aggiravano nella valle del mitologico fiume Lete, lo spettatore, immerso in questo ambiente, sarà colto di sorpresa. Spostandosi al Museo di Santa Giulia i visitatori si immergeranno negli altri tre episodi del progetto espositivo. Nell’incanto del Chiostro rinascimentale si imbatteranno nel monumentale Armonium delle allodole impazzite, un enigmatico strumento musicale sul cui perimetro corre una sequenza di tasti di pianoforte.
Emilio Isgrò, Dopo Maratona, acrilico su tela, 118 x 170 cm | Foto: © Andrea Valentini | Courtesy Archivio Emilio Isgrò
In questo silenzioso contesto risuonerà l’aria della Casta diva dalla Norma di Vincenzo Bellini, ambientata nelle Gallie romane. La versione del brano che incantò Richard Wagner è quella trascritta da Fryderyk Chopin per pianoforte, in omaggio al pianista bresciano Arturo Benedetti Michelangeli, interpretato dal cinguettio di un’allodola accompagnata da un coro di uccelli. Quest’opera, presentata per la prima volta proprio a Brescia, sarà realizzata dalla Fondazione Brescia Musei in co-produzione con il parco d’arte contemporanea Arte Sella. Al termine dell'esposizione l'opera avrà una collocazione permanente all'interno del parco, nello spazio all’aperto individuato dall’artista stesso.
Nelle sale espositive del Museo di Santa Giulia tredici grandi tele - dove le pagine illustrate di un libro sulla vita quotidiana di un’antica polis greca sono state cancellate da un tratto bianco - caratterizzano l’inedito ciclo di dipinti intitolato Roma come Atene. In questi lavori Isgrò riconduce la cancellatura a una piena pratica pittorica, e non più soltanto concettuale, recuperando una modalità operativa da lui sperimentata a partire dai primi anni Ottanta.
L'area archeologica di Brixia Romana vista dell'alto I Photo Brescia Musei
Il viaggio termina nei giardini del Viridarium, parco pubblico interno all’area di Santa Giulia, dove un grande mappamondo, come caduto sul prato, è privo di toponimi, cancellati da Isgrò, ad eccezione del nome di Brixia.
Questa grande opera pubblica realizzata su acciaio inox con una tecnologia di stampa digitale all’avanguardia, rimarrà in città in forma permanente arricchendo le collezioni civiche.
Dal museo al teatro. L’intervento di Isgrò a Brescia non trascura le abilità teatrali di questo multiforme artista che, nei primi anni Ottanta, segnò un passaggio centrale nella drammaturgia contemporanea con la trilogia dell’Orestea andata in scena sulle rovine del terremoto di Gibellina vecchia.
Giovedì 23 giugno il Teatro Romano, un altro affascinante tassello nel percorso archeologico dell’antica Brescia, ospiterà la prima di Didone Adonais Domine, uno dei drammi scritti da Isgrò, prodotto dal Centro Teatrale Bresciano, con protagonista l’attrice Sandra Toffolatti e la regia di Giorgio Sangati.
Scritto nel 1983, il testo è stato messo in scena una sola volta, nell’agosto 1986, nel Teatro Mandanici di Barcellona Pozzo di Gotto (ME), città natale dell'artista.
Lo spettacolo, oltre alla prima del 23 giugno, sarà proposto in sei repliche: venerdì 24 e domenica 27 giugno, il 1°, il 2 e 3 luglio.
Leggi anche:
• Incancellabile Vittoria: un dono per Brescia da Emilio Isgrò
• Isgrò cancella Brixia
• Vezzoli e gli antichi romani: un incontro inedito da scoprire a Brescia
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L’appuntamento è dal 23 giugno all’8 gennaio all’interno dei più importanti luoghi del Parco archeologico di Brescia Romana (il più vasto del Nord Italia) e del Museo di Santa Giulia.
Dopo l’Incancellabile Vittoria, l’installazione monumentale presentata nell’ottobre 2020 nella metropolitana bresciana per celebrare il ritorno in città della Vittoria Alata, l’artista siciliano porterà in città il suo progetto espositivo dal titolo Isgrò cancella Brixia, a cura di Marco Bazzini, prodotto da Fondazione Brescia Musei e dal Comune di Brescia.
L’intervento, che si svilupperà dal Capitolium al Teatro Romano, dal Chiostro rinascimentale ai giardini del Viridarium, metterà in dialogo l’archeologia e l’arte contemporanea, la storia e il presente, la cultura classica e la sua persistenza nel nostro tempo.
Emilio Isgrò, La luce dell’agorà, acrilico su tela, 170 x 118 cm | Foto: © Andrea Valentini | Courtesy Archivio Emilio Isgrò
Saranno tre gli interventi attesi: una serie di installazioni monumentali (fisiche e digitali), la messa in scena di un dramma autografo nel Teatro Romano di Brescia e una mostra di 14 lavori originali negli spazi del Museo di Santa Giulia, interventi che dimostreranno quanto le radici della grande cultura mediterranea protagonista, con l’antica Roma, anche in territorio bresciano, siano vive e profonde nella produzione di Isgrò.
Le opere d’arte, tutte di dimensioni ambientali, saranno appositamente ideate e realizzate dall’artista per l’occasione, in stretta relazione con i suggestivi spazi che le ospiteranno. Per il padre indiscusso della cancellatura - atto che Isgrò iniziò a sperimentare nei primi anni Sessanta e che ancora oggi mantiene la stessa vivacità e audacia creativa - Cancellare Brixia diventa l’occasione per fare rivivere la città sotto forme inedite e inaspettate, trasformando la cancellatura da un semplice atto di distruzione in una complessa esperienza di conoscenza.
“Il progetto Isgrò cancella Brixia - spiega Francesca Bazoli, presidente di Fondazione Brescia Musei - traghetta verso il traguardo del 2023, anno in cui Brescia sarà Capitale della Cultura, e corona il percorso che la Fondazione Brescia Musei ha intrapreso, ormai due anni fa, intorno al ritorno in città della Vittoria Alata, da cui è scaturito un vasto e vario palinsesto culturale, e investe il nuovo grande "cantiere" del Teatro Romano. Non solo: il coinvolgimento da parte di Fondazione Brescia Musei di un grande maestro del calibro di Emilio Isgrò, dopo quello di Francesco Vezzoli, protagonista del percorso espositivo da poco concluso Palcoscenici Archeologici, conferma la volontà della Fondazione di leggere la ricchezza del patrimonio bresciano artistico attraverso tutti i linguaggi dell’arte, fino a quella contemporanea”.
Emilio Isgrò, Le colonne di Afrodite, acrilico su tela, 170 x 188 cm, Foto: © Andrea Valentini | Courtesy Archivio Emilio Isgrò
Il progetto, ambizioso e complesso, si sviluppa su tre livelli, includendo linguaggi diversi, dalla dimensione installativa materica e digitale, a quella espositiva tradizionale che corre negli spazi del Museo di Santa Giulia, fino alla parte performativa racchiusa nello spettacolo teatrale per la regia di Giorgio Sangati.
“Un progetto tanto più importante perché non effimero - dichiara Stefano Karadjov, direttore di Fondazione Brescia Musei - dal momento che consentirà alla città di includere nel proprio patrimonio culturale nuove opere di arte contemporanea, permettendo, grazie alla collaborazione con Arte Sella, di far vivere e parlare il progetto e la città di Brescia oltre i confini spazio-temporali della mostra”.
Il percorso espositivo coprirà idealmente lo spazio monumentale interessato dal Corridoio Unesco, progetto che sarà completato nel periodo di apertura della mostra e che prevede la realizzazione di un unico maestoso itinerario di visita, libero e gratuito, che corre all’interno dagli spazi del Parco archeologico fino al Museo di Santa Giulia. La rassegna avrà inizio nella sala centrale del Capitolium, sede della spettacolare installazione, realizzata con le più avveniristiche tecniche digitali, intitolata Le api di Virgilio. Uno sciame di api in volo, simbolo di socialità e di operosità, cancellerà le iscrizioni presenti sulle epigrafi romane collocate sulla parete. Al pari di Enea di fronte all’improvvisa apparizione delle anime che, simili a uno sciame di api, si aggiravano nella valle del mitologico fiume Lete, lo spettatore, immerso in questo ambiente, sarà colto di sorpresa. Spostandosi al Museo di Santa Giulia i visitatori si immergeranno negli altri tre episodi del progetto espositivo. Nell’incanto del Chiostro rinascimentale si imbatteranno nel monumentale Armonium delle allodole impazzite, un enigmatico strumento musicale sul cui perimetro corre una sequenza di tasti di pianoforte.
Emilio Isgrò, Dopo Maratona, acrilico su tela, 118 x 170 cm | Foto: © Andrea Valentini | Courtesy Archivio Emilio Isgrò
In questo silenzioso contesto risuonerà l’aria della Casta diva dalla Norma di Vincenzo Bellini, ambientata nelle Gallie romane. La versione del brano che incantò Richard Wagner è quella trascritta da Fryderyk Chopin per pianoforte, in omaggio al pianista bresciano Arturo Benedetti Michelangeli, interpretato dal cinguettio di un’allodola accompagnata da un coro di uccelli. Quest’opera, presentata per la prima volta proprio a Brescia, sarà realizzata dalla Fondazione Brescia Musei in co-produzione con il parco d’arte contemporanea Arte Sella. Al termine dell'esposizione l'opera avrà una collocazione permanente all'interno del parco, nello spazio all’aperto individuato dall’artista stesso.
Nelle sale espositive del Museo di Santa Giulia tredici grandi tele - dove le pagine illustrate di un libro sulla vita quotidiana di un’antica polis greca sono state cancellate da un tratto bianco - caratterizzano l’inedito ciclo di dipinti intitolato Roma come Atene. In questi lavori Isgrò riconduce la cancellatura a una piena pratica pittorica, e non più soltanto concettuale, recuperando una modalità operativa da lui sperimentata a partire dai primi anni Ottanta.
L'area archeologica di Brixia Romana vista dell'alto I Photo Brescia Musei
Il viaggio termina nei giardini del Viridarium, parco pubblico interno all’area di Santa Giulia, dove un grande mappamondo, come caduto sul prato, è privo di toponimi, cancellati da Isgrò, ad eccezione del nome di Brixia.
Questa grande opera pubblica realizzata su acciaio inox con una tecnologia di stampa digitale all’avanguardia, rimarrà in città in forma permanente arricchendo le collezioni civiche.
Dal museo al teatro. L’intervento di Isgrò a Brescia non trascura le abilità teatrali di questo multiforme artista che, nei primi anni Ottanta, segnò un passaggio centrale nella drammaturgia contemporanea con la trilogia dell’Orestea andata in scena sulle rovine del terremoto di Gibellina vecchia.
Giovedì 23 giugno il Teatro Romano, un altro affascinante tassello nel percorso archeologico dell’antica Brescia, ospiterà la prima di Didone Adonais Domine, uno dei drammi scritti da Isgrò, prodotto dal Centro Teatrale Bresciano, con protagonista l’attrice Sandra Toffolatti e la regia di Giorgio Sangati.
Scritto nel 1983, il testo è stato messo in scena una sola volta, nell’agosto 1986, nel Teatro Mandanici di Barcellona Pozzo di Gotto (ME), città natale dell'artista.
Lo spettacolo, oltre alla prima del 23 giugno, sarà proposto in sei repliche: venerdì 24 e domenica 27 giugno, il 1°, il 2 e 3 luglio.
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