Andrea Mantegna: dopo 4 anni torna a risplendere un suo capolavoro
©courtesy MiBAC |
Andrea Mantegna, Madonna col Bambino, Accademia Carrara Bergamo
12/11/2012
Firenze - Dopo un complesso intervento di restauro durato ben quattro anni e realizzato dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze può finalmente essere esposta nuovamente al pubblico la Madonna col Bambino (tempera su tela, 43x31 cm., databile tra il 1475 e il 1480) realizzata da uno dei più grandi artisti del Rinascimento italiano, Andrea Mantegna, opera proveniente dall’Accademia Carrara di Bergamo. La presentazione oggi, in anteprima, alla Galleria dell’Accademia di Firenze.
L’opera farà poi ritorno a Bergamo per essere esposta per la prima volta Giovedì 13 dicembre, ore 18.00 presso la Sala delle Capriate di Palazzo della Ragione, Piazza Vecchia, Bergamo Alta, sede temporanea dell’Accademia Carrara, che, nel 2008, aveva affidato all’Opificio delle Pietre Dure di Firenze questa che è uno dei capolavori delle sue collezioni, dove era giunto nel 1851 per dono del raffinato collezionista Carlo Marenzi.
Un dono preziosissimo anche per le particolarità del suo soggetto, circondato da un’aura di mistero, e della tecnica con cui è realizzata: tempera su tela di lino non verniciata, detta anche “tempera magra” utilizzata da Mantegna per conferire alla superficie pittorica un effetto chiaro e poroso, simile a quello di una pittura murale.
Una tecnica, questa, che rende particolarmente delicati i dipinti perché pregiudica la tenuta del colore. Proprio per questa sua natura delicata, il dipinto, costantemente monitorato, non era mai andato in prestito, anche se suscitando diverse polemiche, in esposizioni importanti, come quelle del 2002 a Londra, o per quelle organizzate in Italia nel 5° centenario della morte di Mantegna, nel 2006, né alla mostra del Louvre, svoltasi a cavallo tra 2008 e 2009. La situazione era critica oltre che per i colori, anche per l’instabile ancoraggio della tela al telai e per le numerose lacerazioni del supporto.
Un lavoro certosino condotto da esperti interni ed esterni dell’Opificio delle Pietre Dure, ha consentito di chiudere tutte le lacune con l’inserimento di minuscoli frammenti di tela dello stesso filato della tela originale, restituendo così planarità al supporto. Dopodiché è stato affrontato il restauro pittorico. Infine il problema dell’ancoraggio, è stato risolto con un metodo innovativo, progettato dall’OPD, che prevede che la tela non sia più ancorata al telaio, ma sospesa e costantemente tesa attraverso un sistema a molle, regolate da dinamometri. Innovativa anche la teca che conterrà il dipinto per proteggerlo, realizzata da Klaus Faller di Bressanone. Il progetto e la realizzazione dell’intervento sono stati curati daMarco Ciatti, Cecilia Frosinini, Roberto Bellucci, dell’Opificio delle pietre dure di Firenze con la collaborazione di Lucia Bresci.
Questa piccola tela appartiene alla serie di Madonne col Bambino di piccolo formato realizzate da Mantegna per la devozione privata, così come la Madonna col Bambino dormiente conservata a Berlino, la Madonna Poldi Pezzoli o la Madonna Butler di New York. In quest’opera il piccolo Gesù ha al polso un braccialetto di corallo rosso, un antichissimo simbolo apotropaico che in questo caso alluderebbe, prefigurandola con il colore rosso del sangue, alla Passione. La Vergine ha uno sguardo intenso e pensoso, che sembra perso nel futuro.
Nicoletta Speltra
L’opera farà poi ritorno a Bergamo per essere esposta per la prima volta Giovedì 13 dicembre, ore 18.00 presso la Sala delle Capriate di Palazzo della Ragione, Piazza Vecchia, Bergamo Alta, sede temporanea dell’Accademia Carrara, che, nel 2008, aveva affidato all’Opificio delle Pietre Dure di Firenze questa che è uno dei capolavori delle sue collezioni, dove era giunto nel 1851 per dono del raffinato collezionista Carlo Marenzi.
Un dono preziosissimo anche per le particolarità del suo soggetto, circondato da un’aura di mistero, e della tecnica con cui è realizzata: tempera su tela di lino non verniciata, detta anche “tempera magra” utilizzata da Mantegna per conferire alla superficie pittorica un effetto chiaro e poroso, simile a quello di una pittura murale.
Una tecnica, questa, che rende particolarmente delicati i dipinti perché pregiudica la tenuta del colore. Proprio per questa sua natura delicata, il dipinto, costantemente monitorato, non era mai andato in prestito, anche se suscitando diverse polemiche, in esposizioni importanti, come quelle del 2002 a Londra, o per quelle organizzate in Italia nel 5° centenario della morte di Mantegna, nel 2006, né alla mostra del Louvre, svoltasi a cavallo tra 2008 e 2009. La situazione era critica oltre che per i colori, anche per l’instabile ancoraggio della tela al telai e per le numerose lacerazioni del supporto.
Un lavoro certosino condotto da esperti interni ed esterni dell’Opificio delle Pietre Dure, ha consentito di chiudere tutte le lacune con l’inserimento di minuscoli frammenti di tela dello stesso filato della tela originale, restituendo così planarità al supporto. Dopodiché è stato affrontato il restauro pittorico. Infine il problema dell’ancoraggio, è stato risolto con un metodo innovativo, progettato dall’OPD, che prevede che la tela non sia più ancorata al telaio, ma sospesa e costantemente tesa attraverso un sistema a molle, regolate da dinamometri. Innovativa anche la teca che conterrà il dipinto per proteggerlo, realizzata da Klaus Faller di Bressanone. Il progetto e la realizzazione dell’intervento sono stati curati daMarco Ciatti, Cecilia Frosinini, Roberto Bellucci, dell’Opificio delle pietre dure di Firenze con la collaborazione di Lucia Bresci.
Questa piccola tela appartiene alla serie di Madonne col Bambino di piccolo formato realizzate da Mantegna per la devozione privata, così come la Madonna col Bambino dormiente conservata a Berlino, la Madonna Poldi Pezzoli o la Madonna Butler di New York. In quest’opera il piccolo Gesù ha al polso un braccialetto di corallo rosso, un antichissimo simbolo apotropaico che in questo caso alluderebbe, prefigurandola con il colore rosso del sangue, alla Passione. La Vergine ha uno sguardo intenso e pensoso, che sembra perso nel futuro.
Nicoletta Speltra
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