A Firenze dal 28 settembre al 12 gennaio
Natalia Goncharova a Palazzo Strozzi: una donna e l'Avanguardia tra Gauguin e Picasso
Natalia Goncharova, Contadini che raccolgono le mele, 1911, olio su tela, 98 x 104,5 cm, Mosca, Galleria Statale Tretyakov. Trasferito dal Museo della Cultura Artistica 1927 © Natalia Goncharova, by SIAE 2019. Courtesy Palazzo Strozzi
Samantha De Martin
13/08/2019
Firenze - Un universo dominato da tinte forti e decise, popolato da santi e da modelle, da Evangelisti e scenografici balletti connota la vita di Natalia Goncharova, l’enfant terrible dell’avanguardia russa, presto a Firenze per una grande mostra.
Palazzo Strozzi celebra la straordinaria vivacità di quest’artista innovativa - tra le prime figure femminili del Novecento a essersi imposte nel panorama internazionale come pittrice, scenografa, costumista, attrice cinematografica - che è riuscita a unire in modo del tutto personale i linguaggi iconici della tradizione popolare e religiosa russa con le istanze dell’arte moderna occidentale, dal primitivismo di Gauguin e dal cromatismo di Matisse al dinamismo di Boccioni e Balla.
La mostra presenta un confronto con importanti opere di futuristi italiani, come lo studio per La città che sale di Boccioni e Velocità astratta – l’auto è passata di Balla. L’accostamento tra gli studi per Dinamismo di un ciclista di Boccioni e il Ciclista di Goncharova consente di cogliere analogie e differenze tra Futurismo italiano e russo, ripercorrendo il rapporto con Marinetti e i maestri frequentati dall’artista a Roma tra 1916 e il 1917.
La sezione dedicata al soggiorno italiano di Natalia - la prima donna a dipingere nudi, a essere colpita dalla censura per opere a tema religioso, a esibirsi nei cabaret, a mostrarsi nei luoghi più eleganti di Mosca con il volto decorato - include due lavori riemersi recentemente: Gli Evangelisti e Il Salvatore, opera totalmente inedita.
La vita nelle campagne russe prima della Rivoluzione, la religiosità ortodossa l’ ambiente dei Balletti russi di Serge Diaghilev ritratti in alcune fotografie d’epoca, ricostruiscono la biografia dell’artista, mentre alcuni video invitano il pubblico alla scoperta della sua epoca.
Tra le 130 opere in mostra - in arrivo da importanti collezioni e istituti internazionali, come il Museo Statale Russo di San Pietroburgo e le collezioni della Tate e della National Gallery di Londra - l’Autoritratto con gigli gialli (1907-08) e la tela Contadini che raccolgono le mele (1911).
Leggi anche:
• Natalia Goncharova. Una donna e l'Avanguardia tra Gauguin, Matisse e Picasso
• A Palazzo Strozzi 50 anni di Marina Abramovic
Palazzo Strozzi celebra la straordinaria vivacità di quest’artista innovativa - tra le prime figure femminili del Novecento a essersi imposte nel panorama internazionale come pittrice, scenografa, costumista, attrice cinematografica - che è riuscita a unire in modo del tutto personale i linguaggi iconici della tradizione popolare e religiosa russa con le istanze dell’arte moderna occidentale, dal primitivismo di Gauguin e dal cromatismo di Matisse al dinamismo di Boccioni e Balla.
La mostra presenta un confronto con importanti opere di futuristi italiani, come lo studio per La città che sale di Boccioni e Velocità astratta – l’auto è passata di Balla. L’accostamento tra gli studi per Dinamismo di un ciclista di Boccioni e il Ciclista di Goncharova consente di cogliere analogie e differenze tra Futurismo italiano e russo, ripercorrendo il rapporto con Marinetti e i maestri frequentati dall’artista a Roma tra 1916 e il 1917.
La sezione dedicata al soggiorno italiano di Natalia - la prima donna a dipingere nudi, a essere colpita dalla censura per opere a tema religioso, a esibirsi nei cabaret, a mostrarsi nei luoghi più eleganti di Mosca con il volto decorato - include due lavori riemersi recentemente: Gli Evangelisti e Il Salvatore, opera totalmente inedita.
La vita nelle campagne russe prima della Rivoluzione, la religiosità ortodossa l’ ambiente dei Balletti russi di Serge Diaghilev ritratti in alcune fotografie d’epoca, ricostruiscono la biografia dell’artista, mentre alcuni video invitano il pubblico alla scoperta della sua epoca.
Tra le 130 opere in mostra - in arrivo da importanti collezioni e istituti internazionali, come il Museo Statale Russo di San Pietroburgo e le collezioni della Tate e della National Gallery di Londra - l’Autoritratto con gigli gialli (1907-08) e la tela Contadini che raccolgono le mele (1911).
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