Riapre fino al 31 ottobre la mostra ai Musei di San Domenico
A Forlì il mito di Ulisse continua
Lèon Belly, Les Sirènes, 1867, Olio su tela, Saint-Omer, Musée de l'hôtel Sandelin
Samantha De Martin
02/06/2020
Forlì-Cesena - Nel 1988, nei fondali al largo di Gela, a cinque metri di profondità, avvenne un ritrovamento eccezionale. L’ossatura portante di un’imbarcazione databile tra il VI e il V secolo a.C., denominata “Relitto Gela I” emerse dal mare con il suo carico caratterizzato, tra gli altri oggetti, da un cesto di vimini e un tripode in bronzo.
La nave greca arcaica di Gela, in mostra per la prima volta, segna l’incipit ideale della mostra Ulisse. L’arte e il mito che torna ai Musei di Forlì fino al 31 ottobre, dopo la chiusura di tre mesi imposta dall’emergenza sanitaria da coronavirus. “L’uomo dal multiforme ingegno”, protagonista del mito universale che, facendosi storia e archetipo dell’uomo moderno, ha da sempre affascinato il cinema e la letteratura, da Dante a Stanley Kubrick, da Borges a Joyce, ha rapito, nei secoli, anche l’arte.
Testa di Ulisse, Museo Archeologico di Sperlonga | Ulisse. L’arte e il mito, Musei San Domenico, Forlì
Distendendosi su tutta la cultura d’Occidente, la vasta ombra dell’eroe - rappresentato, solo a partire dal V secolo a.C., con l’aspetto maturo e barbuto, una corta tunica e un pileo sui riccioli mossi - ha subito nel tempo molteplici varianti e contaminazioni. Dall’Ulisse Sperlonga, del I secolo d.C, all’Ulisse di Arturo Martini fino al cavallo statuario di Mimmo Paladino, un percorso affascinante prende vita tra pitture, sculture, mosaici, opere grafiche, arazzi, in tutto 250 opere, accolte nelle sedici sezioni delle sale dei Musei di San Domenico.
Le muse, Penelope, la Maga Circe, gli dei in concilio passano dal mito alla tela, assumendo le sembianze di capolavori di illustri artisti. Il Concilio degli dei di Rubens cede il posto alla Penelope di Beccafumi - custode delle virtù domestiche - alle Muse inquietanti di De Chirico, alla Circe invidiosa di Waterhouse, arrivata dall'Art Gallery of South Australia.
Domenico Beccafumi, Penelope, 1519, Olio su tavola, Venezia, Pinacoteca Manfrediniana del Seminario Patriarcale
L’elaborazione del mito passa anche attraverso la pittura vascolare. Emblematici gli episodi con Achille e Aiace che giocano ai dadi, o l’incontro con Nausicaa e le sirene, la costruzione del cavallo di Troia, raffigurati su anfore, kylix, crateri della civiltà pittorica greca.
La Circe che emerge dai disegni di Parmigianino incarna l’eros che seduce gli umani, li opprime, li trasforma e insieme li consola.
Se il Cristianesimo porta con sé il senso del peccato, insieme all’idea della storia che muove verso esiti infausti, il Seicento è il secolo delle passioni umane, durante il quale i personaggi dell’Odissea e il suo protagonista si muovono in una prospettiva caratterizzata da effetti scenici, come si evince dall’Ulisse nella grotta di Polifemo, dipinto di Jordaens del Puškin Museum.
Jacob Jordaens, Ulisse e i compagni scappano dall'antro di Polifemo, Particolare, 1630, Olio su tela, Mosca, Museo Puškin
La mostra che riapre a Forlì è un omaggio all’eroe fedele che, con la sua straordinaria dedizione alla casa, alla famiglia, con l’inclinazione forte al viaggio e la curiosità verso l’altrove, ha affascinato l’umanità di ogni tempo che ha visto, nel sagace, duttile Odisseo, la sapienza tecnologica, ma anche la hybris dell’uomo moderno.
Come scrive Antonio Paolucci, i visitatori dei Musei di San Domenico vedranno un Ulisse che si confronta con il Polifemo di Alberto Savinio, che viaggia sulla nave di Corrado Cagli, che vive il sogno del ciclope come un incubo goyesco.
Vai alla Photo Gallery:
Sulle orme di Ulisse: Viaggio tra arte e mito
Una grande mostra dedicata al mito universale dell'eroe di Itaca.
La mostra, a cura della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, e sotto l’egida di Gianfranco Brunelli, direttore dei progetti espositivi, e del Comitato Scientifico presieduto da Antonio Paolucci, si avvale di importanti prestiti internazionali arrivati a Forlì da istituzioni come il Museé d’Orsay di Parigi, l’Ermitage di San Pietroburgo, i Musei Vaticani, il Metropolitan Museum of Art di New York e le Gallerie degli Uffizi.
Il viaggio dei visitatori inizia già sul piazzale antistante i Musei, di fronte al grande Cavallo di Troia progettato dallo studio Lucchi & Biserni e realizzato da Defilu’s. La scultura bianca, caratterizzata da una struttura in alluminio rivestita in vetroresina, vuole essere un'interpretazione “pop” del mito del grande eroe.
La visita all’esposizione è regolamentata da un sistema di fasce orarie. Al fine di evitare file alla biglietteria sono fortemente consigliati la prenotazione o l’acquisto online del biglietto sul sito ufficiale della mostra.
John W. Waterhouse, Circe invidiosa, 1892, Olio su tela, Adelaide, Art Gallery of South Australia
Leggi anche:
• Ulisse. L'arte e il mito
• Sulle orme di Ulisse: Viaggio tra arte e mito
La nave greca arcaica di Gela, in mostra per la prima volta, segna l’incipit ideale della mostra Ulisse. L’arte e il mito che torna ai Musei di Forlì fino al 31 ottobre, dopo la chiusura di tre mesi imposta dall’emergenza sanitaria da coronavirus. “L’uomo dal multiforme ingegno”, protagonista del mito universale che, facendosi storia e archetipo dell’uomo moderno, ha da sempre affascinato il cinema e la letteratura, da Dante a Stanley Kubrick, da Borges a Joyce, ha rapito, nei secoli, anche l’arte.
Testa di Ulisse, Museo Archeologico di Sperlonga | Ulisse. L’arte e il mito, Musei San Domenico, Forlì
Distendendosi su tutta la cultura d’Occidente, la vasta ombra dell’eroe - rappresentato, solo a partire dal V secolo a.C., con l’aspetto maturo e barbuto, una corta tunica e un pileo sui riccioli mossi - ha subito nel tempo molteplici varianti e contaminazioni. Dall’Ulisse Sperlonga, del I secolo d.C, all’Ulisse di Arturo Martini fino al cavallo statuario di Mimmo Paladino, un percorso affascinante prende vita tra pitture, sculture, mosaici, opere grafiche, arazzi, in tutto 250 opere, accolte nelle sedici sezioni delle sale dei Musei di San Domenico.
Le muse, Penelope, la Maga Circe, gli dei in concilio passano dal mito alla tela, assumendo le sembianze di capolavori di illustri artisti. Il Concilio degli dei di Rubens cede il posto alla Penelope di Beccafumi - custode delle virtù domestiche - alle Muse inquietanti di De Chirico, alla Circe invidiosa di Waterhouse, arrivata dall'Art Gallery of South Australia.
Domenico Beccafumi, Penelope, 1519, Olio su tavola, Venezia, Pinacoteca Manfrediniana del Seminario Patriarcale
L’elaborazione del mito passa anche attraverso la pittura vascolare. Emblematici gli episodi con Achille e Aiace che giocano ai dadi, o l’incontro con Nausicaa e le sirene, la costruzione del cavallo di Troia, raffigurati su anfore, kylix, crateri della civiltà pittorica greca.
La Circe che emerge dai disegni di Parmigianino incarna l’eros che seduce gli umani, li opprime, li trasforma e insieme li consola.
Se il Cristianesimo porta con sé il senso del peccato, insieme all’idea della storia che muove verso esiti infausti, il Seicento è il secolo delle passioni umane, durante il quale i personaggi dell’Odissea e il suo protagonista si muovono in una prospettiva caratterizzata da effetti scenici, come si evince dall’Ulisse nella grotta di Polifemo, dipinto di Jordaens del Puškin Museum.
Jacob Jordaens, Ulisse e i compagni scappano dall'antro di Polifemo, Particolare, 1630, Olio su tela, Mosca, Museo Puškin
La mostra che riapre a Forlì è un omaggio all’eroe fedele che, con la sua straordinaria dedizione alla casa, alla famiglia, con l’inclinazione forte al viaggio e la curiosità verso l’altrove, ha affascinato l’umanità di ogni tempo che ha visto, nel sagace, duttile Odisseo, la sapienza tecnologica, ma anche la hybris dell’uomo moderno.
Come scrive Antonio Paolucci, i visitatori dei Musei di San Domenico vedranno un Ulisse che si confronta con il Polifemo di Alberto Savinio, che viaggia sulla nave di Corrado Cagli, che vive il sogno del ciclope come un incubo goyesco.
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La mostra, a cura della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, e sotto l’egida di Gianfranco Brunelli, direttore dei progetti espositivi, e del Comitato Scientifico presieduto da Antonio Paolucci, si avvale di importanti prestiti internazionali arrivati a Forlì da istituzioni come il Museé d’Orsay di Parigi, l’Ermitage di San Pietroburgo, i Musei Vaticani, il Metropolitan Museum of Art di New York e le Gallerie degli Uffizi.
Il viaggio dei visitatori inizia già sul piazzale antistante i Musei, di fronte al grande Cavallo di Troia progettato dallo studio Lucchi & Biserni e realizzato da Defilu’s. La scultura bianca, caratterizzata da una struttura in alluminio rivestita in vetroresina, vuole essere un'interpretazione “pop” del mito del grande eroe.
La visita all’esposizione è regolamentata da un sistema di fasce orarie. Al fine di evitare file alla biglietteria sono fortemente consigliati la prenotazione o l’acquisto online del biglietto sul sito ufficiale della mostra.
John W. Waterhouse, Circe invidiosa, 1892, Olio su tela, Adelaide, Art Gallery of South Australia
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