Dal 22 marzo al 14 luglio a Palazzo Ducale
Aqua Mater. A Genova le riflessioni di Salgado sull’ambiente in 42 scatti
Sebastião Salgado, Bombay, India, 1995 © Sebastião Salgado
Samantha De Martin
22/03/2024
Genova - Immortalata nella sua solitudine o nelle diverse interazioni con l’uomo, con la fauna e la flora, in una selezione fotografica della sua poesia e del suo carattere indispensabile, l’acqua, con i suoi suoni, è il filo fluido, ma anche aereo, che guida il visitatore nell’ultima mostra di Sebastião Salgado.
“Una goccia d’acqua potente è sufficiente per creare un mondo e per dissolvere la notte” scrisse il pensatore francese Gaston Bachelard.
Proprio dalla riflessione di Salgado sullo stato del pianeta e in particolare dell’acqua, l’elemento che lo rende unico nell’universo, trae spunto la mostra Aqua Mater in corso da oggi, 22 marzo, Giornata Mondiale dell’Acqua promossa dall’Unesco, fino al 14 luglio nel sottoporticato di Palazzo Ducale, a Genova, dopo la presentazione a Parigi in un padiglione di bambù sotto la Grande Arche de La Defense.
Le 42 fotografie del celebre maestro brasiliano, stampate in grande formato, accompagnano i visitatori in Brasile, Algeria, Antartide, Russia, Mali, Alaska, India, Namibia, Italia. Eccoci in Papua Occidentale dove le donne Asmat pescano i gamberi, e poi nella vecchia cava di calcare di Bloomington, nell’Indiana, Stati Uniti, che ha fornito le pietre dell'Empire State Building, immortalata nel 1988 e oggi riempita d'acqua per il nuoto e per la pesca. Voliamo in Patagonia dove il ghiacciaio Perito Moreno, lungo 30 chilometri e spesso 700 metri, è uno dei quarantotto alimentati dal campo di ghiaccio della Patagonia meridionale, terza riserva mondiale di acqua dolce.
Sebastião Salgado, Damaraland. Namibia, 2005 © Sebastião Salgado
Prodotta dalla Fondazione Palazzo Ducale in collaborazione con Rjma Progetti culturali, Creation e SM-Art, a cura di Lélia Wanick Salgado, compagna di lavoro e di vita del fotografo, corredata da una traccia sonora composta per la mostra dal musicista François Bernard Mâche, dell’Académie des Beaux Arts, l'esposizione invita a un’esperienza immersiva nelle acque del pianeta. Contemplando la maestosità degli oceani, dei fiumi, dei laghi e dei ghiacciai che plasmano il mondo, messi a rischio dall’inquinamento, dal riscaldamento climatico, i visitatori scoprono la fragilità di questi ecosistemi preziosi e fragili e l’impatto devastante delle attività umane che inducono a riflettere sul nostro rapporto con l’ambiente e sulle nostre responsabilità.
Quello di Salgado è un richiamo potente all’azione per proteggere e preservare le risorse idriche e garantire un futuro sostenibile alle giovani generazioni.
“La mostra di Sebastião Salgado, ospitata nel Sottoporticato - sottolinea la direttrice di Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura Ilaria Bonacossa - si inscrive in una ormai consolidata attenzione riservata dalla Fondazione per la fotografia e per i più importanti interpreti di questa arte. In questo caso c’è un elemento ulteriore che rende questa esposizione particolarmente stimolante: l’innesto di "fonografie" di François-Bernard Mâche volute da Lélia Wanick Salgado, curatrice della mostra. Le musiche creano attraverso l’interazione tra suono e immagine un’immersione multisensoriale che arricchisce e approfondisce l'impatto emotivo complessivo della mostra aggiungendo un elemento sensoriale emotivo che apre a una dimensione simbolica e poetica oltre a quella ecologica e sociale”.
Sebastião Salgado, Vietnam del sud, 1995 © Sebastião Salgado
Il percorso abbraccia una significativa selezione di immagini che alludono al bisogno, ai misteri, alla bellezza, alla forza dell’acqua. Le fotografie stampate in bianco e nero su grandi formati mostrano il rapporto tra la natura e la vita degli uomini, evidenziando il legame tra la crisi ambientale e le disuguaglianze sociali. Come spiegano Sebastião Salgado e Lélia Wanick Salgado, “L'idea di questa mostra è nata da una riflessione sullo stato del nostro pianeta. Il riscaldamento climatico è diventato una minaccia per l’umanità e per la natura. Lo scioglimento dei ghiacciai e la dilatazione termica delle acque marine, dovuta alle temperature elevate, provocano inesorabilmente un innalzamento del livello degli oceani, con conseguenze devastanti per le popolazioni costiere e per l’ambiente. La coabitazione armoniosa con l’elemento acquatico e la sua protezione sono sempre più necessari per la nostra sopravvivenza e per preservare la biodiversità nel mondo. Le foreste producono il fenomeno dell'evaporazione, che forma veri e propri “fiumi aerei” che trasportano acqua dolce a diverse latitudini, riaffermando l’urgenza della loro protezione. Gli oceani, i fiumi, i ruscelli, i laghi, le cascate, la pioggia sono una parte molto importante del pianeta. L’acqua è vitale per il corpo umano, per le piante di cui ci nutriamo, per i biomi e per le specie animali. Tentare di rappresentare con immagini il bisogno, la bellezza, la forza e il mistero dell’acqua è un’impresa difficile, con il rischio di cadere nel luogo comune”.
Ecco perché in questo viaggio l’acqua appare in tutte le sue forme, con la sua purezza e intensità, la scarsità e l’abbondanza.
L’esposizione sarà affiancata da una serie di proposte didattiche per le scuole e per le famiglie, oltre che da incontri internazionali a cura di Telmo Pievani e di Andrea Rinaldo, vincitore dello Stockholm Water Prize 2023.
L'esposizione si potrà visitare dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 19 (chiuso il lunedì, ad eccezione del 1° aprile).
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• Aqua Mater
“Una goccia d’acqua potente è sufficiente per creare un mondo e per dissolvere la notte” scrisse il pensatore francese Gaston Bachelard.
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Le 42 fotografie del celebre maestro brasiliano, stampate in grande formato, accompagnano i visitatori in Brasile, Algeria, Antartide, Russia, Mali, Alaska, India, Namibia, Italia. Eccoci in Papua Occidentale dove le donne Asmat pescano i gamberi, e poi nella vecchia cava di calcare di Bloomington, nell’Indiana, Stati Uniti, che ha fornito le pietre dell'Empire State Building, immortalata nel 1988 e oggi riempita d'acqua per il nuoto e per la pesca. Voliamo in Patagonia dove il ghiacciaio Perito Moreno, lungo 30 chilometri e spesso 700 metri, è uno dei quarantotto alimentati dal campo di ghiaccio della Patagonia meridionale, terza riserva mondiale di acqua dolce.
Sebastião Salgado, Damaraland. Namibia, 2005 © Sebastião Salgado
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Quello di Salgado è un richiamo potente all’azione per proteggere e preservare le risorse idriche e garantire un futuro sostenibile alle giovani generazioni.
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Sebastião Salgado, Vietnam del sud, 1995 © Sebastião Salgado
Il percorso abbraccia una significativa selezione di immagini che alludono al bisogno, ai misteri, alla bellezza, alla forza dell’acqua. Le fotografie stampate in bianco e nero su grandi formati mostrano il rapporto tra la natura e la vita degli uomini, evidenziando il legame tra la crisi ambientale e le disuguaglianze sociali. Come spiegano Sebastião Salgado e Lélia Wanick Salgado, “L'idea di questa mostra è nata da una riflessione sullo stato del nostro pianeta. Il riscaldamento climatico è diventato una minaccia per l’umanità e per la natura. Lo scioglimento dei ghiacciai e la dilatazione termica delle acque marine, dovuta alle temperature elevate, provocano inesorabilmente un innalzamento del livello degli oceani, con conseguenze devastanti per le popolazioni costiere e per l’ambiente. La coabitazione armoniosa con l’elemento acquatico e la sua protezione sono sempre più necessari per la nostra sopravvivenza e per preservare la biodiversità nel mondo. Le foreste producono il fenomeno dell'evaporazione, che forma veri e propri “fiumi aerei” che trasportano acqua dolce a diverse latitudini, riaffermando l’urgenza della loro protezione. Gli oceani, i fiumi, i ruscelli, i laghi, le cascate, la pioggia sono una parte molto importante del pianeta. L’acqua è vitale per il corpo umano, per le piante di cui ci nutriamo, per i biomi e per le specie animali. Tentare di rappresentare con immagini il bisogno, la bellezza, la forza e il mistero dell’acqua è un’impresa difficile, con il rischio di cadere nel luogo comune”.
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