L'Agnello Mistico torna a risplendere
10 cose da sapere sull'opera dei fratelli van Eyck
Jan e Hubert van Eyck, L’Adorazione dell’Agnello Mistico, 1432, Dettaglio del pannello centrale della Pala d'altare di Gand aperta con l'Adorazione dell'Agnello, Dopo il restauro, Olio su tavola, Gand, Cattedrale di San Bavone | Courtesy of Saint-Bavo’s Cathedral Ghent © Lukasweb.be-Art in Flanders vzw | Photo: KIK-IRPA
Samantha De Martin
10/02/2020
Luce, colore, minuzia nei dettagli, edifici inediti riemergono sotto un cielo terso che accoglie nuvole fluttaunti tra montagne ora brillanti.
In occasione del completamento di una campagna di restauro durata sette anni, cominciata nell'autunno del 2012, e costata 2.4 milioni di euro, la monumentale la pala d'altare Adorazione dell'Agnello mistico di Hubert e Jan van Eyck, l'opera più desiderata nella storia dell'arte, torna a risplendere a Gent.
Il restauro è stato realizzato in tre fasi dal “Royal Institute for Cultural Heritage” (KIK – IRPA). I fiduciari della Cattedrale di San Bavone hanno incaricato Anne van Grevenstein-Kruse, professoressa emerita del centro di Conservazione e Restauro dell'Università di Amsterdam, di guidare il progetto.
“Durante i lavori - ha spiegato la coordinatrice del restauro, Hilde De Clercq - abbiamo scoperto che quasi il 70% della superficie dell'opera era stata coperta da strati successivi di pittura. Quando siamo andati a rimuoverli, siamo rimasti sorpresi di trovare la pittura di Jan e Hubert Van Eyck così ben conservata. In questo senso il restauro può essere interpretato come una rinascita del Polittico. Non ci sono parole per descrivere il risultato: dettagli, colori, la luce e i mirabili effetti tridimensionali di Van Eyck sono ora apprezzabili in tutto il loro splendore. Come il contributo di Hubert, il cui ruolo nell'opera è definitivamente confermato dall'autenticità della quartina sulla cornice di un pannello”.
L’intervento di restauro si è svolto in tre fasi, non ancora completamente concluse e che andranno avanti anche dopo il 2020. Ha richiesto il supporto del bisturi chirurgico, della radiazione infrarossa, della riflettografia infrarossa, radiografia, fluorescenza a raggi X e luce ultravioletta.
Ecco tutto quello che c'è da sapere sull'opera.
Jan e Hubert van Eyck, L’Adorazione dell’Agnello Mistico, 1432, Il Polittico aperto, Prima de restauro, Oio su tavola, Gand, Cattedrale di San Bavone
1. Chi ha realizzato il Polittico e quando?
“Hubrecht van Eyck, il più famoso dei pittori conosciuti, iniziò quest’opera; suo fratello Jan, secondo a lui in quest’arte, portò a compimento l’incarico” è la scritta che si legge nel polittico. L'opera viene realizzata tra il 1426 e il 1432.
Erano anni tumultuosi in cui il re Enrico V di Inghilterra sposava Caterina di Francia, Giovanna d'Arco veniva arsa viva al rogo durante la Guerra dei Cento Anni, Brunelleschi progettava la cupola della Cattedrale di Santa Maria del Fiore a Firenze e Masaccio dipingeva la Cappella Brancacci.
Poco sappiamo della vita dei fratelli Van Eyck, visto che i documenti sono scarsi. La figura di Jan van Eyck, alchimista, uomo di corte, ambasciatore - nato all’incirca prima del 1395 e morto prima del 1441 - resta avvolta nel mistero.
Oltre a Hubert, Jan aveva un altro fratello, anch'esso pittore, e una sorella, Margaret, forse anche lei pittrice. Jan aveva vissuto a The Hague alla corte di Giovanni di Bavaria. Dal 1424 lo troviamo al servizio di Filippo il Buono presso la corte di Lille. Lavorò per conto del Duca come ambasciatore e segretario personale e venne inviato alla corte del Portogallo per eseguire due ritratti di Isabella, dandosi da fare per negoziare i termini del matrimonio.
2. Chi ha commissionato quest'opera monumentale?
L'Adorazione dell'Agnello mistico è stata commissionata da Joos Vijd, un mercante benestante appartenente a un’influente famiglia di Gent. Nel capolavoro il committente è ritratto in preghiera insieme alla moglie, Elisabeth Borluut. La coppia non ebbe figli.
Il dipinto - la prima opera importante dipinta a olio della storia, l'ultima del Medioevo, la prima del Rinascimento - ha ispirato un gran numero di artisti nei secoli seguenti. Fu originariamente concepita per la cappella della Chiesa di San Giovanni Battista, ribattezzata poi nel 1540 Chiesa di San Bavone, in onore del santo locale. Consiste in dodici pannelli centrali di rovere del peso complessivo di circa due tonnellate. Un trittico immenso, insomma, di circa 3.4 m x 4.5 m.
Il pubblico aveva la possibilità di ammirare le porte laterali soltanto durante le feste religiose, quando venivano aperte, rimanendo chiuse il resto dell'anno. Nel dipinto si possono individuare oltre cento persone raffigurate - a quel tempo, si ricordi, i pittori venivano retribuiti in base al il numero di volti che dovevano dipingere - e diversi testi con riferimento ai passaggi biblici. Purtroppo nulla rimane del contratto di incarico, ormai andato perduto.
I coniugi Joos Vijd e Lysbette Borluut raffigurati nei pannelli laterali esterni della Pala d'altare di Jan e Hubert Van Eyck, Adorazione dell'Agnello Mistico, Vista di dettaglio dopo il restauro | Courtesy closertovaneyck.kikirpa.be
3. Che storia ha avuto l'opera d'arte più trafugata al mondo?
Trafugato, nascosto, segato. Nel corso dei suoi quasi cinque cinque secoli di storia, il capolavoro di fratelli van Eyck è stato coinvolto in numerosi crimini, molti dei quali andati a buon fine. Raramente l'Agnello Mistico di Jan e Hubert Van Eyck è rimasto intatto nella sua collocazione originaria per oltre 5 anni consecutivi.
Nel 1781 i pannelli di Adamo ed Eva furono addirittura censurati - perché considerati “troppo conturbanti” - e rimpiazzati con copie identiche dove le nudità erano state coperte. Ma le rocambolesche vicende dell’opera iniziano già prima, quando, nel 1566, durante una rivolta protestante, il dipinto fu nascosto nella torre della Cattedrale. Nel 1794 i soldati francesi trafugarono i pannelli centrali per portarli a Parigi, mentre nel 1816 i pannelli laterali, ad eccezione di Adamo ed Eva, furono venduti e finirono in Prussia.
Solo sei anni più tardi i pannelli rimanenti scamparono a un enorme incendio. Nel 1920 l'opera risultava finalmente ricomposta nella sua sede originaria. Ma era solo un’illusione. L’11 aprile del 1934, la notizia del furto, nella notte, dei due pannelli della pala d'altare, I giusti giudici e Giovanni Battista, scosse la città. Un anno dopo il pannello con Giovanni Battista fu ritrovato, mentre dell'altro rubato (oggi sostituito da una riproduzione) non restò alcuna traccia.
Allo scoppio della guerra, nel 1940, il Belgio, per motivi di sicurezza, decise di trasferire il polittico in Vaticano, dove sarebbe stato al sicuro. Ma nemmeno nei musei del Papa lo sfortunato capolavoro di Jan van Eyke avrebbe trovato pace. La notizia dell'Asse Roma-Berlino arrivò durante il trasporto, e il polittico venne provvisoriamente ricoverato in un museo locale a Pau, sui Pirenei francesi. Il colpo più duro arrivò con Hitler che, nel 1942, ne dispose il sequestro, destinando inizialmente l'opera al suo mai nato museo di Linz. Alla fine la Pala venne nascosta, per ragioni di sicurezza, prima nel Castello di Neuschwanstein, in Baviera, e poi in Austria, in una miniera di sale di Altaussee. A recuperarlo furono i cosiddetti Monuments Men, la squadra di ufficiali anglo-americani incaricati di proteggere e recuperare il patrimonio artistico europeo delle aree di guerra. Dalla miniera il polittico fece pertanto ritorno a Gand, accolto dalla popolazione in festa. Nella cittadina belga l’opera rimase esposta solo per cinque anni, prima di essere sottoposta a un lungo restauro. Avrebbe fatto ritorno nella Cattedrale di San Bavone solo nel 1946.
4. Qual è il racconto del Polittico tra pannelli esterni e interni?
Il polittico mette in scena il tema della Redenzione, distribuendola su due registri verticali. Quello inferiore è incentrato, come si evince dai pannelli interni, sull’Agnello di Dio, adorato nel giardino del Paradiso da una schiera di santi, peccatori, clero e soldati. Sui diversi gruppi di figure veglia la colomba dello Spirito Santo.
I quattro pannelli laterali del registro inferiore si presentano invece divisi in due coppie: i dipinti scultorei a grisaglia - ovvero in monocromo sui toni di grigio, che rende i dipinti simili a statue - di San Giovanni Battista e San Giovanni Evangelista, e, sui due pannelli esterni, i ritratti del committente Joost Vijdt e di sua moglie Lysbette Borluut, minuziosamente descritti.
Il registro superiore dei pannelli interni rappresenta la redenzione celeste con al centro Cristo Re (o forse Dio Padre) assistito dalla Vergine Maria e da Giovanni Battista. Nei pannelli laterali si affastellano gruppi di angeli cantori e musicanti, mentre quelli più esterni accolgono Adamo ed Eva, nudi e distanti tra loro.
5. Con quale quale tecnica è stata eseguita e quindi quale è l'effetto che si è ottenuto?
L'Adorazione dell'Agnello Mistico è il primo grande capolavoro della storia ad essere stato realizzato con pittura a olio. Jan van Eyck ha utilizzato pennelli sottilissimi per dipingere i dettagli. Secondo lo storico dell'arte Erwin Panofsky "l'occhio di van Eyck funzionava come un microscopio e un telescopio allo stesso tempo".
Osservando il capolavoro si scopre una grande varietà di dettagli minuziosi, nelle vesti, tra gli animali, le piante, nell’ampio paesaggio che si spalanca sullo sfondo. Van Eyck prestava infatti molta attenzione alla bellezza degli oggetti della vita comune e ai temi religiosi.
6. Quali sono i particolari emersi dopo il restauro?
Con il restauro viene a cadere un mito: la torre della Cattedrale di Utrecht, dipinta a metà orizzonte, non è un'aggiunta del XVI secolo, ma parte della composizione originale. Sullo sfondo del pannello principale si distinguono finalmente anche le torri di Gent. In più, grazie a una profonda opera di pulitura, balza agli occhi anche la tela di ragno appena sopra le teste di Joos Vijd e Elisabeth Borluut.
Jan e Hubert Van Eyck, Adorazione dell'Agnello Mistico, Dettaglo dello sfondo del pannello centrale dopo il restauro con la torre della Cattedrale di Utrecht | © Lukasweb.be-Art in Flanders vzw, photo KIK-IRPA
7. Particolarità: che cosa ha in mano Eva?
Il frutto nella mano di Eva, nel riquadro in alto a destra, non è la tradizionale mela biblica, bensì un agrume, molto probabilmente un cedro. Erwin Panofsky ha attirato particolare attenzione su questo elemento, descrivendolo come emblematico del simbolismo "mascherato" che ha visto attraversare l'opera nel suo insieme.
8. Si dice nel polittico ci sia il ritratto di Jan Van Eyck. È davvero lui?
Non esistono documenti ufficiali, ma se si tiene a mente il Ritratto con il turbante rosso di Jan van Eyck, si potrebbe riconoscere il volto di van Eyck nell'uomo con il turbante nero che indossa una catena d'oro. Si tratta dell'unica persona, a parte Dio stesso (rappresentato dall'Agnello) a guardare fuori dal dipinto in direzione dell'osservatore.
9. Come è stato realizzato il capolavoro?
Con assi di quercia di alta qualità, importate dalla regione baltica. Le tavole sono state unite per creare pannelli che sono stati poi piallati e levigati in preparazione per l'applicazione del terreno. Lo strato macinato, spesso applicato in più mani, consisteva in gesso e colla animale. Questo strato poroso veniva talvolta sigillato con un sottile strato di olio essiccante, che poteva essere leggermente pigmentato con piombo bianco e gesso. I primi strati di vernice sarebbero spesso eseguiti con colori tenui o "morti".
Successivamente sono stati applicati i colori principali, spesso in più strati e seguiti da smalti sottili e traslucidi che avrebbero conferito a questi dipinti il loro caratteristico aspetto, simile a un gioiello. Dopo che la pittura ad olio si era completamente asciugata, la vernice sarebbe stata stesa per saturare i colori scuri e proteggere lo strato di vernice da polvere e sporco.
10. Come vederlo?
L'opera sarà esposta in un nuovo allestimento presso la Cattedrale di San Bavone a Gent.
In occasione del completamento di una campagna di restauro durata sette anni, cominciata nell'autunno del 2012, e costata 2.4 milioni di euro, la monumentale la pala d'altare Adorazione dell'Agnello mistico di Hubert e Jan van Eyck, l'opera più desiderata nella storia dell'arte, torna a risplendere a Gent.
Il restauro è stato realizzato in tre fasi dal “Royal Institute for Cultural Heritage” (KIK – IRPA). I fiduciari della Cattedrale di San Bavone hanno incaricato Anne van Grevenstein-Kruse, professoressa emerita del centro di Conservazione e Restauro dell'Università di Amsterdam, di guidare il progetto.
“Durante i lavori - ha spiegato la coordinatrice del restauro, Hilde De Clercq - abbiamo scoperto che quasi il 70% della superficie dell'opera era stata coperta da strati successivi di pittura. Quando siamo andati a rimuoverli, siamo rimasti sorpresi di trovare la pittura di Jan e Hubert Van Eyck così ben conservata. In questo senso il restauro può essere interpretato come una rinascita del Polittico. Non ci sono parole per descrivere il risultato: dettagli, colori, la luce e i mirabili effetti tridimensionali di Van Eyck sono ora apprezzabili in tutto il loro splendore. Come il contributo di Hubert, il cui ruolo nell'opera è definitivamente confermato dall'autenticità della quartina sulla cornice di un pannello”.
L’intervento di restauro si è svolto in tre fasi, non ancora completamente concluse e che andranno avanti anche dopo il 2020. Ha richiesto il supporto del bisturi chirurgico, della radiazione infrarossa, della riflettografia infrarossa, radiografia, fluorescenza a raggi X e luce ultravioletta.
Ecco tutto quello che c'è da sapere sull'opera.
Jan e Hubert van Eyck, L’Adorazione dell’Agnello Mistico, 1432, Il Polittico aperto, Prima de restauro, Oio su tavola, Gand, Cattedrale di San Bavone
1. Chi ha realizzato il Polittico e quando?
“Hubrecht van Eyck, il più famoso dei pittori conosciuti, iniziò quest’opera; suo fratello Jan, secondo a lui in quest’arte, portò a compimento l’incarico” è la scritta che si legge nel polittico. L'opera viene realizzata tra il 1426 e il 1432.
Erano anni tumultuosi in cui il re Enrico V di Inghilterra sposava Caterina di Francia, Giovanna d'Arco veniva arsa viva al rogo durante la Guerra dei Cento Anni, Brunelleschi progettava la cupola della Cattedrale di Santa Maria del Fiore a Firenze e Masaccio dipingeva la Cappella Brancacci.
Poco sappiamo della vita dei fratelli Van Eyck, visto che i documenti sono scarsi. La figura di Jan van Eyck, alchimista, uomo di corte, ambasciatore - nato all’incirca prima del 1395 e morto prima del 1441 - resta avvolta nel mistero.
Oltre a Hubert, Jan aveva un altro fratello, anch'esso pittore, e una sorella, Margaret, forse anche lei pittrice. Jan aveva vissuto a The Hague alla corte di Giovanni di Bavaria. Dal 1424 lo troviamo al servizio di Filippo il Buono presso la corte di Lille. Lavorò per conto del Duca come ambasciatore e segretario personale e venne inviato alla corte del Portogallo per eseguire due ritratti di Isabella, dandosi da fare per negoziare i termini del matrimonio.
2. Chi ha commissionato quest'opera monumentale?
L'Adorazione dell'Agnello mistico è stata commissionata da Joos Vijd, un mercante benestante appartenente a un’influente famiglia di Gent. Nel capolavoro il committente è ritratto in preghiera insieme alla moglie, Elisabeth Borluut. La coppia non ebbe figli.
Il dipinto - la prima opera importante dipinta a olio della storia, l'ultima del Medioevo, la prima del Rinascimento - ha ispirato un gran numero di artisti nei secoli seguenti. Fu originariamente concepita per la cappella della Chiesa di San Giovanni Battista, ribattezzata poi nel 1540 Chiesa di San Bavone, in onore del santo locale. Consiste in dodici pannelli centrali di rovere del peso complessivo di circa due tonnellate. Un trittico immenso, insomma, di circa 3.4 m x 4.5 m.
Il pubblico aveva la possibilità di ammirare le porte laterali soltanto durante le feste religiose, quando venivano aperte, rimanendo chiuse il resto dell'anno. Nel dipinto si possono individuare oltre cento persone raffigurate - a quel tempo, si ricordi, i pittori venivano retribuiti in base al il numero di volti che dovevano dipingere - e diversi testi con riferimento ai passaggi biblici. Purtroppo nulla rimane del contratto di incarico, ormai andato perduto.
I coniugi Joos Vijd e Lysbette Borluut raffigurati nei pannelli laterali esterni della Pala d'altare di Jan e Hubert Van Eyck, Adorazione dell'Agnello Mistico, Vista di dettaglio dopo il restauro | Courtesy closertovaneyck.kikirpa.be
3. Che storia ha avuto l'opera d'arte più trafugata al mondo?
Trafugato, nascosto, segato. Nel corso dei suoi quasi cinque cinque secoli di storia, il capolavoro di fratelli van Eyck è stato coinvolto in numerosi crimini, molti dei quali andati a buon fine. Raramente l'Agnello Mistico di Jan e Hubert Van Eyck è rimasto intatto nella sua collocazione originaria per oltre 5 anni consecutivi.
Nel 1781 i pannelli di Adamo ed Eva furono addirittura censurati - perché considerati “troppo conturbanti” - e rimpiazzati con copie identiche dove le nudità erano state coperte. Ma le rocambolesche vicende dell’opera iniziano già prima, quando, nel 1566, durante una rivolta protestante, il dipinto fu nascosto nella torre della Cattedrale. Nel 1794 i soldati francesi trafugarono i pannelli centrali per portarli a Parigi, mentre nel 1816 i pannelli laterali, ad eccezione di Adamo ed Eva, furono venduti e finirono in Prussia.
Solo sei anni più tardi i pannelli rimanenti scamparono a un enorme incendio. Nel 1920 l'opera risultava finalmente ricomposta nella sua sede originaria. Ma era solo un’illusione. L’11 aprile del 1934, la notizia del furto, nella notte, dei due pannelli della pala d'altare, I giusti giudici e Giovanni Battista, scosse la città. Un anno dopo il pannello con Giovanni Battista fu ritrovato, mentre dell'altro rubato (oggi sostituito da una riproduzione) non restò alcuna traccia.
Allo scoppio della guerra, nel 1940, il Belgio, per motivi di sicurezza, decise di trasferire il polittico in Vaticano, dove sarebbe stato al sicuro. Ma nemmeno nei musei del Papa lo sfortunato capolavoro di Jan van Eyke avrebbe trovato pace. La notizia dell'Asse Roma-Berlino arrivò durante il trasporto, e il polittico venne provvisoriamente ricoverato in un museo locale a Pau, sui Pirenei francesi. Il colpo più duro arrivò con Hitler che, nel 1942, ne dispose il sequestro, destinando inizialmente l'opera al suo mai nato museo di Linz. Alla fine la Pala venne nascosta, per ragioni di sicurezza, prima nel Castello di Neuschwanstein, in Baviera, e poi in Austria, in una miniera di sale di Altaussee. A recuperarlo furono i cosiddetti Monuments Men, la squadra di ufficiali anglo-americani incaricati di proteggere e recuperare il patrimonio artistico europeo delle aree di guerra. Dalla miniera il polittico fece pertanto ritorno a Gand, accolto dalla popolazione in festa. Nella cittadina belga l’opera rimase esposta solo per cinque anni, prima di essere sottoposta a un lungo restauro. Avrebbe fatto ritorno nella Cattedrale di San Bavone solo nel 1946.
4. Qual è il racconto del Polittico tra pannelli esterni e interni?
Il polittico mette in scena il tema della Redenzione, distribuendola su due registri verticali. Quello inferiore è incentrato, come si evince dai pannelli interni, sull’Agnello di Dio, adorato nel giardino del Paradiso da una schiera di santi, peccatori, clero e soldati. Sui diversi gruppi di figure veglia la colomba dello Spirito Santo.
I quattro pannelli laterali del registro inferiore si presentano invece divisi in due coppie: i dipinti scultorei a grisaglia - ovvero in monocromo sui toni di grigio, che rende i dipinti simili a statue - di San Giovanni Battista e San Giovanni Evangelista, e, sui due pannelli esterni, i ritratti del committente Joost Vijdt e di sua moglie Lysbette Borluut, minuziosamente descritti.
Il registro superiore dei pannelli interni rappresenta la redenzione celeste con al centro Cristo Re (o forse Dio Padre) assistito dalla Vergine Maria e da Giovanni Battista. Nei pannelli laterali si affastellano gruppi di angeli cantori e musicanti, mentre quelli più esterni accolgono Adamo ed Eva, nudi e distanti tra loro.
5. Con quale quale tecnica è stata eseguita e quindi quale è l'effetto che si è ottenuto?
L'Adorazione dell'Agnello Mistico è il primo grande capolavoro della storia ad essere stato realizzato con pittura a olio. Jan van Eyck ha utilizzato pennelli sottilissimi per dipingere i dettagli. Secondo lo storico dell'arte Erwin Panofsky "l'occhio di van Eyck funzionava come un microscopio e un telescopio allo stesso tempo".
Osservando il capolavoro si scopre una grande varietà di dettagli minuziosi, nelle vesti, tra gli animali, le piante, nell’ampio paesaggio che si spalanca sullo sfondo. Van Eyck prestava infatti molta attenzione alla bellezza degli oggetti della vita comune e ai temi religiosi.
6. Quali sono i particolari emersi dopo il restauro?
Con il restauro viene a cadere un mito: la torre della Cattedrale di Utrecht, dipinta a metà orizzonte, non è un'aggiunta del XVI secolo, ma parte della composizione originale. Sullo sfondo del pannello principale si distinguono finalmente anche le torri di Gent. In più, grazie a una profonda opera di pulitura, balza agli occhi anche la tela di ragno appena sopra le teste di Joos Vijd e Elisabeth Borluut.
Jan e Hubert Van Eyck, Adorazione dell'Agnello Mistico, Dettaglo dello sfondo del pannello centrale dopo il restauro con la torre della Cattedrale di Utrecht | © Lukasweb.be-Art in Flanders vzw, photo KIK-IRPA
7. Particolarità: che cosa ha in mano Eva?
Il frutto nella mano di Eva, nel riquadro in alto a destra, non è la tradizionale mela biblica, bensì un agrume, molto probabilmente un cedro. Erwin Panofsky ha attirato particolare attenzione su questo elemento, descrivendolo come emblematico del simbolismo "mascherato" che ha visto attraversare l'opera nel suo insieme.
8. Si dice nel polittico ci sia il ritratto di Jan Van Eyck. È davvero lui?
Non esistono documenti ufficiali, ma se si tiene a mente il Ritratto con il turbante rosso di Jan van Eyck, si potrebbe riconoscere il volto di van Eyck nell'uomo con il turbante nero che indossa una catena d'oro. Si tratta dell'unica persona, a parte Dio stesso (rappresentato dall'Agnello) a guardare fuori dal dipinto in direzione dell'osservatore.
9. Come è stato realizzato il capolavoro?
Con assi di quercia di alta qualità, importate dalla regione baltica. Le tavole sono state unite per creare pannelli che sono stati poi piallati e levigati in preparazione per l'applicazione del terreno. Lo strato macinato, spesso applicato in più mani, consisteva in gesso e colla animale. Questo strato poroso veniva talvolta sigillato con un sottile strato di olio essiccante, che poteva essere leggermente pigmentato con piombo bianco e gesso. I primi strati di vernice sarebbero spesso eseguiti con colori tenui o "morti".
Successivamente sono stati applicati i colori principali, spesso in più strati e seguiti da smalti sottili e traslucidi che avrebbero conferito a questi dipinti il loro caratteristico aspetto, simile a un gioiello. Dopo che la pittura ad olio si era completamente asciugata, la vernice sarebbe stata stesa per saturare i colori scuri e proteggere lo strato di vernice da polvere e sporco.
10. Come vederlo?
L'opera sarà esposta in un nuovo allestimento presso la Cattedrale di San Bavone a Gent.
COMMENTI
LA MAPPA
NOTIZIE
VEDI ANCHE
-
Sabato 12 e domenica 13 ottobre
Tornano le Giornate FAI d'autunno. Un viaggio in 700 luoghi alla scoperta della bellezza nascosta
-
Perugia | A Perugia dal 13 ottobre al 19 gennaio
La Galleria Nazionale dell'Umbria omaggia Dottori, divisionista, futurista, aeropittore
-
Roma | A Roma il progetto d’arte contemporanea LAVINIA
Architettura del Seicento e arte contemporanea a confronto: a Villa Borghese riapre la Loggia dei Vini
-
Perugia | A Perugia fino al 19 gennaio
Alla Galleria nazionale dell’Umbria un dialogo nel segno dell’oro, da Gentile da Fabriano a Andy Warhol