Il maestro del Novecento in due grandi mostre
A Ferrara e Ravenna è l’ora di Chagall
 
										
										 
										
										
																		
																	Chagall®, by SIAE 2025 | 
																									Marc Chagall, La sposa dai due volti, 1927. Collezione privata
															
							Francesca Grego
10/10/2025
							 Uno degli artisti più amati dal pubblico contemporaneo torna sulla scena italiana per raccontare il suo universo poetico da diverse angolazioni. Per gli appassionati di Marc Chagall sono due gli appuntamenti da non perdere questo autunno. Inaugurata oggi a Ferrara, la mostra Chagall. Testimone del suo tempo riunisce a Palazzo dei Diamanti 200 dipinti, disegni e incisioni del maestro novecentesco, comprese opere presentate per la prima volta in Italia, in un allestimento basato sulla forza delle emozioni. Alle opere originali si affiancano inoltre le ricostruzioni immersive di due opere monumentali: il soffitto dell’Opéra di Parigi e le 12 vetrate per la sinagoga di Hadassah.   
“Sento che il nostro problema oggi è soltanto uno: unirci. Radunare quello che resta di noi dopo il disastro, riempire i nostri cuori di propositi nobili”, osservava l’artista nel 1947, all’indomani della Seconda Guerra Mondiale e dell’Olocausto. Cuore della mostra, in programma fino all’8 febbraio 2026, è il rapporto di Chagall con la storia, ma anche con la sua terra natale, il villaggio di Lëzna (Vitebsk), nell’attuale Bielorussa, e con le tradizioni della diaspora ebraica assorbite durante l’infanzia, che nei suoi quadri si trasfigurano in atmosfere incantate proiettandosi verso nuovi orizzonti espressivi.
Attraverso il suo sguardo poetico, Chagall trasforma l’esperienza personale in riflessione condivisa, svelando come dietro l’apparente semplicità delle sue opere si celino temi che toccano ogni essere umano: l’identità, l’esilio, la spiritualità, la gioia di vivere. In un’epoca di frammentazione, la sua arte diventa un ponte tra mondi diversi, tradizioni apparentemente inconciliabili, specchio dei desideri e delle contraddizioni dell’umanità. Nelle opere in mostra si celebra quella verità emotiva che rende tangibili i sentimenti più profondi, quella bellezza capace di trovare, anche negli orrori della storia, barlumi di pace e comprensione.
 
 
"Chagall. Testimone del suo tempo". Palazzo dei Diamanti, Ferrara I Courtesy Arthemisia
Il secondo appuntamento della stagione ci porta al MAR - Museo d’Arte della Città di Ravenna, per guardare al lavoro di Chagall da un punto di vista diverso dal solito. In programma dal 18 ottobre 2025 al 18 gennaio 2026, Chagall in mosaico. Dal progetto all’opera punta l’attenzione su un particolare aspetto della produzione del maestro, rivelando i processi creativi alla base dei suoi capolavori musivi. Artista versatile attratto da molte tecniche, Chagall si avvicinò al mondo del mosaico proprio a Ravenna durante un viaggio compiuto negli anni Cinquanta: affascinato dai celebri mosaici bizantini ravennati, avviò una collaborazione con i mosaicisti locali che l’avrebbe portato a sperimentare con questa tecnica in modo visionario e originale.
Punto di partenza della mostra è Le Coq bleu, capolavoro della collezione permanente del MAR, attorno al quale si dispongono altre opere musive, nonché disegni, pastelli, acquerelli, tempere, collage, litografie che documentano la genesi dei numerosi mosaici realizzati in contesti architettonici e di arte pubblica. Da non perdere è il monumentale Le Grand Soleil, originariamente offerto in dono dall’artista alla moglie Valentina. Lungo il percorso, il pubblico avrà modo di analizzare lo stretto legame tra colore, luce e materia che caratterizza l’opera di Chagall, in dialogo con lo spazio architettonico e la tradizione musiva ravennate, mentre un’intera sezione sarà dedicata ai mosaicisti locali che collaborarono con il maestro nella realizzazione di opere monumentali, da Nizza a Chicago, da Gerusalemme a Martigny.

"Chagall. Testimone del suo tempo". Palazzo dei Diamanti, Ferrara I Courtesy Arthemisia
						
						
					“Sento che il nostro problema oggi è soltanto uno: unirci. Radunare quello che resta di noi dopo il disastro, riempire i nostri cuori di propositi nobili”, osservava l’artista nel 1947, all’indomani della Seconda Guerra Mondiale e dell’Olocausto. Cuore della mostra, in programma fino all’8 febbraio 2026, è il rapporto di Chagall con la storia, ma anche con la sua terra natale, il villaggio di Lëzna (Vitebsk), nell’attuale Bielorussa, e con le tradizioni della diaspora ebraica assorbite durante l’infanzia, che nei suoi quadri si trasfigurano in atmosfere incantate proiettandosi verso nuovi orizzonti espressivi.
Attraverso il suo sguardo poetico, Chagall trasforma l’esperienza personale in riflessione condivisa, svelando come dietro l’apparente semplicità delle sue opere si celino temi che toccano ogni essere umano: l’identità, l’esilio, la spiritualità, la gioia di vivere. In un’epoca di frammentazione, la sua arte diventa un ponte tra mondi diversi, tradizioni apparentemente inconciliabili, specchio dei desideri e delle contraddizioni dell’umanità. Nelle opere in mostra si celebra quella verità emotiva che rende tangibili i sentimenti più profondi, quella bellezza capace di trovare, anche negli orrori della storia, barlumi di pace e comprensione.
 
 "Chagall. Testimone del suo tempo". Palazzo dei Diamanti, Ferrara I Courtesy Arthemisia
Il secondo appuntamento della stagione ci porta al MAR - Museo d’Arte della Città di Ravenna, per guardare al lavoro di Chagall da un punto di vista diverso dal solito. In programma dal 18 ottobre 2025 al 18 gennaio 2026, Chagall in mosaico. Dal progetto all’opera punta l’attenzione su un particolare aspetto della produzione del maestro, rivelando i processi creativi alla base dei suoi capolavori musivi. Artista versatile attratto da molte tecniche, Chagall si avvicinò al mondo del mosaico proprio a Ravenna durante un viaggio compiuto negli anni Cinquanta: affascinato dai celebri mosaici bizantini ravennati, avviò una collaborazione con i mosaicisti locali che l’avrebbe portato a sperimentare con questa tecnica in modo visionario e originale.
Punto di partenza della mostra è Le Coq bleu, capolavoro della collezione permanente del MAR, attorno al quale si dispongono altre opere musive, nonché disegni, pastelli, acquerelli, tempere, collage, litografie che documentano la genesi dei numerosi mosaici realizzati in contesti architettonici e di arte pubblica. Da non perdere è il monumentale Le Grand Soleil, originariamente offerto in dono dall’artista alla moglie Valentina. Lungo il percorso, il pubblico avrà modo di analizzare lo stretto legame tra colore, luce e materia che caratterizza l’opera di Chagall, in dialogo con lo spazio architettonico e la tradizione musiva ravennate, mentre un’intera sezione sarà dedicata ai mosaicisti locali che collaborarono con il maestro nella realizzazione di opere monumentali, da Nizza a Chicago, da Gerusalemme a Martigny.

"Chagall. Testimone del suo tempo". Palazzo dei Diamanti, Ferrara I Courtesy Arthemisia
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