Speciale Olanda
Amersfoort rivive lo spirito di De Stijl e di Piet Mondrian
Presso il Mondriaanhuis di Amersfoort, l'abitazione dove nacque Piet Mondrian oggi trasformata in museo, è possibile visitare lo studio parigino dove l'artista viveva nel 1920. Foto di Mike Bink
E. Z.
14/02/2017
Piet Mondrian era nato nel 1872 ad Amserfoort, graziosa cittadina medievale olandese a 50 km a sud di Amsterdam. La sua casa, che a marzo riapre i battenti dopo il restauro, sorge lungo la riva di un canale: il padre, un rigido calvinista che faceva l’insegnante, aveva destinato una porzione dell’edificio a scuola e la restante ad abitazione.
Nelle stanze al piano di sopra della Mondriaanhuis, sotto il tetto di legno spiovente, grazie al padre, che era un disegnatore di un certo talento, e allo zio, abile pittore di paesaggi, il giovane Piet Mondrian aveva deciso di intraprendere gli studi, con il sogno di diventare un giorno professore di disegno.
In occasione delle celebrazioni dei 100 anni del movimento De Stijl, Amserfoort è una meta imprescindibile per chi voglia intraprendere un viaggio alla scoperta della straordinaria capacità rivoluzionaria impressa nell’arte e nell’uso del colore da quel gruppo di olandesi di primo Novecento tra i quali spiccano i nomi di Piet Mondrian, Bart van der Lech, Theo van Doesburg e numerosi altri che diedero il là all’indagine proseguita negli anni successivi dalle nuove generazioni di artisti del dopoguerra e dai concettuali fino alle sperimentazioni dei più contemporanei.
Su questo tema, e cioè sull’eredità impressa da De Stijl nell’uso del colore, indaga l’esposizione "I Colori di De Stijl" che sarà inaugurata il prossimo 6 maggio al Kunsthal di Amserfoort.
LA CASA DI MONDRIAN APRE I BATTENTI
L’abitazione dove Piet Mondrian visse nei primi 8 anni, al civico 11 di Kirtegracht, è stata recentemente oggetto di un importante intervento di restauro e riallestimento.
Dal 7 marzo 2017 la Mondriaanhuis è meta di un percorso immersivo nella vita dell’artista olandese, grazie anche a una serie di installazioni audio e video che consentono di ammirare la straordinaria evoluzione dello stile del maestro, dal figurativo all’astratto. Un piccola collezione di 15 tele testimonia i lavori eseguiti tra il 1899 e il 1908 e dedicati al paesaggio olandese.
La meticolosa ricostruzione dello studio che nel 1920 Mondrian aveva allestito a Parigi in Rue du Départ traduce in un batter d’occhio la modernità e l’impulso innovativo della ricerca perseguita nell’arco di una vita.
Una stanza è dedicata agli anni trascorsi a New York. Qui i visitatori possono sedersi all’interno di un cubo trasparente e assistere alla proiezione di frammenti di materiali video d’archivio e alla riproduzione di suoni originali della metropoli negli anni ’40 immaginando di entrare nella mente di Mondrian e di rivivere le suggestioni che avrebbero portato all’atto creativo del suo capolavoro, “Victory Boogie Woogie”, avvenuto proprio nella Grande Mela.
Mondrian non avrebbe più fatto ritorno ad Amersfoort.
Probabilmente nel 1872, l’anno in cui nacque l’artista, l’atmosfera del centro storico di Amserfoort non era tanto diversa da come appare oggi. Poco distante dalla Mondriaanhuis, la vecchia sinagoga, il monastero delle suore, le antiche abitazioni costruite a ridosso delle mura medievali della città, sono oggi ancora visibili e in un certo senso sono lì a testimoniare la misura della straordinaria energia propulsiva operata da Mondrian sul piano estetico giunta fino ai giorni nostri.
“I COLORI DI DE STIJL” AL KUNSTHAL KAdE
La mostra allestita presso il centro d’arte contemporanea di Amersfoort dal 6 maggio al 3 settembre si propone di indagare sulla combinazione iconica dei tre colori rosso, giallo e blu, cifra stilistica inequivocabile di De Stijl, rivelando una pluralità di voci e di idee proposte dai vari artisti che hanno aderito al movimento.
Sotto un’apparente coralità di intenti, Piet Mondrian, Theo van Doesburg, Bart van der Leck, Gerrit Rietveld, Georges Vantongerloo e Vilmos Huszár avrebbero ciascuno di loro formulato una propria visione personale del colore.
La mostra "I Colori di De Stijl" si propone di esaminare il lavoro di altri artisti che hanno continuato a investigare in maniera autonoma sul potere del colore durante il periodo post bellico: dall’espressionismo astratto e all’arte concreta degli anni ’60 e ’70 fino ai lavori di artisti che oggi esplorano il colore come elemento indipendente.
In esposizione, l’opera di Bernett Newman “Who’s Afraid of Red, Yellow and Blue III” e il trittico di Jasper Johns “Untitled”. Lavori di Piero Manzoni, Richard Serra e Joseph Kosuth fanno fuoco sulla definizione del colore.
Interessante la produzione di Poul Garnes, artista danese che negli anni ’60 ha sviluppato una libera e caleidoscopica attitudine verso il colore. Chiude la carrellata il lavoro contemporaneo di Olafur Eliasson dedicato allo spettro di colori che si manifesta nei fenomeni naturali come l’arcobaleno.
L'ARCHITETTURA DE STIJL: IL RIETVELD PAVILION
Primo intervento architettonico in Olanda, frutto della teoria elaborata dal movimento De Stijl, è l’opera di Gerrit Rietveld e si trova proprio ad Amerfoort.
Costruito nel 1959, il padiglione è uno degli ultimi lavori più significativi di Rietveld, esempio perfetto dell’architettura funzionale post bellica. Edificio dalle linee spartane, inondato di luce e di vuoti e pieni scanditi dalle pareti.
Costruito in occasione delle celebrazione per i 700 anni della città di Amersfoot, il Rietveld Pavilion segue lo stile del movimento moderno.
Per oltre 50 anni è stato utilizzato come centro espositivo di arte moderna ospitando numerose esibizioni di scultura, pittura e design.
Dal prossimo settembre sarà sede della mostra “Beyond De Stijl. Gerrit Rietveld and the 1950s”, dedicata all’eredità culturale dell’architetto, a cui si deve la celebra “Sedia Rossa e Blu” e il padiglione dell’Olanda presso i Giardini della Biennale di Venezia.
Nelle stanze al piano di sopra della Mondriaanhuis, sotto il tetto di legno spiovente, grazie al padre, che era un disegnatore di un certo talento, e allo zio, abile pittore di paesaggi, il giovane Piet Mondrian aveva deciso di intraprendere gli studi, con il sogno di diventare un giorno professore di disegno.
In occasione delle celebrazioni dei 100 anni del movimento De Stijl, Amserfoort è una meta imprescindibile per chi voglia intraprendere un viaggio alla scoperta della straordinaria capacità rivoluzionaria impressa nell’arte e nell’uso del colore da quel gruppo di olandesi di primo Novecento tra i quali spiccano i nomi di Piet Mondrian, Bart van der Lech, Theo van Doesburg e numerosi altri che diedero il là all’indagine proseguita negli anni successivi dalle nuove generazioni di artisti del dopoguerra e dai concettuali fino alle sperimentazioni dei più contemporanei.
Su questo tema, e cioè sull’eredità impressa da De Stijl nell’uso del colore, indaga l’esposizione "I Colori di De Stijl" che sarà inaugurata il prossimo 6 maggio al Kunsthal di Amserfoort.
LA CASA DI MONDRIAN APRE I BATTENTI
L’abitazione dove Piet Mondrian visse nei primi 8 anni, al civico 11 di Kirtegracht, è stata recentemente oggetto di un importante intervento di restauro e riallestimento.
Dal 7 marzo 2017 la Mondriaanhuis è meta di un percorso immersivo nella vita dell’artista olandese, grazie anche a una serie di installazioni audio e video che consentono di ammirare la straordinaria evoluzione dello stile del maestro, dal figurativo all’astratto. Un piccola collezione di 15 tele testimonia i lavori eseguiti tra il 1899 e il 1908 e dedicati al paesaggio olandese.
La meticolosa ricostruzione dello studio che nel 1920 Mondrian aveva allestito a Parigi in Rue du Départ traduce in un batter d’occhio la modernità e l’impulso innovativo della ricerca perseguita nell’arco di una vita.
Una stanza è dedicata agli anni trascorsi a New York. Qui i visitatori possono sedersi all’interno di un cubo trasparente e assistere alla proiezione di frammenti di materiali video d’archivio e alla riproduzione di suoni originali della metropoli negli anni ’40 immaginando di entrare nella mente di Mondrian e di rivivere le suggestioni che avrebbero portato all’atto creativo del suo capolavoro, “Victory Boogie Woogie”, avvenuto proprio nella Grande Mela.
Mondrian non avrebbe più fatto ritorno ad Amersfoort.
Probabilmente nel 1872, l’anno in cui nacque l’artista, l’atmosfera del centro storico di Amserfoort non era tanto diversa da come appare oggi. Poco distante dalla Mondriaanhuis, la vecchia sinagoga, il monastero delle suore, le antiche abitazioni costruite a ridosso delle mura medievali della città, sono oggi ancora visibili e in un certo senso sono lì a testimoniare la misura della straordinaria energia propulsiva operata da Mondrian sul piano estetico giunta fino ai giorni nostri.
“I COLORI DI DE STIJL” AL KUNSTHAL KAdE
La mostra allestita presso il centro d’arte contemporanea di Amersfoort dal 6 maggio al 3 settembre si propone di indagare sulla combinazione iconica dei tre colori rosso, giallo e blu, cifra stilistica inequivocabile di De Stijl, rivelando una pluralità di voci e di idee proposte dai vari artisti che hanno aderito al movimento.
Sotto un’apparente coralità di intenti, Piet Mondrian, Theo van Doesburg, Bart van der Leck, Gerrit Rietveld, Georges Vantongerloo e Vilmos Huszár avrebbero ciascuno di loro formulato una propria visione personale del colore.
La mostra "I Colori di De Stijl" si propone di esaminare il lavoro di altri artisti che hanno continuato a investigare in maniera autonoma sul potere del colore durante il periodo post bellico: dall’espressionismo astratto e all’arte concreta degli anni ’60 e ’70 fino ai lavori di artisti che oggi esplorano il colore come elemento indipendente.
In esposizione, l’opera di Bernett Newman “Who’s Afraid of Red, Yellow and Blue III” e il trittico di Jasper Johns “Untitled”. Lavori di Piero Manzoni, Richard Serra e Joseph Kosuth fanno fuoco sulla definizione del colore.
Interessante la produzione di Poul Garnes, artista danese che negli anni ’60 ha sviluppato una libera e caleidoscopica attitudine verso il colore. Chiude la carrellata il lavoro contemporaneo di Olafur Eliasson dedicato allo spettro di colori che si manifesta nei fenomeni naturali come l’arcobaleno.
L'ARCHITETTURA DE STIJL: IL RIETVELD PAVILION
Primo intervento architettonico in Olanda, frutto della teoria elaborata dal movimento De Stijl, è l’opera di Gerrit Rietveld e si trova proprio ad Amerfoort.
Costruito nel 1959, il padiglione è uno degli ultimi lavori più significativi di Rietveld, esempio perfetto dell’architettura funzionale post bellica. Edificio dalle linee spartane, inondato di luce e di vuoti e pieni scanditi dalle pareti.
Costruito in occasione delle celebrazione per i 700 anni della città di Amersfoot, il Rietveld Pavilion segue lo stile del movimento moderno.
Per oltre 50 anni è stato utilizzato come centro espositivo di arte moderna ospitando numerose esibizioni di scultura, pittura e design.
Dal prossimo settembre sarà sede della mostra “Beyond De Stijl. Gerrit Rietveld and the 1950s”, dedicata all’eredità culturale dell’architetto, a cui si deve la celebra “Sedia Rossa e Blu” e il padiglione dell’Olanda presso i Giardini della Biennale di Venezia.
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