Cenni biografici

Un autoritratto di Antonio Ligabue
 

15/07/2002

Fin dalla più tenera età la vita di Antonio Ligabue(1899-1965) è stata costellata da difficoltà e problemi. Figlio naturale di un’italiana emigrata, ha sempre ignorato l'identità del padre. Nel 1900 viene affidato ad una coppia di svizzeri tedeschi; non verrà legittimata la sua adozione, ma il bambino si legherà moltissimo alla matrigna, con un insolito rapporto di amore e odio. Nel 1913, dopo aver superato solo la terza elementare, entra in un collegio per ragazzi handicappati, dove si distingue subito per l’abilità nel disegno e la cattiva condotta. Nel 1917 è curato per qualche mese in una clinica psichiatrica, qualche anno dopo espulso dalla Svizzera su denuncia della madre adottiva ritorna in Italia dove vive come vagabondo continuando però a disegnare e a creare piccole sculture con l’argilla. Alla fine degli anni Venti viene finalmente scoperto, compreso ed aiutato da Marino Renato Mazzacurati, pittore e scultore. Nel 1937 viene internato in un manicomio a causa di una forte depressione, uscirà ben presto grazie all’interessamento dello scultore Mozzali. Durante la guerra fa da interprete alle truppe tedesche, ma per aver percosso con una bottiglia un soldato tedesco nel '45 viene nuovamente internato. Nel 48 viene dimesso; i critici e i galleristi cominciano ad occuparsi di lui. Iniziano anni durante i quali lentamente la fortuna sembra volgere a suo favore. La sua fama si allarga, la sua attività pittorica subisce un netto miglioramento. Vince premi, vende quadri, trova amici che lo ospitano, si girano film e documentari su di lui. Nel febbraio del 1961 tiene una grande personale a Roma che ne suggella il definitivo successo. Nel 1962 viene colpito da paresi e dopo vari ricoveri in istituti diversi viene posto al Carri di Gualtieri. Muore in ospedale il 27 maggio 1965 , mentre a Reggio Emilia è aperta da poco una grande antologica.

 
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