Da oggi in edicola il primo album del mondo dedicato all’arte
Con le figurine degli Artonauti l’arte è un gioco da ragazzi
Artonauti. Le figurine dell'arte, 2019 | © Wizard
Francesca Grego
15/03/2019
In fumetti, videogame e cartoni ormai è di casa, ma non era mai accaduto che l’arte diventasse protagonista di un album di figurine. Succede con Artonauti, pensato per i ragazzi dai 7 agli 11 anni e in edicola da oggi, venerdì 15 marzo.
Nata da un’idea di Daniela Re e Marco Tatarella, edita da Wizard, la nuova raccolta si è aggiudicata la quarta edizione del bando Innovazione Culturale di Fondazione Cariplo.
Più di 200 figurine da collezionare, 64 pagine, 28 illustrazioni, 20 quiz e indovinelli, insieme a una serie di giochi, curiosità e aneddoti compongono un’avventura ricca di sorprese. A fare da cornice alla caccia alle immagini è la storia di Ale, Morgana e Argo, due bambini e un cane in viaggio nel tempo alla scoperta dei tesori dell’arte.
Ogni figurina è parte di un’opera d’arte da comporre come un puzzle. Dalle grotte di Lescaux alle piramidi egizie, dai templi greci a Leonardo, Michelangelo, Raffaello, fino agli Impressionisti e a tanti altri navigatori della fantasia, l’arte diventa un gioco da ragazzi.
In più, in ogni pacchetto è nascosta una Twin Card con un’opera: chi riuscirà a scovare tutte le carte gemelle, potrà giocare a Memory con i più grandi capolavori del mondo.
Un modo efficace e divertente per memorizzare e riconoscere affreschi, dipinti, sculture insieme agli artisti che le hanno prodotte.
All’origine del progetto c’è l’incontro di un’insegnante, mediatrice culturale ed esperta in riabilitazione cognitiva – Daniela Re – e di un professionista dell’editoria d'arte, architettura e musica, Marco Tatarella di 22 Publishing, che insieme hanno fondato Wizard, impresa sociale no profit.
Obiettivo di Artonauti, scrivono i creatori dell’album, è una “perfetta sintesi tra l’aspetto ludico e quello educativo che ogni gioco dovrebbe avere”. Sono tre i principi su cui si basa: “il primo è che l’arte può essere alla portata di tutti, il secondo è che il gioco, in particolare quello analogico quale è un album di figurine, rappresenta lo strumento più valido ed efficace per i bambini e il terzo che arte e creatività svolgono un ruolo fondamentale nello sviluppo evolutivo”. Dietro l’invenzione dei due, ci sono anche le osservazioni di Maria Montessori, di Bruno Munari e di Loris Malaguzzi (l’ideatore del metodo Reggio Emilia per l’apprendimento auto-costruttivo).
Funzionerà? Non resta che scoprirlo in edicola.
Leggi anche:
• Tintoretto: Alberto Bonanni presenta la graphic novel
• Con Milo Manara Caravaggio diventa ultrapop
Nata da un’idea di Daniela Re e Marco Tatarella, edita da Wizard, la nuova raccolta si è aggiudicata la quarta edizione del bando Innovazione Culturale di Fondazione Cariplo.
Più di 200 figurine da collezionare, 64 pagine, 28 illustrazioni, 20 quiz e indovinelli, insieme a una serie di giochi, curiosità e aneddoti compongono un’avventura ricca di sorprese. A fare da cornice alla caccia alle immagini è la storia di Ale, Morgana e Argo, due bambini e un cane in viaggio nel tempo alla scoperta dei tesori dell’arte.
Ogni figurina è parte di un’opera d’arte da comporre come un puzzle. Dalle grotte di Lescaux alle piramidi egizie, dai templi greci a Leonardo, Michelangelo, Raffaello, fino agli Impressionisti e a tanti altri navigatori della fantasia, l’arte diventa un gioco da ragazzi.
In più, in ogni pacchetto è nascosta una Twin Card con un’opera: chi riuscirà a scovare tutte le carte gemelle, potrà giocare a Memory con i più grandi capolavori del mondo.
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Obiettivo di Artonauti, scrivono i creatori dell’album, è una “perfetta sintesi tra l’aspetto ludico e quello educativo che ogni gioco dovrebbe avere”. Sono tre i principi su cui si basa: “il primo è che l’arte può essere alla portata di tutti, il secondo è che il gioco, in particolare quello analogico quale è un album di figurine, rappresenta lo strumento più valido ed efficace per i bambini e il terzo che arte e creatività svolgono un ruolo fondamentale nello sviluppo evolutivo”. Dietro l’invenzione dei due, ci sono anche le osservazioni di Maria Montessori, di Bruno Munari e di Loris Malaguzzi (l’ideatore del metodo Reggio Emilia per l’apprendimento auto-costruttivo).
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