Dal 13 aprile al 28 luglio

Da Hayez a Previati, l'Ottocento lombardo si racconta a Monza

Emilio Gola, Lavandaie sul Naviglio, 1895, Olio su tela, collezione privata |  Courtesy Quadreria dell'800, Milano
 

Samantha De Martin

12/04/2024

Un viaggio in cento opere, tra dipinti, disegni, sculture, svela la scena artistica lombarda dell’Ottocento, un universo sorprendente, artisticamente e intellettualmente sperimentale, popolato da maestri come Hayez, Faruffini, Medardo Rosso, Previati.
Ad accoglierlo, dal 13 aprile al 28 luglio, sono l’Orangerie, la Reggia e i Musei Civici di Monza grazie alla mostra 800 Lombardo. Ribellione e conformismo, da Hayez a Previati, curata da Simona Bartolena, prodotta e realizzata da ViDi cultural, in collaborazione con il Consorzio Villa Reale e Parco di Monza e con il Comune di Monza.
Suddiviso in aree tematiche, l’itinerario analizza i movimenti e le tendenze iconografiche, la biografia e la personalità dei singoli artisti, accompagnando il pubblico in un universo dinamico e nella società del tempo. Dall’ambiente milanese - in particolare il magistero dell’Accademia di Brera - l’indagine si estende anche alle altre province lombarde. La Sala Espositiva dei Musei Civici di Monza accoglie una sezione dedicata alla scena artistica della città di Monza, città natale di pittori straordinari quali Pompeo Mariani, Mosè Bianchi, Eugenio Spreafico ed Emilio Borsa. Ad aprire la rassegna è invece la stagione romantica con Francesco Hayez, la cui presenza nel ruolo di direttore a Brera ha lasciato un segno profondo sull’indirizzo culturale milanese.


Gaetano Previati, Bacio, Olio su tempera, collezione privata | Courtesy Quadreria dell'800, Milano

Accanto alle opere di Hayez saranno esposti i lavori di alcuni pittori che da lui presero spunto per il proprio percorso e quelle di maestri a lui contemporanei, da Giacomo Trecourt a Massimo d’Azeglio e Giuseppe Molteni. I vedutisti e i “prospettici” della prima metà del secolo, come Giovanni Migliara, Angelo Inganni e Luigi Bisi, con i loro scorci cittadini e le scene di vita quotidiana, lasciano il posto al periodo delle guerre di Indipendenza e ai dipinti di artisti come Gerolamo e Domenico Induno, conosciuti per le loro scene di genere, che raccontano la vita delle classi meno abbienti.

Il visionario Giovanni Carnovali detto il Piccio introduce al sensibile cambio di rotta della seconda metà del secolo. Eclettico anticipatore di soluzioni linguistiche illuminanti per le generazioni successive, il Piccio è stato fondamentale per autori quali Federico Faruffini, Tranquillo Cremona. Se il primo aprirà le porte a moderne interpretazioni della pittura storicista e letteraria, il secondo, con Daniele Ranzoni e Giuseppe Grandi, fonderà la Scapigliatura.

Il percorso non tralascia il paesaggio, genere che, nella seconda metà dell’Ottocento, raccolse grande fortuna attraverso tele che ritraggono le campagne brianzole, le vette alpine e le suggestive acque dei laghi, dipinte da artisti come ugenio Gignous, Silvio Poma e Filippo Carcano.


Gerolamo Induno, Il ritorno dal campo, 1869, Olio su tela, 96 x 78.5 cm, collezione privata | courtesy Enrico Gallerie d’Arte, Milano

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