Un anno di appuntamento con la bellezza
Da Munch a Kandinsky, le mostre in arrivo nel 2025
Edvard Munch, Notte stellata, 1922–1924, Olio su tea, 119 x 140 cm Munchmuseet, Oslo | Foto: © Munchmuseet/Halvor Bjørngård
Samantha De Martin
02/01/2025
A Roma arriva Munch
Mentre le sontuose rotondità di Fernando Botero con i loro colori sgargianti si apprestano a lasciare Palazzo Bonaparte, l’edificio romano che fu la dimora della madre di Napoleone Bonaparte si prepara ad accogliere un nuovo atteso appuntamento con l’arte.
A partire dall’11 febbraio, fino al 2 giugno, in occasione del Giubileo e del 25° anniversario dalla nascita di Arthemisia, oltre cento opere di Edvard Munch dal Munch Museum di Oslo saranno protagoniste dall’inverno romano. A distanza di oltre 20 anni dall’ultima esposizione nella capitale dedicata al pittore de L’Urlo, Palazzo Bonaparte sfoggia la più grande mostra mai realizzata prima.
Munch. Il grido interiore sarà patrocinata della Reale Ambasciata di Norvegia a Roma, in collaborazione con il Museo Munch di Oslo.
Edvard Munch, The Girls on the Bridge, 1927. Oil on canvas, 100,5x90 cm. Foto Halvor Bjørngård © Munchmuseet
Milano celebra un poliedrico Casorati
La vocazione poliedrica di Felice Casorati, i cui interessi hanno travalicato la pittura per spaziare tra i territori della scultura, della grafica, del disegno, dell'illustrazione, della musica, sarà il focus della mostra che Palazzo Reale, a Milano, dedica al pittore del Realismo Magico.
Dal 15 febbraio al 29 giugno un’antologica ricostruisce l’intero arco di attività dell’artista, ripercorrendo le diverse stagioni della sua pittura. Concepita appositamente per gli spazi di Palazzo Reale, l’esposizione raccoglierà cento opere provenienti da prestigiose raccolte private e da collezioni museali, a partire dalla Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, il museo italiano che vanta il più ricco nucleo di opere dell’artista.
Cardine del progetto è la stretta collaborazione con l’Archivio Felice Casorati, che ha prestato dipinti, disegni, incisioni, sculture, arredi, documenti. Fulcro del percorso sarà il legame storico tra l’artista e Milano, prima città in Italia a dotarsi di un moderno sistema e mercato dell’arte e alla quale, nel corso della sua lunga carriera, Casorati ha attribuito una funzione strategica.
A Palazzo Strozzi le metafore esistenziali di Tracey Emin
Dal 16 marzo al 20 luglio le metafore esistenziali di Tracey Emin saranno al centro della prima mostra mai dedicata da un’istituzione culturale italiana all’artista britannica contemporanea conosciuta per opere che uniscono la sua biografia a una costante ricerca formale di profonda sperimentazione.
A cura di Arturo Galansino, la mostra a Palazzo Strozzi si soffermerà sui diversi medium utilizzati da Emin. Disegno, pittura, scultura, video, installazione, fotografia convivono ponendo al centro il corpo e le relazioni umane. Fisicità, vulnerabilità, crudezza costituiscono parole chiave che determinano un mondo artistico in cui desiderio e amore si accompagnano al dolore e al sacrificio. Le opere storiche, ma anche i lavori più recenti provenienti da collezioni pubbliche e private di tutto il mondo si accingono a restituire ai visitatori di Palazzo Strozzi l’estetica controversa e lacerante di un'artista che ha segnato il rapporto tra corpo ed esistenza nell’arte contemporanea degli ultimi trent’anni.
Lucio Fontana ceramista in arrivo a Venezia
Bisognerà attendere l’autunno per visitare la prima mostra in un museo dedicata esclusivamente alle opere in ceramica di Lucio Fontana. Ad accoglierla sarà, dall’11 ottobre al 2 marzo, la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia. “Mani-fattura: le ceramiche di Lucio Fontana”, questo il titolo dell’esposizione a cura di Sharon Hecker, presenterà una settantina di opere provenienti da collezioni pubbliche e private, compresi lavori mai esposti prima al pubblico. Il pubblico sarà invitato a muoversi tra figure umane, arlecchini, animali, guerrieri, forme astratte, colori intensi e sgargianti, opere prodotte in serie, ma anche oggetti unici. Non mancheranno in mostra testimonianze fotografiche che immortalano Fontana al lavoro e che rivelano l'importanza della mano dell'artista nel processo creativo.
Vittorio Corcos, Messaggio d'amore, 1889. Collezione privata
A Brescia le atmosfere della Belle Époque
Il Ritratto di signora in bianco di Giovanni Boldini, Sulla panchina agli Champs Elysées di Giuseppe De Nittis e ancora Al Café Nouvelle Athènes di Federico Zandomeneghi saranno alcuni degli iconici capolavori pronti ad accompagnare i visitatori di Palazzo Martinengo, a Brescia, tra le atmosfere della Belle Époque. Raffinati abiti femminili realizzati nelle Maisons di Haute Couture, manifesti coloratissimi disegnati da insigni illustratori come Cappiello, Dudovich e Metlicovitz, faranno rivivere i locali alla moda, i cabaret, i café chantant, gli spettacoli teatrali e i grandi magazzini, mentre raffinatissimi vetri artistici dai decori ispirati alla natura, impreziositi da smalti, dorature e incisioni, realizzati da Emile Gallé e dai fratelli Daum, accompagneranno i visitatori tra le case della ricca borghesia parigina.
La Belle Époque. L'arte nella Parigi di Boldini e De Nittis è il titolo dell’appuntamento che, dal 25 gennaio al 15 giugno, presenterà al pubblico i capolavori che Boldini, De Nittis, Zandomeneghi, Corcos e Mancini eseguirono durante gli anni trascorsi nella capitale francese, stregando i più raffinati collezionisti dell’epoca, immortalando le brulicanti piazze parigine, gli eleganti interni borghesi, divenendo i cantori della vita moderna.
Kandinsky nel 2025 di Gallarate
La nascita dell’arte astratta e la sua evoluzione europea e italiana, i cui esiti sono ancora oggi vivi e presenti nel linguaggio artistico contemporaneo, sarà il filo conduttore di uno degli eventi di punta del 2025 del MAGA di Gallarate (Varese). Dal 26 ottobre al 1° marzo il museo ospiterà un’ampia retrospettiva dal titolo Kandinsky e l’Italia, che ruota attorno alla figura di Vassily Kandinsky, uno dei pionieri dell’arte astratta. A cura di Emma Zanella ed Elisabetta Barisoni, progettata e realizzata dal Museo MAGA e dalla Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro (Venezia), la mostra accenderà un focus sulla centralità dell’opera e del pensiero del maestro russo in relazione alla scena europea e, in particolare, alla grande stagione dell’astrattismo italiano che ha preso piede tra gli anni trenta e gli anni cinquanta del Novecento.
Giovanni Boldini, Fuoco d’artificio, c. 1890, Olio su tela, 99.5 x 200 cm, Ferrara, Museo Giovanni Boldini Ferrara © Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea | Foto: © Luca Gavagna
Mucha e Giovanni Boldini ospiti a Ferrara
Alphonse Mucha e Giovanni Boldini, straordinari cantori della bellezza e del fascino femminile, accenderanno la primavera di Palazzo dei Diamanti. Dal 22 marzo al 20 luglio le sale del museo ferrarese saranno attraversate da eleganti donne, indiscusse protagoniste dei lavori di Alphonse Mucha e di Boldini che, come l’artista ceco, risiedette stabilmente a Parigi, richiestissimo da una facoltosa clientela internazionale. Le sale dell’ala Tisi di Palazzo dei Diamanti saranno la cornice privilegiata di una selezione di dipinti, disegni e incisioni dedicati al tema del ritratto e della figura femminile provenienti dal Museo Giovanni Boldini che riaprirà nel rinnovato complesso ferrarese di Palazzo Massari nel 2026.
Accanto a capolavori come La signora in rosa (1916) e Fuoco d’artificio (c. 1890) saranno presentati al pubblico studi di donne a figura intera e di singoli volti femminili che testimoniano il forte legame dell’artista con la realtà circostante, ma anche la destrezza nel registrare pose e attitudini che sarebbero poi servite a conferire vitalità e dinamismo alle protagoniste dei suoi dipinti. Accanto a Boldini, Mucha rivive con la sua arte poliedrica. Oltre che pittore, disegnatore e illustratore, l’artista di origini ceche fu fotografo, scenografo, progettista d’interni, creatore di gioielli. I suoi iconici lavori divennero emblematici della nascente Art Nouveau, come dimostrano Gismonda (1894), la serie de Le stagioni (1896), Job (1896), Fantasticheria (1897), Médée (1898). La grande monografica organizzata da Arthemisia e Fondazione Ferrara Arte in collaborazione con la Mucha Foundation ne ripercorrerà la biografia e i molteplici aspetti della produzione artistica.
Mentre le sontuose rotondità di Fernando Botero con i loro colori sgargianti si apprestano a lasciare Palazzo Bonaparte, l’edificio romano che fu la dimora della madre di Napoleone Bonaparte si prepara ad accogliere un nuovo atteso appuntamento con l’arte.
A partire dall’11 febbraio, fino al 2 giugno, in occasione del Giubileo e del 25° anniversario dalla nascita di Arthemisia, oltre cento opere di Edvard Munch dal Munch Museum di Oslo saranno protagoniste dall’inverno romano. A distanza di oltre 20 anni dall’ultima esposizione nella capitale dedicata al pittore de L’Urlo, Palazzo Bonaparte sfoggia la più grande mostra mai realizzata prima.
Munch. Il grido interiore sarà patrocinata della Reale Ambasciata di Norvegia a Roma, in collaborazione con il Museo Munch di Oslo.
Edvard Munch, The Girls on the Bridge, 1927. Oil on canvas, 100,5x90 cm. Foto Halvor Bjørngård © Munchmuseet
Milano celebra un poliedrico Casorati
La vocazione poliedrica di Felice Casorati, i cui interessi hanno travalicato la pittura per spaziare tra i territori della scultura, della grafica, del disegno, dell'illustrazione, della musica, sarà il focus della mostra che Palazzo Reale, a Milano, dedica al pittore del Realismo Magico.
Dal 15 febbraio al 29 giugno un’antologica ricostruisce l’intero arco di attività dell’artista, ripercorrendo le diverse stagioni della sua pittura. Concepita appositamente per gli spazi di Palazzo Reale, l’esposizione raccoglierà cento opere provenienti da prestigiose raccolte private e da collezioni museali, a partire dalla Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, il museo italiano che vanta il più ricco nucleo di opere dell’artista.
Cardine del progetto è la stretta collaborazione con l’Archivio Felice Casorati, che ha prestato dipinti, disegni, incisioni, sculture, arredi, documenti. Fulcro del percorso sarà il legame storico tra l’artista e Milano, prima città in Italia a dotarsi di un moderno sistema e mercato dell’arte e alla quale, nel corso della sua lunga carriera, Casorati ha attribuito una funzione strategica.
A Palazzo Strozzi le metafore esistenziali di Tracey Emin
Dal 16 marzo al 20 luglio le metafore esistenziali di Tracey Emin saranno al centro della prima mostra mai dedicata da un’istituzione culturale italiana all’artista britannica contemporanea conosciuta per opere che uniscono la sua biografia a una costante ricerca formale di profonda sperimentazione.
A cura di Arturo Galansino, la mostra a Palazzo Strozzi si soffermerà sui diversi medium utilizzati da Emin. Disegno, pittura, scultura, video, installazione, fotografia convivono ponendo al centro il corpo e le relazioni umane. Fisicità, vulnerabilità, crudezza costituiscono parole chiave che determinano un mondo artistico in cui desiderio e amore si accompagnano al dolore e al sacrificio. Le opere storiche, ma anche i lavori più recenti provenienti da collezioni pubbliche e private di tutto il mondo si accingono a restituire ai visitatori di Palazzo Strozzi l’estetica controversa e lacerante di un'artista che ha segnato il rapporto tra corpo ed esistenza nell’arte contemporanea degli ultimi trent’anni.
Lucio Fontana ceramista in arrivo a Venezia
Bisognerà attendere l’autunno per visitare la prima mostra in un museo dedicata esclusivamente alle opere in ceramica di Lucio Fontana. Ad accoglierla sarà, dall’11 ottobre al 2 marzo, la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia. “Mani-fattura: le ceramiche di Lucio Fontana”, questo il titolo dell’esposizione a cura di Sharon Hecker, presenterà una settantina di opere provenienti da collezioni pubbliche e private, compresi lavori mai esposti prima al pubblico. Il pubblico sarà invitato a muoversi tra figure umane, arlecchini, animali, guerrieri, forme astratte, colori intensi e sgargianti, opere prodotte in serie, ma anche oggetti unici. Non mancheranno in mostra testimonianze fotografiche che immortalano Fontana al lavoro e che rivelano l'importanza della mano dell'artista nel processo creativo.
Vittorio Corcos, Messaggio d'amore, 1889. Collezione privata
A Brescia le atmosfere della Belle Époque
Il Ritratto di signora in bianco di Giovanni Boldini, Sulla panchina agli Champs Elysées di Giuseppe De Nittis e ancora Al Café Nouvelle Athènes di Federico Zandomeneghi saranno alcuni degli iconici capolavori pronti ad accompagnare i visitatori di Palazzo Martinengo, a Brescia, tra le atmosfere della Belle Époque. Raffinati abiti femminili realizzati nelle Maisons di Haute Couture, manifesti coloratissimi disegnati da insigni illustratori come Cappiello, Dudovich e Metlicovitz, faranno rivivere i locali alla moda, i cabaret, i café chantant, gli spettacoli teatrali e i grandi magazzini, mentre raffinatissimi vetri artistici dai decori ispirati alla natura, impreziositi da smalti, dorature e incisioni, realizzati da Emile Gallé e dai fratelli Daum, accompagneranno i visitatori tra le case della ricca borghesia parigina.
La Belle Époque. L'arte nella Parigi di Boldini e De Nittis è il titolo dell’appuntamento che, dal 25 gennaio al 15 giugno, presenterà al pubblico i capolavori che Boldini, De Nittis, Zandomeneghi, Corcos e Mancini eseguirono durante gli anni trascorsi nella capitale francese, stregando i più raffinati collezionisti dell’epoca, immortalando le brulicanti piazze parigine, gli eleganti interni borghesi, divenendo i cantori della vita moderna.
Kandinsky nel 2025 di Gallarate
La nascita dell’arte astratta e la sua evoluzione europea e italiana, i cui esiti sono ancora oggi vivi e presenti nel linguaggio artistico contemporaneo, sarà il filo conduttore di uno degli eventi di punta del 2025 del MAGA di Gallarate (Varese). Dal 26 ottobre al 1° marzo il museo ospiterà un’ampia retrospettiva dal titolo Kandinsky e l’Italia, che ruota attorno alla figura di Vassily Kandinsky, uno dei pionieri dell’arte astratta. A cura di Emma Zanella ed Elisabetta Barisoni, progettata e realizzata dal Museo MAGA e dalla Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro (Venezia), la mostra accenderà un focus sulla centralità dell’opera e del pensiero del maestro russo in relazione alla scena europea e, in particolare, alla grande stagione dell’astrattismo italiano che ha preso piede tra gli anni trenta e gli anni cinquanta del Novecento.
Giovanni Boldini, Fuoco d’artificio, c. 1890, Olio su tela, 99.5 x 200 cm, Ferrara, Museo Giovanni Boldini Ferrara © Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea | Foto: © Luca Gavagna
Mucha e Giovanni Boldini ospiti a Ferrara
Alphonse Mucha e Giovanni Boldini, straordinari cantori della bellezza e del fascino femminile, accenderanno la primavera di Palazzo dei Diamanti. Dal 22 marzo al 20 luglio le sale del museo ferrarese saranno attraversate da eleganti donne, indiscusse protagoniste dei lavori di Alphonse Mucha e di Boldini che, come l’artista ceco, risiedette stabilmente a Parigi, richiestissimo da una facoltosa clientela internazionale. Le sale dell’ala Tisi di Palazzo dei Diamanti saranno la cornice privilegiata di una selezione di dipinti, disegni e incisioni dedicati al tema del ritratto e della figura femminile provenienti dal Museo Giovanni Boldini che riaprirà nel rinnovato complesso ferrarese di Palazzo Massari nel 2026.
Accanto a capolavori come La signora in rosa (1916) e Fuoco d’artificio (c. 1890) saranno presentati al pubblico studi di donne a figura intera e di singoli volti femminili che testimoniano il forte legame dell’artista con la realtà circostante, ma anche la destrezza nel registrare pose e attitudini che sarebbero poi servite a conferire vitalità e dinamismo alle protagoniste dei suoi dipinti. Accanto a Boldini, Mucha rivive con la sua arte poliedrica. Oltre che pittore, disegnatore e illustratore, l’artista di origini ceche fu fotografo, scenografo, progettista d’interni, creatore di gioielli. I suoi iconici lavori divennero emblematici della nascente Art Nouveau, come dimostrano Gismonda (1894), la serie de Le stagioni (1896), Job (1896), Fantasticheria (1897), Médée (1898). La grande monografica organizzata da Arthemisia e Fondazione Ferrara Arte in collaborazione con la Mucha Foundation ne ripercorrerà la biografia e i molteplici aspetti della produzione artistica.
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