Il 2021 del PArCO tra ricerca e valorizzazione
Dalla Domus Tiberiana al grande museo diffuso, il Parco archeologico del Colosseo è pronto alla ripartenza
Domus Tiberiana, Palatino © Parco archeologico del Colosseo
Samantha De Martin
13/01/2021
Mentre si accinge alla riapertura - molto probabilmente il 16 gennaio, con un concerto nell’arena che saluterà con gioia la ripartenza - il Parco archeologico del Colosseo accoglie il 2021 con la sua folta agenda di novità.
Con la volontà, ben evidenziata dal suo direttore Alfonsina Russo, di proporsi come “officina di cultura, luogo di benessere e di coesione, presidio radicato sul territorio, in un dialogo costante con i luoghi di Roma, i cittadini, le associazioni”, il primo sito per visite in Italia, con i suoi sette milioni e mezzo di ospiti solo nel 2019, annunciando i prossimi appuntamenti, lancia un luminoso segnale di speranza in vista della ripresa.
Incassando il duro colpo inferto dalla chiusura, che ha comportato, nel 2020, una perdita di 51 milioni di euro e il 75% in meno degli ingressi, il PArCO è pronto a rialzarsi, forte del programma di valorizzazione e di ricerca andato avanti anche durante la chiusura al pubblico.
La Casa delle Vestali © Parco archeologico del Colosseo
La Dumus Tiberiana, “star” del 2021, riaprirà dopo 40 anni
Al centro dell’agenda 2021 del Parco archeologico del Colosseo c’è la Domus Tiberiana, che riaprirà al pubblico in primavera, dopo quasi 40 anni. Questa grandiosa residenza imperiale si allunga per circa quattro ettari tra il settore nord ovest e quello centro orientale del colle Palatino.
“Nel corso dei lavori di valorizzazione della Domus Tiberiana - spiega Alfonsina Russo - è stato rinvenuto un vano, sigillato e interrato, mai toccato dagli scavi del XIX e del XX secolo. La campagna di scavo, attualmente in corso (non siamo ancora arrivati agli strati iniziali dell’ambiente) ha portato alla luce una storia interessante che sarà presto raccontata al pubblico".
L’ambiente, forse costruito in età adrianea, ha svolto più funzioni, diverse a seconda delle epoche. É possibile ripercorrere la storia al tempo dei Farnese, tra 1500 e 1600 - il ritrovamento di alcune ostriche ci riporta all’atmosfera di un sontuoso banchetto - e ancora arrivare al 1200, periodo al quale risalirebbe la fossa comune con sette individui uccisi forse da un’epidemia.
“Attualmente stiamo lavorando sullo strato del IV secolo d.C dove abbiamo trovato un vaso contenente un gruzzolo di monete e una lucerna intatta con tracce di fuoco, in una nicchia del muro”.
Nella seconda metà del 2021 nella Domus Tiberiana saranno allestiti sei ambienti che accoglieranno un percorso sviluppato in tre tematiche legate all’attività della corte imperiale. Il pubblico potrà così approfondire la “vita quotidiana”, il “commercio”, la “religiosità” dell’epoca grazie a una serie di oggetti provenienti dai depositi.
Al via i restauri, dalla Casa delle Vestali al Tempio di Venere e Roma
Altri interventi di restauro riguarderanno la Colonna Traiana (che riaprirà al pubblico, in modalità contingentata), la Casa delle Vestali (che riaprirà in primavera con i suoi ambienti che racconteranno, grazie a reperti, la storia del luogo) e ancora la Basilica di Massenzio, il Tempio di Venere e Roma, i cui lavori di restauro sono stati finanziati da FENDI con una sponsorizzazione tecnica di due milioni e mezzo di euro.
“Durante il restauro del soffitto in stucco - rivela Alfonsina Russo - è stata rinvenuta, dopo 1700 anni, una foglia d’oro che rivestiva il soffitto cassettonato del tempio”.
Il Tempio di Venere e Roma © Parco archeologico del Colosseo
L’Arco di Settimio Severo sarà ripulito attraverso i batteri
Per l’Arco di Settimio Severo, che entro la fine del 2021 sarà restituito al pubblico dopo un intervento che durerà sette mesi, è stata messa a punto da Alessandro Lugari una tecnica di pulitura degli affreschi attraverso i batteri spalmati sulle superfici attraverso una sorta di gel.
Un Museo diffuso
Un altro obiettivo, in cantiere per il 2021, è l’allestimento per il pubblico del Parco archeologico del Colosseo, di un Museo diffuso che correrà lungo tutto il perimetro del Parco, avvalendosi di un sistema di unità narrative in grado di rendere più emotivo il dialogo tra i visitatori e i singoli monumenti. Questa strategia, che consentirà di diversificare i percorsi tematici, permetterà di evitare le concentrazioni di pubblico in alcune aree, adeguando il Parco al massimo rispetto delle norme anti-Covid. Grande importanza avranno i reperti che, dai depositi, saranno ricollocati nei luoghi di provenienza, e contestualizzati al fine di sviluppare un percorso di visita più consapevole.
Da Pompei e Raffaello a Giacomo Boni: le mostre del 2021
Il 2021 sarà anche l’anno dedicato alle mostre organizzate da Electa, in totale sinergia con il PArCo. Ai percorsi rinviati nel 2020 a causa della pandemia si aggiungerà la mostra dedicata a Giacomo Boni, personaggio eclettico e primo direttore del Foro Romano-Palatino.
L’antico ai tempi delle avanguardie: Giacomo Boni da Venezia a Roma si snoderà in tutto il Parco sviluppandosi per nuclei tematici e ripercorrendo la vita di uno dei più importanti archeologi italiani a cavallo tra il XIX e il XX secolo. Tra le esposizioni rimandate nel 2020, Pompei 79 d.C. Una storia romana, a cura di Mario Torelli, frutto della collaborazione con il Parco archeologico di Pompei e il MANN, che proverà a restituire compiutamente il complesso dialogo che lega le due realtà più famose dell’archeologia italiana, dalla Seconda guerra sannitica all’eruzione del 79 d.C.
Intanto un protocollo d’intesa stipulato con il British Museum di Londra sarà rivolto ad avviare una collaborazione scientifico-culturale tra i due Istituti.
Dal 16 marzo, Raffaello e la Domus Aurea. L’invenzione delle grottesche ripercorrerà invece, negli spazi restaurati della Domus Aurea, l’eccezionale storia della riscoperta della pittura antica sepolta nelle “grotte” dell’originaria Domus di Nerone. Il visitatore potrà accedere da un ingresso, appositamente concepito per la mostra, dallo Studio Stefano Boeri Architetti: una passerella che - dal parco di Colle Oppio - si insinuerà, sfiorandole, tra le rovine, fino ad approdare nella Sala Ottagona.
I sotterranei del Colosseo pronti a mostrarsi al pubblico
Sempre nel corso dell’anno, i sotterranei dell’Anfiteatro flavio, appena restaurati grazie al supporto di Tod’s, si mostreranno al pubblico in tutto il loro fascino con un nuovo allestimento e una nuova modalità di visita. All’ingresso dell’area il pubblico sarà accolto da una mappa tattile che lo aiuterà a orientarsi nel dedalo di corridoi. Una passerella consentirà di inoltrarsi all’interno del backstage degli spettacoli, senza calpestare la pavimentazione originaria, che sarà comunque godibile. Restando all’interno dell’Anfiteatro, il restauro della controfacciata consentirà la riapertura dei camminamenti panoramici, finora inaccessibili al pubblico.
Ippolito Caffi, Il Colosseo visto dall’alto, 1855, Olio su carta applicata su tela, 56 x 90 cm, Roma, Museo di Roma, Palazzo Braschi © Roma Capitale, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, Archivio fotografico del Museo di Roma
Ulivi, arnie, vigneti: così il Parco archeologico rivive con il suo passato
Il posizionamento di alcune arnie lungo il percorso sul versante meridionale all’interno del PArCo, seguendo le “linee guida” suggerite dalle fonti antiche, da Varrone a Plinio, o ancora l’idea di impiantare, in uno spazio del Colle Palatino denominato “Vigna Barberini”, il vitigno che Plinio chiamava “uva pantastica”, sono solo alcuni passaggi che accentuano il legame tra il Parco del Colosseo e il suo nobile passato.
E infine l’olio. Nel Parco del Colosseo sono presenti 189 alberi di olivo, di epoche di impianto varie, perfettamente inseriti nel paesaggio sin dall’antichità. Questa risorsa ha spinto il PArCo a farsi promotore di un progetto che ha portato alla produzione dell’olio del Palatino Extra Vergine di Oliva.
Nell'agenda 2021 del parco archeologico romano non manca la manutenzione del verde. Agli Horti Farnesiani è stato dato avvio a una rilevante attività di restauro dei giardini e degli edifici, con la
rifunzionalizzazione delle fontane rinascimentali e la risistemazione delle aiuole sulla base del disegno di Giovanni Battista Falda del 1667 che descrive minutamente gli Horti.
Con un’attenzione particolare rivolta ai più piccoli (il Progetto “Kindergarten” punta alla realizzazione di un luogo accogliente in grado di ospitare laboratori all’aperto per esplorare il parco, tra kit e giochi), alle nuove generazioni, alle scuole, e persino alle attività riabilitative attraverso l’arte, il Parco del Colosseo è pronto. Rincontrarlo, dopo tanto tempo, con le sue straordinarie meraviglie e novità, sarà bellissimo.
La Basilica di Massenzio, Foro Romano © Parco archeologico del Colosseo
Leggi anche:
• Riapre l'attico del Colosseo, un percorso inedito con vista spettacolare su Roma
• Kronos e Kairos - L'arte contemporanea torna sul Palatino
Con la volontà, ben evidenziata dal suo direttore Alfonsina Russo, di proporsi come “officina di cultura, luogo di benessere e di coesione, presidio radicato sul territorio, in un dialogo costante con i luoghi di Roma, i cittadini, le associazioni”, il primo sito per visite in Italia, con i suoi sette milioni e mezzo di ospiti solo nel 2019, annunciando i prossimi appuntamenti, lancia un luminoso segnale di speranza in vista della ripresa.
Incassando il duro colpo inferto dalla chiusura, che ha comportato, nel 2020, una perdita di 51 milioni di euro e il 75% in meno degli ingressi, il PArCO è pronto a rialzarsi, forte del programma di valorizzazione e di ricerca andato avanti anche durante la chiusura al pubblico.
La Casa delle Vestali © Parco archeologico del Colosseo
La Dumus Tiberiana, “star” del 2021, riaprirà dopo 40 anni
Al centro dell’agenda 2021 del Parco archeologico del Colosseo c’è la Domus Tiberiana, che riaprirà al pubblico in primavera, dopo quasi 40 anni. Questa grandiosa residenza imperiale si allunga per circa quattro ettari tra il settore nord ovest e quello centro orientale del colle Palatino.
“Nel corso dei lavori di valorizzazione della Domus Tiberiana - spiega Alfonsina Russo - è stato rinvenuto un vano, sigillato e interrato, mai toccato dagli scavi del XIX e del XX secolo. La campagna di scavo, attualmente in corso (non siamo ancora arrivati agli strati iniziali dell’ambiente) ha portato alla luce una storia interessante che sarà presto raccontata al pubblico".
L’ambiente, forse costruito in età adrianea, ha svolto più funzioni, diverse a seconda delle epoche. É possibile ripercorrere la storia al tempo dei Farnese, tra 1500 e 1600 - il ritrovamento di alcune ostriche ci riporta all’atmosfera di un sontuoso banchetto - e ancora arrivare al 1200, periodo al quale risalirebbe la fossa comune con sette individui uccisi forse da un’epidemia.
“Attualmente stiamo lavorando sullo strato del IV secolo d.C dove abbiamo trovato un vaso contenente un gruzzolo di monete e una lucerna intatta con tracce di fuoco, in una nicchia del muro”.
Nella seconda metà del 2021 nella Domus Tiberiana saranno allestiti sei ambienti che accoglieranno un percorso sviluppato in tre tematiche legate all’attività della corte imperiale. Il pubblico potrà così approfondire la “vita quotidiana”, il “commercio”, la “religiosità” dell’epoca grazie a una serie di oggetti provenienti dai depositi.
Al via i restauri, dalla Casa delle Vestali al Tempio di Venere e Roma
Altri interventi di restauro riguarderanno la Colonna Traiana (che riaprirà al pubblico, in modalità contingentata), la Casa delle Vestali (che riaprirà in primavera con i suoi ambienti che racconteranno, grazie a reperti, la storia del luogo) e ancora la Basilica di Massenzio, il Tempio di Venere e Roma, i cui lavori di restauro sono stati finanziati da FENDI con una sponsorizzazione tecnica di due milioni e mezzo di euro.
“Durante il restauro del soffitto in stucco - rivela Alfonsina Russo - è stata rinvenuta, dopo 1700 anni, una foglia d’oro che rivestiva il soffitto cassettonato del tempio”.
Il Tempio di Venere e Roma © Parco archeologico del Colosseo
L’Arco di Settimio Severo sarà ripulito attraverso i batteri
Per l’Arco di Settimio Severo, che entro la fine del 2021 sarà restituito al pubblico dopo un intervento che durerà sette mesi, è stata messa a punto da Alessandro Lugari una tecnica di pulitura degli affreschi attraverso i batteri spalmati sulle superfici attraverso una sorta di gel.
Un Museo diffuso
Un altro obiettivo, in cantiere per il 2021, è l’allestimento per il pubblico del Parco archeologico del Colosseo, di un Museo diffuso che correrà lungo tutto il perimetro del Parco, avvalendosi di un sistema di unità narrative in grado di rendere più emotivo il dialogo tra i visitatori e i singoli monumenti. Questa strategia, che consentirà di diversificare i percorsi tematici, permetterà di evitare le concentrazioni di pubblico in alcune aree, adeguando il Parco al massimo rispetto delle norme anti-Covid. Grande importanza avranno i reperti che, dai depositi, saranno ricollocati nei luoghi di provenienza, e contestualizzati al fine di sviluppare un percorso di visita più consapevole.
Da Pompei e Raffaello a Giacomo Boni: le mostre del 2021
Il 2021 sarà anche l’anno dedicato alle mostre organizzate da Electa, in totale sinergia con il PArCo. Ai percorsi rinviati nel 2020 a causa della pandemia si aggiungerà la mostra dedicata a Giacomo Boni, personaggio eclettico e primo direttore del Foro Romano-Palatino.
L’antico ai tempi delle avanguardie: Giacomo Boni da Venezia a Roma si snoderà in tutto il Parco sviluppandosi per nuclei tematici e ripercorrendo la vita di uno dei più importanti archeologi italiani a cavallo tra il XIX e il XX secolo. Tra le esposizioni rimandate nel 2020, Pompei 79 d.C. Una storia romana, a cura di Mario Torelli, frutto della collaborazione con il Parco archeologico di Pompei e il MANN, che proverà a restituire compiutamente il complesso dialogo che lega le due realtà più famose dell’archeologia italiana, dalla Seconda guerra sannitica all’eruzione del 79 d.C.
Intanto un protocollo d’intesa stipulato con il British Museum di Londra sarà rivolto ad avviare una collaborazione scientifico-culturale tra i due Istituti.
Dal 16 marzo, Raffaello e la Domus Aurea. L’invenzione delle grottesche ripercorrerà invece, negli spazi restaurati della Domus Aurea, l’eccezionale storia della riscoperta della pittura antica sepolta nelle “grotte” dell’originaria Domus di Nerone. Il visitatore potrà accedere da un ingresso, appositamente concepito per la mostra, dallo Studio Stefano Boeri Architetti: una passerella che - dal parco di Colle Oppio - si insinuerà, sfiorandole, tra le rovine, fino ad approdare nella Sala Ottagona.
I sotterranei del Colosseo pronti a mostrarsi al pubblico
Sempre nel corso dell’anno, i sotterranei dell’Anfiteatro flavio, appena restaurati grazie al supporto di Tod’s, si mostreranno al pubblico in tutto il loro fascino con un nuovo allestimento e una nuova modalità di visita. All’ingresso dell’area il pubblico sarà accolto da una mappa tattile che lo aiuterà a orientarsi nel dedalo di corridoi. Una passerella consentirà di inoltrarsi all’interno del backstage degli spettacoli, senza calpestare la pavimentazione originaria, che sarà comunque godibile. Restando all’interno dell’Anfiteatro, il restauro della controfacciata consentirà la riapertura dei camminamenti panoramici, finora inaccessibili al pubblico.
Ippolito Caffi, Il Colosseo visto dall’alto, 1855, Olio su carta applicata su tela, 56 x 90 cm, Roma, Museo di Roma, Palazzo Braschi © Roma Capitale, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, Archivio fotografico del Museo di Roma
Ulivi, arnie, vigneti: così il Parco archeologico rivive con il suo passato
Il posizionamento di alcune arnie lungo il percorso sul versante meridionale all’interno del PArCo, seguendo le “linee guida” suggerite dalle fonti antiche, da Varrone a Plinio, o ancora l’idea di impiantare, in uno spazio del Colle Palatino denominato “Vigna Barberini”, il vitigno che Plinio chiamava “uva pantastica”, sono solo alcuni passaggi che accentuano il legame tra il Parco del Colosseo e il suo nobile passato.
E infine l’olio. Nel Parco del Colosseo sono presenti 189 alberi di olivo, di epoche di impianto varie, perfettamente inseriti nel paesaggio sin dall’antichità. Questa risorsa ha spinto il PArCo a farsi promotore di un progetto che ha portato alla produzione dell’olio del Palatino Extra Vergine di Oliva.
Nell'agenda 2021 del parco archeologico romano non manca la manutenzione del verde. Agli Horti Farnesiani è stato dato avvio a una rilevante attività di restauro dei giardini e degli edifici, con la
rifunzionalizzazione delle fontane rinascimentali e la risistemazione delle aiuole sulla base del disegno di Giovanni Battista Falda del 1667 che descrive minutamente gli Horti.
Con un’attenzione particolare rivolta ai più piccoli (il Progetto “Kindergarten” punta alla realizzazione di un luogo accogliente in grado di ospitare laboratori all’aperto per esplorare il parco, tra kit e giochi), alle nuove generazioni, alle scuole, e persino alle attività riabilitative attraverso l’arte, il Parco del Colosseo è pronto. Rincontrarlo, dopo tanto tempo, con le sue straordinarie meraviglie e novità, sarà bellissimo.
La Basilica di Massenzio, Foro Romano © Parco archeologico del Colosseo
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