Fare rete col territorio. La proposta per Venezia 2019 illustrata da Cipolletta alla vigilia del Salone della Cultura
Venezia
23/11/2012
Un comitato promotore per Venezia Capitale Europea della Cultura 2019, riunioni itineranti sul territorio del nordest che condivide con la città della laguna la candidatura, un nome di prestigio al vertice, quello di Innocenzo Cipolletta, economista e dirigente d’azienda, che fra i numerosi incarichi all’attivo, ha ricoperto anche quello di presidente delle Ferrovie dello Stato e dell’Università di Trento e di Direttore Generale di Confindustria. Alla presidenza del Comitato per Venezia Nord Est Capitale Europea della Cultura 2019 è stato nominato meno di un mese fa, il 31 ottobre, in una riunione a Villa Contarini di Piazzola sul Brenta e, proprio in questa veste, lo abbiamo ascoltato riguardo le motivazioni di questa candidatura.
Prof. Cipolletta, quali sono i punti forti della candidatura di Venezia?
"Venezia, insieme al nordest è un crocevia dove sono passate e passano tuttora correnti culturali che si estendono verso il nord Europa attraverso il Brennero, verso i paesi dell’est passando per Trieste e verso il Mediterraneo fino all’Asia, proprio attraverso la laguna. E una delle caratteristiche delle capitali europee della cultura è proprio quella di sapersi ricollegare al resto del mondo e in particolare ai paesi europei".
E quali gli obiettivi di questa candidatura? Quali saranno i vantaggi per il territorio del nordest? La terraferma ha sempre sofferto del peso ingombrante di Venezia. In che modo il territorio del Triveneto intende essere avvantaggiato e ricevere visibilità?
“Quello di Venezia è un territorio denso di attività culturali ma finora non è mai riuscito a metterle in rete effettivamente, non è mai riuscito ad offrire una proposta integrata ed è proprio questo il motivo per cui si presenta questa candidatura: la volontà di fare un investimento in termini sia organizzativi che infrastrutturali, di coordinare le diverse offerte culturali del territorio in maniera tale che insieme costituiscano un di più rispetto alla somma di quelle singole.
Certo la candidatura di Venezia da sola non avrebbe avuto senso: la sua realtà è già quella di una capitale europea della cultura, non avrebbe bisogno di attendere il 2019, questo ruolo le è già riconosciuto. E’ la sua forza, però, che non è integrata con il resto del territorio e, come dice lei, a volte è vissuta addirittura come soffocante da altre città come Padova, Treviso, Vicenza, perché sembra sottrarre visitatori.
Allora il nostro obiettivo è proprio quello di riequilibrare tutto il nordest in termini culturali, facendo emergere le peculiarità di ogni singola realtà. Perché la cultura del nordest è legata a Venezia, ma non si esaurisce con Venezia.”
Con quale strategia? Avete già messo a punto un piano?
“Abbiamo elaborato per grandi linee un progetto che è fatto di una specificazione di ruoli per le diverse province in diversi settori culturali, poi ci saranno dei progetti trasversali a legare il tutto e a ricomporre un quadro complessivo. Per ora è solo una bozza. La stesura del dossier del progetto deve essere aderente rispetto a quanto richiesto dal bando che uscirà a giorni: il 4 dicembre ci sarà l’Info-day presso il Ministero degli Affari Culturali a Roma dove avverrà la presentazione ufficiale. A partire da quella data entreremo nel vivo dei lavori.”
Come si reperiranno i fondi per la preparazione degli eventi? Una ricerca di Adacta e Nordesteuropa ha stimato un investimento che oscilla tra i 40 e gli 80 milioni di euro.
"Per quanto riguarda la candidatura, i fondi sono limitati e provengono dagli enti locali fondatori del progetto, insieme alle Camere di Commercio. Quindi, nella fase iniziale, c’è un appoggio istituzionale. Se poi si dovesse vincere, come ci auguriamo, allora sarà necessario un grosso apporto privato, anche perché questi sono progetti che attraggono fortemente anche gli interessi privati".
Quali azioni state prevedendo per far fronte all'aumento dei flussi turistici? Ci sarà un potenziamento delle infrastrutture legate alla mobilità?
"Noi, come Comitato, ci rendiamo conto che stiamo vivendo anni molto difficili per le finanze pubbliche. Non abbiamo perciò in mente progetti faraonici però è certo che non va persa l’occasione anche per portare a compimento opere infrastrutturali già avviate o concepite. Per quanto riguarda i flussi turistici, penso che Venezia in particolare, ma anche tutta l’Italia in generale, debba cominciare a “selezionare”, il che non significa certo rifiutare i turisti ma qualificare l’offerta. Ecco, c’è sicuramente bisogno di un’opera di riqualificazione e noi cercheremo di promuovere azioni e attrattive perché i flussi turistici aumentino soprattutto nel territorio intorno Venezia e non nella città stessa".
Durante gli Stati Generali della Cultura che si sono tenuti a Roma il Ministro Passera ha auspicato l’estensione dell’Agenda Digitale anche al settore dei Beni Culturali. Questo potrebbe rappresentare un elemento rafforzativo per la candidatura?
"La candidatura sarà sicuramente anche un’occasione per potenziare gli strumenti tecnologici già in uso e per attivarne di nuovi. Per quanto riguarda il nostro progetto, stiamo studiando tecniche e prodotti che possano essere utilizzati sul territorio, come quelli legati al nuovo museo di Mestre (ndr: M9, spazio espositivo multimediale dedicato al Novecento) che si basa proprio sulla tecnologia digitale. Inoltre abbiamo l’idea di concentrarci su un progetto di conservazione dell’arte contemporanea, che il più delle volte oramai utilizza proprio supporti digitali. E alla base di tutto questo c’è la speranza che anche l’Italia vada avanti nella diffusione su tutto il territorio nazionale della banda larga".
Nicoletta Speltra
Prof. Cipolletta, quali sono i punti forti della candidatura di Venezia?
"Venezia, insieme al nordest è un crocevia dove sono passate e passano tuttora correnti culturali che si estendono verso il nord Europa attraverso il Brennero, verso i paesi dell’est passando per Trieste e verso il Mediterraneo fino all’Asia, proprio attraverso la laguna. E una delle caratteristiche delle capitali europee della cultura è proprio quella di sapersi ricollegare al resto del mondo e in particolare ai paesi europei".
E quali gli obiettivi di questa candidatura? Quali saranno i vantaggi per il territorio del nordest? La terraferma ha sempre sofferto del peso ingombrante di Venezia. In che modo il territorio del Triveneto intende essere avvantaggiato e ricevere visibilità?
“Quello di Venezia è un territorio denso di attività culturali ma finora non è mai riuscito a metterle in rete effettivamente, non è mai riuscito ad offrire una proposta integrata ed è proprio questo il motivo per cui si presenta questa candidatura: la volontà di fare un investimento in termini sia organizzativi che infrastrutturali, di coordinare le diverse offerte culturali del territorio in maniera tale che insieme costituiscano un di più rispetto alla somma di quelle singole.
Certo la candidatura di Venezia da sola non avrebbe avuto senso: la sua realtà è già quella di una capitale europea della cultura, non avrebbe bisogno di attendere il 2019, questo ruolo le è già riconosciuto. E’ la sua forza, però, che non è integrata con il resto del territorio e, come dice lei, a volte è vissuta addirittura come soffocante da altre città come Padova, Treviso, Vicenza, perché sembra sottrarre visitatori.
Allora il nostro obiettivo è proprio quello di riequilibrare tutto il nordest in termini culturali, facendo emergere le peculiarità di ogni singola realtà. Perché la cultura del nordest è legata a Venezia, ma non si esaurisce con Venezia.”
Con quale strategia? Avete già messo a punto un piano?
“Abbiamo elaborato per grandi linee un progetto che è fatto di una specificazione di ruoli per le diverse province in diversi settori culturali, poi ci saranno dei progetti trasversali a legare il tutto e a ricomporre un quadro complessivo. Per ora è solo una bozza. La stesura del dossier del progetto deve essere aderente rispetto a quanto richiesto dal bando che uscirà a giorni: il 4 dicembre ci sarà l’Info-day presso il Ministero degli Affari Culturali a Roma dove avverrà la presentazione ufficiale. A partire da quella data entreremo nel vivo dei lavori.”
Come si reperiranno i fondi per la preparazione degli eventi? Una ricerca di Adacta e Nordesteuropa ha stimato un investimento che oscilla tra i 40 e gli 80 milioni di euro.
"Per quanto riguarda la candidatura, i fondi sono limitati e provengono dagli enti locali fondatori del progetto, insieme alle Camere di Commercio. Quindi, nella fase iniziale, c’è un appoggio istituzionale. Se poi si dovesse vincere, come ci auguriamo, allora sarà necessario un grosso apporto privato, anche perché questi sono progetti che attraggono fortemente anche gli interessi privati".
Quali azioni state prevedendo per far fronte all'aumento dei flussi turistici? Ci sarà un potenziamento delle infrastrutture legate alla mobilità?
"Noi, come Comitato, ci rendiamo conto che stiamo vivendo anni molto difficili per le finanze pubbliche. Non abbiamo perciò in mente progetti faraonici però è certo che non va persa l’occasione anche per portare a compimento opere infrastrutturali già avviate o concepite. Per quanto riguarda i flussi turistici, penso che Venezia in particolare, ma anche tutta l’Italia in generale, debba cominciare a “selezionare”, il che non significa certo rifiutare i turisti ma qualificare l’offerta. Ecco, c’è sicuramente bisogno di un’opera di riqualificazione e noi cercheremo di promuovere azioni e attrattive perché i flussi turistici aumentino soprattutto nel territorio intorno Venezia e non nella città stessa".
Durante gli Stati Generali della Cultura che si sono tenuti a Roma il Ministro Passera ha auspicato l’estensione dell’Agenda Digitale anche al settore dei Beni Culturali. Questo potrebbe rappresentare un elemento rafforzativo per la candidatura?
"La candidatura sarà sicuramente anche un’occasione per potenziare gli strumenti tecnologici già in uso e per attivarne di nuovi. Per quanto riguarda il nostro progetto, stiamo studiando tecniche e prodotti che possano essere utilizzati sul territorio, come quelli legati al nuovo museo di Mestre (ndr: M9, spazio espositivo multimediale dedicato al Novecento) che si basa proprio sulla tecnologia digitale. Inoltre abbiamo l’idea di concentrarci su un progetto di conservazione dell’arte contemporanea, che il più delle volte oramai utilizza proprio supporti digitali. E alla base di tutto questo c’è la speranza che anche l’Italia vada avanti nella diffusione su tutto il territorio nazionale della banda larga".
Nicoletta Speltra
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